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Roberto Ragazzoni

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DA GALILEO AL FUTURO DELL’ASTRONOMIA: UNA CELEBRAZIONE PER L’AVVIO DELL’OSSERVATORIO CTAO (CHERENKOV TELESCOPE ARRAY OBSERVATORY)

Padova, 06 ottobre 2025 – Oggi, presso la Sala dei Giganti dell’Università di Padova si è celebrato l’avvio delle attività del Cherenkov Telescope Array Observatory (CTAO) che, una volta completato, sarà il più grande e potente al mondo per l’osservazione dell’Universo nello spettro dei raggi gamma.  La cerimonia, voluta dal Ministero dell’Università e della Ricerca, ha visto la presenza del Ministro Anna Maria Bernini e la partecipazione di autorità e delegati dei Membri Fondatori del CTAO.

“Con l’avvio delle attività del Cherenkov Telescope Array Observatory – dichiara il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini – celebriamo un momento di grande orgoglio per la ricerca e per l’Italia. Padova, la città dove Galileo trascorse gli anni più proficui per i suoi studi, segnando l’inizio di una nuova stagione per la scienza, oggi rafforza il suo ruolo di protagonista dell’innovazione grazie a questo progetto internazionale di straordinaria portata. Il CTAO conferma la capacità dell’Italia di essere centrale nella costruzione delle più avanzate infrastrutture di ricerca. Il nostro Paese non è soltanto tra i fondatori del CTAO ERIC, ma continua a offrire un contributo decisivo in termini di competenze e tecnologie. Il Veneto concorre così a rafforzare la competitività dell’intero sistema Paese, creando opportunità per i giovani ricercatori e aprendo nuove strade di collaborazione a livello globale. È così che onoriamo la nostra tradizione scientifica, da Galileo ad oggi, guardando al futuro con la fiducia di chi sa che la conoscenza è la chiave del progresso”.

Il CTAO ERIC (acronimo di Consorzio Europeo di Infrastrutture di Ricerca CTAO, forma giuridica di diritto comunitario) vede il supporto internazionale di 10 Paesi e di un’organizzazione intergovernativa. Tra essi l’Italia che, oltre a esserne tra i Membri Fondatori e anche il Paese che ha guidato e ospitato i negoziati per la sua costituzione, ospita la sede centrale del CTAO e contribuisce allo sviluppo tecnologico, alla costruzione e alle operazioni dell’Osservatorio.

“Il CTAO è diventato un ERIC, un’organizzazione europea con una portata e un sostegno che si estendono oltre il continente. Con questo passo, siamo stati in grado di avviare attività di costruzione su larga scala nel nostro sito meridionale e di aumentare il nostro supporto per le attività del sito settentrionale. Tutto ciò è stato possibile solo grazie al sostegno di un numero sempre crescente di membri da tutto il mondo, ai quali siamo grati”, spiega Stuart McMuldroch, Direttore Generale del CTAO. “È un piacere essere qui oggi per celebrare questo progresso internazionale che porterà a importanti scoperte scientifiche”.

L’ambizioso progetto scientifico e tecnologico del CTAO prevede la costruzione di una schiera di oltre 60 telescopi di tre differenti dimensioni distribuiti in due siti, presso l’isola di La Palma (arcipelago delle Canarie, Spagna) per l’emisfero boreale e in Cile per quello australe. Presso il sito CTAO-Nord è attualmente in fase di collaudo il prototipo dei telescopi più grandi, cosiddetti Large-Sized Telescope o LST, che hanno uno specchio principale di 23 metri di diametro, insieme ad altri tre LST in diversi stadi di costruzione. Nei prossimi anni saranno costruiti altri tre LST e un telescopio di dimensioni intermedie (Medium-Sized Telescope, MST), con uno specchio principale di circa 12 metri. Presso il sito CTAO-Sud, presto inizieranno i lavori di installazione dei primi cinque telescopi di piccola taglia, denominati Small-Sized Telescopes (SST) e due MST, la cui consegna è prevista il prossimo anno. L’Osservatorio potrà gestire configurazioni intermedie di telescopi già a partire dal 2027. Queste sottomatrici della configurazione finale saranno già più sensibili di qualsiasi analogo strumento oggi operativo, avvicinando l’Osservatorio ai suoi primi risultati scientifici.

Il CTAO studierà le sorgenti cosmiche più violente dell’Universo, come buchi neri, pulsar e supernove, per comprendere i fenomeni fisici ad altissime energie che li governano e fornire una visione senza precedenti dell’Universo. Obiettivi che saranno raggiunti grazie allo sviluppo e all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia e sistemi informatici di raccolta, analisi e archiviazione di enormi quantità di dati di ultima generazione.

“L’Istituto Nazionale di Astrofisica anche in questo caso fa gioco di squadra, sia nella collaborazione internazionale, sia con la continua e proficua collaborazione con Enti ed Università italiane”, dice Roberto Ragazzoni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. “Di particolare menzione la collaborazione con l’INFN, coinvolgendo in maniera sinergica le diverse strutture dell’INAF, valorizzandone le specificità e le competenze guadagnate nel tempo. Questo nuovo osservatorio dedicato alla radiazione elettromagnetica di alta energia rappresenta un altro importante tassello nella creazione di infrastrutture con capacità multimessaggera”.

Il CTAO è anche un progetto che produrrà Big Data e genererà centinaia di petabyte di dati in un anno. Basandosi sul suo impegno verso l’Open Science, il CTAO sarà il primo osservatorio di raggi gamma del suo genere a operare come osservatorio aperto, guidato da proposte, fornendo accesso pubblico ai suoi dati scientifici di alto livello e ai prodotti software. Il trattamento dei dati sarà gestito presso il suo Centro di Gestione dei Dati Scientifici in Germania.

Il CTAO è stato riconosciuto come “Punto di Riferimento” nella Roadmap 2018 del Forum Europeo Strategico sulle Infrastrutture di Ricerca (ESFRI) ed è stato classificato come la principale priorità tra le nuove infrastrutture da terra nella Roadmap 2022-2035 di ASTRONET. I membri del CTAO ERIC sono Austria, Croazia, European Southern Observatory (ESO), Francia, Germania, Italia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovenia, Spagna, e Svizzera. Altri Paesi (Australia, Brasile, Giappone, Stati Uniti e Sudafrica) sono attualmente impegnati nel processo di adesione al CTAO ERIC con lo status di Strategic Partner o Third Party.

rendering dei telescopi dell'osservatorio CTAO
Cherenkov Telescope Array Observatory – CTAO: avvio delle attività dell’osservatorio che sarà il più grande e potente al mondo per l’osservazione dell’Universo nello spettro dei raggi gamma. rendering dei telescopi CTAO

Testo e immagine dall’Ufficio Stampa Istituto Nazionale di Astrofisica – INAF

“NAPOLI. SECONDA STELLA A DESTRA”: SCIENZA, ASTRONOMIA E RICERCA COME ELEMENTI CHIAVE DELL’IDENTITÀ ITALIANA

Nasce la nuova guida astroturistica INAF – Studio Bleu, presentata nel corso della Conferenza degli Addetti scientifici e spaziali ed Esperti agricoli organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale all’Auditorium Nazionale dell’INAF presso l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte.

Napoli. Seconda stella a destra, la guida astroturistica è aperta in foto

Napoli/Roma, 19 settembre 2025 – Venerdì scorso 12 settembre 2025 è stata presentata in anteprima “Napoli. Seconda stella a destra”, l’ultima uscita della collana “Seconda Stella a Destra” dedicata alla città in occasione dei 2500 anni dalla sua fondazione. La realizzazione della guida è stata promossa Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la presentazione è avvenuta nella cornice della Conferenza degli Addetti scientifici e spaziali e degli Esperti agricoli, ospitata a Napoli dal 10 al 12 settembre, alla presenza del Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani e della Ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.

“Seconda Stella a Destra” è un progetto dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e Studio Bleu, realtà specializzata in progetti di divulgazione scientifica. Dietro le pagine, una rete di competenze: l’INAF garantisce rigore scientifico e selezione dei luoghi con astronomi e storici della scienza, Studio Bleu cura progetto editoriale e grafico, rendendo i contenuti accessibili e visivamente riconoscibili. Musei, Università, Soprintendenze ed enti culturali collaborano su fonti e materiali iconografici.

La guida di Napoli è l’ultima uscita di una collana di guide astronomico-turistiche dedicate alle città d’Italia e vede Mauro Gargano e Francesca M. Aloisio dell’INAF e Valeria Cappelli di Studio Bleu come autori. L’idea è semplice e al tempo stesso ambiziosa: raccontare le città attraverso l’astronomia. Non soltanto il cielo da osservare, ma i segni celesti impressi nella pietra e nella memoria: l’orientamento astronomico di chiese e palazzi, le costellazioni dipinte negli affreschi, gli strumenti scientifici custoditi nei musei, le tracce delle conoscenze antiche nelle tradizioni locali.

“Seconda stella a destra” è insieme progetto editoriale e percorso di divulgazione: astro-turismo nel senso più ampio, capace di intrecciare arte, architettura, storia della scienza e vita quotidiana, con un linguaggio chiaro e coinvolgente. Le guide rientrano nei progetti di divulgazione attraverso cui un ente di ricerca come INAF dissemina il valore dell’astronomia e della ricerca spaziale nella società.

Nella Prefazione, il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, On. Antonio Tajani, sottolinea come la guida costituisca

“Una chiave di lettura originale e innovativa della città di Napoli, offrendo un percorso unico che fonde la magnificenza del patrimonio culturale alle moderne eccellenze scientifiche italiane. In questo contesto, il connubio tra Arte, Cultura e Scienza è un fattore strategico per il nostro Paese, per valorizzare in un grande gioco di squadra la nostra identità e i nostri valori, e per promuovere crescita, benessere e sviluppo.”

