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Adriano Chiò

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UNITO INAUGURA LA BIOBANCA DI NEUROSCIENZE “DAVIDE SCHIFFER”

Raccoglierà campioni biologici (sangue, DNA, liquor, cellule, tessuti) da mettere a disposizione dei ricercatori per favorire nuove conoscenze e individuare nuove terapie

 

Oggi, lunedì 19 febbraio, il Dipartimento di Neuroscienze “Rita Levi Montalcini” dell’Università di Torino – due volte Dipartimento di Eccellenza (2018-2022, 2023-2027) – ha inaugurato, in via Cherasco 15 (Torino), la Biobanca intitolata a Davide Schiffer (1928-2020), neurologo torinese di fama internazionale.

L’inaugurazione, alle ore 13, è avvenuta alla presenza del Prof. Alessandro Vercelli, Vice-Rettore alla ricerca e delegato del Rettore, del prof. Alessandro Mauro, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze “Rita Levi Montalcini”, del prof. Adriano Chiò, Responsabile scientifico della Biobanca, e dei familiari del prof. Schiffer, insieme ai quali è stata scoperta la targa di intitolazione.

La Biobanca di Neuroscienze “Davide Schiffer” raccoglierà campioni biologici (sangue, DNA, liquor, cellule, tessuti) per metterli a disposizione dei ricercatori, al fine di favorire nuove conoscenze e individuare nuove terapie, operando in un ambito particolarmente delicato, quello sanitario, dove è necessario implementare precise procedure e criteri di qualità a livello di strutture, processi e personale, volti a garantire i diritti delle persone coinvolte e della collettività.

La struttura si trova al primo piano di via Cherasco, sede del Dipartimento, ed è dotata di tre sezioni dedicate rispettivamente alla preparativa e gestione del campione, allo stoccaggio (camera fredda) e al trattamento tessuti e conservazione della cerebroteca storica.

Una biobanca è una unità di servizio finalizzata alla raccolta organizzata, processazione, conservazione e distribuzione di campioni biologici e di dati correlati, per finalità di ricerca e di diagnosi. Rappresenta uno strumento strategico per favorire lo sviluppo di nuove terapie e la comprensione delle malattie, contribuendo alla tutela della salute pubblica.

 

lo scoprimento della targa con il Prof. Alessandro Mauro e Isabella Schiffer
lo scoprimento della targa con il Prof. Alessandro Mauro e Isabella Schiffer

 

Testo e foto dall’Ufficio Stampa Area Relazioni Esterne e con i Media Università degli Studi di Torino

AL PROF. ADRIANO CHIÒ IL FORBES NORRIS AWARD 2021

MASSIMO RICONOSCIMENTO MONDIALE NELLA SLA 

Docente di neurologia all’Università di Torino e Direttore di Neurologia 1 all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, Chiò è stato premiato per l’attività clinica e di ricerca riconosciute a livello internazionale.

Adriano Chiò Forbes Norris Award 2021
Il professor Adriano Chiò

L’International Alliance delle ALS/MND Associations ha assegnato il Forbes Norris Award 2021 al professor Adriano Chiò, Direttore della Neurologia 1 universitaria e del Centro Regionale Esperto per la Sclerosi Laterale Amiotrofica dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino e dell’Università di Torino. Il Forbes Norris Award costituisce il massimo riconoscimento mondiale nel campo clinico della SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) e premia la combinazione di due maggiori qualità: la cura e l’assistenza dei pazienti ed il progresso delle conoscenze scientifiche. 

Il premio sarà consegnato nel corso del 32° International Symposium on ALS/MND, che si terrà dal 7 al 10 dicembre. Il professor Adriano Chiò ha ricevuto il premio per l’attività clinica e di ricerca riconosciute a livello internazionale per diverse ragioni fondamentali che ne giustificano l’impatto. La dedizione costante da più di trent’anni ai pazienti ed alle loro famiglie; l’impegno ad offrire ad ogni paziente la possibilità di partecipare alla ricerca; la garanzia del rispetto delle scelte personali dei pazienti. Le scoperte scientifiche hanno permesso, insieme all’identificazione di diversi aspetti della malattia, di migliorare la conoscenza e la gestione clinica dei pazienti affetti da SLA.

Adriano Chiò ha iniziato a seguire pazienti affetti da SLA e malattie del motoneurone nel 1988, aprendo il primo ambulatorio dedicato alla SLA in un ospedale universitario pubblico italiano (Molinette). Da allora ha costruito una rete di assistenza multidisciplinare con una rete regionale completa, organizzata secondo il modello hub and spoke. Nel 2009 il Centro SLA è stato riconosciuto dalla Regione Piemonte come Centro Esperto Regionale (di riferimento) per la SLA (CRESLA). Nel 2000 ha istituito un servizio di assistenza domiciliare per i pazienti affetti da SLA.

Alla fine degli anni ’90 ha creato un servizio di supporto psicologico, con un particolare interesse per il ruolo e l’onere degli assistenti dei pazienti. Nel 2009 ha promosso la prima collaborazione italiana con le unità di cure palliative, attraverso l’organizzazione di uno specifico protocollo di cura negli stadi avanzati della malattia, determinante per l’estensione delle cure palliative ai malati di SLA.

