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Cambiamenti è il tema della nona edizione del Food&Science Festival:
appuntamento a Mantova dal 16 al 18 maggio 2025

Food&Science Festival 2025 nona edizione

Clicca qui per il racconto dell’evento, a cura di Giuseppe Fraccalvieri
Clicca qui per la presentazione del 17 aprile, commento a cura di Giuseppe Fraccalvieri
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il racconto dell’evento, a cura di Giuseppe Fraccalvieri

16 maggio 2025 – Dopo che lampi e nubi avevano riempito il cielo di Mantova, la sera precedente, il Food&Science Festival viene accolto da una bella giornata di sole. Le scolaresche invadono la città con vivacità e procedendo con ordine, creano serpentine di gente che si muove per le vie principali. Sempre bello vedere bambini e adolescenti, negli stand, approcciarsi alla scienza e agli esperimenti, con interesse e in modo divertente.

Food & Science Festival Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Foto di Giuseppe Fraccalvieri

La prima giornata vede la più gran parte degli eventi dedicati alle scuole. A fare eccezione sono l’importante Forum delle economie, Agrifood EXPerience e quindi, nel primo pomeriggio, l’incontro sul tema Sostenibilità e Innovazione – Il Futuro dell’agricoltura italiana. In questa seconda occasione sono intervenuti, introdotti da Beatrice Mautino: Massimo Scaglia, AD di Syngenta; Alessandro Beduschi (Lega Nord), Assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Regione Lombardia; quindi il senatore Luca De Carlo (FdI) e la deputata Maria Chiara Gadda (PD); quindi Mauro Coatti per Syngenta e Matteo Pollini per Orogel; infine Simona Rubbi per CSO Italia, Olivier de Matos che è DG CropLife Europe, l’eurodeputato Herbert Dorfmann (SVP) e Massimiliano Giansanti, Presidente Nazionale di Confagricoltura e del COPA COGECA.

Scaglia è tornato sul tema di questa edizione, CambiaMenti, qualcosa che rievoca in tutti noi l’imprevedibilità dei nostri giorni, tra guerre, cambiamenti climatici, economia, politica e dazi.
Beduschi ha sottolineato come il Food&Science Festival sia un luogo dove si dicono cose “vere”, dove la scienza si riannoda alla politica. E proprio in tal senso si è spesso parlato di sostenibilità in modo improprio.

A parere di chi scrive, è sicuramente più che positivo riconoscere il ruolo del Food&Science Festival, perché possa continuare nella sua opera; sarebbe però bello non avere solo questa boccata di aria fresca durante i giorni del Festival, ma magari poter respirare aria pulita tutto l’anno e in altri contesti, con meno negazionismi e prese di posizione ideologica, indipendentemente dalla parte e dalla provenienza.

Nello spazio successivo, De Carlo, portatore di una visione pragmatica, si è scagliato contro la criminalizzazione dell’agricoltore, sottolineando come il nostro cibo in Europa sia il più sicuro: se permettessimo anche a un solo prodotto di non esserlo, sarebbe penalizzata tutta la filiera.
Gadda ha fatto un discorso di equilibrio: è da evitare una visione che salti dal bianco al nero, che veda solo le eccellenze e che non veda le sfide di oggi (dazi, cambiamenti climatici, ecc.); soprattutto, ha ben sottolineato un concetto: non è sempre colpa dell’Europa.
Entrambi si son detti contrari a una visione ideologica delle cose.

Coatti ha quindi mostrato la grande efficienza e l’importanza del ruolo dell’Italia in Europa e nel mondo, non solo per la qualità, ma per la quantità e rilevanza della produzione. Non bisogna perdere di vista che la popolazione mondiale sta aumentando e si prevede salirà a 9,7 miliardi di persone nel 2050. La produzione agricola dovrà quindi adeguarsi a questi numeri e quindi crescere (anche considerando una diversificazione dell’apporto proteico e una riduzione degli sprechi).
Necessario quindi rigenerare la terra per le generazioni future e permettere che gli agricoltori possano accedere ai mezzi di produzione.
Di seguito, Pollini ha raccontato l’esperienza Orogel come cooperativa di soci coltivatori.

Nell’ultimo segmento della conferenza, de Matos ha evidenziato come sia necessario puntare sull’innovazione essere anche più veloci: se si toglie uno strumento, se si deve far arrivare un nuovo prodotto, da noi son necessari circa 11 anni, contro i 2-3 di Paesi come Brasile e Stati Uniti. Troppi.
Dorfmann ritiene che serva un’agenzia più potente, oltre che regole più facili per i prodotti di nuova generazione e meno impattanti. Bisogna produrre in maniera intensiva e sostenibile allo stesso tempo.
Giansanti ha quindi spiegato come da sempre la sostenibilità sia parte dell’agricoltura più evoluta, uno dei capisaldi di quanto si studia in agronomia.
Rubbi ha concluso spiegando come la sostenibilità sia da intendersi come economica e non solo ambientale.
I relatori hanno poi convenuto che il problema essenziale dell’agricoltura sia il ricambio generazionale: è necessario rendere il settore appetibile ai giovani che vogliano avvicinarsi ad essa.

Alle 17:00 l’inaugurazione del Festival al Teatro Sociale di Mantova, con la conduzione di Alberto Agliotti di Frame Divagazioni, che ha sottolineato come questa sia la nona edizione.

 

Ai saluti istituzionali e al taglio il Presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi; il Presidente della Provincia di Mantova, Carlo Bottani e il Sindaco di Mantova, Mattia Palazzi. Il primo ha evidenziato come il Festival continui ad avere un senso perché permette agli agricoltori di comprendere meglio quali scelte fare. Al contempo, riesce a seguire quanto nel mondo e ad essere piattaforma all’interno della quale dialogano i cittadini e la politica. Il Sindaco ha invece posto l’accento su come il continuato supporto alla manifestazione, sin dalla prima edizione, si basi sempre sul principio di comunicare in maniera popolare, ma senza svilire i temi della scienza.

Nello spazio successivo, il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. In un quadro instabile e caratterizzato da nuovi grandi mutamenti (i dazi, che generano sicuramente preoccupazione in una nazione esportatrice come la nostra), con un’industria europea stagnante, l’agricoltura continua invece a crescere e ad aumentare la produzione, mantenendo inalterata la qualità. Non è mancata una presa di distanza dalla precedente visione in Europa, che è stata indicata come “ideologica”, attenta solo ai problemi ambientali e meno alle necessità della produzione. In questo modo escono dal mercato gli agricoltori europei, in favore di chi, fuori dall’Unione Europea, non ha le medesime attenzioni. Il Ministro si è anche detto favorevole all’immigrazione regolare, in una nazione dal decremento demografico costante, affiancando la stessa comunque alla formazione, sia sul territorio che fuori.

Vi è quindi stato lo spazio di discussione “Dai territori all’Europa: integrare visioni per costruire strategie condivise”, nel  quale sono intervenuti Alessandro Beduschi, Herbert Dorfmann e Massimiliano Giansanti. Durante questo intervento si è ragionato sulle sfide (cambiamento climatico e necessità di ricambio generazionale nel settore), partendo dal particolare per arrivare a una scala più ampia e a una visione strategica. L’attenzione è stata posta sulle zone montane e pedemontane, più svantaggiate, sottolineando che un loro abbandono porta verso il dissesto idrogeologico. Tra i presenti c’è stato accordo verso un maggior gradimento dell’attuale situazione e dell’attuale commissario, Christophe Hansen, in Europa, con l’Italia che riesce a far sentire maggiormente le proprie proposte. È necessario mettere al centro l’agricoltore, credere nella scienza e puntare alla semplificazione. Per il cambiamento climatico e la gestione del rischio, si è discusso di come questo debba essere studiato di modo che sia sostenibile anche per le compagnie assicurative, puntando anche a un obbligo assicurativo, secondo Giansanti. Ha aggiunto Dorfmann che a questo si devono però aggiungere anche investimenti infrastrutturali che possano agire per ridurre il rischio.

A parere di chi scrive, pur apprezzando l’attenzione per la montagna, per avere un quadro migliore e più ampio (e a maggior ragione considerando che vi sono tantissimi meridionali in Lombardia), sarebbe stato sicuramente utile avere sul palco anche un rappresentante del nostro Centro-Sud. Sarebbe servito a far intendere maggiormente le difficoltà che lì si registrano. Speriamo ci sia spazio per questo durante le giornate successive del Festival.

È quindi intervenuto Sergio Della Sala, professore di neuroscienze all’Università di Edimburgo. Tramite un eloquio frizzante ed esempi divertenti, ci ha mostrato come gli esseri umani non siano animali razionali, e come le nostre decisioni possano essere influenzate da fattori non rilevanti.

È stato infine conferito il Premio agricoltura mantovana all’EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare, rappresentata da Victoria Villamar. L’EFSA non legifera e non impone i propri pareri, ma mantenendo una indipendenza rispetto al potere politico, può fornire indicazioni su basi scientifiche solide che possano servire a indirizzare.

In conclusione, una prima giornata nella quale gli interventi sembravano evidenziare un rinnovato pragmatismo in Europa, con la presa di distanze dalla precedente gestione “verde” e una maggiore attenzione alle necessità produttive. A parere di chi scrive, da una parte è necessario mettere al centro l’agricoltura ed evitare risultati paradossali e che colpevolizzino le forze della produzione. Dall’altro, con l’area mediterranea particolarmente colpita dal cambiamento climatico, sarebbe stato utile parlare del problema – che è in continua evoluzione – anche su una scala ancora più ampia e parlando di possibili azioni: ci sarà plausibilmente spazio per questo nelle giornate successive del Festival.

 

17 maggio 2025 – Il tempo è ancora clemente con questa nona edizione del Food&Science. Le strade si riempiono di gazebo di divulgazione rivolti a diverse fasce d’età e sostenuti da enti come il CNR e Fondazione Veronesi. Grande partecipazione dentro e fuori per stand come la bottega degli esperimenti, condotti da Roberto Cighetti e Chiara Ferrari che hanno parlato anche di tradizione culinaria mantovana.
Dopo la consueta rassegna stampa mattutina con Roberta Villa, Marco Ferrari e Marco Martinelli, troviamo in piazza Leon Battista Alberti un evento che dà spazio agli insetti, con Gianumberto Accinelli.
Nella stessa piazza è poi il turno della tombola con gli elementi chimici, insieme a Beatrice Mautino e Stefano Bertacchi. Il tendone pieno vede la gente divertita, ma lo scopo dell’iniziativa è assai interessante ed efficace: mostrare al pubblico come tutte quelle sigle “spaventose” come E460 indichino ingredienti anche familiari come la cellulosa; insomma, per ridurre quell’insensato divario tra la percezione di “chimico” e di “naturale”. In piazza Leon Battista Alberti si prosegue quindi parlando di pratiche concrete in favore della biodiversità, con Michele Zerbini per Barilla, Giovanni Causapruno per XFarm, col direttore OP Nazionale Marco Gorni Silvestrini e con Marco Benedetti per CINSA; presenta Alberto Agliotti.

Segnaliamo quindi l’incontro con gli autori Giovanni Carrada e Sara Urbani, per parlare di scienza e patrimonio culturale, insieme a Simone Angioni. In piazza Leon Battista Alberti, invece, l’importante incontro sui discussi temi di TEA e carne coltivata, con i docenti di genetica agraria, Mario Pezzotti e Sara Zenoni, la docente di botanica, Vittoria Brambilla, il docente di biologia Alessandro Bertero, la docente di bioingegneria Diana Massai e il docente di diritto Michele Fino. Ha moderato Beatrice Mautino.
Al Teatro Sociale invece Enrica Favaro ha condotto un talk con la campionessa olimpica Valentina Vezzali e il biologo e nutrizionista Domenicantonio Galatà, per parlare di come lo sport sia un osservatorio privilegiato per parlare di alimentazione. Alla Loggia del grano, invece, Alice Testa con Nicolò Scialpi hanno fatto un salto indietro nel tempo, fino alla nostra preistoria.

Nel primo pomeriggio, i due disseminatori Matteo e Chiara de @ilchimicosullatavola in piazza Leon Battista Alberti con il talk  Cotto o reagito? Al Teatro Sociale, invece, i pesi massimi della divulgazione, Dario Bressanini, Michele Fino e Beatrice Mautino, ritornano sul luogo del delitto, raccontando la storia di Contro Natura. Il  libro fu non solo di grande successo, ma già dieci anni fa sfatava miti e pregiudizi legati ad OGM e altri temi ancora molto discussi, e tuttora di grandissima attualità. Come ha spiegato Michele Fino, questo era un libro di “logica”. Tutto esaurito in sala per loro.

Nel round successivo, in Piazza Leon Battista Alberti si parla di acqua: come rimarca Alberto Agliotti, quando è troppa e quando troppo poca. Elena Toth, docente di costruzioni, ha spiegato come la maggior parte dei prelievi siano di carattere agricolo, ma cambiano stagionalmente. La ricercatrice di economia ambientale Annamaria Mazzoni ha ricordato l’esperienza del Qatar, dove le risorse idriche sono in buona parte anche non rinnovabili. Un Paese che grazie alle disponibilità economiche sta riuscendo a gestire una situazione non facile sotto questo profilo. Una cartolina da un possibile futuro climatico che potrebbe espandersi. Una situazione molto diversa da quella del territorio mantovano, ricco di acqua, come spiegato da Eleonora Campanelli, responsabile sostenibilità AqA del gruppo TEA; bisogna però mantenerne la qualità. E come sempre, la scienza dei retrobottega ci porta tra le attività mantovane. Sempre nella piazza, il disseminatore @matt_the_farmer ha dialogato con Emiliano Audisio.

In orario aperitivo, mentre nel porticato del cortile d’onore di Palazzo Ducale si consuma l’Happy Science Hour, sempre in Piazza Leon Battista Alberti il climatologo e fisico Claudio Cassardo ha dialogato con Beatrice Mautino sul clima che verrà. “Non che ci sia qualche anno un po’ più caldo”, spiega, ma la tendenza che si registra ci parla del cambiamento climatico: è di questo che stiamo parlando.
L’Italia è in due sensi un punto caldo, sia perché ci stiamo scaldando di più, sia perché siamo un hot spot, un punto critico nel bacino del Mar Mediterraneo che esalta le ondate di caldo. Mentre i ghiacciai si vanno assottigliando, contribuendo al riscaldamento, si registra il cambiamento maggiore proprio nelle aree prealpine. Le precipitazioni sono un’altra variabile critica, e se sono diminuite in due secoli del 10%, che si ritrova negli andamenti del fiume Po, con una distribuzione anche diversa, tendendo a spostarsi perché la neve fonde prima. Piove meno spesso, ma quando piove, piove di più: l’intensità delle piogge va intensificandosi.
Cosa fa cambiare il clima? L’attività solare, le variazioni dei parametri orbitali, le eruzioni vulcaniche (di carattere esplosivo), l’impatto di asteroidi. Oggi però quel grado in più che si registra è causato, come noto, dai gas serra da noi emessi. A causarla, in ordine di rilevanza, la produzione di energia, l’agricoltura, l’industria, i trasporti e anche l’edilizia.
Che clima farà, infine? Non è facile creare un modello perché si richiedono competenze variegate: gli scenari possibili proposti sono quattro, uno pessimistico (business as usual), due di stabilizzazione e uno di mitigazione. Quello che però è possibile dire è che probabilmente farà (molto) più caldo. La situazione dell’area mediterranea vedrà estati ancora più torride, con meno precipitazioni, in particolare, nel Centro-Sud: proprio quando servirebbe maggiormente. Quale scenario poi sarà quello che vivremo dipende solo dalle nostre azioni.
Le criticità riguarderanno la sicurezza alimentare, le risorse idriche, il livello del mare, gli ecosistemi, la salute e la sicurezza.