“Con Seconda stella a destra uniamo rigore scientifico e racconto dei luoghi, mostrando come l’astronomia sia parte viva della storia e dell’identità italiana. La guida di Napoli conferma che la diplomazia della scienza può parlare a cittadine e cittadini, a scuola come nei musei, creando ponti tra ricerca, cultura e turismo”, dice Roberto Ragazzoni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

“Lo straordinario patrimonio astronomico di Napoli è un tesoro diffuso, spesso sotto gli occhi di tutti, ma ancora poco riconosciuto. Questa guida propone itinerari pratici per riscoprire nei monumenti, nelle strade e nelle collezioni museali, il dialogo millenario tra cielo e città”, aggiunge Mauro Gargano, Responsabile scientifico per l’INAF della guida dedicata a Napoli.

Dalla Certosa di S.Martino, che custodisce una meridiana bella come un’opera d’arte, alla collina luminosa di Capodimonte, dove ha sede l’Osservatorio Astronomico; dai ‘cieli antichi’ custoditi tra le opere del Museo Archeologico a quelli contemporanei evocati al Museo MADRE, fino al Complesso dei Girolamini, con la sua Biblioteca memorabile, e alle strade di Spaccanapoli, orientate astronomicamente.

La guida dedicata a Napoli rappresenta l’ultima tappa di un percorso lungo dieci anni, partito dalla città di Padova nel 2015 e alla quale sono seguite pubblicazioni dedicate alle città di Firenze (2019), Palermo (2021), Roma (2024) e ora Napoli, in cantiere c’è già la città di Catania.

“La sfida che accogliamo ogni volta è quella di contribuire alla costruzione di una cultura scientifica italiana, dove le città si facciano testimoni di arte, bellezza e anche di scienza. Con questo progetto, arrivato ormai alla sesta città, desideriamo raccontare la meraviglia e lo stupore e guidare turisti e cittadini alla riscoperta di ciò che hanno vicino, magari accorciando quel gap che troppo spesso separa scienza e società”, conclude Chiara Di Benedetto, founder di Studio Bleu, agenzia che per la guida ha curato il progetto editoriale e grafico.

la cover di Napoli. Seconda stella a destra, la guida astroturistica

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Istituto Nazionale di Astrofisica – INAF

LE PRIME IMMAGINI DALL’OSSERVATORIO VERA C. RUBIN (VERA C. RUBIN OBSERVATORY)

Dalle Ande cilene questo telescopio di nuova generazione è pronto a scrutare tutto il cielo australe. Nuove viste mozzafiato delle nebulose Laguna e Trifida, dell’ammasso di galassie della Vergine e molto altro nelle prime quattro immagini rilasciate dal Rubin Observatory, che rappresentano una piccola anteprima della missione scientifica finalizzata a esplorare e comprendere alcuni dei più grandi misteri dell’universo. Inizia ufficialmente il programma osservativo LSST (Legacy Survey of Space and Time).

L’Osservatorio Vera C. Rubin, situato a oltre 2.600 metri di altitudine sul Cerro Pachón, in Cile, è pronto a rivoluzionare l’astronomia moderna. A dimostrarlo, le nuove immagini che verranno svelate oggi al mondo e che mostrano le regioni di formazione stellare Laguna e Trifida, rispettivamente a 4000 e 5000 anni luce da noi, nella costellazione del Sagittario, le galassie dell’ammasso della Vergine, a circa 60 milioni di anni luce e molto altro ancora. In meno di dieci ore di osservazioni, il potente telescopio ha già catturato una moltitudine  di galassie e stelle nella nostra galassia, la Via Lattea, nonché moltissimi asteroidi nel nostro “vicinato cosmico”, il Sistema solare. Queste immagini e video, che verranno presentate in Italia durante il Watch Party nella Sala Piersanti Mattarella del Palazzo dei Normanni a Palermo, sono solo un assaggio delle straordinarie scoperte che questo osservatorio all’avanguardia potrà realizzare.

Frutto di una vasta collaborazione scientifica internazionale, l’Osservatorio Vera C. Rubin è stato progettato per realizzare la più estesa mappatura continua del cielo australe mai tentata grazie alla Legacy Survey of Space and Time (LSST), una campagna osservativa che, ogni notte per i prossimi dieci anni, raccoglierà una quantità di dati sull’universo senza precedenti (nello specifico circa 20 terabyte a notte).

Dal 2017 l’Italia partecipa attivamente al progetto attraverso l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), che rappresenta il nostro Paese nella comunità scientifica internazionale dell’Osservatorio Vera C. Rubin e coordina il contributo italiano all’analisi scientifica dei dati. L’INAF svolge un ruolo fondamentale anche nella gestione e nell’analisi di questa enorme mole di dati, garantendo alla comunità scientifica italiana l’accesso a questa straordinaria risorsa, promuovendo il contributo nazionale all’analisi e all’interpretazione dei dati, alla formazione di giovani ricercatori e ricercatrici, al raggiungimento di importanti risultati scientifici che apriranno nuove sfide, e allo sviluppo di tecnologie avanzate.

“L’Osservatorio Vera C. Rubin ci consentirà di aggiungere profondità e dinamismo all’osservazione dell’Universo”, afferma Roberto Ragazzoni, presidente INAF. “Con questo telescopio di classe 8 metri in grado di mappare continuamente il cielo australe ogni tre giorni, entriamo nell’epoca dell’’astro-cinematografia’, esplorando una nuova dimensione: quella del tempo, con la quale ci aspettiamo di studiare il cosmo con una nuova prospettiva, che oggi è possibile grazie anche all’uso di nuove tecnologie informatiche per trattare una mole di dati altrimenti imperscrutabile. L’Istituto Nazionale di Astrofisica, con le sue ricercatrici e ricercatori, anche in questa occasione coglie l’opportunità di partecipare a questo nuovo importante progetto”.

Al centro del progetto c’è la fotocamera astronomica più grande mai costruita: 3.200 megapixel, capace di riprendere ogni notte enormi porzioni del cielo australe con sensibilità e risoluzione eccezionali. Ogni immagine copre un’area del cielo grande come 45 volte la luna piena e per ammirarla in tutta la sua risoluzione servirebbero 400 monitor televisivi da 4K. Grazie a un design innovativo, l’Osservatorio Rubin sarà in grado di puntare una nuova porzione di cielo in meno di cinque secondi, osservando l’intero cielo australe in circa 3-4 notti. Nel corso del prossimo decennio, l’osservatorio sarà dunque in grado di riprendere ogni regione del cielo circa 800 volte, creando così un vero e proprio “film” del cosmo ad altissima risoluzione.

“Il Vera C. Rubin Observatory e il suo primo progetto LSST sono un’opportunità unica per la nuova generazione”, commenta Sara (Rosaria) Bonito, la quale rappresenta l’INAF nel Board of Directors della LSST Discovery Alliance del Vera C. Rubin Observatory ed è co-chair della Transients and Variable Stars Science Collaboration (TVSSC). “È una grande eredità per chiunque voglia avvicinarsi alle discipline scientifiche, offrendo uno strumento rivoluzionario per l’astrofisica e le nuove tecnologie per l’interpretazione  dei dati. L’astrofisica che si potrà fare con Rubin è estremamente diversificata: una singola campagna osservativa ci permetterà di rispondere a temi scientifici molto vasti, che riguardano la nostra Galassia ma anche la materia oscura, il nostro Sistema solare e anche i fenomeni più imprevedibili che si verificano nel cielo. Differenti gruppi di ricerca da tutto il mondo con differenti competenze hanno contribuito all’ottimizzazione della strategia osservativa e allo sviluppo di metodologie di analisi dati interdisciplinari. Il progetto coinvolge modelli teorici, big data e data science per indagare ambiti che vanno dalle esplosioni di supernove ai nuclei galattici attivi, fino alle stelle in formazione”, aggiunge.

La survey LSST, che avrà inizio nei prossimi mesi, permetterà di rilevare oggetti estremamente deboli fino a oggi difficili da osservare, ma fondamentali per affrontare questioni chiave della cosmologia e dell’astrofisica moderna: la natura della materia e dell’energia oscura, la struttura a grande scala del cosmo, l’evoluzione delle galassie, l’archeologia galattica, la formazione stellare, i fenomeni transienti e la sorveglianza di oggetti potenzialmente pericolosi. L’osservatorio porta il nome di Vera C. Rubin, astrofisica statunitense i cui studi sulla rotazione delle galassie rappresentano una delle prime prove a favore dell’esistenza della misteriosa materia oscura.

Uno degli ambiti di ricerca che beneficerà maggiormente di questa impresa è lo studio delle stelle variabili, oggetti che cambiano luminosità nel tempo. L’osservatorio sarà in grado di osservare oltre 100 milioni di stelle variabili permettendo studi senza precedenti sui meccanismi che regolano queste variazioni. Questi fenomeni possono derivare da processi interni alle stelle stesse – come pulsazioni dovute a instabilità termiche – oppure da fattori esterni, come eclissi da parte di stelle o pianeti compagni. Grazie alla sua precisione fotometrica, l’Osservatorio Rubin permetterà di esplorare la struttura interna delle stelle.

Non solo: l’osservatorio sarà anche testimone di milioni di esplosioni stellari, eventi catastrofici legati alla morte delle stelle. Analizzando la luce proveniente da alcune di queste esplosioni, le supernove di tipo Ia, sarà inoltre possibile stimare le distanze di galassie lontanissime, esplorando la storia di espansione dell’universo e la sua accelerazione, che si pensa sia causata dalla misteriosa energia oscura.