“Sono estremamente onorato – dichiara il Prof. Adriano Chiò – di ricevere il Forbes Norris Award. Questo riconoscimento rappresenta l’apice di un lavoro di squadra che voglio condividere con tutto il gruppo del CRESLA e mi spinge a proseguire con sempre maggiore entusiasmo e forza verso l’obiettivo di un trattamento efficace per la SLA”. 

“Complimenti al professor Chiò ed alla sua équipe per il prestigioso riconoscimento, frutto di un impegno costante nel tempo. Nulla si improvvisa e lo dimostra la passione e la dedizione quotidiana dei nostri professionisti che oggettivano ulteriormente l’eccellenza clinica della nostra Azienda Città della Salute”, si congratula il dottor Giovanni La Valle, Direttore generale Città della Salute di Torino.

“Siamo lieti di rivolgere le più sentite congratulazioni al professor Adriano Chiò per questo riconoscimento di altissimo prestigio internazionale – aggiunge Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino – che onora l’intera comunità universitaria torinese. Viene oggi ripagato un impegno straordinario non soltanto nella ricerca per la cura della SLA, ma anche una fondamentale attenzione alla qualità della vita dei pazienti e al supporto alle persone che prestano loro assistenza. Si premia così un medico neurologo che, insieme al suo staff, ha saputo guardare dal principio alla cura con uno sguardo aperto, ben consapevole dell’importanza del contesto sociale nel quale la malattia produce i suoi effetti. Adriano Chiò si unisce alla schiera di scienziati e medici eccellenti che fanno della nostra Università un riferimento nel mondo. Anche per questo siamo qui a ringraziarlo”.

Testo e foto dall’Ufficio Stampa dell’Università degli Studi di Torino

Scoperta la firma molecolare della SLA

Un nuovo studio condotto dalla Sapienza in collaborazione con il laboratorio dell’Istituto Pasteur-Italia ha identificato i potenziali marcatori della progressione della Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA): sono piccole molecole di RNA non codificante, i microRNA. Lo studio è stato da poco pubblicato su Cell Death Discovery

Foto di Arek Socha 

Sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Nota anche come malattia dei motoneuroni perché causa una graduale perdita di queste cellule che impartiscono ai muscoli il comando del movimento. È una malattia degenerativa che porta progressivamente alla paralisi e al decesso del paziente entro pochi anni dalla comparsa dei sintomi.

Il decorso non è però uguale in tutti pazienti, e fino a oggi, le basi molecolari che potessero spiegarlo erano sconosciute: molti biomarcatori sono stati descritti per diverse patologie neurodegenerative, ma per nessuno di loro era stata riscontrata una specifica correlazione con la SLA.

Ora, il lavoro sinergico di diversi centri di ricerca clinica, coordinato da Antonio Musarò e Irene Bozzoni, della Sapienza Università di Roma e del laboratorio dell’Istituto Pasteur-Italia, ha portato a identificare i potenziali biomarcatori prognostici della SLA. Si tratta di molecole di microRNA (miRNA) che non contengono informazioni per la formazione di proteine, ma che spesso risultano alterate in alcune condizioni patologiche e che possono anche essere rilasciate nel sangue.

In questo studio, pubblicato su Cell Death Discovery, sono stati selezionati e analizzati quantitativamente, ogni tre mesi durante la progressione della malattia, cinque miRNA. I risultati hanno mostrato che queste molecole sembrano essere predittive del decorso della malattia. “Il nostro studio è il primo a quantificare i miRNA circolanti nei pazienti con SLA e a farlo durante la progressione della malattia permettendo così di dare un significato prognostico a tre delle cinque molecole studiate – spiega Antonio Musarò – e rappresenta una base da cui partire per mettere a punto dei test sierologici per la valutazione di queste molecole nelle persone affette da SLA”.

“Un’ottima integrazione di competenze tra ricerca e clinica” aggiunge Irene Bozzoni.

“Quantificare i livelli di queste molecole − continua Musarò – potrebbe essere un valido aiuto per la gestione clinica di questi pazienti. I microRNA che abbiamo analizzato sembrano essere la firma molecolare della SLA e l’uso dei loro livelli sierici per suddividere i pazienti secondo aggressività e velocità di progressione della malattia potrà servire ad arruolarli nei trial clinici in modo più preciso, proprio in relazione a una specifica firma molecolare”.

Lo studio è stato parzialmente supportato da Fondazione Roma, ASI, ARiSLA, ERC e dai progetti dei centri di ricerca coinvolti.

 

Riferimenti:

A longitudinal study defined circulating microRNAs as reliable biomarkers for disease prognosis and progression in ALS human patients – Gabriella Dobrowolnyj, Julie Martone, Elisa Lepore, Irene Casola, Antonio Petrucci, Maurizio Inghilleri, Mariangela Morlando, Alessio Colantoni, Bianca Maria Scicchitano, Andrea Calvo, Giulia Bisogni, Adriano Chiò, Mario Sabatelli, Irene Bozzoni & Antonio Musarò – Cell Death Discovery, 2021. https://www.nature.com/articles/s41420-020-00397-6

 

Testo dalla Sapienza Università di Roma sull’identificazione dei potenziali marcatori della progressione della Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA)