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I SEGRETI DEI PINGUINI, LA NUOVA SERIE NATIONAL GEOGRAPHIC CHE SVELA COMPORTAMENTI INEDITI CON UNA FOTOGRAFIA MOZZAFIATO DEBUTTERÀ IL 21 APRILE SU DISNEY+

Guidata da Bertie Gregory, National Geographic Explorer e regista vincitore di premi Emmy e BAFTA, la serie si immerge nel mondo incontaminato dei pinguini, mostrando momenti unici, coraggiosi e affascinanti

Narrata nella versione originale da Blake Lively (Un altro piccolo favore), la serie in tre parti vede come produttore esecutivo James Cameron, National Geographic Explorer at Large e vincitore del premio Oscar, ed è prodotta dalla pluripremiata Talesmith

I segreti dei pinguini fa parte della campagna di Disney e National Geographic per il Mese della Terra, per ispirare il pubblico ad apprezzare il mondo naturale usando il potere dello storytelling

I segreti dei pinguini, la serie Key Art
la Key Art

15 aprile 2025 – In occasione della Giornata della Terra, sarà possibile immergersi in un’indimenticabile avventura con I segreti dei pinguini assieme a Bertie Gregory (@BertieGregory), National Geographic Explorer e vincitore di premi Emmy® e BAFTA. Gli executive producer sono James Cameron, National Geographic Explorer at Large e regista vincitore dell’Academy Award®, e i vincitori di Emmy e BAFTA Ruth Roberts e Martin Williams di Talesmith. Questo ultimo capitolo del franchise “I segreti di”, targato National Geographic e vincitore di un Emmy, accompagna gli spettatori di tutte le età negli angoli più remoti del mondo per assistere ai comportamenti dei pinguini catturati su pellicola per la prima volta, mostrando questi simpatici e soffici uccelli che non possono volare, mentre affrontano alcuni degli ambienti più estremi della Terra. Narrata nella versione originale da Blake Lively (Un altro piccolo favore), la serie debutterà il 21 aprile 2025 su Disney+ con tutti e 3 gli episodi.

Quest’anno, The Walt Disney Company celebra il Mese della Terra con una campagna aziendale insieme a National Geographic per ispirare il pubblico ad apprezzare il mondo che ci circonda attraverso il potere dello storytelling. Per tutto il mese di aprile, la campagna ourHOME offrirà nuovi contenuti, attività digitali ed esperienze, e metterà in luce gli sforzi globali per proteggere, ripristinare e celebrare il mondo naturale, permettendo agli spettatori e ai fan di scoprire tanti altri motivi per amare questo luogo chiamato casa.

Nonostante molti documentari abbiano studiato questi animali, I segreti dei pinguini li porta a un livello completamente nuovo. Il team di Talesmith, guidato da Bertie Gregory e da oltre 70 scienziati e filmmaker di fama mondiale, si è imbarcato in un’avventura di due anni per tutto il mondo, dalle spiagge rocciose di Città del Capo e le coste ghiacciate dell’Isola della Georgia del Sud, fino alle Galapagos tropicali e alle grotte desertiche della Namibia, per osservare i pinguini come mai era stato fatto prima. Spingendosi oltre i confini del cinema naturalistico, una troupe di tre persone ha affrontato ben 274 giorni di riprese sulla piattaforma di ghiaccio Ekström, in Antartide, dove vive una colonia di 20.000 pinguini imperatori. Affrontando uno degli ambienti più difficili del pianeta, hanno catturato momenti inediti, come una coppia di pinguini imperatori che si esercita con una palla di neve a trasferire le uova per affinare le proprie capacità in vista del momento in cui dovranno farlo con un uovo vero; pulcini tenaci che navigano tra ghiaccio frammentato in un contesto di cambiamento climatico e giovani pinguini che usano il becco per sollevarsi da un crepaccio.

Con una fotografia mozzafiato e una tecnologia di ripresa all’avanguardia, la serie cattura momenti rari e mai visti prima in natura. Per la prima volta, si potranno osservare pulcini di “rockaroni”, un raro ibrido di pinguini saltarocce (rockhopper) e ciuffodorato (macaroni), con uno sguardo approfondito alla potenziale evoluzione e all’adattamento. Tra le altre scene, un coraggioso pinguino saltarocce che respinge un leone marino meridionale, le prime riprese di una colonia di pinguini africani in una grotta nascosta e gli intelligenti pinguini delle Galapagos che si alleano per un audace furto: rubare il pesce direttamente dal becco dei pellicani e radunare abilmente le palline di sardine come esca.

Nell’aprile del 2024, National Geographic ha presentato per la serie un filmato mozzafiato sui pinguini imperatori,  catturato da Bertie Gregory sulla piattaforma di ghiaccio Ekström in Antartide. Per la prima volta, l’equipaggio ha registrato uno spettacolo sorprendente: centinaia di pulcini di pinguino imperatore che saltano da una scogliera di 15 metri nell’oceano ghiacciato sottostante, uscendone indenni. La serie mostrerà l’intero spettacolo di questo comportamento straordinario, insieme a nuove riprese che inizialmente non erano state incluse nel video virale. A oggi, il filmato ha ottenuto 74 milioni di visualizzazioni sull’account TikTok di National Geographic – il suo video più performante di sempre – e ha ricevuto oltre 165 milioni di visualizzazioni su tutte le piattaforme social di National Geographic. Le riprese di storia naturale di Gregory hanno avuto una tale risonanza tra gli spettatori da far sì che egli abbia registrato alcuni dei video più visti nell’ultimo anno sull’account Instagram di National Geographic. Il video dei pinguini imperatori conta circa 63 milioni di visualizzazioni, mentre il secondo più visto è quello sulle api del Parco Nazionale Dzanga-Sangha con 34 milioni di visualizzazioni, seguito da quello sulle orche antartiche B1 con 23 milioni di visualizzazioni, entrambi tratti dalla sua serie originale Disney+ di National Geographic Bertie Gregory: a tu per tu con gli animali, attualmente in fase di riprese della seconda stagione.