Bonito sottolinea: “Rubin è dotato della camera digitale più grande mai costruita per l’astronomia, che ha già ottenuto un altro record mondiale, quello della sua lente ottica più grande al mondo. Nonostante le sue dimensioni, è un telescopio molto veloce. Se qualcosa nel cielo si muove o cambia, Rubin lo rileverà e distribuirà l’informazione in tempo reale a tutto il mondo. Questo significa che potremo osservare fenomeni transienti in azione, rendendo possibili nuove scoperte astrofisiche, spesso inaspettate”.

E conclude: “Rubin produrrà un vero e proprio film multicolore del cielo, lungo un’intera decade. Un film che ci permetterà di vedere l’Universo come mai prima: non solo attraverso immagini statiche, ma in evoluzione dinamica”.

Capofila di questa imponente impresa sono il National Science Foundation (NSF) e il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (DOE), in collaborazione con il NOIRLab e lo SLAC National Accelerator Laboratory.

Testi, video e immagini dall’Ufficio Stampa Istituto Nazionale di Astrofisica – INAF

DALL’AUSTRALIA UNO SGUARDO MADE IN ITALY SULL’UNIVERSO CON LA PRIMA IMMAGINE DI SKA-LOW

Un’area del cielo equivalente a circa 100 lune piene in cui si vedono oltre 85 delle galassie più brillanti conosciute in quella regione, tutte con buchi neri supermassicci al centro. Questa è la descrizione della prima immagine realizzata con il radiotelescopio SKA-Low funzionante dell’Osservatorio SKA (SKAO) in Australia e pubblicata oggi.

I dati sono stati ottenuti da una versione preliminare del telescopio SKA a basse frequenze (50 MHz – 350 MHz), utilizzando 1.024 delle 131.072 antenne previste, e rappresenta una prima indicazione delle rivelazioni scientifiche che saranno possibili con quello che sarà presto il più potente radiotelescopio al mondo. SKA-Low è, infatti, solo uno dei due telescopi in costruzione dall’Osservatorio SKA, un’iniziativa internazionale co-ospitata in Australia e Sudafrica. Numerosi sono i contributi da parte di nazioni di tutto il mondo, inclusa l’Italia, che con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) gioca un ruolo fondamentale, sia scientifico che tecnologico, in questo ambizioso progetto.

L’immagine mostra un’area del cielo di circa 25 gradi quadrati; i puntini sembrano non sono stelle, bensì alcune delle galassie più luminose dell’Universo, osservate nelle lunghezze d’onda radio. Una volta completata l’installazione di tutte le antenne, lo stesso campo del cielo rivelerà molto di più rispetto a quello che possiamo vedere oggi: gli scienziati calcolano che il telescopio sarà abbastanza sensibile da mostrare più di 600mila galassie nello stesso fotogramma. L’immagine è stata prodotta utilizzando i dati raccolti dalle prime quattro stazioni connesse di SKA-Low, costituite da antenne a bassa frequenza alte due metri dalla innovativa forma ad “albero di Natale”. Queste stazioni sono state installate nel corso dell’anno scorso a Inyarrimanha Ilgari Bundara, presso l’Osservatorio di Radioastronomia di Murchison gestito da CSIRO nel territorio Wajarri Yamaji, e rappresentano meno dell’1% dell’intero telescopio. Una precedente immagine proveniente da una sola stazione di antenne era stata pubblicata ad agosto 2024.

Philip Diamond, direttore generale di SKAO, dichiara: “Con questa immagine vediamo l’Osservatorio SKA aprire i suoi occhi sull’universo, un passo fondamentale per SKAO e per la comunità astronomica”. I dati dimostriamo “che il sistema nel suo insieme sta funzionando. Man mano che i telescopi crescono e altre stazioni e antenne entreranno in funzione, vedremo le immagini migliorare enormemente e cominceremo a realizzare la piena potenza dello SKAO”.

“La qualità di questa immagine è andata addirittura oltre le nostre aspettative utilizzando una versione così precoce del telescopio”, afferma George Heald, SKA-Low Lead Commissioning Scientist. “Con il telescopio completo avremo la sensibilità per rivelare le galassie più deboli e distanti, risalendo all’universo primordiale, quando le prime stelle e galassie hanno iniziato a formarsi”.

Sono sei i Paesi dietro la progettazione del telescopio SKA-Low: Australia, Cina, Italia, Malta, Paesi Bassi e Regno Unito. L’Istituto Nazionale di Astrofisica ha ottimizzato l’ultimo design di antenna SKALA4.1AL in collaborazione con l’Istituto di elettronica e di ingegneria dell’informazione e delle telecomunicazioni (IEIIT) del CNR e il partner industriale SIRIO Antenne, partendo da progetti precedenti sviluppati all’interno del consorzio internazionale. È proprio l’azienda italiana in provincia di Mantova a essersi aggiudicata poi l’appalto per la produzione delle prime 78.520 antenne a dipolo per il telescopio australiano.

Sempre dall’Italia e sulla base dei progetti preliminari sviluppati dall’INAF, il gruppo Elemaster ha avviato la fase di industrializzazione e assemblaggio del sottosistema di elaborazione del segnale (SPS). Il principale compito di elaborazione del telescopio sarà quello di gestire i flussi di dati in arrivo, generati simultaneamente dalle decine di migliaia di antenne su 65mila bande di radiofrequenze. Nei suoi stabilimenti in provincia di Lecco, Elemaster sta realizzando dispositivi hardware e software per digitalizzare, combinare e interpretare la radiazione nelle lunghezze d’onda radio, prima che i dati vengano trasmessi per centinaia di chilometri a un supercomputer di ultima generazione per ulteriori elaborazioni.

Roberto Ragazzoni, presidente dell’INAF, commenta: “Questo risultato ci inorgoglisce e rappresenta un importante punto di svolta in questo progetto internazionale. Da un lato dimostra come le tecnologie sviluppate negli istituti di ricerca italiani, e l’INAF in particolare, in sinergia con la filiera industriale nazionale, siano state azzeccate. L’innovativo tipo di antenna, il sistema di amplificazione, di trasmissione del segnale in fibra ottica e le modalità di ricostruzione dell’immagine provano la solidità delle competenze maturate negli anni e la validità di un modello in cui lo sviluppo di nuove tecnologie sia un fattore chiave negli ambiti della ricerca di frontiera. Dall’altro lato – continua – questo è solo un primissimo risultato che vede utilizzato meno dell’uno per cento delle potenzialità offerte da questo radiotelescopio. Un motivo in più, entusiasti di questo successo, per proseguire a grandi passi verso il completamento dell’intero sistema, certi che offrirà sorprese oggi assolutamente non prevedibili”.

In Australia, SKA-Low è costruito in collaborazione con l’agenzia scientifica nazionale CSIRO. Le antenne di SKA-Low verranno distribuite tra 512 stazioni (256 antenne per stazione), attraverso una regione di 74 chilometri e un’area di raccolta di 419mila m², il che significa che anche il segnale più debole potrà essere rilevato, combinato e potenziato 135 volte più velocemente dei radiotelescopi esistenti con una risoluzione e sensibilità maggiori. Entro i prossimi due anni, il telescopio crescerà significativamente per diventare il più grande radiotelescopio a bassa frequenza del mondo, a metà della sua costruzione.

I telescopi SKA – quello a basse frequenze in una regione remota dell’Australia occidentale e il suo omologo SKA-Mid (per le frequenze medie) nella provincia del Capo Settentrionale in Sudafrica – sono schiere di antenne che osservano il cielo utilizzando una tecnica conosciuta come interferometria: saranno cioè in grado di combinare i dati catturati dalle singole antenne distribuite su ampie distanze, lavorando insieme come un unico grande telescopio.

La direttrice del telescopio SKA-Low, Sarah Pearce, sottolinea: “Arrivare a questo punto ha richiesto ingegneri, astronomi e informatici provenienti da tutto il mondo, che hanno lavorato per decenni. È straordinario vedere tutto questo lavoro concretizzarsi e darci il primo scorcio delle immagini che arriveranno da SKA-Low, promettendoci una vista dell’universo che non avevamo mai immaginato prima”.


Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Istituto Nazionale di Astrofisica – INAF

INAF: 25 ANNI DI ECCELLENZA IN VIAGGIO VERSO IL FUTURO – Una celebrazione dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, che il 23 e 24 gennaio ripercorrerà i traguardi raggiunti dalla sua istituzione nel 1999, guardando avanti, verso nuove sfide scientifiche e tecnologiche.

Il 23 e 24 gennaio l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) celebra i 25 anni dalla sua fondazione con un workshop dal titolo “INAF +25” presso l’Auditorium Nazionale “Ernesto Capocci” dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Capodimonte, una delle sedi storiche di maggior prestigio dell’Ente. La due giorni vuole celebrare i 25 anni della fondazione dell’Istituto e discutere sul futuro scientifico e tecnologico dell’Ente.

Era il 26 agosto 1999 quando sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana veniva pubblicato il decreto n. 296, che sanciva la nascita dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), ente di ricerca italiano, controllato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), con interessi e attività in campo astronomico, astrofisico e planetologico.

“L’INAF è l’Ente di Ricerca italiano per lo studio dell’Universo, è coinvolto nell’esplorazione del cosmo a tutte le lunghezze d’onda e con tutti i messaggeri celesti, dal nostro Sistema solare, attraverso il tempo e lo spazio, fino alle origini dell’universo. Una comunità di donne e uomini che contribuiscono ogni giorno a rendere più grande la nostra comprensione dell’universo in cui viviamo” dice Roberto Ragazzoni, Presidente dell’Istituto dal 5 aprile 2024, e prosegue: “Ci troviamo a Napoli non solo per  celebrare il passato, ma soprattutto per discutere degli scenari nei prossimi 25 anni: un incontro proiettato nel futuro”.