Un’ultima puntata in serata alle 21:00 al Teatro Sociale, dove Alberto Agliotti ha presentato l’astronauta Paolo Nespoli e i disseminatori Adrian Fartade e Luca Perri. E se gli ultimi due sono sempre una forza della natura, trattando rispettivamente del nostro rapporto con la vita e delle difficoltà della colonizzazione su Marte, a fornirci una prospettiva davvero nuova è l’astronauta. La sua esperienza ci racconta di cibo non facile, di stanchezza dovuta alla ripetitività, di mangiare sdraiati sul tavolo, dell’impresa incredibile di far arrivare una pizza nello spazio e di differenze culturali.

 

18 maggio 2025 – Un po’ di vento per una domenica di sole a Mantova. Dopo la rassegna stampa con Roberta Villa, Marco Ferrari e Marco Martinelli, ancora un’ottima gamma di scelte possibili. Lo stand in Piazza Leon Battista Alberti è – comprensibilmente e prevedibilmente – pieno di gente per il talk su dieta e farmaci per dimagrire, condotto da Enrica Favaro e con il docente di endocrinologia Enzo Bonora e il medico Andrea Devecchi.
Spesso dieta è sinonimo di scorciatoia, di dieta di scopo, al fine di entrare in un vestito o per un matrimonio. Il messaggio che viene invece dai relatori va nella direzione opposta: enfasi sulla dieta come stile di vita, che possa essere perseguito nel tempo.
Anche al farmaco per dimagrire bisogna fare attenzione, perché potrebbe creare problemi al pancreas per talune persone: non è poi una cura per l’obesità, ma un tassello. Anche il suo stesso acquisto potrebbe essere difficile per motivi economici, o il percorso potrebbe interrompersi per altri motivi. La componente psicologica è sempre importante nel raggiungere un corretto stile di vita alimentare.

Nel panel successivo, condotto da Myriam Sabolla e con la docente Gabriella Morini, si è esplorato il senso del gusto, dalla nascita fino all’età adulta.
Continuiamo a seguire il senso del gusto nell’incontro successivo, nel quale il dolce (Venchi) incontra il salato (Parmigiano Reggiano). Parlano Simone Ficarelli, Luigi Odello e Giovanni Battista Mantelli, moderati da Beatrice Mautino.

La ripresa al pomeriggio, in Piazza Leon Battista Alberti, va a considerare il costo del cibo su salute e pianeta. L’incontro, in collaborazione con Fondazione AIRC, vede il medico oncologo Giorgio Patelli e il docente di politica agraria Andrea Segrè dialogare insieme ad Emiliano Audisio. Due prospettive diverse che vanno a incrociarsi. Si comincia introducendo il concetto di esposoma, cioè l’insieme di fattori ambientali e di rischio a cui siamo esposti. Dall’altro punto di vista, i poveri non solo sono affetti da impoverimento alimentare, ma sprecano di più, non solo in termini quantitativi ma qualitativi, perché abbassano la qualità della dieta.
Certamente ci sono dati importanti a livello internazionale, sull’aumento dei tumori del tratto intestinale, legati a dieta e sedenterietà: anche questi dati confermano che sono le fasce di reddito più basso ad essere maggiormente interessate. Il fenomeno parte dagli Stati Uniti, già dalla fine degli anni ’90.

In una piazza Mantegna piena di gente, Giacomo Moro Mauretto ha dialogato con Beautrice Mautino, mostrando le affascinanti ricerche in questo ambito che ci riportano a un passato non facile da ricostruire, nel quale le nuove scoperte si accavallano e si smentiscono. In piazza Leon Battista Alberti, invece, l’atleta Fausto Desalu dialoga con Enrica Favaro, raccontando la vita dello sportivo professionista, una vita fatta anche di rinunce che però vengono ampiamente ripagate, di una disciplina che riesce anche a formare.
In un evento che si chiama Food&Science non può mancare lo spazio di prova per il cibo, e quindi, oltre a quanto nei vari stand, ritorna anche il Museo del formaggio, con Giulia Tincani e Antonella Losa. Con quiz e un approccio ludico, hanno fatto scoprire ancora una volta l’aspetto merceologico di questo antichissimo prodotto.

Negli ultimi segmenti del pomeriggio della domenica, troviamo in Piazza Leon Battista Alberti un altro spazio dedicato alla libertà di ricerca, questa volta per porre l’accento sul rapporto con la politica. Michele Morgante, direttore dell’Istituto di genomica applicata e Gianfranco Pacchioni, docente di chimica, dialogano con Emiliano Audisio. Qui ritroviamo i discorsi “sull’ideologia” del primo giorno, ma dal punto di vista della scienza. Morgante ritiene che la situazione italiana sia peggiore che altrove, dove rispetto a certi temi, come le TEA o la carne coltivata, parti politicamente opposte si trovano ad avere il medesimo atteggiamento verso la scienza. La politica spesso si rivolge a determinati scienziati per avallare certe decisioni che ha preso: alle volte però la scienza riesce a far cambiare idea, specie quando certi percorsi si mostrano particolarmente sbagliati. Un fatto positivo che anche su questi temi, molto caldi ma che magari riguardano meno la vita quotidiana delle persone, molta gente si è accalcata per ascoltare anche fuori i limiti dello spazio destinato ai posti a sedere.

Food&Science è ovviamente molto di più, molti più eventi e molta più possibilità di scelta di quanto mostrato fin qui: si rinvia al programma per tutte le iniziative. Di sicuro il Food&Science Festival riesce anche in questo 2025 in uno dei suoi obiettivi, quello di scuotere le coscienze e di mostrare diverse visioni, anche contrapposte. In attesa dell’edizione per il decennale, che si preannuncia assai ghiotta.


Termina oggi il Food&Science Festival 2025:
un bilancio di nove edizioni di successo, aspettando il decennale

 

18 maggio 2025. Tanti sold-out, incontri partecipatissimi e un pubblico non solo cittadino, ma arrivato appositamente, e per la maggioranza, da fuori Mantova, hanno caratterizzato la nona edizione del Food&Science Festival, la manifestazione promossa da Confagricoltura Mantova, ideata da FRAME-Divagazioni scientifiche e organizzata da Mantova Agricola che dal 2017 fa dialogare i mondi dell’agricoltura, della scienza e delle istituzioni. Appuntamento centrale nell’agenda dei principali festival nazionali, la tre giorni mantovana si conferma l’epicentro del dibattito costruttivo, inclusivo e accurato tra cibo e scienza, toccando temi attuali e ampi che indagano le conseguenze sociali, tecnologiche, politiche ed economiche della produzione e del consumo alimentare.

Lo sottolinea Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova:

Dopo nove anni possiamo dire che il Festival ha raggiunto una dimensione e un’importanza tali che i frutti sono tangibili. Basti pensare al dibattito sulle TEA, che è iniziato qui ed è proseguito sui tavoli delle istituzioni, ma gli esempi sono molteplici. Abbiamo costruito qualcosa di unico nel suo genere, che ha un futuro davanti a sé: il mio mandato è in scadenza, ma mi impegno a tramandare questa eredità a chi assumerà il mio ruolo il prossimo anno affinché conservi e anzi faccia fiorire ancora di più la grande manifestazione che abbiamo creato”. Semi che hanno già germogliato con i Lab, il format studiato per replicare i contenuti del Food&Science Festival che ha già raggiunto diverse città e regioni d’Italia.

 Parole di soddisfazione a cui si aggiungono quelle del Sindaco di Mantova, Mattia Palazzi:

Anche quest’anno il Festival ha dimostrato la forza di un progetto culturale che continua a evolversi senza perdere la sua identità: tre giorni di riflessione, scambio e conoscenza sui grandi temi del cibo, della scienza e dei cambiamenti che attraversano la nostra società. Il Festival ha saputo coinvolgere pubblici diversi – cittadini, studenti, famiglie, addetti ai lavori – mantenendo intatta la sua capacità di rendere accessibili contenuti complessi, grazie a un linguaggio inclusivo, rigoroso e creativo. Mantova si conferma così una città laboratorio, aperta al dialogo tra scienza, cultura e comunità. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo successo, che è patrimonio di tutta la città”.

Oltre 170 incontri e più di 150 ospiti che raccolgono alcuni dei principali protagonisti del panorama scientifico attuale tra espertiaccademiciricercatoridivulgatori scientifici e addetti ai lavori, insieme per condividere conoscenze, esperienze e visioni sul futuro della ricerca, delle innovazioni tecnologiche e dell’agroalimentare.

“In nove edizioni, il Food&Science Festival ha creato uno spazio di confronto autentico per la comunità scientifica italiana – spiegano a riguardo gli ideatori, il gruppo FRAME-Divagazioni scientifiche – dimostrando come ricerca e divulgazione siano imprescindibili per affrontare le sfide globali attraverso il cibo. Abbiamo evidenziato non solo il valore della scienza, ma anche la necessità che le voci di ricercatori e divulgatori raggiungano politica, industria e società civile, promuovendo partecipazione e accessibilità della conoscenza”.

Grande successo anche sui social, il punto di ritrovo digitale che ha permesso al pubblico di curiosare nel dietro le quinte degli incontri, ascoltare interviste inedite agli ospiti e rimanere sempre aggiornati su eventi e novità: nei giorni del Festival – fino ad ora – e nel periodo di avvicinamento la copertura su Facebook e Instagram ha raggiunto oltre 1 milione e 600 mila utenti complessivi, mentre le interazioni Instagram hanno raggiunto la quota di oltre 15 milaQuasi 20 mila invece le impression sul rinnovato canale LinkedIn del Festival.

Tre giorni in cui il pubblico ha accolto con interesse e grande entusiasmo personaggi amati e conosciuti come l’astronauta Paolo Nespoli e i divulgatori scientifici Adrian Fartade e Luca Perri, che nella serata di sabato hanno riempito la grande sala del Teatro Sociale, protagonisti della ricerca in ambito agroalimentare come Vittoria Brambilla, la ricercatrice di che con “Ris8imo” ha dato il via alla prima sperimentazione italiana in campo aperto di piante di riso ottenute mediante TEA, presentandola proprio lo scorso anno al Festival, volti noti della televisione o dei social, come gli chef Roberto Valbuzzi e Cristiano Tomei e l’agricoltore YouTuber Matt the Farmer, e persino grandi campioni dello sport come le medaglie olimpiche Valentina Vezzali e Fausto Desalu.

Proposte multidisciplinari che hanno saputo catturare attenzione e interessi diversi non solo attraverso conferenze ma anche grazie a laboratori (come le Science in a box a cura di CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche), visite guidate (con gli immancabili tour alla scoperta delle botteghe storiche della Scienza dei retrobottega a cura di Confcommercio, Confesercenti e Confguide Mantova), format speciali (la Rassegna stampa quotidiana realizzata con il sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana), installazioni dove presentare progetti innovativi (un esempio, quello degli Spazi Gustosi a cura di Dipartimento di Design del Politecnico di Milano), talk con quiz e brainstorming che sembrano portarci nel futuro dell’alimentazione (come quello dedicato ai Novel food a cura del Centro di Ricerca “Best4Food” dell’Università di Milano-Bicocca).

Un percorso lungo nove anni che è stato fianco a fianco anche delle attività dei main partner, che con il Festival condividono una visione innovativa, che sia dedicata a un futuro più sostenibile e informato – come ha spiegato Syngenta durante la presentazione in Italia delle proprie “Sustainability Priorities”, o il Gruppo Tea nell’incontro dedicato alla gestione del nostro bene più prezioso, l’acqua – o ad una evoluzione nei gusti e nei sapori – come quelli di un gelato dal gusto sorprendente, portato a Mantova dal Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano, o risultati da abbinamenti insoliti, come quelli con Marsala, vermut, birra e mostarda proposti dal Consorzio Tutela Grana Padano.

Non solo: Mantova è stata occasione per approfondire i Cambiamenti e le innovazioni nel settore delle imprese (per esempio con il Forum delle Economie Agrifood EXPerience a cura di UniCredit) e in quello sociale (con anche l’incontro dedicato al cambiamento demografico e ai suoi effetti sulla produzione e il consumo nell’agroalimentare a cura di Levoni e in collaborazione con SMEA-Università Cattolica del Sacro Cuore – Cremona), esplorando i legami che l’agricoltura ha con l’ambiente (anche con la presentazione della “Carta del Mulino”, a cura di Barilla, e della mostra fotografica collegata dedicata alla biodiversità), la tecnologia (pensando al panel in collaborazione con Agrofarma – Federchimica dedicato allo Smart Farming), la chimica (attraverso incontri interattivi come il Q&A | Ho mangiato una molecola, e adesso? in collaborazione con Aispec – Federchimica) e la circolarità (legata per esempio all’uso di Biochar e Biogas durante l’incontro in collaborazione con Inalca, e a quello di sottoprodotti e scarti del settore agroalimentare e agroforestale a cura del Gruppo Saviola), senza dimenticare approfondimenti legati al cibo, tutti da gustare. Tra questi, quelli alla scoperta di come cambia il gusto (con il sostegno di Poste Italiane), degustazioni a base di olio (a cura di Assoprol) e laboratori e mostre dedicate allo zucchero (a cura della Cooperativa Ossigeno e Momic, in collaborazione con Eridania Italia S.p.a.).


15 maggio 2025. Ai nastri di partenza la nona edizione del Food&Science Festival, la manifestazione promossa da Confagricoltura Mantova, ideata da FRAME-Divagazioni scientifiche e organizzata da Mantova Agricola che da domani a domenica 18 maggio fa diventare Mantova l’epicentro della discussione sui Cambiamenti dell’agroalimentare.

Come da tradizione, la prima giornata è dedicata alle scuole, coinvolte con un programma dedicato di incontri e laboratori. Tra i primi, Pentole e provette con il chimico e divulgatore Gabriele Pastori, con cui esplorare i legami tra chimica e cucina; gli appuntamenti con Alessio PerniolaA testa in su, lo show-lab di divulgazione scientifica che, attraverso esperimenti live e interattivi, svela i segreti dell’atmosfera e dei suoi fenomeni (a cura di Multiversi, in collaborazione con Gruppo Tea) ed Ecoradio – lo show (a cura di Alessio Perniola e Multiversi); la conferenza con il responsabile Divulgazione e Formazione Tecnica di Levoni Gian Luigi Alfonso Restelli che guida alla “riscoperta” delle razze suine autoctone italiane e la valorizzazione dei loro prodotti (a cura di Levoni) e quella con gli imprenditori agricoli Deborah PiovanLuca Andreani e Mattia Gandini su come Coltivare il futuro (in collaborazione con Regione Lombardia) e dedicarsi a un settore, quello agricolo, in continua evoluzione, fino al dialogo tra il medico specializzanda in scienze dell’alimentazione Enrica Favaro e il performer e medico chirurgo Matteo Ghisolfi che spiegano come raggiungere salute e benessere procedendo, anche a piccoli passi, lungo La linea del cambiamento.

Continua poi nell’ambito del Food&Science Festival il dibattito sulle prospettive e sulle opportunità del settore agroalimentare a cura di UniCredit: il Forum delle Economie Agrifood EXPerience, dove esperti ed imprenditori del settore si alterneranno per stimolare il confronto e individuare strategie percorribili e sostenibili da sviluppare con enti di ricerca, operatori della formazione e istituzioni finanziarie. A intervenire saranno Alberto Cortesi, Presidente di Confagricoltura Mantova, Luisella Altare, Head of Corporate di UniCredit, l’Assessore all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste della Regione Lombardia Alessandro BeduschiAndrea Dossena, Associate Partner Prometeia, Alessandro Tosi, Small Corporate Sales Italy UniCredit, Simona Maretti, Direttrice ITS Academy Agroalimentare Sostenibile Mantova e Responsabile IFOA Mantova, Manuel Lugli, Amministratore Società Agricola Fondo Spinosa e Vice Presidente di Confagricoltura Mantova, Michelle Toninelli, studentessa del corso ITS per la Digital & Green Transition e Alberto Barbari, Investment Committee Member FoodSeed e Regional VP Italy Eatable Adventures.