La serie, adatta alle famiglie, si avvale della passione e dell’esperienza di scienziati e ambientalisti di fama mondiale, tra cui il National Geographic Explorer e biologo marino Pablo Borboroglu, la biologa ambientalista Michelle LaRue, l’esperta di pinguini africani Andrea Thiebault, il dottore in medicina veterinaria Gustavo Jiménez Uzcátegui, l’esperta di pinguini Jessica Kemper e la biologa marina Katta Ludynia.

EPISODI

  • “Il cuore dell’imperatore”
    Gli imperatori sono i pinguini più grandi e forti, e vivono nell’ambiente più freddo ed estremo della Terra. Il National Geographic Explorer Bertie Gregory, inserito in una colonia antartica, si imbatte in capacità relazionali mai riprese prima, scoprendo che i legami forgiati fin dalla nascita tra famiglia, amici ed estranei fanno la differenza tra la vita e la morte.
  • “La sopravvivenza del più intelligente”
    Milioni di anni fa, un gruppo di pinguini ha lasciato i ghiacci, seguendo forti correnti e arrivando in nuove e strane terre. Qui hanno rimodellato le loro tradizioni per i deserti e i tropici e persino per vivere tra gli esseri umani. Messi alla prova fino all’estremo, sono diventati forse i più intelligenti tra tutti i pinguini. Il National Geographic Explorer Bertie Gregory scopre la loro capacità di risolvere i problemi, di “parlare” e di andare alla ricerca di nuovi mondi.
  • “Ribelli per una causa” 
    Ci vuole un tipo speciale di pinguino coraggioso per sopravvivere al feroce Oceano Antartico, ma 40 milioni di esemplari affollano i suoi avamposti isolati e rocciosi, e sono tra i pinguini più impavidi sulla Terra. Il National Geographic Explorer Bertie Gregory segue i saltarocce, i gentoo e i ciuffodorato alla scoperta di un mondo fatto di amanti del rischio, ribelli e genitori non convenzionali.

I precedenti capitoli di “I segreti di” comprendono I segreti del polpo, narrata nella versione originale da Paul Rudd; I segreti degli elefanti, narrata nella versione originale da Natalie Portman; e I segreti delle balene, vincitrice di un Emmy, narrata nella versione originale da Sigourney Weaver. Tutti gli episodi sono attualmente disponibili in streaming su Disney+.

I segreti dei pinguini è prodotto da Talesmith per National Geographic. Gli executive producer sono i vincitori del premio Emmy James Cameron e Maria Wilhelm per Lightstorm Earth. Bertie Gregory, vincitore di un BAFTA e di un Emmy Award, è narratore principale, direttore della fotografia e produttore. Per Talesmith, gli executive producer sono i vincitori di Emmy e BAFTA Ruth Roberts e Martin Williams. Il produttore della serie è Serena Davies. Pam Caragol è executive producer per National Geographic.

Hashtag
#DisneyPlus
Testo, video e immagini dagli Uffici Stampa The Walt Disney Company Italia, Opinion Leader, Cristiana Caimmi.

THE WALT DISNEY COMPANY CELEBRA IL MESE DELLA TERRA CON LA CAMPAGNA ourHOME INSIEME A NATIONAL GEOGRAPHIC

Per tutto il mese di aprile, Disney e National Geographic daranno risalto agli sforzi globali per proteggere, ripristinare e celebrare il mondo naturale 

La Collezione ourHOME sarà disponibile per tutto il mese su Disney+.
Inoltre, sulla piattaforma streaming debutteranno anche
I Segreti dei Pinguini di National Geographic e
Leoni marini delle Galapagos – Una nuova casa per Leo 
di Disneynature

ourHOME Disney National Geographic

8 aprile 2025 – The Walt Disney Company ha annunciato che celebrerà il Mese della Terra con una campagna aziendale, insieme a National Geographic, per ispirare il pubblico ad apprezzare il mondo che ci circonda attraverso il potere dello storytelling.

Per tutto il mese di aprile, la campagna ourHOME offrirà nuovi contenuti, attività digitali ed esperienze, e metterà in luce gli sforzi globali per proteggere, ripristinare e celebrare il mondo naturale, permettendo agli spettatori e ai fan di scoprire tanti altri motivi per amare questo luogo chiamato casa.

La campagna ourHOME torna dopo il successo del primo anno e fonda le sue radici nella tradizione condivisa di Disney e National Geographic nel raccontare storie che ispirano un legame più profondo con il nostro mondo. Disney si impegna a intraprendere azioni significative per sostenere un pianeta più sano per le persone e la natura. Questo impegno ha contribuito a ispirare la creazione del Disney Conservation Fund (DCF) che, come parte della campagna ourHOME, dà il via a un anno di celebrazioni per il suo 30° anniversario. Ad aprile, il DCF assegnerà più di 500.000 dollari in contributi filantropici a organizzazioni non profit che lavorano per offrire esperienze che siano fonte di ispirazione per i giovani, aiutandoli a entrare in contatto con la natura e a sostenere la fauna e gli spazi incontaminati nelle loro comunità.

La Collezione ourHOMEdisponibile su Disney+ per tutto l’anno, celebra la bellezza, lo stupore e la meraviglia del nostro pianeta attraverso titoli acclamati come I segreti del polpo, Queens: Le regine della natura A Real Bug’s Life: Megaminimondo, insieme all’intero catalogo di film Disneynature. Inoltre, durante la Settimana della Terra, debutteranno in tutto il mondo tre nuovi titoli: I Segreti dei Pinguini di National Geographic, oltre a Leoni marini delle Galapagos – Una nuova casa per Leo e I Guardiani delle Galapagos di Disneynature.

I Segreti dei Pinguini debutterà il 21 aprile 2025 su Disney+, con tutti gli episodi disponibili. Con Bertie Gregory (@BertieGregory), National Geographic Explorer e vincitore dei premi Emmy® e BAFTA, e narrato nella versione originale da Blake Lively, questo nuovo capitolo del franchise “I Segreti di”, vincitore del premio Emmy, accompagna gli spettatori di tutte le età negli angoli più remoti del mondo per assistere ai comportamenti dei pinguini ripresi per la prima volta dalle telecamere, mostrando i teneri e soffici uccelli incapaci di volare mentre affrontano alcuni degli ambienti più estremi della Terra.

I segreti dei pinguini, la serie

Leoni marini delle Galapagos – Una nuova casa per Leo debutterà il 22 aprile su Disney+. Questo nuovo film, narrato da Brendan Fraser nella versione originale, si immerge in acqua per seguire Leo, un bellissimo cucciolo di leone marino che impara ad affrontare la vita accanto a sua madre, Luna. Leo deve lasciare la colonia della madre per trovare la sua casa: un’impresa monumentale, piena di sfide e di nuovi incontri con una serie di creature, dalle iguane marine ai colubri neri, dai tonni pinna gialla ai giganteschi squali delle Galapagos.

Leoni marini delle Galapagos – Una nuova casa per Leo

I Guardiani delle Galapagos debutterà il 22 aprile su Disney+. Blair Underwood è la narratrice nella versione originale di questo sguardo dietro le quinte a Leoni marini delle Galapagos – Una nuova casa per Leo, che segue la troupe di Disneynature intenta a catturare i comportamenti intimi dei leoni marini, mettendo in luce le sfide che minacciano l’arcipelago e la comunità dei Guardiani delle Galapagos, coloro che lavorano per proteggere questo luogo magico.

Siamo felicissimi di celebrare il ritorno della campagna ourHOME, che unisce il potere dello storytelling di National Geographic e l’impegno di Disney nel sostenere un pianeta più sano attraverso contenuti di altissima qualità e grandi esperienze” ha commentato Courteney Monroe, President, National Geographic. “Insieme speriamo di ispirare gli esploratori di tutte le età a scoprire e preservare il nostro bellissimo pianeta”.

La campagna ourHOME coinvolgerà tutta The Walt Disney Company con diverse attività, tra cui:

Contenuti

  • Collezione ourHOME su Disney+ – La Collezione ourHOME di Disney+ include titoli che celebrano la bellezza, il fascino, lo stupore e la meraviglia del nostro pianeta.
  • I Segreti dei Pinguini – L’ultimo capitolo del franchise “I Segreti di” di National Geographic, vincitore del premio Emmy, con Bertie Gregory (@BertieGregory), National Geographic Explorer e vincitore dei premi Emmy e BAFTA, e narrato nella versione originale da Blake Lively, debutterà il 21 aprile su Disney+, con tutti gli episodi disponibili.
  • Leoni marini delle Galapagos – Una nuova casa per Leo – Il nuovo film Disneynature, narrato nella versione originale da Brendan Fraser, debutterà il 22 aprile su Disney+.
  • I Guardiani delle Galapagos – Uno sguardo dietro le quinte a Leoni marini delle Galapagos – Una nuova casa per Leo, narrato nella versione originale da Blair Underwood, debutterà il 22 aprile su Disney+.
Disney Experiences
  • Ad aprile, gli ospiti avranno l’opportunità di celebrare il Mese della Terra con diverse attività speciali:
    • Opportunità di scattare foto e menù per bambini a tema I Segreti dei Pinguini in alcuni ristoranti selezionati di Disneyland e Walt Disney World Resorts.
    • A Disneyland Resort tornerà la Zero Waste Art Challenge! I 10 migliori progetti artistici creati a partire da rifiuti e oggetti riciclati dai Cast Member di Disneyland Resort verranno esposti presso la Silly Symphony Swings nel parco Disney California Adventure. Per votare i progetti preferiti basterà cercare “Earth Month” sull’applicazione di Disneyland.
    • Disney Cruise Line offrirà una proiezione a bordo del documentario di National Geographic Magic of Disney Lookout Cay at Lighthouse Point, che mostra come i Disney Imagineers e i biologi della conservazione abbiano lavorato con la comunità locale per creare questa nuova destinazione turistica.
    • “Celebrate Earth Month Fair” tornerà a Disneytown presso lo Shanghai Disney Resort dal 18 al 22 aprile, con una serie di stand a tema e attività interattive che metteranno in evidenza l’impegno del resort per la protezione della natura.
Giving
  • In occasione del Mese della Terra, il Disney Conservation Fund darà il via a un anno di celebrazioni per il suo 30° anniversario con storie di successo, fonti di ispirazione e contributi celebrativi. Ad aprile, il DCF assegnerà più di 500.000 dollari in contributi filantropici a organizzazioni non profit che lavorano per offrire esperienze che siano fonte di ispirazione per i giovani, aiutandoli a entrare in contatto con la natura e a sostenere la fauna e gli spazi incontaminati nelle loro comunità, tra cui:
    • “Promoting Biodiversity Conservation in the Galapagos, Conservation International”, per celebrare il film Disneynature Leoni marini delle Galapagos – Una nuova casa per Leo.
    • “A Legacy for Penguins”, National Geographic Society e Global Penguin Society, con il National Geographic Explorer Pablo (Popi) García Borboroglu alla guida, per celebrare I Segreti dei Pinguini di National Geographic.
    • “Jane Goodall’s Roots & Shoots”, Jane Goodall Institute
    • “REEL WILD™ NEW YORK Film Festival”, Wildlife Conservation Society
    •  “Party for the Planet”, Association of Zoos and Aquariums
Community
  • In tutto il mondo, i Disney VoluntEARS si uniranno per lasciare il segno, realizzando più di 60 progetti durante tutto il mese di aprile, comprese le iniziative speciali per la Giornata della Terra. Dalla pulizia dei parchi locali al ripristino dei fiumi e molto altro ancora, migliaia di Cast Member, Crew Member, Imagineers e dipendenti lavoreranno insieme per creare un futuro più luminoso per il pianeta.
  • I Cast Member di Los Angeles, New York, Washington, D.C., San Francisco e Bristol avranno l’opportunità di iscriversi a progetti di riqualificazione nelle loro comunità con “Keep America Beautiful”.