Da 25 anni l’INAF si impegna a studiare l’universo in tutti i suoi aspetti, sviluppa strumentazione all’avanguardia per osservazioni e ricerche sia da Terra sia dallo Spazio, diffonde la cultura in campo astronomico e preserva il patrimonio storico nazionale nel campo.

“Forniamo alla ricerca un contributo che la comunità internazionale riconosce essere di elevata qualità. Utilizziamo  prestigiose infrastrutture osservative a terra e nello spazio e metodologie e infrastrutture di calcolo avanzato. Sviluppiamo tecnologie di punta funzionali alla nostra ricerca e che trovano spesso applicazione in altri settori della società civile. Formiamo le nuove generazioni di studiosi a essere pronti per competere sullo scenario internazionale guardando con grande attenzione alle novità di metodi e tecnologie che possono facilitare l’accesso a nuove finestre di conoscenza. Siamo attenti alla valorizzazione e diffusione della conoscenza impegnandoci in iniziative che prevalentemente sono indirizzate a veicolare passione e bellezza verso bambini e ragazzi”, dice Isabella Pagano, Direttrice Scientifica dell’INAF dal 1 novembre 2024.

IL PROGRAMMA – Il pomeriggio del 23 gennaio sarà dedicato a interventi che descrivono l’origine del concetto di INAF, la sua fondazione, la crescita nel corso degli anni e le molte imprese e realizzazioni. Sarà inoltre presentato il volume “INAF25”, ideato e curato da Roberto della Ceca e Giampaolo Vettolani, realizzato grazie al coordinamento editoriale di Cecilia Toso e la direzione artistica di Davide Coero Borga. Un volume pensato e strutturato per raccontare cronologicamente gli eventi principali che hanno dato all’INAF e all’Italia intera la possibilità di avanzare in modo decisivo nell’esplorazione e nella conoscenza del cosmo.

Nella giornata del 24 gennaio sono previsti interventi e una tavola rotonda sul futuro dell’INAF nei prossimi 25 anni dedicata allo sviluppo delle prossime attività scientifiche e tecnologiche dell’Ente. La tavola rotonda vedrà la partecipazione, tra gli altri, di Tom Herbst dell’Istituto Max Planck per l’astronomia (Germania), Antonella Nota dello Space Telescope Science Institute (Stati Uniti), Phil Diamond (direttore generale dell’Osservatorio SKA), Roberta Zanin (project scientist dell’Osservatorio CTA), Monica Colpi (Professore Ordinario in Astrofisica presso l’Università Milano-Bicocca), Ester Antonucci (già direttrice dell’INAF-Osservatorio Astrofisico di Torino).


 

Per altre informazioni:

L’Istituto Nazionale di Astrofisica è il principale Ente di Ricerca italiano per lo studio dell’Universo. INAF è, inoltre, uno dei pochi enti al mondo a possedere al suo interno le risorse intellettuali e strumentali per osservare l’universo a tutte le lunghezze d’onda, da terra e dallo spazio, coprendo l’intero spettro elettromagnetico (dai raggi gamma alle onde radio). L’INAF promuove, realizza e coordina, anche nell’ambito di programmi dell’Unione Europea e di Organismi internazionali, attività di ricerca nei campi dell’astronomia e dell’astrofisica, sia in collaborazione con le Università che con altri soggetti pubblici e privati, nazionali, internazionali ed esteri. INAF progetta e sviluppa tecnologie innovative e  strumentazione d’avanguardia per lo studio e l’esplorazione del Cosmo. Favorisce, infine, la diffusione della cultura scientifica grazie a progetti di didattica e divulgazione dell’Astronomia che si rivolgono alla Scuola e alla Società: workshop, seminari, lezioni di astronomia e partecipazione a festival della scienza su tutto il territorio italiano e all’estero. Tali attività sono promosse o dalla Sede centrale o dalle strutture locali in collaborazione con le organizzazioni educative e gli enti locali.

INAF - Istituto Nazionale di Astrofisica

Testo e immagine dall’Ufficio Stampa Istituto Nazionale di Astrofisica – INAF.

CONSORZIO ANDES, VIA LIBERA ALLO SPETTROGRAFO CHE CI INFORMERÀ SULLE PROPRIETÀ DEGLI OGGETTI ASTRONOMICI E CI DIRÀ DOVE C’È VITA SU ALTRI MONDI

Oggi l’ESO ha firmato l’accordo con un consorzio internazionale guidato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) per la progettazione e la costruzione di ANDES, uno strumento di altissima tecnologia che sarà installato sull’Extremely Large Telescope (ELT) dell’ESO, in costruzione sulle Ande cilene. ANDES verrà utilizzato per cercare segni di vita negli esopianeti e studiare le prime stelle che si sono accese nell’Universo, ma anche per testare le variazioni delle costanti fondamentali della fisica e misurare l’accelerazione dell’espansione dell’Universo.

rendering dell'Extremely Large Telescope, in costruzione sulla cima del Cerro Armazones in Cile, ad oltre 3000 metri di quota. Crediti: ESO
rendering dell’Extremely Large Telescope, in costruzione sulla cima del Cerro Armazones in Cile, ad oltre 3000 metri di quota. Crediti: ESO

L’accordo è stato firmato dal Direttore Generale dell’European Southern Observatory (ESO) Xavier Barcons e da Roberto Ragazzoni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l’Ente che guida il consorzio ANDES. Alla cerimonia della firma erano presenti anche Sergio Maffettone, Console Generale d’Italia a Monaco di Baviera, e Alessandro Marconi dell’Università di Firenze e associato INAF, Principal Investigator di ANDES, oltre ad altri rappresentanti dell’ESO, dell’INAF e del consorzio ANDES, che vede la partecipazione di Istituti, Università ed Enti di Ricerca di 13 Paesi. La firma ha avuto luogo presso il quartier generale dell’ESO a Garching, in Germania.

foto della firma dell'accordo. Crediti: ESO
foto della firma dell’accordo. Crediti: ESO

“ANDES è una macchina che sfrutta molte delle tecnologie sviluppate in Italia e che complementa gli sforzi che come INAF stiamo facendo per individuare mondi alieni” commenta Roberto Ragazzoni, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. “Poterne analizzare chimicamente la composizione delle atmosfere è uno di quei problemi formidabili che mettono a dura prova la filiera tecnologica sia della ricerca che industriale. Anche se al limite delle sue capacità, potrebbe riuscire a fornire misure dirette della espansione dell’universo, ma certamente aprire nuovi quesiti che solleciteranno ulteriori sviluppi tecnologici, in un circolo virtuoso che l’INAF porta avanti da tempo”.

rappresentazione artistica dello strumento ANDES. Crediti: ESO
Consorzio ANDES, via libera allo spettrografo che ci informerà sulle proprietà degli oggetti astronomici e ci dirà dove c’è vita su altri mondi. L’immagine è una rappresentazione artistica dello strumento ANDES. Crediti: ESO

Precedentemente denominato HIRES, ANDES (ArmazoNes high Dispersion Echelle Spectrograph) è un sofisticato spettrografo, uno strumento che divide la luce nelle lunghezze d’onda che la compongono in modo che gli astronomi possano determinare importanti proprietà degli oggetti astronomici, come la loro composizione chimica. Lo strumento avrà prestazioni senza precedenti nelle osservazioni in luce visibile e nel vicino infrarosso e, in combinazione con il potente sistema di specchi ed ottica adattiva che costituiscono ELT, consentirà enormi passi in avanti nello studio dell’Universo.

“ANDES è uno strumento con un enorme potenziale per scoperte scientifiche rivoluzionarie, che possono influenzare profondamente la nostra percezione dell’Universo ben oltre la comunità di scienziati”, afferma Alessandro Marconi.

ANDES permetterà di realizzare indagini dettagliate delle atmosfere di esopianeti simili alla Terra, consentendo agli astronomi di analizzare la loro composizione, alla ricerca di tracce legate alla presenza di vita. Sarà anche in grado di analizzare elementi chimici in oggetti lontani nell’Universo primordiale, rendendolo probabilmente il primo strumento in grado di rilevare le firme delle stelle di Popolazione III, le prime stelle in assoluto che si sono formate nell’Universo. Inoltre, gli astronomi saranno in grado di utilizzare i dati ANDES per verificare se le costanti fondamentali della fisica variano nel tempo e nello spazio. I suoi dati saranno utilizzati anche per misurare direttamente l’accelerazione dell’espansione dell’Universo, uno degli enigmi ancora insoluti dell’astrofisica.

Il contributo di INAF ad ANDES, oltre alla responsabilità di gestione manageriale e ingegneristica del progetto a livello di sistema e di sviluppo software (con le sedi coinvolte di Trieste per il management, Milano per l’ingegneria del sistema e Bologna per la parte di collegamento scientifico), copre anche la progettazione e la successiva realizzazione opto-meccanica e software, di alcuni moduli che compongono ANDES. In particolare, la sede INAF di Firenze con i contributi di quelle di Trieste e Brera è responsabile sia del collegamento in fibra ottica che consentirà il passaggio della luce tra i vari moduli di ANDES che del modulo di ottica adattiva. Oltre all’aspetto tecnologico, quello scientifico vede la partecipazione di ricercatrici e ricercatori di quasi tutte le sedi INAF, con quella di Trieste responsabile anche del coordinamento del pacchetto scientifico che studierà le galassie ed il mezzo intergalattico.

Il telescopio ELT dell’ESO è attualmente in costruzione nel deserto di Atacama, nel nord del Cile. Quando entrerà in funzione alla fine di questo decennio, l’ELT sarà il più grande telescopio mai costruito al mondo, che aprirà letteralmente una nuova era nell’astronomia da Terra.