Guardano invece al Futuro dell’agricoltura italiana, tra sostenibilità e innovazione, il panel a cura di Syngenta che apre il pomeriggio della prima giornata di Festival. Durante l’incontro verranno presentate per la prima volta in Italia le Sustainability Priorities, gli ambiti di intervento e di sviluppo strategico che rappresentano l’impegno concreto dell’azienda verso un’agricoltura più sostenibile, innovativa e resiliente. Parteciperanno all’incontro l’assessore all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste della Regione Lombardia Alessandro Beduschi, l’Head of Technical Support di Syngenta Italia Mauro Coatti, l’amministratore delegato di Syngenta Italia Massimo Scaglia, la responsabile delle relazioni internazionali di CSO Italia Simona Rubbi, il direttore Generale Croplife Europe Olivier de Matos e il responsabile Sistema di Gestione Ambientale Orogel Matteo Pollini.

E inoltre…

Ampia e varia, l’offerta del Food&Science Festival comprende anche mostre, laboratori e installazioni: tra le molte occasioni, da venerdì a domenica sarà possibile scoprire i segreti dello zucchero durante Zucchero & Co. L’impronta della dolcezza (a cura di Cooperativa Ossigeno, Momic e in collaborazione con Eridania Italia S.p.a.), esplorare gli Spazi gustosi delle nuove esperienze di alimentazione nei contesti scolastici (a cura del dipartimento di Design del Politecnico di Milano) e scoprire la bellezza della sostenibilità visitando la mostra fotografica I fiori del mulino, che racconta l’impegno concreto per la sostenibilità attraverso campi fioriti che rappresentano vere e proprie oasi ecologiche con fioritura progressiva e prolungata (a cura di Barilla).

Tra i laboratori, occasioni per approfondire il binomio alimentazione e salute con Vivo sano (a cura di Fondazione Umberto Veronesi), scoprire Cosa mangiamo veramente attraverso quiz e giochi pensati per acquisire la consapevolezza e le capacità necessarie per costruire un piatto sano (a cura di Fondazione AIRC), giocare con gli imballaggi alimentari costruendo una confezione per un uovo (che non dovrà rompersi!) con Ehi, non rompere le scatole! (a cura del dipartimento DCMC del Politecnico di Milano) e scoprire tutto del mondo dei formaggi grazie alle occasioni A scuola di Parmigiano Reggiano (a cura di Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano) e Grana Padano DOP: un tesoro da mangiare (a cura di Consorzio Tutela Grana Padano).

Il Festival è promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola. Si avvale di Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foresteRegione LombardiaProvincia di MantovaComune di Mantova, CNR – Consiglio Nazionale delle RicercheCamera di Commercio di Cremona-Mantova-Pavia, Confcommercio MantovaConfesercenti della Lombardia Orientale, Fondazione Banca Agricola MantovanaFondazione BPA Poggio RuscoPolitecnico di MilanoUniversità di Milano-Bicocca Università di Parma come partner istituzionali. Main partner sono Syngenta, Gruppo Tea, Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano e Consorzio Tutela Grana Padano; sponsor sono UniCredit, Levoni, Barilla, Agrofarma – FederchimicaAispec – Federchimica e Inalca. Supporter Gruppo SaviolaPoste ItalianeAssoprol ed Eridania Italia. Sponsor tecnici De Simoni e Cucina da Manuale. Media partner ANSARai Radio 3Gruppo editoriale Athesis e AgroNotizie.


27 marzo 2025. Fervono i preparativi per il Food&Science Festival 2025, la manifestazione promossa da Confagricoltura Mantova, ideata da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzata da Mantova Agricola che da venerdì 16 a domenica 18 maggio farà di Mantova il centro del racconto dei Cambiamenti – tema della nona edizione – del settore agroalimentare. In attesa di conoscere il programma completo, che sarà presentato giovedì 17 aprile in conferenza stampa, il Festival svela oggi una selezione dei nomi che animeranno la tre giorni primaverile, impegnati in conferenze, dialoghi, panel a più voci su questioni tra le più attuali e urgenti da affrontare.

Ne sono un esempio gli incontri che all’agricoltura intrecciano ambiente e tecnologia, pensati per esplorare sia i sentieri tematici più (di)battuti sia quelli meno noti, proponendo nuove analisi e scoperte. Per esempio: come evolveranno le coltivazioni in risposta ai cambiamenti climatici e all’aumento costante, e preoccupante, delle temperature? Quali innovazioni potranno essere sviluppate e adottate? Tra coloro che proveranno a rispondere a queste e altre domande ci sono Claudio Cassardo, docente presso il dipartimento di Fisica dell’Università di Torino e responsabile scientifico di progetti nazionali e internazionali, che proverà a spiegare cosa dobbiamo aspettarci dal clima nei prossimi anni, Antonello Pasini, il fisico climatologo del Consiglio Nazionale delle Ricerche che con il suo blog “Il Kyoto fisso”, il primo in Italia dedicato al clima, ha vinto nel 2016 il Premio nazionale di divulgazione scientifica e a Mantova presenterà il suo nuovo La sfida climatica (Codice, 2025), e il genetista Alberto Acquadro, con cui i cambiamenti della produzione agricola incontrano le tecnologie più avanzate: suo l’incontro dedicato all’editing genomico a partire dalla ricerca sui pomodori modificati grazie al sistema Crispr-Cas9 che permette di lavorare su geni specifici del DNA della pianta ottenendo in poco tempo un cambiamento migliorativo che in natura richiederebbe centinaia, se non migliaia di anni.

Argomenti ampi con ospiti che, seguendo l’invito del Festival a “coltivare conoscenza”, esortano alla considerazione critica e spingono alla riflessione, proponendo un approccio laterale a ogni questione. Lo sanno bene Antonio Galdo e Simone Pollo, protagonisti di due appuntamenti a partire dai loro ultimi, recenti libri: il primo, giornalista esperto di tematiche ambientali, con Il mito infranto (Codice, 2025), in cui discute la falsa sostenibilità che peggiora gli equilibri del pianeta e aumenta le disuguaglianze anziché sanarle, mentre il secondo, filosofo e componente del “National Biodiversity Future Center” (uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera), con Considera gli animali (Laterza, 2025), saggio in cui descrive le contraddizioni e la profondità dei legami che uniscono uomo e animali.

Agricoltura, tecnologia, ambiente e, naturalmente, alimentazione. Il Food&Science Festival dedica uno spazio importante al cibo che portiamo sulle nostre tavole: quali scelte facciamo, cosa ci spinge ad acquistare un prodotto alimentare piuttosto che un altro, quali sono gli impatti sulla nostra salute. Per spiegarlo intervengono alcuni dei volti più noti della divulgazione scientifica: Roberta Villa, giornalista medica che “parla e scrive di salute e sanità”, impegnata in un panel a più voci sui cambiamenti nello stile di vita all’epoca dell’informazione social, tra dietefarmaci e appIl chimico sulla tavola, la coppia di chimici formata dalla “creativa a suo agio con pennelli e parole” Chiara Biagini e dal “surfista iperattivo amante della cucina” Matteo Capone, che portano il pubblico alla scoperta di quella che forse è la prima innovazione chimica in campo alimentare, cioè la cottura, e del suo impatto sul nostro modo di vivere attraverso i millenni, e Non è la Zebra, progetto di divulgazione a cui hanno dato vita Lorenzo Gagliardi e Greta Durante focalizzato sulle scienze comportamentali e i processi decisionali, che al Festival aiuteranno a capire quali meccanismi psicologici si mettono in moto quando scegliamo, al supermercato come al ristorante.

Da venerdì 16 a domenica 18 maggio, a Mantova, un viaggio verso il Cambiamento dell’agricoltura e del settore agroalimentare per capire cosa succede oggi e provare a immaginare quello che accadrà domani.


27 febbraio 2025 – Esplorare il futuro dell’agroalimentare, analizzare le sfide che ci attendono e inquadrare le opportunità che possono trasformare il nostro presente: il Food&Science Festival indaga l’oggi per immaginare il domani e torna a Mantova con la nona edizione dedicata al tema Cambiamenti. Da venerdì 16 a domenica 18 maggio 2025, tre giorni di incontri, dialoghi, tavole rotonde, laboratori, exhibit e spettacoli per raccontare in modo rigoroso, scientificamente accurato e sempre appassionante i nuovi paradigmi legati alla produzione, distribuzione e consumo di cibo, con la consapevolezza che, soprattutto in ambito alimentare, cambiare non è solo necessario ma inevitabile.

Promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola con Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foresteRegione LombardiaProvincia di MantovaComune di Mantova Camera di Commercio Cremona-Mantova-Pavia come partner istituzionali e con il patrocinio del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, anche nel 2025 il Festival proporrà riflessioni e confronti sulle grandi questioni che ruotano attorno al comparto agricolo e alimentare dando voce a scienziatiricercatoriinnovatoriagricoltorirappresentanti aziendali e delle istituzioni e coinvolgendo attivamente cittadini, addetti ai lavori, esperti di settore e appassionati.

Dalle emergenze ambientali alle pressioni economiche, dalle trasformazioni sociali a quelle geopolitiche e culturali, dalle sfide tecnologiche alle innovazioni energetiche, una panoramica sui cambiamenti che si sono succeduti negli anni e che hanno preparato il terreno per quelli, sempre più rapidi, che accadono sotto i nostri occhi. Nella molteplicità di argomenti e prospettive a cui il Food&Science Festival da sempre guarda, il rapporto tra cibo e agricoltura sarà quindi messo in relazione con la tecnologia, il cambiamento climatico, la politica e l’economia, la lotta agli sprechi e la tutela della biodiversità, fino a inquadrare il settore alimentare dal punto di vista della comunicazione, del consumo, della sicurezza, del benessere e della salute.

Un programma ampio e politematico, che mette l’agricoltura al centro e segue con attenzione tutte le sue diramazioni.


presentazione del 17 aprile, commento a cura di Giuseppe Fraccalvieri

Continua a crescere il Food&Science Festival e per il 2025, dopo l’edizione dell’anno scorso a tema Intrecci, ci riporta all’attualità dei CambiaMenti. Cambiamenti climatici innanzitutto, ma pure le sfide di un panorama socio-politico assai magmatico, che ha conseguenze su tutta la filiera agroalimentare. Cambiamenti che appunto richiedono di mettersi in gioco anche come mentalità e nelle nostre abitudini quotidiane.

Il festival, alla sua nona edizione, continua ad attrarre innanzitutto fasce di età più giovani, svolgendo quindi anche una funzione assai apprezzabile (e che altrove spesso sembra un obiettivo chimerico) di avvicinamento delle nuove generazioni al settore e alla scienza.

Nella presentazione di oggi 17 aprile sono intervenuti Alessandro Beduschi, Assessore all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste della Regione LombardiaAndrea Murari, Assessore all’Ambietne e Pianificazione territoriale del Comune di MantovaAlberto Cortesi, Presidente di Confagricoltura Mantova. Sono quindi intervenuti per Frame Divagazioni scientifiche, che cura la direzione scientifica del festival, Emiliano Audisio, Beatrice Mautino, Enrica Favaro. È stato quindi il turno dei partner, con Massimo Scaglia, Amministratore delegato di Syngenta; Vincenzo Galeotti, Consigliere della Sezione di Mantova del Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano; Renato Zaghini, Presidente del Consorzio Tutela Grana Padano; Marco Zanini, Segretario della Camera di Commercio di Cremona-Mantova-Pavia. A presentare il tutto, Alberto Agliotti.

Nel primo intervento, Beduschi ha spiegato come il Food&Science sia “un antico amore”, una “proposta accolta da sempre con entusiasmo”. Una manifestazione in grado di sfatare miti, come quello di un settore che è sì radicato nella tradizione, quello agroalimentare, ma pure straordinariamente propenso all’evoluzione.
L’Assessore ha ricordato come non siano mancate critiche negli anni, che però sono servite come stimolo a fare e a trasformarsi completamente.

Il secondo intervento, quello di Murari, su questo “meraviglioso festival nella città dei festival”, ha posto l’accento sul tema dell’edizione, un tema “straordinariamente serio”. E parlare di cambiamenti in una fase nella quale l’ordine mondiale sta cambiando nei modi che vediamo rende difficile per chiunque provare a prevedere: la scelta del tema significa quindi l’essere sul pezzo. Per l’Assessore, caratteristica del Food&Science è proprio quella di andare al cuore delle cose, senza far passare un minuto a fare della retorica.
Un festival di caratura internazionale, in grado di costruire un dibattito pubblico fondato sui fatti, sulla conoscenza, sulla ricerca.
Ha infine evidenziato come sia proprio il cambiamento (anche nel settore primario) il modo con cui tenere in vita tradizione e le nostre radici, un cambiamento che però deve essere guidato, col metodo scientifico, perché non tutte le opinioni trovano uguale riscontro nella realtà fattuale.
L’obiettivo di costruire un futuro di pari dignità e ricchezza spinge con eventi come Food&Science
sulla voglia di fare innovazione e costruire comunità.

Anche Cortesi, nel suo intervento, si è soffermato sul tema CambiaMenti: quando si è cominciato a pensare alla presente edizione, non si pensava che ci potessero essere conseguenze come quelle delle ultime settimane. Più che un cambiamento, quello climatico appare come una rivoluzione e i singoli operatori nel settore possono ritrovarsi in una situazione di incapacità di adeguarsi a eventi su questa scala.
Dal punto di vista della società nella quale viviamo, se nei nostri tempi i valori democratici vengono messi in discussione, il festival vuole ancora una volta essere momento di scambio e di confronto, esponendo idee alle volte difficili da digerire, ma se avendo in mente la bussola della scienza ci si mette in discussione.

Dopo la politica, è il turno degli interventi per Frame Divagazioni scientifiche: Audisio ha sottolineato quanto la scienza sia importante per traghettarci e orientarci coi cambiamenti in atto. Un cambiamento che riguarda tutti.
La scienza non è però monolitica ed essa stessa si mette in dubbio: l’elemento del metodo scientifico non è tanto la certezza quanto piuttosto l’evidenza. La scienza non è chiusa in una torre d’avorio inaccessibile, ma dialoga, anche col mondo delle impres. Proprio il cibo ha una natura particolare, perché va a toccare vari aspetti sociali identitari, e con questa lente si va ad interpretare il cambiamento globale.
Il musicista e curatore non ha poi nascosto il compiacimento di un festival che forse dovrebbe contenersi un po’ e invece cresce ogni anno, andando ad integrarsi sempre più nel tessuto produttivo di questo territorio mantovano.

Il secondo intervento per Frame è quello di Mautino, che ha messo l’accento su come le sfide dei nostri tempi richiedano di investire nell’innovazione, e al contempo sulle difficoltà che la ricerca pubblica affronta.
Ha quindi elencato i tanti e importanti ospiti di questa nona edizione.

Nel terzo intervento per Frame, Favaro ha parlato innanzitutto dell’attenzione per le scuole e nuove generazioni. I laboratori sono centrali anche in questa edizione, con esperimenti, attività pratiche e il coinvolgimento del tessuto economico locale nel filone di successo, la scienza dei retrobottega.

È stato quindi il turno dei partner, tra cui Zanini ha ricordato con orgoglio l’aver visto nascere il Festival nella Camera di Commercio. Ha evidenziato come si tratti di un evento in grado di generare molto pubblico, di diventare fattore di attrazione. In quei giorni la città lascia un’immagine ai visitatori, che è anche quella di un festival giovane. Anche questo è un bene, perché il rinnovo generazionale è molto importante per tutto il settore.

 


Food&Science Festival: presentato il programma della IX edizione

Più di 150 eventi con oltre 130 ospiti tra cui l’astronauta Paolo Nespoli, il divulgatore scientifico Adrian Fartade e la campionessa olimpica Valentina Vezzali

17 aprile 2025. Rapidi o molto lenti, progressivi o improvvisi, radicali o leggeri: qualunque sia la natura dei cambiamenti, l’unica certezza è che per affrontarli bisogna prima di tutto capirli. Per aiutare a farlo, fornendo strumenti, creando occasioni di dialogo e coinvolgendo protagonisti esperti, torna il Food&Science Festival, che ai Cambiamenti dedica la nona edizione, da venerdì 16 a domenica 18 maggio. Promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola, il Festival trasforma Mantova in un palcoscenico a cielo aperto in cui scienziatiaccademicidivulgatoriaddetti ai lavori ed esperti si confrontano e discutono sulle conseguenze e implicazioni che le trasformazioni nel consumo e nella produzione di cibo hanno sulle nostre tavole e nelle nostre vite.

Cambiamento climaticotecnologiaeconomia, ma anche sicurezza e benessere alimentaresaluteequità sociale, tutela della biodiversità: per tre giorni il settore agroalimentare verrà esplorato da molteplici punti di vista grazie alla presenza di alcuni tra i principali esponenti del più attuale panorama scientifico e culturale. Tra i molti ospiti anche l’astronauta Paolo Nespoli e il divulgatore scientifico Adrian Fartade, protagonisti della conferenza serale del Food&Science FestivalVittoria Brambilla, la ricercatrice di biologia vegetale dell’Università degli Studi di Milano che con “Ris8imo” ha dato il via alla prima sperimentazione italiana in campo aperto di piante di riso ottenute mediante TEA, le Tecniche di Evoluzione Assistita, Mario Pezzotti, commissario straordinario CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria), Antonello Pasini, fisico climatologo che con il suo blog “Il Kyoto fisso”, il primo in Italia dedicato al clima, ha vinto nel 2016 il Premio nazionale di divulgazione scientifica, Annamaria Mazzoni del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici, l’agricoltore star del web Matteo Fiocco, in arte Matt the Farmer, con più di 450 mila iscritti sul suo canale YouTube, gli scrittori e giornalisti scientifici Silvia Bencivelli e Antonio Galdo, fondatore e direttore del sito nonsprecare.it che propone notizie, consigli e indicazioni per uno sviluppo sostenibile, e l’agronomo ed economista Andrea Segrè, docente di Politica agraria internazionale e comparata presso l’Università di Bologna.

Interdisciplinare e politematico, il programma del Food&Science Festival permetterà di portare alla luce i legami che alimentazione e scienza hanno con lo sport (con la campionessa olimpica Valentina Vezzali), l’arte (con Giovanni Carrada, autore e curatore di progetti e programmi di divulgazione scientifica che da anni progetta e realizza mostre ed esposizioni museali), la filosofia (con Simone Pollo, docente di Filosofia morale della Sapienza Università di Roma), la narrazione (con Ruggero Rollini, protagonista di una conferenza spettacolo sulla chimica) e persino l’archeologia (con Alice Testa, divulgatrice archeologica e Nicolò Scialpi, archeologo), attraverso più di 150 incontri con oltre 130 ospiti.

Dialoghi, tavole rotonde, laboratori, exhibit, visite guidate, laboratori, workshop e degustazioni per  una tre giorni che coinvolgerà tutta la città di Mantova e alcuni dei suoi luoghi più suggestivi, tradizionali e non: il Teatro Sociale, la Loggia del grano (conferenze e mostre), l’Atrio degli Arcieri e il Porticato del Cortile d’Onore del Palazzo Ducale (conferenze), Piazza Leon Battista Alberti (conferenze, laboratori), Piazza Concordia, Piazza delle Erbe (laboratori e bookshop), Piazza Mantegna (incontri) e Piazza Marconi (laboratori), Sala delle lune e dei nodi (conferenze), Sala delle Virtù della Palazzina di Bosco Fontanavia Goito (laboratori e mostre) e il Lago Superiore (Chiosco Zanzara). Tutti gli eventi saranno gratuiti con registrazione obbligatoria sul sito del Festival.

Per approfondire

Di seguito un’esplorazione più ampia del vasto programma del Food&Science Festival 2025, le cui conferenze si articolano in 9 filoni tematici – Cambiamento climatico e adattamento agricolo; Tecnologie e innovazione; Transizione energetica; Governance e istituzioni politiche; Economia circolare e riduzione degli sprechi; Biodiversità e agroecologia; Comunicazione del cibo e nuovi stili di consumo; Equità sociale ed economica; Salute, cibo e nutrizione – pensati per analizzare i cambiamenti dell’agricoltura in tutte le sue sfaccettature. Per i dettagli relativi a giorno, ora e luogo dei singoli appuntamenti, compresi quelli del programma scuole raccontati nella sezione dedicata, si rimanda alla sezione programma del sito del Festival, completamente rinnovato, e al programma cronologico della cartella stampa.

I filoni tematici

Cambiamento climatico e adattamento agricolo  

La realtà è una, il cambiamento climatico, ma le soluzioni a cui l’agricoltura può rivolgersi per affrontarlo sono, per fortuna, molte. Studiosi attivi in campi diversi lavorano ogni giorno per idearne di nuove o migliorare quelle già sviluppate, uniti dall’obiettivo comune di risolvere nel modo più efficace possibile l’equazione che coinvolge ambiente, bisogni globali e necessità produttive.

Ognuno dalla propria prospettiva, ad affrontare il tema saranno, tra gli altri, il climatologo dell’Università di Torino Claudio Cassardo, responsabile scientifico di progetti nazionali e internazionali che offrirà una panoramica sull’evoluzione del clima e delle coltivazioni nei prossimi anni, Antonello Pasini, il fisico climatologo del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che a Mantova presenterà il suo nuovo La sfida climatica (Codice, 2025) e il filosofo Simone Pollo, componente del “National Biodiversity Future Center”, uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera, impegnato a Mantova a far luce sul rapporto complesso e ambivalente che lega uomo e animali a partire dal suo ultimo libro intitolato Considera gli animali (Laterza, 2025).

Guarda a una delle risorse fondamentali per l’agricoltura e non solo l’appuntamento dedicato all’acqua, in collaborazione con il Gruppo Tea. Con Annamaria Mazzoni, ricercatrice di economia ambientale dell’Istituto per la resilienza climatica del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, il centro di ricerca internazionale che studia l’interazione tra i cambiamenti climatici e la società, Elena Toth, docente di  costruzioni idrauliche, marittime e idrologia presso il dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna ed Eleonora Campanelli, responsabile sostenibilità AqA del Gruppo Tea, si mette in luce l’importanza dell’Acqua che non si vede, cioè quella di falda, per poi ampliare lo sguardo con una riflessione generale su questa risorsa fondamentale e preziosa ma spesso data per scontata.

È arricchita dalla mostra fotografica dedicata alla biodiversità “I fiori del mulino” la presentazione, a cura di Barilla, del progetto “Carta del Mulino” per la sostenibilità della coltivazione di grano tenero, a cui partecipano Michele Zerbini (soft wheat and flour Purchasing Associate Director Barilla), Giovanni Causapruno (Business Development Director XFarm), Marco Gorni Silvestrini (direttore OP Nazionale) e Marco Benedetti (responsabile Scientifico CINSA – Interuniversity National Consortium for Environmental Sciences), mentre ci si sposta ad analizzare il settore dell’olio con Tiziana SarnariAndrea Marchini e Gianfrancesco Petroni, i relatori della tavola rotonda Il valore dell’olio – Un mercato dai consumi in continua evoluzione, conferenza durante la quale verranno evidenziati i numeri del settore con una specifica degli oli DOP e biologici. (in collaborazione con Assoprol).

Porta invece a immergersi nella natura che circonda Mantova il dialogo tra Carlo Peraboni (docente di urbanistica del Politecnico di Milano) e il paesaggista Antonio Sagaria, dedicato al cambiamento del paesaggio tra campagna e città. Il luogo scelto per ospitare le loro riflessioni è infatti decisamente particolare e suggestivo: a bordo della motonave “Edron”, in navigazione sulle acque del Lago Superiore di Mantova (in collaborazione con Politecnico di Milano – Polo di Mantova).

Tecnologie e innovazione  

Era il 13 maggio 2024 e nella campagna pavese di Mezzana Bigli venivano messe a dimora le prime piantine di Ris8imo, la varietà di riso geneticamente modificato per essere più resistente a malattie e parassiti: una rivoluzione in soli 28 metri quadri, la prima e unica in Italia. Purtroppo, le piante sono state sradicate e distrutte da ignoti ma la ricerca non si è fermata, anzi. A distanza di un anno, l’artefice della sperimentazione, Vittoria Brambilla, ne discute con i docenti dell’Università di Verona Mario Pezzotti, dirigente del Centro ricerca e innovazione della Fondazione Edmund Mach, e Sara Zenoni, genetista, riflettendo su limiti e traguardi della libertà di ricerca in ambito di genetica agraria. Non solo, perché nella stessa occasione, insieme anche ai docenti dell’Università di Torino Diana Massai (dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale) e Alessandro Bertero (vincitore nel 2021 del grant Career Development Award Armenise Harvard che promuove la ricerca di base in campo biomedico) e con Michele Fino, docente di fondamenti del diritto europeo dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ci sarà modo per ampliare il discorso anche rispetto alla ricerca sulla carne coltivata, alimento protagonista anche del panel in collaborazione con i Giovani di Confagricoltura – ANGA, a cui parteciperanno diversi esponenti delle Università di Milano e di Parma.

E dopo il riso, pomodori e patate, che non sono gli ingredienti di una ricetta ma i punti di partenza di due incontri dedicati a genetica, tecnologia e innovazione. Il primo con Alberto Acquadro, genetista dell’Università di Torino con cui ha guidato il progetto Prospect, un lavoro sull’editing genomico del pomodoro che attraverso il sistema Crispr-Cas9 modifica geni specifici del DNA della pianta ottenendo un cambiamento migliorativo che in natura richiederebbe centinaia, se non migliaia di anni; il secondo con Stefania De Pascale, docente di orticoltura e floricoltura dell’Università Federico II di Napoli e pioniera a livello internazionale degli studi sull’agricoltura spaziale, a partire dal suo libro Piantare patate su Marte (Aboca, 2024). Incontri che sembrano portarci nel futuro dell’alimentazione, come fanno anche Roberta Dameno e Paola Palestini, esperte del Centro di Ricerca “Best4Food” (che cura l’incontro) dell’Università di Milano-Bicocca: con loro andremo alla scoperta dei Novel food, di cui spiegheranno benefici, criticità e prospettive coinvolgendo il pubblico in un talk interattivo tra quiz e brainstorming.

Scienza e ricerca scientifica, pilastri del programma del Food&Science Festival, vengono poi discusse, indagate, rappresentate, durante la presentazione di Scienza chiara, scienza oscura (Il Mulino) del docente di chimica dei materiali dell’Università Milano Bicocca Gianfranco Pacchioni, con cui riflettere sui due volti della ricerca, quella pubblica e trasparente e quella delle Big Tech e militare, riservata e inaccessibile, per poi proseguire con altri appuntamenti. Per esempio, quello con Alessandra Scognamiglio, direttrice dell’Agrivoltaic Action Group dell’Agenzia Internazionale per l’energia, che approfondisce l’agrivoltaico, il sistema che integra la produzione di energia solare fotovoltaica con l’attività agricola, mentre di antibiotico resistenza discutono Loris Alborali, direttore Sanitario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia-Romagna, l’On. Carlo Maccari, relatore della normativa sulla tenuta dei farmaci in aziende zootecniche e Paolo Moroni, docente del dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano. Esperta agrifood del Governo danese in Italia, Francesca Zaccarelli dialoga invece con Alex Gobbi, microbiologo e ricercatore CREA a proposito di microrganismi buoni e poi con Luca Cerruti, fondatore di KelpEat, che crea snack e alimenti sani e sostenibili a base di alghe, a proposito delle nuove frontiere nell’agricoltura di precisione (entrambi gli incontri in collaborazione con l’Ambasciata di Danimarca in Italia).

E ancora, ricerca, sperimentazione e tecnologie avanzate sono le basi su cui poggiano alcuni degli incontri in collaborazione o a cura di alcuni partner e sponsor del Festival. In ordine cronologico, ad aprire la panoramica sono due appuntamenti a cura di Syngenta: il primo, la presentazione delle “Sustainability Priorities”, l’approccio strategico e operativo – già lanciato a livello globale e presentato in Italia per la prima volta proprio al Food&Science Festival – che rappresenta il fulcro dell’impegno dell’azienda verso un’agricoltura sempre più sostenibile e responsabile, a cui parteciperanno Mauro Coatti, Head of Technical Support di Syngenta Italia, l’amministratore delegato di Syngenta Italia Massimo Scaglia, la responsabile delle relazioni internazionali di CSO Italia Simona Rubbi e altri ospiti; il secondo, l’immancabile Happy Science Hour, durante il quale i divulgatori Stefano BertacchiMarco Martinelli e Ruggero Rollini saranno protagonisti di tre panel dedicati a suolo, resistenze e TEA, insieme a ricercatori e altri ospiti del Festival: Vittoria Brambilla, Sara Zenoni, Beatrice Lecchi e Lorenzo Borghi.

Dedicato allo Smart Farming è invece il panel proposto in collaborazione con Agrofarma – Federchimica: a intervenire saranno Chiara Cattaneo per Agrofarma e il docente del dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino Paolo Gay, moderati dal giornalista e docente del corso di Smart Farming del Politecnico di Milano Tommaso Cinquemani, in dialogo tra dati, robot e intelligenza artificiale in agricoltura.

A cura del Gruppo Saviola e in collaborazione con AIPSA – Associazione Italiana Produttori di Substrati di Coltivazione e Ammendanti, è invece il dialogo tra Patrizia Zaccheo (ricercatrice dell’Università degli Studi di Milano e componente del comitato scientifico AIPSA) e Francesca Rho (Innovation Manager e R&D Manager del Gruppo Saviola), che spiegheranno cosa c’è alla base di una produzione innovativa, più efficiente e sostenibile di substrati dando – metaforicamente – a ognuno il suo terriccio.

Completa la panoramica e vira verso la tecnologia a servizio dell’allevamento l’incontro in collaborazione con Regione Lombardia. Tra sensori intelligenti, intelligenza artificiale e big data, i docenti Patrizia Tassinari (Università di Bologna, dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari) e Francesco Maria Tangorra (Università di Milano, dipartimento di Medicina Veterinaria e Scienze Animali), spiegheranno come le innovazioni nella zootecnia di precisione possono significare miglioramenti nel benessere animale, nella sostenibilità e nella produttività, delineando il futuro del settore tra opportunità e sfide.

Transizione energetica  

Dalle energie rinnovabili alla gestione delle emissioni climalteranti, l’agricoltura contribuisce alla transizione verso sistemi a basso impatto. Come possiamo integrare il solare e il biogas nelle aziende agricole? Quali strategie possono rendere le filiere più autosufficienti di fronte alle tensioni geopolitiche? Sono solo alcuni degli interrogativi sollevati durante gli incontri che affrontano il tema della transizione energetica.

Tra questi, Biochar e Biogas, con Lucrezia Lamastra (ricercatrice presso l’istituto di Chimica Agraria ed Ambientale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza che nell’ambito della sostenibilità ha coordinato progetti legati a diversi settori, da quello aziendale a quello vitivinicolo), Lorella Rossi (responsabile area tecnica presso CIB Consorzio Italiano per il Biogas) e Giovanni Sorlini (responsabile qualità, sicurezza e sviluppo sostenibile Inalca) che porteranno una riflessione sulle prospettive più evolute nel campo della circolarità (in collaborazione con Inalca), e Carbon farming, fertilizzazione integrata e nanomateriali per l’agricoltura. Le frontiere della sostenibilità con Andrea Ciurli (ricercatore dell’Università di Bologna), Giovanni Cabassi (primo ricercatore CREA, dipartimento Zootecnia e Acquacoltura) e Ilaria Falconi (tecnologo di ricerca III livello del CREA), (in collaborazione con Regione Lombardia).

Governance e istituzioni politiche

Dal sostegno alla competitività internazionale al ricambio generazionale, dalla Politica Agricola Comune dell’Unione Europea alla necessità di spingersi verso modelli ancora più sostenibili, le diramazioni che partono dal tema “Governance e istituzioni politiche” sono quelle che raccontano l’attualità del settore agricolo più da vicino.

Un viaggio nel presente e nel possibile futuro delle politiche agricole, condotto da rappresentanti delle istituzioni e professionisti di settore come il giornalista scientifico Antonio Galdo che a partire da Il mito infranto (Codice, 2025) spiega come distinguere la vera dalla falsa sostenibilità che ha reso il mondo più ingiusto (con il sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana), e i relatori del Forum delle Economie Agrifood EXPerience a cura di UniCredit, parte delle iniziative del gruppo bancario a supporto delle imprese nei settori tradizionali del Made in Italy. A partire dall’analisi sul sistema agroalimentare nell’attuale contesto socioeconomico, si confronteranno, intervenendo sul tema, Alberto Cortesi, Presidente di Confagricoltura Mantova e Luisella Altare, Head of Corporate di UniCredit, che daranno avvio ai lavori, l’Assessore all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste della Regione Lombardia Alessandro BeduschiAndrea Dossena, Associate Partner Prometeia, che si concentrerà sulla filiera italiana dell’Agrifood, Alessandro Tosi, Small Corporate Sales Italy UniCredit, sul nuovo approccio finanziario alle filiere agroalimentari, il gruppo formato da Simona Maretti, Direttrice ITS Academy Agroalimentare Sostenibile Mantova e Responsabile IFOA Mantova, Manuel Lugli, Amministratore Società Agricola Fondo Spinosa e Vice Presidente di Confagricoltura Mantova, Michelle Toninelli, studentessa del corso ITS per la Digital & Green Transition, e Lucia Castagna, Orientatrice e Tutor didattico del Corso ITS per la Digital & Green Transition e Presidente ANGA-Giovani di Confagricoltura Mantova, insieme per presentare la co-progettazione dei corsi con le imprese, in aderenza ai bisogni del settore e alla definizione dei profili, e Alberto Barbari, Investment Committee Member FoodSeed e Regional VP Italy Eatable Adventures, a cui spetta il compito di delineare soluzioni e programmi d’innovazione per l’ecosistema FoodTech e AgriTech.

È questo lo spazio in cui guardare il settore agricolo mettendo a fuoco gli aspetti sui quali riflessioni e cambiamenti sono necessari, ora più che mai. Ecco perché non può mancare nel ventaglio di argomenti trattati a Mantova un focus dedicato alla crisi delle uova che si sta verificando negli Stati Uniti, e su cui offre una panoramica Calogero Terregino, direttore del laboratorio di referenza europeo sull’aviaria dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, un panel dedicato al complesso e tormentato rapporto tra scienza e politica, su cui discuteranno Gianfranco Pacchioni e Michele Morgante, già protagonisti di altri appuntamenti, insieme al neuroscienziato Sergio Della Sala e un confronto sull’educazione finanziaria per l’agroalimentare che cambia, a cui partecipano Mario Camelia, docente del Dipartimento di Studi Aziendali e Giuridici dell’Università di Siena e Giulia Bettagno, manager nel settore vitivinicolo (a cura di Confagricoltura Siena).

Economia circolare e riduzione degli sprechi  

Dalla valorizzazione degli scarti agricoli alla lotta agli sprechi alimentari, l’economia circolare offre soluzioni concrete per un’agricoltura più sostenibile. Come? Ce lo dicono i relatori di questa sezione: il fisico e divulgatore scientifico Alessio Perniola, che durante i suoi Intervalli di sostenibilità offrirà pillole dinamiche e coinvolgenti su temi cruciali della sostenibilità, esplorando il significato dell’Agenda 2030 e il ruolo delle nostre scelte quotidiane nel costruire un futuro più sostenibile (in collaborazione con Gruppo Tea); Luigi De Nardo, docente di Scienza e Tecnologia dei Materiali che spiegherà perché confezioniamo il cibo (a cura del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale del Politecnico di Milano); Chiara Vita, responsabile operativo del Laboratorio QUMAP (Qualità delle Merci e Affidabilità del Prodotto) della Fondazione PIN – Polo di Prato Università di Firenze (con cui l’incontro è in collaborazione) invitata a occuparsi, dialogando con Francesca Rho, di estratti naturali e a spiegare come l’attenzione crescente alla sostenibilità e all’economia circolare abbiano significato in questi anni un maggiore interesse nell’uso di sottoprodotti e scarti del settore agroalimentare e agroforestale per l’ottenimento di composti bioattivi utilizzati in una molteplicità di settore, tra cui quello agronomico (a cura del Gruppo Saviola). E proprio per sottolineare l’impegno portato avanti ogni anno in direzione di una sempre maggiore sostenibilità, il Food&Science Festival utilizza le segnaletiche Pannello Ecologico® 100% recycled wood di Gruppo Saviola, testimonianza tangibile di una concreta azione eco-etica.

Biodiversità e agroecologia  

Conservare le varietà tradizionali all’agricoltura rigenerativa, preservare gli ecosistemi, arricchire i terreni e aumentare la resilienza delle colture sono alcuni dei benefici che derivano da approcci che assegnano un ruolo centrale al mantenimento della biodiversità. Della sua importanza discute Michele Freppaz, pedologo e nivologo dell’Università di Torino che invita ad alzare lo sguardo per mostrarci la montagna come “sentinella” dei cambiamenti climatici, ecosistema da preservare con cura e attenzione.

Un’incursione nel mondo della natura e dei suoi abitanti, dalle creature più grandi a quelle più piccole è invece quella proposta dall’entomologo e scrittore Gianumberto Accinelli e dalla giornalista scientifica Silvia Bencivelli, mentre di una specie ben più grande parleranno il Colonnello Alberto Ricci, comandante dei Carabinieri Forestali di Mantova e Cremona e Davide Meggiorini, naturalista del Gruppo Naturalistico Mantovano, che rifletteranno sul ritorno del lupo nel mantovano (a cura del Centro Nazionale Carabinieri Biodiversità Bosco Fontana). E se i loro incontri ci portano a vedere da vicino il regno della natura, Danilo Zagaria sposta l’attenzione da chi l’ambiente lo popola a chi lo studia e lo difende: è il caso di Rachel Carson, madre dell’ambientalismo americano e tra le prime a denunciare apertamente i danni provocati da fenomeni come deforestazione e antropizzazione incontrollata, di cui il biologo e divulgatore scientifico restituisce un vivido e affascinante ritratto.

Ultimi appuntamenti di questo filone, due talk in cui a mescolarsi con scienza, origine e sostenibilità sono suolo, clima e microbiota da una parte, e tradizione dall’altra. Il primo con Emma Sofia Lunghi, dottoranda del dipartimento di Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Milano-Bicocca e Stefania Pagliari, ricercatrice del dipartimento Biotecnologie e Bioscienze dello stesso Ateneo, con cui parliamo del Terroir nel piatto, scoprendo che non solo il vino ma anche alimenti come cacao e caffè portano l’impronta del loro ambiente d’origine, che influenza gusto e qualità (a cura di Best4Food), il secondo a cura dell’Istituto di Valorizzazione Aceti e Condimenti Italiani (IVACI), con cui scoprire che, quando parliamo di aceto, L’innovazione è una tradizione che si rinnova, insieme a Patrizia Marchi, presidente di IVACI, Armando de Nigris, viceministro dell’Ambiente, Barbara Cimmino, vicepresidente Confindustria per l’Export e l’Attrazione degli investimenti e Giovanni Gioia, presidente dei Giovani di Confagricoltura.

Comunicazione del cibo e nuovi stili di consumo  

Una volta era solo “food”, poi sono arrivati i super-food, i novel-food, i functional-food, e orientarsi tra nomi, etichette e proprietà è diventata una sfida. È cambiata la comunicazione, e con lei le abitudini alimentari. In questa sezione, il Food&Science Festival racconta il cibo dalla parte di chi lo consuma, tra bisogno di trasparenza e richiesta di sostenibilità.

Fil-rouge di questa edizione, i cambiamenti nel mondo dell’agricoltura e dell’alimentazione entreranno in rapporto anche con la comunicazione digitale (con Matt the Farmer, seguitissimo da oltre mezzo milione di utenti sui suoi canali social dove racconta la vita, le difficoltà e le sfide di un giovane agricoltore), la psicologia (con Greta Durante, che insieme a Lorenzo Gagliardi gestisce e cura Non è la Zebra, il progetto di divulgazione scientifica che si occupa di scienze comportamentali e processi decisionali), i consumi (per esempio con Alessandro Di Flaviano, creatore della pagina “Rubricalimenti” che oggi ha superato i 110 mila follower, Simona Ruffino, esperta di neuromarketing, e Mauro Coatti, Agrofarma, che insieme guideranno il pubblico tra mode, strategie di marketing e tendenze d’acquisto durante un incontro in collaborazione con Agrofarma – Federchimica), le tendenze alimentari, quelle ormai consolidate e quelle più nuove. Per esempio, con Alberto Capatti, storico della gastronomia italiana, che a partire dal recentissimo Vegetariani. La storia italiana, SlowFood Editore, ricostruisce la storia del vegetarianismo dagli inizi del ‘900, conducendo alla scoperta delle radici di un fenomeno che riguarda oggi milioni di persone), o con i relatori di un appuntamento in cui dolce e salato si incontrano in modo nuovo e inaspettato: Gelato al Parmigiano Reggiano, dolce e un po’ salato con Giovanni Battista Mantelli, vera anima creativa di Venchi, Simone Ficarelli, responsabile Accademia Parmigiano Reggiano, e Luigi Odello, presidente del Centro Studi Assaggiatori, che stupiranno i presenti con un gelato dal gusto sorprendente (in collaborazione con Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano).

Alimentazione e chimica è invece il binomio esplorato da due coppie: la prima, formata dal “surfista iperattivo amante della cucina” Matteo Capone e dalla “creativa a suo agio con pennelli e parole” Chiara Biagini, insieme Il Chimico sulla tavola, che andrà a fondo della prima innovazione chimica in campo alimentare, della scienza che c’è dietro e del suo impatto sul nostro modo di vivere, cioè la cottura; la seconda, con Beatrice Mautino e Stefano Bertacchi, che si concentreranno sull’avversione alla chimica e il pregiudizio per il quale tutto ciò che è “chimico” appare dannoso, al contrario di ciò che è – o crediamo sia – “naturale”, e quindi benefico (in collaborazione con Aispec – Federchimica).

Ma non finisce qui, perché in programma ci sono anche la coppia formata da Elena Dogliotti e Chiara Matilde Ferrari, biologhe nutrizioniste che mostrano come difendersi dai tranelli alimentari in un incontro in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi, e il terzetto formato dall’agronoma Alessandra Biondi BartoliniLorenzo Biscontin che con la sua start-up innovativa Labhornet realizza soluzioni digitali in realtà immersive per il settore delle bevande alcoliche, e Marco Tebaldi, enologo fondatore dell’acceleratore di start-up innovative T-Farm, che ci portano a Zero gradi o poco più, quelli dei vini dealcolati o parzialmente dealcolati.

Equità sociale ed economica  

Agricolturalavoro e società delimitano gli spazi in cui prendono vita gli incontri dedicati all’equità sociale ed economica. Tra i temi affrontati, il sostegno ai piccoli produttori, la necessità di salari e prezzi equi, il rafforzamento delle comunità rurali e la lotta alle disuguaglianze. Sfide complesse che richiedono nuovi modi di pensare: il Food&Science Festival prova a immaginarli attraverso incontri dedicati e panel tematici, come quello dedicato al cambiamento demografico e ai suoi effetti sulla produzione e il consumo nell’agroalimentare tenuto da Gabriele Canali, docente di economia e politica agro-alimentare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore di CREFIS il centro ricerche economiche delle filiere sostenibili dell’Ateneo (a cura di Levoni, in collaborazione con SMEA-Università Cattolica del Sacro Cuore – Cremona). Dall’Università di Milano Bicocca arriva invece Giovanna Fullin, altra presenza di questo filone tematico, che utilizza la propria esperienza e formazione in sociologia del lavoro per spiegarci cosa vuol dire, davvero, lavorare a contatto con i clienti, offrendo a partire dal suo saggio I clienti siamo noi (il Mulino, 2023) uno spaccato illuminante sul vissuto degli addetti alla clientela, nel difficile equilibrio tra le richieste del datore di lavoro e le esigenze delle persone che devono servire.

Salute, cibo e nutrizione

Inscindibili. Alimentazione e benessere sono il binomio per eccellenza quando si parla di come migliorare la nostra salute e quella del pianeta, perché spesso le migliori scelte alimentari si riflettono positivamente anche oltre la tavola. Lo sanno bene i relatori dell’ultimo blocco tematico, quello dedicato proprio a salute, cibo e nutrizione, invitati a esplorare ogni possibile contaminazione e collegamento tra questi elementi. Alcuni esempi? Il dialogo tra Andrea Segrè e Giorgio Patelli, provenienti da ambiti molto differenti – la politica agraria l’uno e la medicina oncologica l’altro -, che metteranno a disposizione del pubblico le proprie esperienze e conoscenze dialogando di alimentazione, sostenibilità, società e salute (in collaborazione con AIRC), quello tra i bioinformatici Ugo Ala e Christian Damasco, che racconteranno invece le relazioni tra cibo e patrimonio genetico e l’incontro con Gabriella Morini, ricercatrice dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, guida alla scoperta di come cambia il gusto.

Panel a più voci sarà poi quello condotto da Roberta Villa sui cambiamenti nello stile di vita di ciascuno, tra farmaci e app. A partecipare saranno Guendalina Graffigna, (docente di Psicologia dei Consumi e della Salute presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona e Direttore del Centro di Ricerca EngageMinds HUB – Consumer, Food & Health Engagement Research Center), Eugenio Santoro (responsabile del laboratorio di Informatica Medica dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS) ed Enzo Bonora (docente di Endocrinologia presso l’Università di Verona e Direttore della Divisione di Endocrinologia, Diabetologia e Malattie del Metabolismo presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona), relatore anche di un secondo incontro focalizzato sul rapporto tra diete e salute insieme ad Andrea Devecchi (medico specializzato in Scienza dell’Alimentazione e componente del gruppo giovani della Società Italiana di Nutrizione Umana).

