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Atollo di Faafu

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Calcio e ambiente, con Playing with Corals si formano i piccoli guardiani dei coralli

Con il MaRHE Center dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca alle Maldive e Inter Campus, prende il via un progetto biennale di educazione ambientale rivolto ai ragazzi dai 10 ai 14 anni.  Grazie ad attività calcistiche e marine, saranno coinvolti 20 istruttori locali e 200 ragazzi, che costituiranno la nuova generazione di guardiani dei coralli.

Milano, 13 maggio 2024 – Usare il gioco del calcio come leva per l’educazione ambientale. Questa l’idea alla base del progetto “Playing with Corals: football as a gateway toward climate action and marine awareness” coordinato da MaRHE Center – Centro di Ricerca Marina e di Alta Formazione (con sede presso l’atollo di Faafu) diretto dal prof. Paolo Galli e Inter Campus, progetto CSR (Corporate Social Responsability) di FC Internazionale Milano, con il patrocinio UEFA Foundation for Children e il supporto del Ministero dello Sport, Fitness and Recreation e del Ministero dell’Educazione della Repubblica delle Maldive.

Lo scopo del progetto è usare il gioco del calcio come veicolo di consapevolezza ambientale, collegando le attività sportive a quelle marine, per formare una nuova generazione di guardiani dei coralli.

Il progetto, dopo l’accordo stipulato a febbraio 2024, ora entra nel vivo. Lo staff di ricercatori del MaRHE Center, insieme ai tecnici di Inter Campus, formerà 20 educatori locali durante 4 settimane suddivise nell’arco di due anni, durata totale del progetto.

Durante tutto l’anno, gli istruttori condurranno sessioni settimanali sulle rispettive isole, supervisionate da remoto dal team organizzatore, impegnandosi sia in attività calcistiche che marine, tra cui il ripristino della barriera corallina.

I beneficiari diretti del progetto saranno circa 200 adolescenti e preadolescenti (10-14 anni), maschi e femmine.

«Il progetto Playing with Corals – sottolinea la Professoressa Lucia Visconti Parisio, delegata della Rettrice per lo Sport Universitario di Milano-Bicocca – rappresenta un modello virtuoso di coinvolgimento della comunità dei giovani delle isole maldiviane, dove Bicocca svolge la sua attività di ricerca con il MaRHE Center. Il progetto coniuga attività sportiva per accrescere il benessere psicofisico dei ragazzi e delle ragazze, con l’educazione ambientale creando sinergie positive per la crescita e la consapevolezza dei partecipanti.»

Il team del MaRHE Center, in particolare, si occuperà della formazione dei trainers e dei giovani partecipanti per quanto riguarda l’aspetto della salvaguardia e protezione delle scogliere coralline.

Come spiega Simone Montano, ricercatore di ecologia di Milano-Bicocca e ideatore del progetto: «Verranno trattati argomenti come l’ecologia marina tropicale con approfondimenti sulla biodiversità, servizi ecosistemici e le minacce che mettono in pericolo le scogliere coralline, la tassonomia e l’identificazione dei coralli, fino al concetto di ripristino delle porzioni di scogliera danneggiate tramite la coral restoration.»

Quest’ultimo punto è dedicato nello specifico all’utilizzo di una tecnica particolarmente adatta anche ai più piccoli che sfrutta l’utilizzo di strutture metalliche di piccole dimensioni dove verranno attaccati i coralli. Di questa tecnica si affronteranno gradualmente tutte le fasi, come la costruzione della struttura, la raccolta o frammentazione delle colonie di corallo da utilizzare, il trattamento e la posa delle strutture, l’attaccamento dei frammenti e il loro monitoraggio a lungo termine.

«Il progetto, – prosegue Montano – oltre a permettere il ripristino di diverse centinaia di metri quadri di scogliera, risulta fondamentale per permettere alle nuove generazioni di comprendere l’impatto dei cambiamenti climatici su ecosistemi tanto fragili quanto importanti, e permettergli di adottare nuove strategie di conservazione che possano garantire alle generazioni future di poter contare sulle risorse che questi habitat sono e forse saranno in grado di fornire.»

Grazie a questo progetto biennale, che coinvolge tutte le 5 isole (Feeali, Bileiydhoo, Magoodhoo, Dharanboodhoo, Nilandhoo) dell’atollo di Faafu, verranno restaurati circa 500 metri quadri a isola, per un totale di 2500 metri quadri di scogliera corallina ricostruita grazie ai bambini.

«Col progetto Inter Campus operiamo da quasi 30 anni nel mondo cercando di mettere lo sport al servizio di una progettualità educativa che accompagni i nostri bimbi nel raggiungimento di obiettivi importanti e formativi – dichiara Carlotta Moratti, Presidentessa di Inter Campus – Con grande felicità e attenzione abbiamo aderito a questa splendida sfida insieme a ottimi compagni di viaggio, come l’Università degli Studi di Milano-Bicocca col MaRHE Center e la UEFA Foundation for Children.»

«La protezione ambientale – prosegue Moratti – è una necessità a cui non possiamo non rispondere. La terra ha bisogno di generazioni che la proteggano meglio di come l’abbiamo trattata noi finora. Investiamo quindi tutte le nostre risorse e attenzioni in questi bimbi, che potranno formarsi una coscienza e un’abilità molto attenta e pratica nel salvaguardare i coralli e l’ambiente di queste splendide isole. Quando parliamo di “Giocare coi Coralli“ assumiamo la stessa prospettiva dei bambini, e per loro giocare è una cosa seria, molto seria. Noi oggi ci mettiamo al loro servizio e li ringraziamo immensamente per ciò che faranno da grandi per le loro isole.»