Per ulteriori informazioni:

https://andes.inaf.it/

https://elt.eso.org/

 

Testo e immagine dall’Ufficio stampa dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).

Macchine del Tempo – Il viaggio nell’Universo inizia da te, la mostra a Palazzo Esposizioni Roma

a cura dell’Istituto Nazionale di Astrofisica

Clicca qui per l’edizione 2023-2024
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dal 25 novembre 2023 al 24 marzo 2024

Mostra Macchine del Tempo - Il viaggio nell’Universo inizia da te

Roma, 24 novembre 2023 – “MACCHINE DEL TEMPO”, è il titolo della mostra dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) a Palazzo Esposizioni Roma dal 25 novembre 2023 al 24 marzo 2024. Un connubio perfetto tra divulgazione scientifica, gioco e cultura in un percorso espositivo che guarda al futuro strizzando l’occhio ai favolosi anni ‘80.

Promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e da Azienda Speciale Palaexpo, organizzata da Azienda Speciale Palaexpo, ideata e realizzata da INAF in collaborazione con Pleiadi, e prodotta con il contributo di Azienda Speciale Palaexpo, “Macchine del Tempo” parla di astrofisica e astronomia a tutti, grandi e piccoli, neofiti e appassionati. La mostra ha come obiettivo principale far conoscere l’astrofisica e il coinvolgimento di INAF nelle grandi scoperte recenti, attraverso un percorso fatto di exhibit interattivi, foto di telescopi e satelliti, suoni coinvolgenti, videogiochi e molto altro.

Mostra Macchine del Tempo - Il viaggio nell’Universo inizia da te
il poster della mostra Macchine del Tempo – Il viaggio nell’Universo inizia da te

COSA SONO LE MACCHINE DEL TEMPO?

Si tratta di strumenti dell’ingegno italiano, frutto della ricerca condotta negli osservatori INAF, utilizzati dalle donne e dagli uomini che ogni giorno mettono impegno e passione per ampliare la nostra conoscenza del cosmo. La mostra vuole parlare di scienza e astrofisica mostrando proprio questi strumenti ma facendo anche vedere chi c’è “dietro l’oculare”. Un’esperienza immersiva che comincia innanzitutto da noi stessi, dai visitatori, passando poi a Galileo, l’italiano che, posando l’occhio sul cannocchiale, utilizzò la prima “macchina del tempo”.

 

I telescopi, che gli astrofisici oggi costruiscono nei luoghi più lontani del pianeta, sono in grado di trasportarci in un remoto passato, all’origine dell’universo, all’indomani del Big Bang, quando le prime galassie e le stelle hanno preso forma, ma anche di immergerci nel nostro passato più recente, sviscerando la storia del nostro pianeta e del sistema solare attraverso la ricerca e l’osservazione di esopianeti, di mondi lontani che stanno nascendo o che già orbitano attorno ad altre stelle.

LA MOSTRA

Il percorso espositivo si snoda su tre sale. Si parte da un’ambientazione familiare: un cielo stellato, con l’invito a ripetere l’esperienza che Galileo fece oltre 400 anni fa, puntando verso il firmamento un “occhio potenziato”, il cannocchiale. Da qui inizia un viaggio attraverso i pianeti del nostro vicinato cosmico, il Sistema Solare, ricreato sulla scala della città di Roma e riproposto in versione ludica con una vera e propria sala giochi in stile anni Ottanta.

 

Il viaggio prosegue tra pianeti, stelle, galassie e giganteschi ammassi di galassie, abbracciando le immense scale cosmiche che le “macchine del tempo” dell’astrofisica contemporanea cercano di afferrare, fino agli albori dell’Universo. Attraverso una combinazione di immagini iconiche, exhibit interattivi e tecnologie innovative come la realtà virtuale, chi visita la mostra verrà in contatto diretto con le sfide di una ricerca che, giorno dopo giorno, spinge sempre più avanti i limiti della nostra conoscenza.

 

I visitatori della mostra intraprenderanno un vero e proprio “viaggio nel tempo” il cui tema centrale è la luce che con la sua velocità non ci permette di vedere il presente bensì il passato. Grazie alla luce è possibile viaggiare nel tempo guardando il cielo: più distante osserviamo e più indietro nel tempo riusciamo a vedere. Un percorso che farà conoscere al pubblico il principale Ente di Ricerca italiano per lo studio dell’universo e che vuole giocare tra il vecchio e il nuovo, ma con contenuti che parlano di oggi e del futuro.

 

DOPPIA LINGUA E INCLUSIVITÀ

La mostra è realizzata in doppia lingua (italiana e inglese) e ha molti elementi di inclusività per persone sorde, cieche e ipovedenti: software di sonificazione che permettono di “sentire” le immagini, rappresentazioni tattili che rendono tangibile l’informazione sulle diverse aree di un’immagine, video in LIS. Nel corso dei mesi della mostra, verranno implementati altri percorsi attenti all’universalità ed equità della conoscenza.

 

LABORATORI

La mostra si rivolge a tutti, con particolare attenzione alle famiglie e alle scolaresche. “Macchine del tempo” offre, per le scuole dell’infanzia, le scuole primarie e le famiglie, una serie di laboratori didattici per esplorare e scoprire insieme le meraviglie del Cosmo. Tutte le attività didattiche e inclusive della mostra sono realizzate in collaborazione con OAE – Italia. Sono previste inoltre visite guidate ad hoc per le scuole secondarie di primo e secondo grado.

 

EVENTI

Durante i quattro mesi saranno previsti vari incontri scientifici di alto livello, con nomi importanti della Ricerca astrofisica e spaziale mondiale, ma anche aperitivi scientifici, incontri di Poetry Slam e dibattiti che vedranno come protagonisti intellettuali e politici attivi nel campo della cultura. Sarà l’astronauta Roberto Vittori a inaugurare il programma di conferenze della mostra “Macchine del Tempo”, giovedì 30 novembre alle ore 18:30 con un talk dal titolo “L’uomo che è stato tre volte nello Spazio”. Tra gli ospiti, mercoledì 6 dicembre alle ore 18:30, il Premio Nobel per la Fisica Michel Mayor, con una conferenza dal titolo “Altre terre nell’Universo? La ricerca della vita nello Spazio”. Giovedì 8 febbraio alle ore 18:30, ospiteremo Marica Branchesi, Gran Sasso Science Institute (GSSI), e Viviana Fafone, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), con una conferenza dal titolo “Otto anni di onde gravitazionali – l’astronomia multimessagera, da LIGO-VIRGO all’Einstein Telescope”. Da non perdere poi, domenica 11 febbraio alle ore 20:00, lo spettacolo di e con La Scienza Coatta, progetto di divulgazione scientifica, e Ludovica Di Donato, autrice e attrice, dal titolo “STEMmano ponno esse donne o ponno esse scienziate”, in occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella Scienza (iniziativa UNESCO). E tanto altro.

 

DICHIARAZIONI

Caterina Boccato, la curatrice della mostra, spiega: “Noi siamo convinti che la scienza sia cultura. Con questa mostra intendiamo dare l’opportunità a tutti, senza che si abbia una particolare preparazione in fisica o astrofisica, di fruire di contenuti scientifici in modo ludico e piacevole. Il nostro obiettivo non è solo fare pura diffusione scientifica, bensì di portare al cittadino un approfondimento culturale unico e accattivante”.

 

Marco Tavani, presidente di INAF, sottolinea entusiasta: “La mostra che vedrete al Palazzo Esposizioni è rivolta a tutti i curiosi e agli appassionati dell’esplorazione dell’Universo. Un viaggio attraverso la meraviglia e la complessità del Cosmo. Vi invito fortemente ad immergervi nelle trame intricate della natura e a lasciarvi affascinare dalla bellezza di multiformi sorgenti. Pianeti vicini e lontani, il Sole e le stelle, la nostra Galassia e le galassie lontane, stelle compatte e buchi neri, le sorgenti di onde gravitazionali, gli effetti della materia oscura e della energia oscura, l’evoluzione cosmologica, la ricerca della vita nell’Universo: sono questi i grandi temi dell’Astrofisica. Come fare tutto questo? Salendo a bordo delle Macchine del Tempo ideate e create da INAF e tuffandovi con noi in questa avventura. Mi auguro che con questa mostra INAF possa essere fonte di ispirazione per il pubblico e soprattutto per le nuove generazioni che un giorno vorranno, chissà, dedicarsi alla scienza e all’astrofisica”.

 

Dichiara Marco Delogu, presidente di Azienda Speciale Palaexpo: “Sono particolarmente lieto che un progetto così prestigioso sia allestito a Palazzo Esposizioni Roma, uno spazio la cui vocazione multidisciplinare consente a questa tipologia di mostre di svilupparsi in tutta la loro ampiezza descrittiva. Macchine del Tempo, concepita e realizzata grazie alla proficua collaborazione con INAF, prosegue la grande tradizione di mostre scientifiche e divulgative già ospitate con successo e rivolte a un vasto pubblico grazie all’utilizzo di un linguaggio moderno, accessibile e inclusivo. Questa straordinaria rassegna – che mostrerà in maniera inedita lo scenario maestoso dell’evoluzione dell’universo attraverso parole, immagini e suoni prodotti e sviluppati dalle migliori tecnologie oggi a disposizione – convive con il programma espositivo autunnale di Palazzo Esposizioni che ospita contestualmente le mostre Don McCullin a Roma, Boris Mikhailov: Ukrainian Diary e L’Avventura della Moneta. Un’offerta ampia e differenziata che ci auguriamo soddisfi i visitatori desiderosi di arte, scienza e cultura”.