Concentrato sull’analisi delle dipendenze e sulla guarigione da esse è il neuropsichiatra Augusto Consoli, mentre guardano alla convivenza tra farmaci e alimenti due farmacologi, Jessica Cusato e Dario Cattaneo. Dulcis in fundo, un appuntamento che unisce sport e nutrizione, i cui legami sono messi in luce da un professionista dell’alimentazione e da una campionessa olimpica: Antonio Galatà e Valentina Vezzali (in collaborazione con Consorzio Tutela Grana Padano).

Gli eventi extra

Appuntamenti interdisciplinari che “sfuggono” ogni caratterizzazione, extra nel format e nel tema. Alcuni sono appuntamenti “storici” del Food&Science Festival, come la Rassegna stampa condotta dai giornalisti scientifici Marco Ferrari Roberta Villa, che quest’anno si arricchisce della presenza del divulgatore Marco Martinelli (con il sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana), altri sono assolute novità. Tra queste, il format “Cosa resta”, ideato dall’esperto di diritto Michele Fino, che ha l’obiettivo di raccontare al pubblico cosa è rimasto attuale e cosa è irrimediabilmente cambiato. Al centro dell’appuntamento che porterà a Mantova c’è un libro che ha fatto scuola nel campo della divulgazione scientifica: Contro Natura (Rizzoli, 2015), che a distanza di 10 anni dalla prima pubblicazione sarà discusso insieme ai suoi autori, Beatrice Mautino e Dario Bressanini.

Partono invece da uscite recenti o recentissime gli incontri con Giacomo Moro Mauretto, in arte @EntropyforLife, da pochissimo in libreria con Quando siamo diventati italiani (Mondadori, 2025); Giovanni Carrada, autore di Perché non parli (Johan & Levi editore, 2025) e Sara Urbani, redattrice de Il Bo Live – la cui ultima uscita è La scienza nascosta dei luoghi d’Italia (2025) – ed esperta di editoria, cultura e linguaggi nel contesto della comunicazione scientifica, che insieme si confrontano su come raccontare l’inestimabile patrimonio culturale italiano perché diventi un bene custodito e conosciuto da tutti; Eva Munter, in arte @chimica_in_pillole, che in Storie Periodiche (Apogeo, 2024), trasforma la tavola periodica in un immenso poema epico, con aneddoti incredibili dietro ciascuna delle sue ordinate caselle. E se di chimica si occupa anche un altro amico del Festival, il comunicatore della scienza Ruggero Rollini, che racconta al pubblico “quello che le formule non dicono” durante la conferenza-spettacolo Sarò sintetico, ci fanno accomodare a tavola con Batman & Co. gli autori di Foodmetti, progetto editoriale che unisce cibo e fumetti, per la prima volta al Festival.

Altro incontro, altra tavola, questa volta nel passato. Ci fanno spazio A tavola con gli antenati Alice Testa Nicolò Scialpi, divulgatrice di “storie di pietre e ossa” lei, archeologo e dottorando dell’Università di Ferrara lui. In coppia, guideranno il pubblico in un sorprendente viaggio indietro nel tempo per scoprire come i nostri antenati cacciavano e trasformavano le risorse naturali in pasti e, soprattutto, in che modo l’evoluzione tecnologica ha influenzato la nostra dieta e le strategie di sussistenza.

Immancabili poi i tour che accompagnano alla scoperta di Mantova e dei suoi dintorni. Per guardare con gli occhi della scienza le botteghe storiche cittadine tornano i tour della Scienza dei retrobottega in compagnia dei divulgatori Roberto Cighetti e Chiara Matilde Ferrari e della guida turistica Fiorenza Lodi (a cura di Confcommercio, Confesercenti e Confguide Mantova) e che quest’anno si arricchiscono del ciclo di laboratori e talk La bottega degli esperimenti, con gli artigiani delle botteghe cittadine, mentre una gita fuori porta lungo Riva della Madonna è quella a cura del Parco regionale del Mincio e Bioblitz Lombardia, che portano alla scoperta della Vita delle farfalle tra la riserva naturale Valli del Mincio e il Santuario delle Grazie.

Workshop e degustazioni

Non mancano mai all’appello, rappresentando occasioni uniche per partecipare davvero, non solo come pubblico, al Food&Science Festival: parliamo di workshop e degustazioni, gli ingredienti più vivaci dell’ampio menù della manifestazione. Partiamo dal cibo, anzi, partiamo dal formaggio, i cui segreti saranno al centro di diversi appuntamenti: quello con le divulgatrici scientifiche Antonella Losa e Giulia Tincani, che propongono un laboratorio interattivo tra gioco e degustazione per esplorare la storia, la scienza e i segreti dei formaggi; quello con Cornelio Marini, maestro assaggiatore di salumi e formaggi, che guiderà all’assaggio di alcune varietà di formaggio durante La Verticale (a cura di Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano); e quelli con Alessandra Biondi Bartolini, agronoma e il formatore Paolo Parisse, che si chiedono E se cambiassimo partner? affiancando al Grana Padano DOP il Marsala DOC, il Vermut IG e la Birra IGA, e Paola Calciolari, ambasciatrice dei sapori mantovani nel mondo, con cui sperimentare L’incontro perfetto tra tradizione e gusto, ovvero quello tra Grana Padano DOP e Mostarda Mantovana (tutti a cura di Consorzio Tutela Grana Padano).

E i condimenti? Non può mancare lo spazio riservato all’olio, raccontato e soprattutto gustato durante le degustazioni di olio DOP Umbria e biologico con cui dare Olio, al palato (a cura di Assoprol), mentre di Umami si occuperanno le food-writers Sara Porro e Myriam Sabolla durante il loro workshop dedicato al “quinto elemento del gusto”. Proprio come in un menù, spazio poi a drink, frutta e dolci: i primi, con il bartender Yuri Gelmini e Il Chimico sulla tavola, che illustrano le nuove frontiere dei cocktail NoLo, cioè a basso contenuto alcolico, in cui scienza e mixology si incontrano, i secondi durante il workshop sulla sferificazione della frutta con la pasticcera designer Nina Orria.

Per gli appassionati di giardinaggio, invece, il Festival ha il workshop perfetto: Vasi in evoluzione dove esplorare cambiamenti e sfide del giardinaggio sostenibile (a cura di Syngenta Flowers). Guidati dall’agronomo e paesaggista Antonio Sagaria e dal divulgatore Marco Martinelli, oltre a scoprire come il paradigma del giardinaggio stia cambiando per adattarsi alle nuove esigenze ambientali, i partecipanti avranno l’opportunità di mettere in pratica quanto appreso, costruendo il proprio vaso personalizzato sotto la guida esperta di due conduttori.

L’offerta dedicata a ragazze e ragazzi (e non solo)

Conoscere la scienza che c’è dietro e dentro l’alimentazione sperimentando e giocando. Anche quest’anno l’offerta formativa del Food&Science Festival dedicata a ragazze e ragazzi, studentesse e studenti è ampia e varia, e si compone di un doppio palinsesto fatto di incontrilaboratori e installazioni pensati per rispondere a domande, dubbi e interrogativi legati ai tanti temi affrontati. Incontri dedicati ai più giovani e non solo, perché in molti casi invitano tutto il pubblico a partecipare. Di seguito un approfondimento, ma tutti i dettagli su luoghi, svolgimento, target e modalità di prenotazione sono disponibili sul sito del festival a questo link: https://www.foodsciencefestival.it/scuole/

Laboratori e installazioni

Durante i laboratori del Food&Science Festival le domande sono tante, ma le risposte di più! Per esempio: come “costruire” un piatto ben bilanciato? A cosa stare attenti quando si fa la spesa? Come evitare gli sprechi alimentari? I più giovani potranno scoprirlo partecipando a Vivo sano. Alimentazione e salute a cura della Fondazione Umberto Veronesi, che con l’omonimo progetto si propone di promuovere l’importanza di una sana e corretta alimentazione per lo sviluppo e per mantenersi in salute. Un approccio simile viene proposto anche dalla Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro che attraverso i quiz e i giochi del laboratorio Cosa mangiamo veramente sottolinea come alla base della prevenzione di numerose malattie, compresi i tumori, ci sia una sana alimentazione e guida alla conoscenza dei nutrienti e delle caratteristiche che compongono gli alimenti.

E a proposito di caratteristiche… quali sono quelle dello zucchero? Quanti tipi ne esistono? Questo e molto altro è al centro di Zucchero & Co. L’importanza della dolcezza, mostra e laboratorio a cura della Cooperativa Ossigeno e Momic, in collaborazione con Eridania Italia S.p.a., grazie alla quale esplorare la chimica, la storia e la geografia dello zucchero, fare il punto su quello che ha da dire la ricerca medica in questo campo e imparare a distinguere le bufale dalle notizie attendibili.

Dallo zucchero al formaggio, due laboratori con degustazione ormai imperdibili a Mantova: il primo, a cura del Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano, che ci porta A scuola di Parmigiano Reggiano alla scoperta del suo meraviglioso mondo tra territorio, tradizione, gusto e benessere, il secondo, a cura del Consorzio Tutela Grana Padano, per ripercorrere le fasi di produzione del Grana Padano Dop: un tesoro da mangiare, imparando come si produce e da cosa derivano il suo sapore e profumo caratteristico.

Dopo averli prodotti, però, gli alimenti devono essere imballati. Il modo in cui questo processo avviene, estremamente interessante, viene raccontato dal Politecnico di Milano che attraverso due dei suoi dipartimenti ne offre due letture da prospettive diverse. Una, installazione a cura del dipartimento di Design, che mette a fuoco gli Spazi Gustosi, presentando i progetti per una nuova esperienza di alimentazione nei contesti scolastici tramite simulazioni di autoproduzione, consumo condiviso e gestione del rifiuto alimentare; l’altro, il laboratorio a cura del dipartimento DCMC (Chimica, Materiali e Ingegneria chimica), che avverte: Ehi, non rompere le scatole! In questo caso, infatti, la sfida alla costrizione di confezione di un uovo permetterà di apprendere le funzioni dell’imballaggio alimentare, la sua importanza e la corretta gestione del suo smaltimento.

Infine, per rimanere in tema scatole, arrivano al Food&Science Festival le Science in a box, per avere la scienza sempre a portata di mano: una serie di kit didattici progettati dall’Unità Relazioni con il Pubblico e Comunicazione integrata del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche in collaborazione con i ricercatori e le ricercatrici della rete scientifica per introdurre, approfondire o ripassare contenuti scientifici più o meno conosciuti, con l’obiettivo di ridurre la distanza percepita tra scienza e società e avvicinare le nuove generazioni alla scienza.

Gli incontri

Ambiente, agricoltura, salute e alimentazione sono i pilastri su cui si sviluppano gli incontri dedicati al pubblico più giovane. Partiamo dal primo, l’ambiente: per tutelarlo è necessario conoscerlo, nei suoi cambiamenti e nelle sue manifestazioni, da quelle più comuni come le piogge alle più impetuose come i cicloni. Per questo è importante stare A testa in su, come spiega Alessio Perniola durante la conferenza spettacolo in collaborazione con Gruppo Tea, uno show coinvolgente per guardare il cielo con occhi diversi e stimolare curiosità e partecipazione attiva grazie a esperimenti e dimostrazioni. Un po’ come succederà con Ecoradio, lo show-lab che invita ad accendere le frequenze della scienza per affrontare alcuni dei temi chiave della sostenibilità: dalle energie rinnovabili all’economia circolare, dal cambiamento climatico alle buone pratiche quotidiane, per capire come possiamo contribuire al futuro del pianeta con le nostre scelte di ogni giorno (entrambi a cura di Alessio Perniola e Multiversi).

È poi Deborah Piovan, imprenditrice agricola, a mettere al centro del discorso le opportunità e le sfide che l’agricoltura riserva alle nuove generazioni. A partire dalla propria esperienza, spiegherà come Coltivare il futuro guidando in un viaggio attraverso nuove tecnologie, sostenibilità e prospettive di lavoro che dimostra come questo mestiere possa rappresentare una scelta concreta e innovativa per il futuro (in collaborazione con Regione Lombardia).

Tra agricoltura e allevamento, andiamo verso la “Riscoperta” delle razze suine autoctone italiane e la valorizzazione dei loro prodotti con Gian Luigi Alfonso Restelli, responsabile divulgazione e formazione tecnica di Levoni (che cura l’incontro), pronto a far familiarizzare la platea di studentesse e studenti con le caratteristiche e peculiarità di queste razze, sottolineando le problematiche relative al loro allevamento, l’importanza del legame con il territorio e la necessità della loro salvaguardia ai fini del mantenimento della biodiversità.

Completano la panoramica due appuntamenti legati a cucina e alimentazione, ciascuno da un punto di vista diverso. Il primo, a cura del chimico Gabriele Pastori, che invita seguirlo tra Pentole e provette per capire quante e quali profonde connessioni legano chimica e cucina, il secondo con Enrica Favaro e Matteo Ghisolfi che invece tracciano La linea del cambiamento aiutando a definire i piccoli cambiamenti quotidiani che possono fare una grande differenza per la salute e il benessere, dando strategie pratiche e consigli concreti per metterli in pratica.

Il Festival è promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola. Si avvale di Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foresteRegione LombardiaProvincia di MantovaComune di Mantova, CNR – Consiglio Nazionale delle RicercheCamera di Commercio di Cremona-Mantova-Pavia, Confcommercio MantovaConfesercenti della Lombardia Orientale, Fondazione Banca Agricola MantovanaFondazione BPA Poggio Rusco e Politecnico di Milano come partner istituzionali. Main partner sono Syngenta, Gruppo Tea, Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano e Consorzio Tutela Grana Padano; sponsor sono UniCredit, Levoni, Barilla, Agrofarma – FederchimicaAispec – Federchimica e Inalca. Supporter Gruppo SaviolaPoste ItalianeAssoprol ed Eridania Italia. Sponsor tecnici De Simoni e Cucina da Manuale. Media partner ANSARai Radio 3Gruppo editoriale Athesis e AgroNotizie.

 

Food&Science Festival: ecco l'ottava edizione dal 17 al 19 maggio 2024

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Comunicazioni ufficiali, video e immagini (ove non indicato diversamente) dall’Ufficio stampa Ex Libris Comunicazione. Aggiornato il 28 marzo, il 17 aprile, il 15 e il 18 maggio 2025.

Nasce la Fondazione Bicocca, una nuova rete per l’alta formazione, la ricerca e il trasferimento tecnologico 

Presentata oggi, supporterà l’Università di Milano-Bicocca nelle attività didattiche e scientifiche e di terza missione, aumentando la competitività dell’ateneo e potenziandone l’impatto sul territorio e sul panorama accademico nazionale e internazionale.

Milano, 24 febbraio 2025 – Supportare e valorizzare le attività di alta formazione, ricerca e trasferimento tecnologico – attraverso iniziative di promozione e sostegno finanziario e strategie di cooperazione nazionale e internazionale – per contribuire alla crescita economica del Paese, mettendo in stretta connessione mondo accademico e produttivo. È la mission della Fondazione Bicocca, il nuovo ente costituito dall’Università di Milano-Bicocca presentato oggi nell’Aula Magna dell’ateneo, durante l’evento “Connessioni per il futuro”, alla presenza della rettrice Giovanna Iannantuoni, del presidente della Fondazione e prorettore vicario dell’ateneo Marco Orlandi, del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Alessandro Morelli, dell’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia Guido Guidesi e dell’assessora allo Sviluppo economico e politiche del lavoro del Comune di Milano Alessia Cappello.

La Fondazione Bicocca è una fondazione di partecipazione, senza scopo di lucro, e nasce per favorire la partnership tra ateneo e soggetti esterni, la collaborazione tra pubblico e privato.