A supporto delle attività descritte, verrà condotta un’analisi di impatto, frutto del lavoro congiunto tra gli psicologi dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e di Inter Campus, per valutare l’efficacia del progetto rispetto agli obiettivi.

Testo e foto dall’Ufficio Stampa dell’Università di Milano-Bicocca.

Milano-Bicocca, una task force per salvare le tartarughe marine alle Maldive

Firmato l’accordo tra l’Università e ABA – Associazione Benessere Animale. Ricercatori, studenti e veterinari saranno coinvolti in attività di monitoraggio, analisi e sensibilizzazione.


Milano, 3 agosto 2022 – Una task force per promuovere attività di monitoraggio, analisi e salvaguardia delle tartarughe marine dell’arcipelago delle Maldive, nell’Oceano Indiano. È quanto previsto da un accordo firmato dall’Università di Milano-Bicocca e dall’ABA – Associazione Benessere Animale, che consentirà di coniugare le competenze di veterinaria dell’associazione ABA con quelle di ecologia marina del MaRHE Center, il Centro di ricerca di eccellenza dell’Ateneo milanese, situato alle Maldive e dotato di grandi apparecchiature e laboratori all’avanguardia.

Foto di Davide Seveso

La task force sarà guidata da Paolo Galli, professore di Ecologia del dipartimento di Scienze dell’ambiente e della terra dell’Università e direttore del MaRHE Center, e dal veterinario Giordano Nardini, presidente dell’Associazione ABA e tra i massimi esperti mondiali nella cura delle tartarughe marine.

La collaborazione tra Milano-Bicocca e ABA è appena partita. Inizialmente si focalizzerà sulla ricerca di marcatori molecolari di stress nelle tartarughe marine: mediante l’analisi di un piccolo prelievo di sangue sui campioni di tartaruga recuperati in spiaggia o nell’oceano, l’equipe di ricercatori e veterinari potrà valutare lo stato di salute degli esemplari. L’analisi verrà effettuata di volta in volta mediante strumentazione all’avanguardia in grado di restituire valori dei parametri biochimici ed ematologici dei singoli campioni.

Foto copyright Tane Sinclair-Taylor

I dati raccolti permetteranno ai ricercatori di avere indicazioni sullo stato di salute degli esemplari che vivono in popolazioni libere ad oggi molto poco studiate. Verrà inoltre valutata la presenza di malattie infettive o traumi provocati ad esempio da impatti con natanti, detenzioni in cattività o battute di pesca. Tutte le informazioni raccolte confluiranno in una banca dati, che si arricchirà di volta in volta andando a costituire una sorta di censimento dei rettili acquatici.

In un secondo momento, gli studi verranno incentrati sul momento della riproduzione, con azioni di monitoraggio nei siti di nidificazione. Nella task force verranno coinvolti non solo i ricercatori del MaRHE Center ma anche gli studenti del corso di laurea magistrale in Marine Sciences dell’Università di Milano-Bicocca. Le competenze di ecologia marina dell’Ateneo Milanese saranno fondamentali per studiare il comportamento, i siti di riproduzione, la riduzione della mortalità causata dalla pesca professionale.

Ulteriore obiettivo dell’accordo, la delineazione di linee guida da adottare per un comportamento responsabile da parte della comunità locale e dei turisti, che vengono in contatto, nelle acque dell’Oceano Indiano, non solo con le tartarughe ma anche con animali quali squali, balene, delfini… Dal rispetto dell’ambiente (per esempio, non lasciare rifiuti di plastica nel mare, facilmente confondibili dalle tartarughe come cibo) al rispetto dell’habitat e delle abitudini della fauna locale (per esempio, non disturbare i siti di nidificazione o le fasi di cova).

«Sono molto orgoglioso di questa nuova collaborazione finalizzata alla cura e protezione, monitoraggio e cura delle tartarughe marine dell’Arcipelago Maldiviano – afferma Paolo Galli –. Le attività di ricerca e salvaguardia inizieranno nell’Atollo di Faafu per poi spostarsi, grazie anche alla fitta rete di collaborazioni che abbiamo con i Resort, in tutti gli Atolli Maldiviani. Contiamo inoltre di coinvolgere nelle attività studenti universitari iscritti a Scienze Marine, Scienze Ambientali, Biologia».

una task force per salvare le tartarughe marine alle Maldive
Da sinistra a destra Paolo Galli, professore di Ecologia del dipartimento di Scienze dell’ambiente e della terra dell’Università, e Giordano Nardini, presidente dell’Associazione ABA (Associazione Benessere Animale)
«L’accordo firmato tra Associazione Benessere Animale e Università Bicocca con il MaRHE Center – dichiara Giordano Nardini – è un importante traguardo nel campo della salvaguardia delle tartarughe a livello mondiale: pochissime informazioni e dati scientifici sono infatti reperibili nell’oceano indiano e in particolare nell’arcipelago Maldiviano. Contiamo di ottenere nell’arco di un anno i primi dati epidemiologici sullo stato di salute delle tartarughe e di poter procedere, nel caso fosse necessario, a curare e ad operare le prime tartarughe. Vista la conformazione delle Maldive, costituite da circa 1200 piccole isole difficilmente raggiungibili, cercheremo di mettere a disposizione un servizio di telemedicina veterinaria».
una task force per salvare le tartarughe marine alle Maldive
Da sinistra a destra Paolo Galli, professore di Ecologia del dipartimento di Scienze dell’ambiente e della terra dell’Università, e Giordano Nardini, presidente dell’Associazione ABA (Associazione Benessere Animale)
Testo e foto dall’Ufficio Stampa Università di Milano-Bicocca.