 

Testo, video e immagini dagli Uffici Stampa The Walt Disney Company Italia, Opinion Leader, Cristiana Caimmi.

Tre volte il diametro del loro corpo, a questa profondità nuotano gli animali marini per ridurre al minimo il dispendio energetico nei lunghi spostamenti

L’Università di Pisa partner dello studio pubblicato sulla rivista PNAS.

I rettili marini, gli uccelli e i mammiferi viaggiano a profondità ottimizzate lungo il percorso e quando non si nutrono
I rettili marini, gli uccelli e i mammiferi viaggiano a profondità ottimizzate lungo il percorso e quando non si nutrono

Per ridurre al minimo il dispendio energetico duranti i lunghi spostamenti, gli animali marini non nuotano in superficie, ma a una profondità che corrisponde a circa tre volte il diametro del loro corpo. La scoperta di questo stratagemma che accomuna uccelli, mammiferi e rettili arriva da uno studio coordinato dalle università di Swansea in Gran Bretagna e Deakin in Australia pubblicato sulla rivista PNAS – Proceedings of the National Academy of Sciences USA, al quale hanno partecipato i professori Paolo Luschi Paolo Casale del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa.

“Molte specie semiacquatiche, compreso l’uomo, spesso nuotano nell’interfaccia aria-acqua ma in questo modo generano onde superficiali che provocano un dispendio energia – spiega Luschi – Gli animali marini che nel corso della loro vita percorrono grandi distanze hanno invece elaborato una strategia per evitare questo spreco e che consiste nel nuotare poco sotto la superficie, è un po’ come fanno gli atleti nuotatori subito dopo la partenza, quando rimangono il più a lungo possibile sott’acqua prima di effettuare la prima emersione”.

Piccoli pinguini. Crediti: parchi naturali di Phillip Island
Piccoli pinguini. Crediti: parchi naturali di Phillip Island

La ricerca ha analizzato i dati ottenuti da profondimetri applicati su tartarughe marine e pinguini durante fasi di movimento attivo, che sono stati poi integrati con dati già disponibili nella letteratura  scientifica sulle balene. I risulatai hanno quindi rivelato che animali così diversi impiegano la medesima strategia, che consiste nel nuotare ad una profondità corrispondente a tre volte il loro diametro, al di là delle loro dimensioni che possono variare da 50 centimetri a 20 metri.

“Ci sono ovviamente casi in cui la profondità di nuoto è determinata da altri fattori, come ad esempio la ricerca di prede – sottolinea Luschi – ma i dati generali confermano il modello e questo ha importanti implicazioni a livello di conservazione, contribuendo a diminuire le collisioni con le imbarcazioni e le catture accidentali durante la pesca”.

nuotano gli animali marini Tartaruga Caretta caretta con sistema di rilevamento. Crediti: DEKAMER Archive
Tartaruga Caretta caretta con sistema di rilevamento. Crediti: DEKAMER Archive

In particolare, l’Università di Pisa ha contribuito alla ricerca fornendo i dati sulle tartarughe Caretta caretta nidificanti in Turchia.

“Dati di questo tipo sono estremamente difficili da ottenere – aggiunge Casale – perché sono troppo dettagliati per essere trasmessi tramite satellite e sono quindi necessarie speciali procedure sperimentali per recuperare gli strumenti applicati sugli animali in libertà”.

nuotano gli animali marini Tartaruga verde. Crediti: R. D. and B. S. Kirkby
Tartaruga verde. Crediti: R. D. and B. S. Kirkby

Il gruppo di ricerca dei professori Luschi e Casale da tempo impiega avanzate tecniche di telemetria animale per studiare il comportamento delle tartarughe marine durante i loro estesi movimenti, che comprendono migrazioni anche di centinaia di chilometri.

Riferimenti bibliografici:

K.L. Stokes, N. Esteban, P. Casale, A. Chiaradia, Y. Kaska, A. Kato, P. Luschi, Y. Ropert-Coudert, H.J. Stokes, G.C. Hays, Optimization of swim depth across diverse taxa during horizontal travel, Proc. Natl. Acad. Sci. U.S.A. (2024) 121 (52) e2413768121, link: https://doi.org/10.1073/pnas.2413768121

 

Testo, video e foto dall’Ufficio stampa dell’Università di Pisa.

Un gruppo di ricercatrici e ricercatori dell’Università di Torino sta studiando il canto del pinguino africano per salvarlo dall’estinzione 

‘Salviamo il Pinguino Africano’ è il progetto di crowdfunding cofinanziato dall’Università di Torino per tutelare una specie di pinguino la cui popolazione ha subito un declino del 98% rispetto all’era preindustriale. Oltre 100 persone hanno già aderito alla campagna.

Francesca Terranova, Anna Zanoli e Livio Favaro
Francesca Terranova, Anna Zanoli e Livio Favaro

Livio FavaroFrancesca Terranova e Anna Zanoli fanno parte del team di biologi marini dell’Università di Torino che da anni si sta dedicando allo studio del pinguino africano, una specie che abita le coste del Sudafrica e della Namibia.

“Il pinguino africano è noto anche come pinguino asino per il suo vocalizzo molto particolare, che ricorda un raglio. Ma al di là dell’elemento di curiosità, proprio sullo studio e il monitoraggio del canto di questi animali si fonda il progetto di ricerca e tutela che da anni portiamo avanti in collaborazione con le autorità del Sudafrica” ha dichiarato Livio Favaro.

Da Torino a Stony Point, Sudafrica

Come ha dichiarato Francesca Terranova anche in occasione del suo intervento alla trasmissione Animal House di Radio Deejay

“Spesso la nostra squadra si reca a Stony Point, in Sudafrica, dove vive una colonia di circa 1.000 coppie di pinguini, con l’obiettivo di studiarli da vicino ma senza essere invasivi dei loro spazi. Trovarsi nel territorio della colonia, alle quattro del mattino, è un’esperienza unica. La voce di ogni pinguino è unica e studiarla, insieme a quella di tutti gli altri componenti della colonia, ci permette di monitorare l’andamento demografico della colonia o ricercare la presenza di patologie ha concluso Francesca Terranova.

Il supporto della comunità per ridurre il rischio di estinzione del Pinguino Africano

“Le attività dell’uomo hanno messo in pericolo la sopravvivenza di questa specie di pinguino” ha dichiarato Anna Zanoli che ha poi aggiunto “a causa della pesca intensiva e dell’antropizzazione degli ambienti in cui solitamente vivono i suoi esemplari”. “Noi cerchiamo di monitorare lo stato di salute della specie studiandone le colonie. Per farlo in modo efficace e non invasivo per i pinguini servono attrezzature tecniche e uno staff in loco che possa portare avanti il lavoro con costanza”.

“Per proseguire e rilanciare il nostro lavoro abbiamo lanciato la campagna di crowdfunding Salviamo il Pinguino Africano’con l’obiettivo di acquistare attrezzatura tecnica e finanziare per un anno lo stipendio di un ranger in Sudafrica. Finora la risposta della comunità è stata straordinaria, ma abbiamo ancora bisogno del supporto di tutti per acquistare ulteriore attrezzatura. Aiutateci con una donazione” è stato l’appello di Livio Favaro.

Copertina Salviamo il Pinguino Africano canto pinguini africani
Un gruppo di ricercatrici e ricercatori dell’Università di Torino sta studiando il canto del pinguino africano per salvarlo dall’estinzione

Sostenere il progetto ‘Salviamo il Pinguino Africano’ è semplice, sul link https://www.ideaginger.it/progetti/salviamo-il-pinguino-africano.html è possibile donare in pochi click tramite PayPal, bonifico bancario o carta di credito. Tra le ricompense per i sostenitori anche la possibilità di adottare a distanza un pinguino e ricevere aggiornamenti sul suo stato di salute.

“Il crowdfunding ci sta aiutando a raccogliere fondi certamente, ma anche a sensibilizzare la comunità. Tante persone che ci hanno sostenuto prima di questa occasione non conoscevano nemmeno dell’esistenza del pinguino africano. Sapere che ora ci sono già oltre 100 donatori che hanno preso coscienza della necessità di salvaguardare questa specie credo rappresenti appieno uno degli obiettivi di ogni ricercatore, quello di divulgare anche ai non tecnici il proprio lavoro” ha concluso Livio Favaro.

Il supporto dell’Università di Torino con Funds TOgether l’Università 

L’Università di Torino ha selezionato Salviamo il Pinguino Africano nell’ambito dell’iniziativa Funds TOgether, sviluppata insieme a Ginger Crowdfunding, che gestisce Ideaginger.it, la piattaforma con il tasso di successo più alto in Italia, con l’obiettivo di aiutare le ricercatrici e i ricercatori ad acquisire le competenze per sviluppare campagne di crowdfunding efficaci e sostenerle economicamente. L’Università di Torino, infatti, raddoppierà i fondi raccolti tramite crowdfunding fino a 10.000 euro.

Il valore del crowdfunding per la ricerca scientifica

“L’Università di Torino”, ha dichiarato Alessandro Zennaro, Vice-Rettore per la valorizzazione del patrimonio umano e culturale in Ateneo, “probabilmente più di qualsiasi altro ateneo, in questa fase storica, ha intrapreso un’azione organizzata di valorizzazione della conoscenza e di divulgazione scientifica, assumendo anche posizioni apicali nella rete degli atenei italiani per il Public Engagement (ApeNet). L’iniziativa di crowdfunding costituisce un’ulteriore opportunità per avvicinare la ricerca scientifica alla comunità territoriale e nazionale, illustrandone gli obiettivi, facendo conoscere le ricercatrici ed i ricercatori coinvolti, stimolando la curiosità e soprattutto dimostrando che, spesso, i prodotti della ricerca hanno ricadute immediate sulla vita di tutti noi, quotidianamente. Salviamo il Pinguino Africano è un progetto importante che coniuga in maniera esemplare la ricerca, la collaborazione internazionale e l’innovazione. Per questo merita di essere sostenuto”.

“Questa campagna è un’occasione anche per lo staff dell’Università di Torino di confrontarsi con le opportunità del fundraising e della finanza alternativa per la ricerca e l’innovazione,” ha aggiunto Elisa Rosso, Direttrice della Direzione Innovazione e Internazionalizzazione dell’Università di Torino, che ha poi aggiunto “Per esempio stiamo contattando e ricercando partner istituzionali e aziendali interessati a supportare il progetto. Promuovere il crowdfunding è un’occasione per raccontare il valore della ricerca scientifica e sensibilizzare la comunità sul lavoro svolto in ateneo, che in questo caso permetterà di proseguire una preziosa attività di ricerca etologica sul campo”.

Funds TOgether è il programma di finanza alternativa per la ricerca e l’innovazione sviluppato dall’Università di Torino insieme a Ginger Crowdfunding. L’Obiettivo è fornire a ricercatori e ricercatrici dell’ateneo le competenze per progettare e promuovere una campagna di crowdfunding, acquisire nuove risorse e avvicinare la comunità universitaria alla società civile attraverso progetti a forte impatto sociale e ambientale.

 

 

Testo, video e foto dall’Ufficio Stampa Area Relazioni Esterne e con i Media Università degli Studi di Torino

ANCHE I PINGUINI AFRICANI SI RICONOSCONO DAL “TIMBRO DELLA VOCE”

Uno studio dell’Università di Torino sulla comunicazione acustica dei pinguini africani descrive i meccanismi e le strutture anatomiche coinvolte nella produzione dei segnali vocali, evidenziando convergenze evolutive con i mammiferi e l’uomo.

Mercoledì 11 ottobre – Sulla rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B, è stato pubblicato un nuovo articolo sulla comunicazione vocale nei pinguini. L’articolo è frutto di una collaborazione tra due dipartimenti dell’Università di Torino (DBIOS e Scienze Veterinarie), l’Università Jean-Monnet (Francia), l’Università UWC (Sudafrica) e la Fondazione SANCCOB.

Utilizzando una combinazione di tecniche di diagnostica per immagini, modellistica computazionale e registrazioni in vivo, un gruppo di ricercatori guidato dal Prof. UniTo Livio Favaro e dalla Dott.ssa Anna Zanoli ha scoperto che i pinguini africani utilizzano le risonanze dei condotti vocali per codificare nei segnali acustici le informazioni che permettono loro di riconoscersi individualmente. Un meccanismo evolutivamente analogo a quello che utilizzano i mammiferi e l’uomo stesso, per riconoscersi dal timbro della voce.

Tra i pinguini, il pinguino africano (Spheniscus demersus) è una specie modello ideale per studiare come le risonanze del tratto vocale codificano informazioni biologicamente rilevanti. Infatti, questa specie è monogama, fortemente territoriale e, a causa delle pressioni selettive e allo stile di vita coloniale, è stato riscontrato che i richiami di contatto e i canti riproduttivi (ecstatic display songs) variano significativamente tra gli individui, permettendo loro di riconoscersi tra “vicini di nido” e membri di una coppia.

I pinguini africani (Spheniscus demersus) si riconoscono dal timbro della voce. Gallery

Le vocalizzazioni dei pinguini sono prodotte da uno specifico organo chiamato “siringe”, al cui interno, delle membrane vengono messe in vibrazione al passaggio dell’aria, generando un segnale periodico caratterizzato dalla frequenza fondamentale (corrispondente alla velocità di vibrazione delle membrane) e dalle relative componenti armoniche. Tale segnale passa poi nella trachea e nella bocca, dove viene modificato in base alle frequenze di risonanza (dette formanti) di queste cavità anatomiche. 

Gli autori dello studio hanno registrato numerosi pinguini africani nell’aprile 2019 presso la Southern African Foundation for the Conservation of Coastal Birds (SANCCOB) di Città del Capo, in Sudafrica. Contestualmente, hanno studiato l’apparato vocale di altri individui adulti trovati morti lungo le coste della provincia sudafricana di Western Cape. In particolare, iniettando della gomma siliconica catalizzata, è stato ottenuto un calco preciso dell’intero apparato fonatorio. I calchi sono stati successivamente trasportati al Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, dove sono stati sottoposti a Tomografia Assiale Computerizzata (TAC). Infine, presso il DBIOS e utilizzando il centro di calcolo interdipartimentale c3s UniTo, sono stati costruiti modelli computazionali a partire dai risultati della TAC e dalle registrazioni degli animali in vivo.