Sue finalità principali sono:

  • Il sostegno all’imprenditorialità accademica e alla valorizzazione della proprietà intellettuale;

  • Il supporto ai servizi per gli studenti e alle iniziative di orientamento;

  • La partecipazione a progetti internazionali, europei e nazionali per attrarre finanziamenti a sostegno della ricerca e dell’innovazione.

Fondazione Bicocca avrà il suo quartier generale nella sede principale dell’Università, nell’Edificio U6 “Agorà”. A poca distanza, in BiM – il grande progetto di rigenerazione urbana promosso da Aermont Capital e Kervis SGR che sta trasformando un iconico edificio di Vittorio Gregotti in una work destination all’avanguardia – troverà casa il Bicocca Pavilion, il nuovo Innovation Hub della Fondazione Bicocca, che mette in relazione le eccellenze dell’Ateneo con il mondo delle imprese.

Il Bicocca Pavilion, l’innovation hub della fondazione
Il Bicocca Pavilion, l’innovation hub della fondazione

Il Pavilion, progettato da Piuarch e costruito al centro della piazza, immerso nel verde, sarà uno spazio polifunzionale dal design distintivo e flessibile, pensato per ospitare un ecosistema evoluto di imprese e professionisti, favorendo il dialogo e le sinergie. L’inaugurazione del Bicocca Pavilion avverrà il 14 aprile.

Nello specifico, la Fondazione opera nei seguenti ambiti:

  • Alta Formazione: Gestione e promozione di tutti i Master di I e II livello, corsi professionalizzanti, summer e winter school e convegni accademici, con l’obiettivo di aumentare del 10 per cento l’offerta formativa a partire dall’anno accademico 2025-2026;

  • Ricerca e trasferimento tecnologico: promozione e valorizzazione dei risultati della ricerca universitaria attraverso il supporto alla brevettazione e alla partnership con imprese ed enti pubblici, con lo scopo di incrementare del 10 per cento i proventi da collaborazioni con aziende;

  • Eventi e public engagement: coordinamento e organizzazione di hackathon, workshop e conferenze per promuovere la ricerca, condividerne la conoscenza con il pubblico e attrarre sponsorizzazioni private. È prevista l’organizzazione di almeno 10 eventi sponsorizzati all’anno.


«La creazione della Fondazione Bicocca rappresenta un passo strategico per il nostro ateneo – afferma la rettrice dell’Università di Milano-Bicocca Giovanna Iannantuoni – introducendo una serie di vantaggi operativi, gestionali e strategici che integrano e potenziano le attività già svolte. La Fondazione potenzia e amplifica l’impatto dell’Università sul territorio e nel panorama accademico nazionale e internazionale. Milano-Bicocca si pone all’avanguardia nella creazione di un ecosistema accademico-innovativo, in grado di rispondere alle sfide del futuro con strumenti più efficaci e competitivi».

«Grazie alla Fondazione – dichiara il presidente della Fondazione e prorettore vicario dell’ateneo, Marco Orlandi – potremo ottimizzare la gestione di iniziative chiave per la formazione, il trasferimento tecnologico e la valorizzazione della ricerca, consolidando il ruolo dell’Università di Milano-Bicocca come polo di eccellenza. Vogliamo che la Fondazione diventi un punto di riferimento per la valorizzazione della conoscenza e dell’innovazione tecnologica, promuovendo sinergie con il mondo imprenditoriale e con le istituzioni pubbliche».

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa dell’Università di Milano-Bicocca

Università di Pavia: Nasce il nuovo Campus della Salute

Lunedì 18 settembre inaugurazione della nuova sede della Facoltà di Medicina, alla presenza del ministro Bernini e del presidente della Regione Lombardia Fontana

PAVIA. Una tappa storica per l’Università di PaviaLunedì 18 settembre, alle 11:30, verrà inaugurata la nuova sede della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Pavia: uno dei corsi di studio con cui ha preso avvio l’ateneo pavese più di 660 anni fa, e che anche quest’anno è stato certificato come il migliore in Italia dalla classifica Censis.

Alla cerimonia, oltre al Rettore Francesco Svelto e alla professoressa Cristina Tassorelli, Presidente della Facoltà, interverranno il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. Saranno presenti anche il Sindaco della città Fabrizio Fracassi e il Presidente della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo Alessandro Venturi.

Il Campus della Salute, che ospiterà dai primi di ottobre più di duemila studenti da tutto il mondo, apre le sue porte in quello che fino a pochi anni fa era il padiglione delle Cliniche Mediche del San Matteo. L’edificio, originario degli inizi degli anni ’30 del secolo scorso, ha una superficie totale di 13.000 metri quadrati ed è stato interamente riqualificato con l’impiego di tecnologie orientante alla sostenibilità e all’efficienza energetica. Tutti gli spazi sono stati riprogettati per essere moderni e confortevoli, per offrire così a studenti e docenti un ambiente ideale dove incontrarsi, condividere esperienze e scambiarsi informazioni e conoscenze.

«Il Campus della Salute – anticipa il Rettore Francesco Svelto – si trova poi in una zona strategica della città: nel cuore del Policlinico San Matteo, vicino agli Istituti Mondino e Maugeri, in stretta connessione con i Dipartimenti scientifici e tecnologici dell’Università, a loro volta in fase di profonda riqualificazione nelle loro strutture edilizie».

Nasce il nuovo Campus della Salute dell'Università di Pavia
Nasce il nuovo Campus della Salute dell’Università di Pavia

I NUMERI

Il nuovo polo dell’Università di Pavia conta 16 aule didattiche (da 36 a 240 posti, per un totale di 2100 posti), 12 sale studio (260 posti complessivi sui due piani), 4 aule informatizzate. Al piano terra si trova la biblioteca da 200.000 volumi e un’ala è interamente destinata al Centro di Didattica Simulata che consentirà agli studenti esercitazioni chirurgiche innovative. Si tratta di una struttura tecnologicamente all’avanguardia in Lombardia e in Italia, costituita da due ambienti attrezzati come vere e proprie sale operatorie, ciascuna con la propria cabina di regia, un locale con postazioni per simulare piccole operazioni e altre sale per il debriefing. In più: una caffetteria, spazi ristoro autonomo e aree verdi all’aperto.

Nell’ultimo anno accademico gli iscritti ai corsi UNIPV di Medicina e Chirurgia, su tutti i sei anni di studio, sono stati complessivamente 2.326: 1.580 al corso “Golgi” in lingua italiana e 746 al corso “Harvey” interamente in lingua inglese. I posti per le nuove matricole per l’a.a. 2023/2024 sono cresciuti a quota 388 nel primo caso e 103 nel secondo.

L’evento di inaugurazione sarà trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube ufficiale dell’Università di Pavia.
https://www.youtube.com/watch?v=pBvY9V335uo

Testo e foto dall’Ufficio Stampa dell’Università di Pavia.

L’impatto della telepsichiatria in Lombardia durante la pandemia

 Uno studio epidemiologico coordinato dall’Università Statale di Milano evidenzia l’implementazione dei servizi di telepsichiatria durante la pandemia, distinguendo la tipologia di disturbi trattata con maggiore frequenza (disturbi alimentari ed ossessivo-compulsivo) e suggerisce lo sviluppo di nuove politiche sanitarie volte ad ottimizzare l’erogazione dei servizi di psichiatria. La pubblicazione su Nature Mental Health.

Milano, 12 luglio 2023. I ricercatori del dipartimento di Scienze della Salute dell’Università Statale di Milano, in collaborazione con i dipartimenti di Salute Mentale e delle Dipendenze dell’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano e dell’ASST di Lodi, e con la Struttura Salute Mentale, Dipendenze, Disabilità e Sanità Penitenziaria della Regione Lombardia, hanno pubblicato uno studio su Nature Mental Health sull’impatto di strumenti di telepsichiatria. Al progetto hanno collaborato anche docenti di psichiatria dell’Università di Oxford e dei tre poli didattici cittadini della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Statale di Milano.

È stata utilizzata la banca dati di Regione Lombardia dei servizi di salute mentale territoriali per descrivere la trasformazione degli interventi durante il primo anno pandemico, compresa la progressiva implementazione della telepsichiatria. Sebbene le implicazioni per la salute mentale della crisi pandemica siano oggetto di innumerevoli studi, non era infatti ad oggi disponibile una lettura epidemiologica integrata sulla risposta di un sistema sanitario pubblico esteso come quello lombardo, che copre un bacino di utenza di 10 milioni circa di persone mediante il lavoro di 36 dipartimenti, distribuiti su 12 province.

Rispetto all’anno precedente, nel primo semestre del 2020 si registrava una riduzione nel numero complessivo di prestazioni, e le province con un impatto precoce e maggiore della pandemia mostravano anche un maggior decremento del numero di interventi psichiatrici. Il numero di prestazioni tornava però rapidamente sovrapponibile a quello dell’anno precedente nel secondo semestre 2020, quando si osservava una progressiva integrazione della telepsichiatria nella pratica clinica (sino ad un intervento ogni quattro negli ultimi mesi dell’anno). Questi interventi erano relativamente più utilizzati con utenti donne per tutte le fasce d’età e le diagnosi; in generale, si evidenziava poi una progressiva diminuzione degli interventi effettuati da remoto all’aumentare dell’età, con un nuovo aumento oltre i 65 anni. La telepsichiatria era relativamente più utilizzata in gruppi di utenti con un impatto complessivo minore sulle risorse dei servizi, quali disturbi alimentari ed ossessivo-compulsivo, meno in quelli con maggiore impatto, quali ad esempio i disturbi dello spettro schizofrenico.

I dati internazionali disponibili ad oggi provenivano da singoli siti o da collaborazioni di piccoli gruppi nel contesto di reti assistenziali meno integrate. Oltre a fornire informazioni specifiche sulla risposta dei servizi di salute mentale all’emergenza pandemica, lo studio evidenzia i vantaggi in termini di ricerca dei registri italiani per la salute mentale, che riflettono l’attività di un sistema sanitario pubblico estesamente distribuito ed accessibile, con una rete di servizi ampiamente sovrapponibili tra i centri.

Sebbene le diseguaglianze regionali nell’organizzazione dei servizi e nelle risorse a disposizione limitino l’estensibilità delle osservazioni, i risultati potranno contribuire allo sviluppo di nuove politiche sanitarie volte ad ottimizzare l’erogazione dei servizi, a livello nazionale e in contesti internazionali simili al nostro” conclude Armando D’Agostino, psichiatra dell’Università degli Studi di Milano e dell’Ospedale San Paolo e coordinatore del lavoro di ricerca.

Nonostante l’emergenza relativa alla salute mentale catalizzata dalla pandemia, l’Italia continua infatti ad essere uno dei paesi G7 con minori risorse economiche destinate al settore. La mole di interventi annuali erogati evidenziata dallo studio (circa 1,5 milioni) sembra giustificare un congruo investimento sulle nuove tecnologie, sulla formazione dei lavoratori e sulla ricerca epidemiologica su vasta scala relativa ad efficacia degli interventi e soddisfazione di operatori e utenti.

dottore telepsichiatria Lombardia pandemia
L’impatto della telepsichiatria in Lombardia durante la pandemia. Immagine di Mohamed Hassan

Testo dall’Ufficio Stampa dell’Università Statale di Milano.

L’urbanizzazione e le api. Uno studio sull’area metropolitana di Milano

La ricerca del dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze dell’Università di Milano-Bicocca, pubblicata sul Journal of Applied Ecology, indica come la maggiore o minore cementificazione incida sugli impollinatori e sull’ecosistema di impollinazione
urbanizzazione api Milano
L’urbanizzazione e le api. Uno studio sull’area metropolitana di Milano

 

Milano, 5 maggio 2022 – L’urbanizzazione del paesaggio e del clima influisce sulla presenza di impollinatori e sull’entità di nettare e polline da essi trasportato. Così, le città e i dintorni diventano laboratori di transizioni ambientali in grado di restituire informazioni sul servizio ecosistemico di impollinazione di una data area utili per la pianificazione e gestione di paesaggi urbani più attenti all’ambiente.
Sono i temi al centro di uno studio di un gruppo di ricerca del dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze dell’Università di Milano-Bicocca, dal titolo “City climate and landscape structure shape pollinators, nectar and transported pollen along a gradient of urbanization”, appena pubblicato sul ”Journal of Applied Ecology“ (DOI: 10.1111/1365-2664.14168). La ricerca, col supporto di Regione Lombardia nell’ambito del progetto “Pignoletto”, dimostra che «la variazione della cementificazione del paesaggio in una regione – come spiega Paolo Biella, ricercatore di Ecologia dell’ateneo milanese – crea un gradiente di trasformazione del paesaggio dovuto all’urbanizzazione».
Paolo Biella
Paolo Biella
Gli scienziati di Milano-Bicocca si sono focalizzati sull’effetto dell’urbanizzazione del paesaggio e del clima su due gruppi di impollinatori (api selvatiche e sirfidi), sulle risorse floreali a loro disposizione (il nettare utilizzato per l’alimentazione) e anche sul polline trasportato sui loro corpi che serve per impollinare le piante.
«Lo abbiamo fatto in un insieme di 40 siti collocati principalmente nella città metropolitana di Milano, da aree seminaturali a basso impatto ad aree con diversi livelli di edificato». Con campionamenti svolti da maggio a luglio del 2019.
Gli effetti dell’urbanizzazione sono risultati in generale negativi per la presenza di impollinatori. «Le aree suburbane erano le più ricche – spiega Biella –: le abbondanze di impollinatori hanno raggiunto il picco quando il paesaggio era occupato dal 22 per cento di superfici cementate, con la rilevazione di oltre 100 individui in 24 ore, e sono poi diminuite con la crescente urbanizzazione. Inoltre, la presenza era influenzata dalla distanza tra le aree verdi e dall’ampiezza del parco urbano: più erano distanti le aree o più era grande il parco, meno erano le api selvatiche e i sirfidi rilevati».
urbanizzazione api Milano
Bombus argillaceus (foto di Paolo Biella)
Siti particolarmente ricchi di impollinatori si sono rivelati, nella cintura periurbana di Milano, Cesano Boscone, Cuggiono, San Bovio e Vimodrone. Nella città di Milano, invece, siti particolarmente friendly per api e sirfidi sono risultati il parco Nord, il parco Segantini e la Collina dei Ciliegi, in zona Bicocca.
I tre ambienti principali che sono stati campionati: superfici di parchi urbani circondati da abitati
A influire negativamente sulla minore presenza di impollinatori non è stata solo la mancanza di verde e di risorse floreali, ma anche il clima locale.
«Gli impollinatori sono diminuiti nelle aree più urbane – prosegue il ricercatore – che hanno infatti minime variazioni di temperatura tra la primavera e l’estate, che si mantiene alta più a lungo rispetto a aree semiurbane o agricole».
I tre ambienti principali che sono stati campionati: margini di campi agricoli con varie superfici impervie nelle vicinanze
Altro aspetto rilevato: il nettare disponibile – la massa zuccherina di cui si nutrono gli impollinatori quando si posano sui fiori – aumentava proporzionalmente alla copertura cementata e anche alle precipitazioni.

«I nettari delle città erano meno consumati dagli impollinatori, meno presenti, e le piante erano più produttive, forse avvantaggiate dalle più copiose precipitazioni».