INFORMAZIONI

Palazzo Esposizioni Roma

Roma, via Nazionale, 194

www.palazzoesposizioni.it

Facebook: @PalazzoEsposizioni | Instagram: @palazzoesposizioni | Twitter: @Esposizioni

SITO WEB DELLA MOSTRA

macchinedeltempo.inaf.it

ORARI

Dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 20.00, lunedì chiuso.

L’ingresso è consentito fino a un’ora prima della chiusura.

BIGLIETTI

Intero € 12,50 – ridotto € 10,00 – ragazzi dai 7 ai 18 anni € 6,00.

Ingresso gratuito per i bambini fino a 6 anni.

Il biglietto è valido per visitare anche le mostre Don McCullin a Roma e Boris Mikhailov: Ukrainian Diary.

Con un biglietto supplementare di € 1.00 è possibile visitare la mostra L’Avventura della moneta.

Primo mercoledì del mese ingresso gratuito per gli under 30 (dalle 14.00 a chiusura).

ACCESSIBILITÀ

Palazzo Esposizioni Roma è accessibile alle persone con ridotta capacità motoria o sensoriale da tre ingressi privi di barriere architettoniche.


MACCHINE DEL TEMPO

public program

incontri | aperitivi scientifici | spettacoli

30 Novembre 2023 – 24 Marzo 2024

Macchine del tempo è una mostra dell’INAF, l’Ente di Ricerca italiano per lo studio del cosmo, che offre un viaggio alla scoperta dell’Universo e degli strumenti di misura di cui l’umanità si è dotata per conoscerlo e svelare i suoi misteri. Nel corso dei quattro mesi di durata della mostra si terranno presso Palazzo Esposizioni Roma una serie di incontri che permetteranno ai visitatori di conoscere più da vicino lo stato dell’arte della ricerca in campo astrofisico, senza tralasciare le contaminazioni artistiche e culturali. Si alterneranno aperitivi scientifici, che vedranno protagonisti i ricercatori dell’INAF, dibattiti con alcuni dei più importanti rappresentanti dell’avventura spaziale e astronomica, e intellettuali provenienti dal mondo umanistico, nonché spettacoli teatrali, comici e gare di poetry slam.

PROGRAMMA

giovedì 30 novembre, ore 18.30 | Sala Auditorium

incontro con

Roberto Vittori, astronauta

L’uomo che è stato tre volte nello Spazio

Roberto Vittori
Roberto Vittori

Ad aprire il ricco programma di eventi della mostra dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) “Macchine del tempo” sarà l’astronauta Roberto Vittori con una conferenza dal titolo “L’uomo che è stato tre volte nello spazio”. L’evento è stato organizzato presso la Sala Auditorium di Palazzo Esposizioni Roma il giorno 30 novembre alle ore 18:30. 

Ha frequentato l’Accademia Aeronautica italiana e ha conseguito il brevetto di pilota militare negli Stati Uniti, oggi. Roberto Vittori è Generale dell’Aeronautica Militare e il primo astronauta europeo ad aver visitato la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) per tre volte. La prima visita risale al 2002, quando a bordo della navicella Sojuz ha preso parte alla missione Marco Polo, la seconda nel 2005 con la missione Eneide. Nel 2011 decolla a bordo dello Space Shuttle ricoprendo il ruolo di mission specialist. Un incontro per conoscere più da vicino la vita e la carriera di uno degli italiani che ha maggiormente contribuito alla conquista umana dello spazio.

SERVIZIO DI INTERPRETARIATO – LIS

mercoledì 6 dicembre, ore 18.30 | Sala Cinema

incontro con

Michel Mayor, Università di Ginevra, Premio Nobel per la Fisica

Altre terre nell’Universo? La ricerca della vita nello Spazio

La ricerca di vita su altri pianeti è uno dei campi di studio che incuriosisce maggiormente sia gli esperti che gli appassionati di scienza. Insieme al Professor Mayor, premio Nobel per la fisica nel 2019 per la scoperta del primo pianeta in orbita attorno a una stella di tipo solare, faremo un viaggio tra le stelle e cercheremo di capire a che punto siamo con la scoperta di forme di vita extraterrestri.

martedì 12 dicembre, ore 20.00 | Sala Auditorium

concerto/spettacolo

Templum luminis

di Stefano Giovanardi, astronomo e Angelina Yershova, compositrice, pianista e produttrice

In cima alla montagna a picco sul cosmo, cala la notte. Con un brivido meccanico, la cupola del grande osservatorio si apre, spalanca una fessura sull’Universo. Nell’oscurità filtra luce impercettibile, scaturita da una voragine del tempo, in arrivo da astri remoti. L’astronomo trattiene il fiato, si affaccia su un frammento mai visto del cosmo. Inizia la liturgia scientifica del Tempio della Luce.

mercoledì 20 dicembre, ore 18.30 | Caffè delle Esposizioni

aperitivo scientifico con

Ilaria Musella, INAF Osservatorio Astronomico di Capodimonte e Serena Benatti, INAF Osservatorio Astronomico di Palermo

Dai grani di polvere alla vita – un viaggio tra stelle e pianeti

Come nascono stelle e pianeti? Come evolvono nel tempo e quali sono gli ingredienti necessari a formare un sistema planetario? Come facciamo a studiarli e a conoscerli? Queste sono solo alcune delle domande alle quali cercheremo di rispondere con questo dialogo a due voci, un percorso per ricostruire in meno di un’ora milioni o addirittura miliardi di anni di cambiamenti che avvengono dentro alle stelle e nei loro dintorni.

mercoledì 10 gennaio, ore 18.30 | Caffè delle Esposizioni

aperitivo scientifico con

Marco Feroci, INAF Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali e Silvia Piranomonte, INAF Osservatorio Astronomico di Roma

L’Universo estremo: un cocktail di raggi X, raggi gamma e molto altro

Lampi, esplosioni, scontri frontali, materia inghiottita o trasferita da una stella all’altra… l’Universo visto alle alte energie non è certo un posto dove ci si possa annoiare. Con questo dialogo a due voci vi accompagneremo alla scoperta di alcune delle sorgenti fisiche più estreme e violente del cosmo, là dove si raggiungono energie impossibili anche per i laboratori più moderni sulla Terra, dove è possibile studiare condizioni fisiche della materia altrimenti non riproducibili.

venerdì 12 gennaio, ore 11.30 (replica ore 20.00) | Sala Auditorium

spettacolo

The Science Experience

improvvisazione teatrale a cura de I Bugiardini

Il teatro di improvvisazione e la divulgazione scientifica si incontrano sul palco per creare uno spettacolo unico. Una persona proveniente dal mondo della ricerca scientifica condivide e racconta il suo percorso professionale e di vita accompagnata da I Bugiardini, una compagnia specializzata nell’arte di andare sul palco senza copione e di costruire in tempo reale la propria performance. Un gioco tra le parti di libere associazioni e ispirazioni creerà una miscela unica, dove il mondo reale si incontrerà, per fondersi e confondersi, con gli infiniti scenari offerti dagli altri (im)possibili mondi.

mercoledì 24 gennaio, ore 18.30 | Caffè delle Esposizioni

aperitivo scientifico con

Angelo Antonelli, INAF Osservatorio Astronomico di Roma, e Anna Wolter, INAF Osservatorio Astronomico di Brera

Schiere di telescopi Cherenkov: come osservare da terra i fotoni più energetici

I telescopi Cherenkov sfruttano la nostra atmosfera come rivelatore per raccogliere la luce emessa dagli eventi più potenti ed estremi dell’Universo, come esplosioni e collisioni di stelle, venti stellari, getti lanciati da buchi neri supermassicci. Due nuovi progetti in costruzione stanno portando questa scienza a un livello superiore, sfruttando lo sguardo combinato di schiere di telescopi. Il progetto ASTRI, a guida INAF, ha iniziato la costruzione di una schiera di nove telescopi a Tenerife ed è un precursore dei piccoli telescopi che faranno parte, insieme a telescopi medi e grandi, del progetto internazionale Cherenkov Telescope Array Observatory (CTAO), oltre 60 telescopi in due siti osservativi, uno nell’emisfero nord (Canarie) e uno nell’emisfero sud (Cile). CTAO sarà il più grande osservatorio di raggi gamma da terra, con una precisione e un intervallo di energia senza precedenti. Un dialogo a due voci vi accompagnerà alla scoperta di questi ambiziosi progetti.

giovedì 25 gennaio, ore 18.30 | Sala Auditorium

incontro con

Michele Ciliberto, Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, Giovanni Iuzzolino e Riccardo Finozzi, Banca d’Italia

L’Umanesimo e la nuova economia: la nascita della modernità

La rivoluzione dell’Umanesimo italiano implica lo sviluppo e la novità del ruolo delle banche. Michele Ciliberto, tra i massimi studiosi della cultura umanistica, Giovanni Iuzzolino e Riccardo Finozzi di Banca d’Italia conversano attorno ai punti di sutura dei due paradigmi della civiltà moderna.

mercoledì 31 gennaio, ore 18.30 | Caffè delle Esposizioni

aperitivo scientifico con

Stavro Lambro Ivanovski, INAF Osservatorio Astronomico di Trieste, Elisabetta Dotto, INAF Osservatorio Astronomico di Roma ed Elena Mazzotta Epifani, INAF Osservatorio Astronomico di Roma

Un “piccolo” aperitivo: asteroidi e comete

Vere e proprie macchine del tempo, gli asteroidi e le comete sono “piccoli” corpi antichi e primitivi che orbitano attorno al Sole, quasi inalterati da miliardi di anni. Studiandoli dalla Terra con i telescopi e dallo spazio con le sonde robotiche, gli astronomi cercano di dare una risposta alle domande più affascinanti che nascono guardando un cielo notturno: com’era all’inizio e come si è evoluta la nebulosa da cui Sole e pianeti si sono formati? Quanto è comune, nella galassia, il nostro sistema planetario? Come si sono create, sul nostro pianeta, le condizioni perché si sviluppasse quella che oggi chiamiamo vita?