I ricercatori hanno dimostrato che, nel pinguino africano, leggere variazioni della lunghezza e della sezione trasversale delle regioni tracheali e della cavità laringofaringea causano un ampio spostamento nelle formanti delle vocalizzazioni. Tali regioni possono quindi svolgere un ruolo cruciale nel determinare il pattern formantico delle vocalizzazioni e, di conseguenza, nel determinare l’identità vocale degli individui, analogamente a quanto avviene nelle cavità nasali e nella cavità orale dei mammiferi e dell’uomo stesso.

“I nostri risultati – suggerisce il Prof. Livio Favaro, biologo marino e coordinatore della ricerca sui pinguini africani presso l’Università di Torino – sottolineano come le frequenze di risonanza dei condotti vocali possano essere utilizzate per riconoscersi tra individui in numerosi altri vertebrati oltre all’uomo e ai mammiferi.”

“Le tecniche di diagnostica per immagini – continua il Prof. Alberto Valazza, co-autore dello studio e docente di clinica chirurgica veterinaria – possono contribuire enormemente alla caratterizzazione dell’apparato fonatorio degli uccelli, finora largamente inesplorato.”

Infine, i ricercatori hanno notato una mancanza di correlazione tra le frequenze di risonanza del condotto vocale e la dimensione dei pinguini. 

“Per quanto ne sappiamo – aggiunge la Dott.ssa Anna Zanoli, etologa e prima autrice dello studio – la mancanza di correlazione tra frequenze formanti e dimensioni dello scheletro è stata riportata anche nei pinguini di Humboldt e di Magellano, il gabbiano reale e il re di quaglie.”

Nell’uomo, tale assenza di correlazione è frutto della discesa della laringe nel condotto vocale come prerequisito per lo sviluppo del linguaggio. 

“I risultati del nostro studio – sottolinea il Prof. Marco Gamba, zoologo ed esperto in bioacustica comparata – forniscono ulteriori evidenze che in altri tetrapodi oltre all’uomo ci si possa aspettare una debole relazione tra le formanti e le dimensioni del corpo.” 

“Questo è particolarmente evidente – continua il Prof. David Reby, docente di etologia presso l’Università Jean Monnet di Saint-Étienne – quando si esaminano individui dello stesso sesso e della stessa classe di età.”

Negli uccelli, questa condizione potrebbe essere ancestrale e diffusa al di là delle specie (es. cigni e gru) nelle quali è noto un allungamento “sproporzionato” della trachea rispetto alle dimensioni corporee.

 

“Le frequenze formanti e le dimensioni dello scheletro sono indipendenti nel pinguino africano – conclude la Prof.ssa Frine Scaglione, co-autrice e anatomo patologa veterinaria – perché lo scheletro non vincola anatomicamente la trachea.”

Lo studio della comunicazione vocale nel pinguino africano, infine, si auspica possa contribuire allo sviluppo di sistemi di monitoraggio acustico passivo delle colonie in natura. Questa specie, infatti, è fortemente minacciata di estinzione e la comunità scientifica internazionale è al lavoro per sviluppare sistemi di monitoraggio non invasivo, che possano contribuire alla sua gestione e conservazione.

Testi, video, audio e immagini dall’Area Relazioni Esterne e con i Media Università degli Studi di Torino

COME GLI UMANI, ANCHE I PINGUINI CAMBIANO “TONO DI VOCE” A SECONDA DEL CONTESTO SOCIALE

I dati raccolti dai ricercatori dell’Università di Torino suggeriscono che questa forma implicita di plasticità vocale potrebbe essere molto più diffusa nel regno animale di quanto si pensasse

NCHE I PINGUINI CAMBIANO “TONO DI VOCE" A SECONDA DEL CONTESTO SOCIALE
Anche i pinguini cambiano tono di voce a seconda del contesto sociale. Pinguini africani – foto di Giulia Olivero

É stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B uno studio, realizzato dai ricercatori del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, intitolato Vocal accommodation in penguins (Spheniscus demersus) as a result of social environment. La ricerca ha analizzato in che modo i pinguini africani (Spheniscus demersus) sono in grado di modificare le loro vocalizzazioni nel tempo e in funzione delle loro interazioni sociali. Una modulazione vocale paragonabile a quella del linguaggio umano e utile a comprenderne in maniera significativa la sua evoluzione.

Pinguini africani – foto di Veronica Maraner

Sono state studiate le caratteristiche acustiche delle vocalizzazioni di diverse colonie di pinguino africano, una specie filogeneticamente distante da tutte quelle che sono state precedentemente identificate come capaci di apprendimento vocale. In particolare, vengono messe a confronto le caratteristiche acustiche delle vocalizzazioni di diversi pinguini con vari gradi di interazione sociale: stessa colonia o colonia diversa; stessa colonia a distanza di tre anni; partner contro non partner.

I risultati dimostrano che più i pinguini ascoltano le vocalizzazioni dei membri di un dato gruppo sociale, più le loro vocalizzazioni diventano simili, nel tempo, a quelle ascoltate. Questo fenomeno è ancora più marcato tra i partner di una coppia. Complessivamente, i risultati suggeriscono che i pinguini sono capaci di convergenza acustica, e che la plasticità vocale nel regno animale è forse più diffusa rispetto a quanto precedentemente ipotizzato.