Infine, l’urbanizzazione incide anche sul servizio ecosistemico di impollinazione. «Nel polline trasportato dagli impollinatori abbiamo trovato progressivamente meno specie di piante al crescere delle aree cementificate e il polline di città conteneva un’elevata incidenza di piante esotiche e ornamentali, suggerendo comunità vegetali molto antropizzate», aggiunge Biella. Arbusti come la deutzia, la rosa ornamentale, il filadelfo e fiori come le campanule, l’arnica, il nasturzio e il garofano.
I tre ambienti principali che sono stati campionati: prati seminaturali in prossimità di boschi (1 km) con poca urbanizzazione nelle vicinanze
Ora l’equipe di ricercatori del dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze sta portando avanti altri campionamenti.
«Le città e i dintorni offrono una grande opportunità per capire come piante e impollinatori reagiscono alle transizioni ambientali. Questi due gruppi di esseri viventi sono la chiave di molti processi direttamente e indirettamente connessi con le società umane e con il funzionamento della natura», conclude Biella.
File per approfondire (pdf): Rilevamenti – I sitiRilevamenti – La mappa
Testo e foto dall’Ufficio Stampa Università di Milano-Bicocca

“Climada”, il clima degli ultimi 1000 anni svelato dai ghiacci dell’Adamello

È cominciata la fase di studio dei 224 metri di ghiaccio estratti nel 2021, per ricostruire le condizioni climatiche ed ambientali della parte centrale delle Alpi e monitorare il movimento del ghiacciaio.

 

ClimAda
“Climada”, il clima degli ultimi 1000 anni svelato dai ghiacci dell’Adamello

 

Milano, 28 aprile 2022 – Parte ClimADA, seconda fase del progetto che nell’aprile 2021 ha permesso l’estrazione di 224 metri di ghiacci dal Ghiacciaio dell’Adamello, grazie ad un’operazione mai riuscita prima nell’intero arco alpino. Nei laboratori dell’EuroCOLD della Bicocca è iniziata, infatti, la serie di analisi finalizzate a ricostruire le condizioni climatiche ed ambientali della parte centrale delle Alpi, che permetterà di andare indietro di 1000 anni circa.
All’indomani del sopralluogo sul Ghiacciaio per verificare lo stato della fibra e della raccolta dati, Fabrizio Piccarolo, Direttore di Fondazione Lombardia per l’Ambiente, annuncia questa nuova fase dell’attività che vede partner pubblici e privati raccolti attorno all’obiettivo di studiare il ghiacciaio per capire i cambiamenti climatici sull’arco alpino e sui territori circostanti.
«Sono particolarmente grato a Fondazione Cariplo – sottolinea Piccarolo – e a Regione Lombardia che insieme all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Politecnico di Milano, Università di Brescia e Comunità Montana di Valle Camonica-Parco dell’Adamello, e con il supporto attivo di Edison e Bayer, ci dà modo di entrare nella seconda fase del progetto iniziato nel 2021 con l’estrazione dei 224 metri di ghiaccio dall’Adamello».

Mentre il ghiaccio estratto è custodito presso l’EuroCOLD Lab di Milano-Bicocca (che arriva a -50°C di temperatura e che, insieme a due “camere bianche” a bassissimi livelli di contaminazione, permette di simulare le condizioni presenti in alta montagna e nelle regioni polari), è proseguita la raccolta di dati provenienti dalla fibra ottica installata lungo la verticale di estrazione del ghiaccio: dalla loro posa si misurano spostamento e temperatura lungo tutta la verticale di sondaggio, dando informazioni preziose per comprendere come si muove il ghiacciaio dell’Adamello e quale sarà il suo futuro.
«Investire sullo studio dei cambiamenti climatici significa investire sul futuro del nostro ecosistema e su tutti gli aspetti ad esso collegati: vivibilità dei territori, salute delle persone, economia locale – spiega Giovanni Fosti, Presidente di Fondazione Cariplo. Per questo Fondazione Cariplo continua a sostenere il progetto ClimADA: grazie a questa seconda fase di ricerca sarà possibile avere nuovi elementi per capire quale è stato l’impatto dell’uomo sull’ambiente e quali sono le misure per ridurlo».

Insieme a Regione Lombardia per studiare il cambiamento climatico
«Regione Lombardia ha voluto sostenere fin dall’inizio questo progetto scientifico che è in linea con la politica ambientale del governo regionale – commenta Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia. I 224 metri di ghiaccio estratti e studiati permetteranno di leggere la storia del ghiacciaio e dei cambiamenti climatici, così come la fibra ottica sta fornendo informazioni preziose. Un risultato per la nostra Regione, per l’ambiente e per gli studi sulle evoluzioni dei ghiacciai.
Questo ci fa proseguire convintamente, attraverso la Fondazione, nel sostenere questo progetto con un importante stanziamento per i prossimi due anni, a favore dell’attività di ricerca per la ricostruzione climatica e ambientale dell’area dell’Adamello. A conferma della necessità di un lavoro continuo, che Regione Lombardia sta portando avanti sui temi ambientali, sul cambiamento climatico, sullo studio della biodiversità. Sempre in un’ottica di sviluppo sostenibile, guardando al futuro e alle tecnologie innovative».
ClimAda
La segmentazione della carota di ghiaccio
«Ora – spiega Valter Maggi, responsabile dell’EuroCOLD Lab, dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra – stiamo definendo un piano di taglio della “carota”. Saranno campionate sezioni di ghiaccio destinate alle misure degli isotopi stabili, necessarie per ricostruire l’origine delle masse d’aria che provocano le precipitazioni nevose sull’Adamello. In parallelo verranno effettuati campionamenti per le misure delle polveri fini atmosferiche, dei pollini e dei macroresti vegetali e per le misure dei black carbons di origine antropica. Sono previste anche datazioni di differente tipo (come radiocarbonio e Argon) necessarie per meglio capire la sequenza temporale degli eventi».

ClimAda

I 4 periodi analizzati, fino a 1000 anni di storia
Queste misurazioni sono fondamentali per comprendere l’evoluzione del Ghiacciaio dell’Adamello negli ultimi secoli, ricostruire le condizioni climatiche ed ambientali che si sono succedute fino ad ora, e fornire dati per gli scenari futuri sia sul ghiacciaio stesso che nelle Alpi centrali. In particolare la ricostruzione degli eventi climatici ed ambientali si concentrerà su 4 periodi specifici:
  • il periodo industriale
  • la Prima Guerra Mondiale, combattuta in modo molto cruento sull’Adamello, rappresenta un periodo di particolare importanza per valutare l’impatto delle situazioni belliche in aree montane;
  • la parte della Piccola Età Glaciale, del periodo pre-industriale;
  • la parte basale della carota (indicativamente gli ultimi 30 metri di carota) consentiranno infine di comprendere l’evoluzione climatico-ambientale di un periodo stimato intorno a 1000 anni dal presente.

 

Il movimento del Ghiacciaio seguito dalla fibra ottica
L’inserimento di 4 cavi in fibra ottica all’interno della perforazione – progettato ed eseguito dal team del prof. Mario Martinelli del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano – ha permesso di monitorare l’evoluzione temporale del profilo termico e deformativo del ghiacciaio lungo la verticale fino alla profondità di 225 metri, con un elevato dettaglio spaziale. «Un sistema di monitoraggio di questo tipo – spiega Martinelli – non è mai stato applicato a un ghiacciaio alpino prima d’ora e potrà fornire anche in futuro preziosissime informazioni, che saranno utili a geologi e glaciologi per prevedere la futura evoluzione del più grande e profondo ghiacciaio d’Italia. Le misure del sensore a fibra ottica saranno successivamente integrate da dati satellitari, per seguire anche lo spostamento superficiale del ghiacciaio. L’integrazione di questi dati permetterà di stimare i parametri del modello termofluidodinamico (messo a punto dal prof. Ranzi e dalla prof.sa Grossi dell’Università di Brescia) e quindi di ottenere una descrizione più affidabile del ghiacciaio, simulandone il comportamento».

 

«Dalle valutazioni preliminari condotte dal team dell’Università di Brescia – ricorda Roberto Ranzi, professore di Costruzioni idrauliche e di Monitoraggio e sistemazione dei bacini idrografici in questo ateneo –  era risultato che difficilmente  il Ghiacciaio dell’Adamello sopravviverà  fino alla fine del secolo. Le misure effettuate nel progetto ClimADA potranno ridurre le incertezze delle nostre stime e gettare maggior luce sugli impatti del riscaldamento globale sulla criosfera e il regime dei deflussi nei bacini alpini glacializzati».

 

Una conoscenza diffusa sul territorio e nelle scuole

 

«Il ghiacciaio porta dentro di sé e restituisce eventi ed elementi preziosi per ricostruire la storia dei secoli trascorsi – osserva Alessandro Bonomelli, Presidente della Comunità Montana di Valle Camonica-Parco dell’Adamello. Nella lettura delle pagine ghiacciate del passato cerchiamo interpretazioni del presente e soluzioni efficaci per garantire un futuro al Pianeta e all’Umanità: da qui vengono gli obiettivi delle azioni progettuali in capo alla Comunità Montana di Valle Camonica-Parco dell’Adamello: informare e sensibilizzare i cittadini – con particolare riferimento ai bambini e ai ragazzi – sulle conseguenze che le nostre azioni e scelte quotidiane determinano sull’ambiente che ci ospita e ci dà la vita».

 

«Rinnoviamo con piacere il nostro impegno nella prosecuzione del progetto ClimADA, in coerenza con la nostra politica di sostenibilità che tra i suoi cardini ha la lotta al cambiamento climatico e la salvaguardia degli ecosistemi – dichiara Marco Stangalino, Vice Presidente Esecutivo Power Asset di Edison. Anche quest’anno, grazie alla collaborazione con i partner di progetto, consolidiamo la collaborazione con le scuole delle valli che ospitano i nostri impianti di energia rinnovabile, rendendo protagonisti gli stessi studenti, che avranno la possibilità di analizzare le “carote” estratte sull’Adamello».

 

«Come azienda che opera nel settore delle Life Sciences, abbiamo manifestato fin da subito il nostro interesse a supportare questo progetto. Contribuire allo sviluppo sostenibile, alla crescita inclusiva e alla consapevolezza di istituzioni e cittadini sul cambiamento climatico è un elemento centrale della nostra strategia aziendale. Il progetto ClimADA sposa perfettamente la nostra visione e l’attenzione che riserviamo verso attività concrete locali che si prestano a trovare soluzioni per la protezione dell’ambiente» – commenta Fabio Minoli, Direttore della Comunicazione, Relazioni Esterne e Sostenibilità di Bayer Italia.

 

«Comprendere: una semplice parola ma con un’importante densità etimologica» – sottolinea Oliviero Valzelli, Presidente del Consorzio Servizi Valle Camonica, spiegando come «comprendere quale sia lo stato di salute del nostro pianeta partendo dallo studio del clima grazie ai ghiacciai è un’azione ardua ma importantissima. Proprio sul tema della sostenibilità il Gruppo Valle Camonica Servizi dimostra la massima attenzione nei progetti che sta attuando a favore degli abitanti della Valle Camonica e in particolare per i giovani. Se tutti comprendiamo l’importanza dell’interconnessione tra l’uomo e le condizioni climatiche, le giuste azioni sono più fattibili, perché ricche di significato».
Testo e foto dall’Ufficio Stampa Università di Milano-Bicocca
NanoCosPha, innovazione e sostenibilità al servizio dell’industria cosmetica e farmaceutica

Da un’intesa tra l’Università di Milano-Bicocca e Regione Lombardia nasce la piattaforma tecnologica dedicata allo sviluppo di prodotti per il benessere e la cura della persona. Quattro milioni di euro il valore complessivo del progetto.

Milano, 14 febbraio 2022 – Sviluppare prodotti per la medicina di precisione e personalizzata, trattamenti anti-age, antiossidanti e antinfiammatori, innovativi e a basso impatto ambientale. Con questo obiettivo nasce NanoCosPha, il progetto coordinato dall’Università di Milano-Bicocca e cofinanziato da Regione Lombardia per la creazione di una filiera tecnologica a supporto delle aziende cosmetiche e farmaceutiche.

NanoCosPha
Milano – NanoCosPha. Intervento della rettrice Giovanna Iannantuoni

L’iniziativa è stata annunciata questa mattina nel corso dell’evento che si è tenuto a Palazzo Lombardia alla presenza della rettrice di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni, dell’assessore per l’Istruzione, università, ricerca, innovazione e semplificazione di Regione Lombardia, Fabrizio Sala e di esponenti dei settori farmaceutico, cosmetico, scientifico e accademico.

“Le Università sono un partner fondamentale per lo sviluppo economico di Regione Lombardia – ha dichiarato l’assessore regionale Fabrizio Sala – Con accordi come questo vogliamo supportare gli atenei e legare sempre più il mondo universitario con quello produttivo. In questo caso abbiamo supportato Università Bicocca con 2 milioni di euro per la realizzazione di una infrastruttura importante, favorendo di fatto un’attività di ricerca sempre più importante anche per studenti e professori” ha concluso Sala.

Il progetto, coordinato dal prorettore alla Ricerca di Milano-Bicocca, Guido Cavaletti, coinvolge i dipartimenti di Biotecnologie e bioscienze e Medicina e chirurgia dell’Ateneo Milanese e si occuperà dei vari stadi di sviluppo di nano-bioformulati, nanofarmaci e prodotti cosmetici di nuova generazione.

«Con questo progetto intendiamo affrontare in modo olistico il tema del benessere promuovendo l’innovazione e il trasferimento tecnologico – afferma Guido Cavaletti, prorettore alla ricerca di Milano-Bicocca – ma anche la ricerca di base e l’alta formazione dei giovani e manager d’azienda attraverso dottorati industriali, stage e scambi bilaterali tra l’università e l’azienda».

NanoCosPha
Milano – NanoCosPha: Da sinistra: Fabrizio Sala, Miriam Colombo, Guido Cavaletti, Davide Prosperi

NanoCosPha potrà contare su una piattaforma tecnologica costituita da sei laboratori innovativi e altamente specializzati per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro, finanziato per metà da Regione Lombardia.

La ricerca si concentrerà sulla creazione di nuove molecole attive, in grado di sfruttare i vantaggi della dimensione nano. Utilizzando le nanoparticelle come vettori è possibile trasportare molecole e principi attivi proprio là dove servono, in modo preciso e veloce, favorendone l’assorbimento e scongiurando la comparsa di effetti avversi. In campo cosmetico, dunque, sarà possibile osservare il beneficio locale, evitando effetti inattesi; nel caso dei farmaci, vi sarà una minore degradazione a livello dello stomaco a seguito della somministrazione orale.

NanoCosPha lavorerà allo sviluppo di nuovi processi a basso impatto ambientale. Uno degli obiettivi principali sarà la sostituzione di microplastiche con molecole di origine naturale compatibili sia per l’uomo, sia per la natura che lo circonda. Ma non solo. L’automazione dei processi e l’utilizzo di sistemi di machine learning nella preparazione e nella validazione dei preparati consentirà di ottimizzare la resa e di ridurre gli scarti.

Lo sviluppo di prodotti green ben si coniuga con la ricerca di prodotti sostenibili anche per l’equilibrio della pelle. Per questo un passo fondamentale sarà l’analisi del loro effetto sul microbioma – l’insieme dei microrganismi che interagiscono con la nostra pelle – anche attraverso lo sviluppo di disegni sperimentali specifici basati sull’analisi bioinformatica e su approcci di intelligenza artificiale.

Nei laboratori di NanoCosPha, inoltre, verranno effettuati test analitici su prodotti cosmetici finiti come anti-aging e anticellulite grazie al lavoro in sinergia con l’industria cosmetica, con la finalità di migliorare la comunicazione al consumatore.

La possibilità di customizzare prodotti e procedure preparative all’interno della filiera dei processi automatizzati aprirà la strada alla cosmetica e alla medicina personalizzata e all’applicazione dei derivati al trattamento delle malattie rare.
Testo e foto dall’Ufficio Stampa Università di Milano-Bicocca