giovedì 1 febbraio, ore 18.30 | Sala Auditorium

incontro con

Roberto Tamai, Program Manager Extremely Large Telescope – ELT – European Southern Observatory ESO

Quali orizzonti ci aprirà l’ELT della ESO, la “macchina del tempo” più grande del mondo

Lo hanno definito “il più grande occhio sul cielo del mondo”, perché con i suoi 39 metri di specchio primario l’Extremely Large Telescope (ELT) della ESO (European Southern Observatory) diventerà, una volta ultimato, il più grande telescopio nella banda ottica e infrarossa. Unendo dimensioni senza precedenti e una serie di strumenti all’avanguardia in grado di garantire un’ampia gamma di possibilità scientifiche, l’ELT della ESO ci permetterà di realizzare un enorme passo in avanti nella nostra conoscenza dell’Universo. A parlarci di questa incredibile macchina del tempo sarà Roberto Tamai, Programme Manager a ESO dell’ELT.

giovedì 8 febbraio, ore 18.30 | Sala Auditorium

incontro con

Marica Branchesi, Gran Sasso Science Institute – GSSI, e Viviana Fafone, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

Otto anni di onde gravitazionali – l’astronomia multimessagera, da LIGO-VIRGO all’Einstein Telescope

Era l’11 febbraio del 2016 quando in tutto il mondo arrivava la notizia: avevamo osservato il primo segnale di onde gravitazionali. Un secolo dopo le previsioni di Einstein eravamo finalmente in grado di “toccare con mano” l’esistenza delle increspature nel tessuto spazio-temporale, aprendo le porte a un nuovo campo di studi: l’astronomia multimessaggera. A distanza di otto anni da quello storico annuncio abbiamo scoperto molte cose grazie agli interferometri della collaborazione LIGO-Virgo e altrettante ce ne aspettiamo dall’Einstein Telescope, il rivelatore di prossima realizzazione.

SERVIZIO DI INTERPRETARIATO – LIS

domenica 11 febbraio, ore 20.00 | Sala Auditorium

spettacolo

STEMmano ponno esse donne o ponno esse scienziate

di e con La Scienza Coatta, progetto di divulgazione scientifica, e Ludovica Di Donato, autrice e attrice

In occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella Scienza (iniziativa UNESCO)

Le chiamano nerd o “Signorina”; so’ troppo irrazionali ed emotive, non sono brave ed efficienti: chi sono? Non quello che volemo raccontavve in questo spettacolo. STEMano ponno esse donne e ponno esse scienziate è lo spettacolo a cura de La Scienza Coatta, che racconterà il gajardissimo contributo delle donne nelle discipline STEM a suon de meme e co ‘na cifra de ironia e de come nun so state piuma, ma fero ner monno daa scienza!

mercoledì 21 febbraio, ore 18.30 | Caffè delle Esposizioni

aperitivo scientifico con

Giangiacomo Gandolfi, INAF Osservatorio Astronomico di Roma e Antonella Gasperini, INAF Osservatorio Astrofisico di Arcetri

Le radici storiche dell’Astrofisica italiana

Il legame tra lo studio del cielo e il nostro Paese è molto profondo e lontano nel tempo: da Galileo a Padre Angelo Secchi, l’Italia ha visto nascere i primi strumenti di osservazione del cosmo, sia a occhio nudo che con l’ausilio di strumenti di misura. Un dialogo a due voci ci permetterà di tratteggiare alcuni dei contributi più rilevanti allo studio dell’Universo ottenuti grazie a studiosi italiani e ci rivelerà l’esistenza di uno straordinario e unico patrimonio storico.

mercoledì 28 febbraio, ore 18.30 | Caffè delle Esposizioni

aperitivo scientifico con

Gabriella De Lucia, INAF Osservatorio Astronomico di Trieste e Luca Valenziano, INAF Osservatorio Astronomico di Bologna

Euclid, la macchina per ricostruire la storia dell’Universo

A luglio 2023 il satellite europeo Euclid ha aperto i suoi occhi ottici e infrarossi sul cosmo. Le sue prime immagini erano talmente nitide da essere state definite “ipnotiche” e questo ci fa ben sperare perché il suo obiettivo è più che ambizioso: aiutarci a svelare pezzi della storia del nostro Universo che ancora non riusciamo a comprendere, oltre a far luce sui misteri di materia ed energia oscure.

giovedì 7 marzo, ore 20.00 |Sala Auditorium

spettacolo

coSmic – L’arte di risolvere la complessità coSmica in comica

di e con Tony Marzolla, autore, regista e attore

Un monologo che, con uno stile da stand-up comedy, affronta i “misteri” dell’Universo, dalle prime missioni spaziali alle nuove frontiere dell’astrofisica. Senza tralasciare i dati scientifici, questo spettacolo è in grado di parlare a tutti, anche ai più giovani, accompagnando per mano lo spettatore da un avvincente inizio fino a un’emozionante meta: la consapevolezza che questo pallido pallino blu sul quale poggiamo i piedi è quanto di più prezioso potremmo mai desiderare.

mercoledì 13 marzo, ore 18.30 | Caffè delle Esposizioni

aperitivo scientifico con

Roberto Ragazzoni, INAF Osservatorio Astronomico di Padova e Mauro Centrone, INAF Osservatorio Astronomico di Roma

Si fa presto a dire stella – Astri naturali o creati artificialmente permettono di sondare l’Universo più recondito

Un dialogo a due voci per fare il punto su ciò che accade nei laboratori di ricerca in campo astrofisico. Uno spaccato su alcuni degli strumenti più avanzati che ci permetteranno nei prossimi anni di svelare i misteri dell’Universo: lenti, specchi, laser, antenne… cosa ci aspetta nel futuro? Cosa stanno costruendo i ricercatori nei loro laboratori per aiutare l’umanità a rispondere alle domande ancora aperte sul cosmo?

giovedì 21 marzo, ore 11.30 (replica ore 20.00) | Sala Auditorium

spettacolo

Poetry for the sky

Lorenzo Maragoni, poeta e performer e Chiara Di Benedetto, Studio Bleu, presentano lo spettacolo di restituzione di un progetto di poetry slam

Il progetto Poetry for the sky nasce con lo scopo di avvicinare tra loro la poesia e l’astronomia, fornendo un punto di vista originale sulla mostra Macchine del Tempo. Quello che osserveremo sul palco sarà il frutto di una tre giorni di immersione completa nelle sale e nei temi della mostra. Un gruppo di artisti sarà guidato in questa avventura dagli ideatori Chiara di Benedetto e Lorenzo Maragoni, con il sostegno di ricercatori e ricercatrici che lavorano ogni giorno per spingere un po’ più in là la nostra conoscenza in campo astrofisico. Un modo diverso di raccontare la scienza, che vedrà il pubblico partecipe nel decretare il vincitore di un vero e proprio contest a colpi di poesia.

domenica 24 marzo, ore 18.30 | Sala Auditorium

incontro con

Andrea de Pasquale, Direttore generale Istruzione e ricerca MIC e Paolo Galluzzi, Storico della scienza

L’unità del patrimonio scientifico e culturale italiano

Nella prospettiva dei patrimoni culturali e di quelli scientifici non c’è alcuna futile distinzione tra “le due culture”. La storia e la vita dei patrimoni narrano piuttosto un’unità di intenti, di attese e di motivazioni. L’idea è valorizzare l’identità dell’umanesimo e della scienza nella visione comune di un pensiero civile votato alla ricerca della verità.

Andrea de Pasquale, il maggiore esperto di patrimoni archivistici italiani, e Paolo Galluzzi, massimo esperto dell’opera galileiana, mettono al centro della conversazione l’unità dei patrimoni storici.

INFORMAZIONI

Palazzo Esposizioni Roma – Sala Auditorium e Cinema

scalinata di via Milano 9a, Roma

INGRESSO LIBERO FINO A ESAURIMENTO POSTI CON PRENOTAZIONE

Le prenotazioni si effettuano su www.palazzoesposizioni.it dalle ore 9,00 del lunedì precedente all’appuntamento fino a un’ora prima. Se non puoi venire ricorda di cancellare la prenotazione dalla tua area riservata sul sito, per permettere ad altri di partecipare. Sei pregato di arrivare 10 minuti prima dell’inizio, in caso contrario la prenotazione non sarà più valida e il posto verrà assegnato al pubblico in attesa all’ingresso.

Caffè delle Esposizioni – Garden Bistrot

via Nazionale 194 e via Milano 13, Roma

INGRESSO LIBERO FINO A ESAURIMENTO POSTI


INCONTRI, VISITE E LABORATORI

In occasione della mostra Macchine del tempo. Il viaggio dell’universo inizia da te, il Laboratorio d’arte di Palazzo Esposizioni Roma offre un calendario ricco di eventi, attività e visite alla mostra.

SCUOLEE FAMIGLIE

Un’esperienza coinvolgente per scoprire i pianeti del Sistema Solare e la varietà del cosmo, lasciandosi alle spalle la Terra. Dal primo telescopio di Galileo Galilei alle più sofisticate e recenti tecnologie che permettono di andare indietro nel tempo e osservare, ascoltare e perfino toccare l’universo.