“Ci siamo chiesti – dichiara Luigi Baciadonna, ricercatore del DBIOS UniTo e primo autore della ricerca – fino a che punto le vocalizzazioni dei pinguini siano flessibili e rispondenti all’ambiente sociale. Utilizzando un’analisi delle componenti principali , abbiamo ridotto 14 parametri vocali dei richiami di contatto dei pinguini a 4, ciascuno dei quali comprende parametri altamente correlati e che possono essere classificati come frequenza fondamentalefrequenza delle formantimodulazione della frequenzatasso di modulazione dell’ampiezza e durata. Dopodiché, abbiamo confrontato le differenze tra questi parametri individui con diversi gradi di interazioni sociali: stessa colonia contro stessa colonia rispetto a colonie diverse, stessa colonia per 3 anni e partner rispetto a non partner”.

NCHE I PINGUINI CAMBIANO “TONO DI VOCE" A SECONDA DEL CONTESTO SOCIALE
Pinguini africani – foto di Veronica Maraner

Le analisi indicano che più i pinguini sperimentano i richiami degli altri, più i loro richiami diventano simili nel tempo, dimostrando che la convergenza vocale richiede un lungo periodo di tempo e una relativa stabilità nell’appartenenza alla colonia, e che il legame sociale unico dei partner può influenzare la convergenza vocale in modo diverso rispetto ai non partner. I risultati suggeriscono che questa forma implicita di plasticità vocale è forse molto più diffusa in tutto il regno animale di quanto si pensasse e potrebbe essere una capacità fondamentale della vocalizzazione dei vertebrati.

 

Testo e foto dall’Area Relazioni Esterne e con i Media dell’Università degli Studi di Torino

COME GLI ESSERI UMANI, ANCHE I PINGUINI RICONOSCONO I LORO SIMILI ATTRAVERSO I SENSI

Uno studio dei ricercatori UniTo ha svelato l’interazione multisensoriale dei pinguini africani, aprendo nuove strade per la conservazione di questa specie a rischio estinzione

Pinguini africani

Oggi, mercoledì 13 ottobre, sulla rivista scientifica Proceeding of the Royal Society B, è stato pubblicato uno studio dei ricercatori dell’Università di Torino, dal titolo “Cross-modal individual recognition in the African penguin and the effect of partnership”, che mostra come i pinguini africani riconoscano i loro compagni di colonia attraverso i sensi. Gli autori della ricerca, Dott. Luigi BaciadonnaDott. Cwyn SolviSara La CavaDott.ssa Cristina PilengaProf. Marco Gamba e Dott. Livio Favaro, hanno scoperto che la capacità di riconoscere i propri simili utilizzando diversi sensi, caratteristica tipica dell’essere umano, è presente anche in questa specie di volatili a rischio estinzione.

Il cervello umano è in grado di memorizzare le informazioni in modo tale che possano essere recuperate da diversi sensi. Questa integrazione multisensoriale ci permette di formare immagini mentali del mondo ed è alla base della nostra consapevolezza cosciente e della nostra comunicazione sociale, fondamentale per l’interazione con i nostri simili. Le stesse modalità di interazione sono state osservate nei comportamenti dei pinguini africani.

Dopo che coppie di pinguini hanno trascorso del tempo insieme in una zona isolata, uno è stato rilasciato dalla zona, lasciando l’altro, pinguino focale, da solo. Una chiamata vocale è stata immediatamente riprodotta dalla direzione in cui il pinguino ha lasciato. Il pinguino focale ha risposto più velocemente alla chiamata se non corrispondeva all’identità del pinguino che aveva appena visto uscire. Questo comportamento dimostra che la chiamata ha violato le loro aspettative e indica che possono immaginare l’altro individuo nella loro mente e accedere a questa immagine attraverso diversi sensi.

pinguini africani sensi
Pinguini africani

“Questa forma di riconoscimento individuale – dichiara il Dott. Luigi Baciadonna, ricercatore del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi UniTo e autore principale dell’articolo – è stata precedentemente descritta solo in pochi mammiferi e nei corvi. Il fatto che un uccello filogeneticamente così distante, il pinguino africano, possa formare immagini mentali di altri individui suggerisce che questo complesso sistema di riconoscimento sociale possa essere molto più diffuso di quanto avessimo immaginato”.

“I nostri risultati – afferma il Dott. Livio Favaro, coautore senior della ricerca per l’Università di Torino – mostrano che questi pinguini non si affidano, come si pensava in precedenza, solo alle informazioni vocali per la comunicazione. Il nostro lavoro apre anche nuove strade per indagare la cognizione complessa in una specie di uccelli non precedentemente nota per la loro intelligenza”.

“I pinguini africani – prosegue la Dott.ssa Cristina Pilenga, coautrice della ricerca con sede allo ZooMarine di Roma, dove si è svolto lo studio – sono classificati come specie in pericolo dalla IUCN, e quindi la conoscenza delle loro capacità cognitive può essere particolarmente preziosa per aumentare la consapevolezza del loro stato di conservazione”.

“Estendere lo studio della cognizione a specie comportamentalmente distinte – conclude il Prof. Marco Gamba, docente di Zoologia all’Università di Torino – ha il potenziale di rivelare come i sistemi sociali e le pressioni ambientali in cui vivono gli animali abbiano modellato le differenze nella cognizione attraverso l’evoluzione”.

 

Testo e foto dall’Area Relazioni Esterne e con i Media dell’Università degli Studi di Torino