UNIVERSI PARALLELI

visita in mostra e laboratorio per le scuole dell’infanzia e primaria

dal martedì al venerdì ore 10.00 e 11.30

CIELI DI STELLE 

visita in mostra e laboratorio per ragazzi e ragazze 7 > 11 anni   

domenica 26 novembre, 17 dicembre, 18 febbraio e 3 marzo ore 11.00

ASTRI NASCENTI  

letture e laboratorio per bambine e bambini 3 > 6 anni   

Costellazioni, galassie e corpi celesti in continua espansione e trasformazione raccontano storie e suggestioni che nascono sulla Terra e oltrepassano i confini dell’Universo. Un allestimento immersivo accompagna grandi e piccoli a spasso tra le stelle alla velocità della luce. 

domenica 3 dicembre, 14 gennaio, 11 e 25 febbraio e 24 marzo ore 11.00

L’UNIVERSO A PORTATA DI MANO

visite in mostra e laboratori scientifici per ragazzi e ragazze dai 7 agli 11 anni

Un viaggio alla scoperta del mondo attraverso dei laboratori scientifici in cui poter sperimentare come si studia l’Universo e ricostruire quello che conosciamo dello spazio che ci circonda.

domenica 10 dicembre, 7 gennaio e 4 febbraio ore 11.00

PUBBLICO ADULTO

SPOT! 20 MINUTI UN’OPERA

Incontri di approfondimento per conoscere curiosità, stranezze e le ultime scoperte scientifiche che riguardano il nostro universo e non solo.

mercoledì 13 dicembre, 17 gennaio, 14 febbraio, 6 e 20 marzo ore 18.00

PUNTI DI VISTA – FESTIVAL ACCESSIBILTITÀ  

Tre giorni per visitare il Palazzo Esposizioni Roma, osservare le mostre da punti di vista differenti attraverso molteplici linguaggi, dall’arte alla scienza, dalla danza alla musica, fino alla poesia visiva.

Dopo la prima edizione sulla “tattilità”, questa seconda è dedicata al segno e alla bellezza della LIS.  

da venerdì 15 a domenica 17 marzo 2024 

Per il programma completo www.palazzoesposizioni.it

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Alle OGR Torino, nel 2025, la mostra
Macchine del Tempo. Il viaggio nell’Universo inizia da te
per un’esplorazione cosmica dalla Terra all’alba dell’Universo

Mostra Macchine del Tempo

Dopo il successo della prima edizione a Palazzo Esposizioni Roma, la mostra arriva nel Binario 1 delle OGR Torino

La mostra Macchine del Tempo è ideata dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e realizzata dalle OGR Torino e Pleiadi, con il contributo dell’INAF-Osservatorio Astrofisico di Torino, di Infini.to Planetario di Torino-Museo dell’Astronomia e dello Spazio “Attilio Ferrari” e MU-CH Museo della Chimica.

Dal 15 marzo al 2 giugno 2025
OGR Torino
corso Castelfidardo 22, Torino
ogrtorino.it

Torino, 14 marzo 2025 – Dal 15 marzo 2025, Macchine del Tempo. Il viaggio nell’Universo inizia da te atterra alle OGR Torino, per offrire un viaggio interattivo alla scoperta di stelle, galassie, pianeti extrasolari, asteroidi e buchi neri. Dopo il successo della prima edizione presso il Palazzo Esposizioni Roma, un’esperienza immersiva trasformerà gli spazi del Binario 1 delle OGR in un vero e proprio portale spazio-temporale.

Ideata dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), realizzata dalle OGR Torino e progettata da Pleiadi, con il contributo di Infini.to Planetario di Torino-Museo dell’Astronomia e dello Spazio “Attilio Ferrari” e MU-CH Museo della Chimica, la mostra sarà visitabile fino al 2 giugno 2025.

Macchine del Tempo propone un viaggio interattivo alla scoperta delle meraviglie del cosmo, dalle stelle alle galassie, dai pianeti extrasolari agli asteroidi, fino ai misteriosi buchi neri. Il percorso espositivo combina installazioni immersive, ambientazioni interattive e videogiochi ispirati agli anni Ottanta, offrendo al pubblico un’esperienza innovativa tra passato, presente e futuro della ricerca astrofisica. L’esposizione si distingue per l’integrazione di macchine del tempo futuristiche progettate dall’INAF, che consentono di esplorare la storia dell’Universo attraverso le più recenti scoperte scientifiche.

La mostra non si rivolge solo agli appassionati di scienza, ma coinvolge chiunque desideri lasciarsi affascinare dalla storia e dai misteri dell’Universo. Inserita nella programmazione culturale delle OGR Torino, l’esposizione conferma l’impegno dell’istituzione nella promozione della ricerca e della divulgazione scientifica, consolidando il suo ruolo di polo d’eccellenza per l’innovazione e la cultura contemporanea.

“La mostra ‘Macchine del tempo’ rappresenta la visione con cui la Fondazione CRT ha immaginato le OGR: un hub di idee, possibilità ed eventi per la città, un luogo di incontro e contaminazione tra mondi diversi – dichiara il Segretario Generale della Fondazione CRT, Patrizia Polliotto –. Questa iniziativa mette a sistema e crea sinergie tra tanti soggetti dell’ecosistema scientifico torinese, una vera e propria ‘galassia’ di collaborazioni. Fondazione CRT è al fianco di molti di questi enti, sostenendo e promuovendo la divulgazione scientifica come leva di crescita e innovazione”.

“Con questa mostra offriamo al pubblico un’esperienza che unisce arte, scienza e tecnologia in un viaggio affascinante attraverso l’Universo” dichiara Davide Canavesio, Presidente delle OGR Torino. “Le OGR si confermano un laboratorio di sperimentazione e innovazione, un luogo in cui il sapere si traduce in esperienze immersive e coinvolgenti. Ospitare ‘Macchine del Tempo’ significa non solo dare spazio alla divulgazione scientifica, ma anche contribuire a rendere la conoscenza accessibile e stimolante per un pubblico sempre più ampio e diversificato. Questo è dimostrato dall’adesione di oltre cento scuole, un vero e proprio segnale di risposta alla necessità urgente di insegnare attraverso esperienze immersive e di qualità. Il nostro obiettivo con questa mostra è ispirare curiosità e meraviglia, offrendo nuove prospettive sul cosmo e sul nostro ruolo al suo interno”.

“Con ‘Macchine del Tempo’, l’Istituto Nazionale di Astrofisica mostra al pubblico gli strumenti che scrutando il cielo esplorano l’Universo in epoche lontane dalla nostra, dagli 8 minuti che la luce del Sole impiega a raggiungerci, ai miliardi di anni percorsi dai messaggeri che provengono dalle galassie più lontane”, spiega Roberto Ragazzoni, Presidente dell’INAF. “Il nostro Istituto è leader nell’esplorazione dell’Universo e nella progettazione delle macchine che ci permettono di svelarne i segreti, ma anche nella sperimentazione di nuovi linguaggi per appassionare il pubblico e guidarlo in questo straordinario viaggio di scoperta. Dalle meraviglie del Sole e delle stelle, agli ‘innumerabili mondi’ vicini e lontani, passando per la nostra Galassia e quelle più remote, dalle stelle compatte ai buchi neri, dalle onde gravitazionali alla ricerca della vita nell’Universo. Tutto questo e molto altro potrete scoprire visitando ‘Macchine del Tempo’, un viaggio che speriamo accenda la curiosità di tutte e tutti e magari ispiri le menti più giovani a intraprendere la strada della ricerca scientifica, perché un giorno siano loro a scrivere i prossimi capitoli delle scoperte nel cosmo”.

“La sfida come società di divulgazione è stata quella di progettare e mettere a terra un’esperienza in grado di appassionare bambine e bambini e di raccontare sfide vinte in ambito STEM da donne e uomini che hanno creduto nella curiosità, nella passione, nell’ impegno e nella libertà della ricerca”, dichiara Lucio Biondaro, Presidente Pleiadi.


9 dicembre 2024 – Dal 15 marzo al 02 giugno 2025, le OGR Torino si trasformano in un portale spazio-temporale grazie all’arrivo di Macchine del Tempo. Il viaggio nell’Universo inizia da te. Dopo il successo della prima edizione svoltasi presso il Palazzo Esposizioni Roma, la mostra offrirà al pubblico un’esperienza unica: un viaggio a bordo della luce tra stelle, galassie, pianeti extrasolari, asteroidi e buchi neri. Un’esperienza innovativa e inclusiva alla scoperta del remoto passato del nostro Universo per comprendere meglio il futuro che ci attende.

Nel Binario 1 delle ex Officine per la riparazione dei treni, saranno quindi presenti installazioni interattive, ambientazioni immersive, videogiochi in puro stile anni Ottanta e molto altro, per un viaggio a bordo delle futuristiche macchine del tempo progettate dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Il percorso espositivo è pensato per un pubblico appassionato di scienza, alla scoperta delle frontiere dell’astrofisica moderna, e per chiunque desideri tuffarsi alla scoperta del remoto passato del nostro Universo per comprendere meglio il futuro che ci attende.

La mostra è ideata dall’Istituto Nazionale di Astrofisica e realizzata dalle OGR Torino e Pleiadi, con il contributo dell’INAF-Osservatorio Astrofisico di Torino, di Infini.to Planetario di Torino-Museo dell’Astronomia e dello Spazio “Attilio Ferrari” e MU-CH Museo della Chimica.

Il futuro è già qui, il viaggio nell’universo inizia da te!


SITO WEB DELLA MOSTRA

macchinedeltempo.inaf.it

I LABORATORI PER LE SCUOLE

macchinedeltempo.inaf.it/laboratori

BIGLIETTI DISPONIBILI DAL 01 MARZO 2025 ALLE ORE 10

 

Testi e immagini dagli Uffici Stampa INAF e Palazzo Esposizioni Roma. Aggiornato il 28 novembre 2023, il 9 dicembre 2024 e il 14 marzo 2025.