News
Ad
Ad
Ad
Tag

Museo Galileo

Browsing

1925-2025: CENTO ANNI DI STORIA DELLE SCIENZE A FIRENZE – IL MUSEO GALILEO CELEBRA IL SUO CENTENARIO

Il 7 maggio 1925 fu fondato a Firenze l’Istituto di Storia delle Scienze (oggi Museo Galileo).

Le celebrazioni del centenario si articolano in un ricco programma di eventi che prenderà il via il 15 aprile nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio con una lectio magistralis di Martin Kemp, storico dell’arte di fama mondiale, e una lettura di testi galileiani affidata a Sergio Rubini.

Spettacoli, aperture serali, mostre, convegni e pubblicazioni si alterneranno dal 15 aprile fino al 2027: tra le novità, l’apertura del nuovo GalileoLab nei locali del Complesso di Santa Maria Novella

Museo Galileo di Firenze centenario BD_Celebrazioni 100 anni MG

Firenze, 31 marzo – Oltre 1.000 strumenti in esposizione permanente, un patrimonio librario di oltre 250.000 volumi, più di 209.000 visitatori e 25.000 partecipanti alle attività didattiche (per oltre 1.500 appuntamenti annuali) nel solo 2024: sono queste oggi le cifre del Museo Galileo di Firenze, che il 7 maggio celebrerà il centenario della sua fondazione, un traguardo storico che rappresenta un’occasione straordinaria per riflettere sull’evoluzione della storia della scienza in Italia. Fondato nel 1925 come Istituto di Storia delle Scienze, il Museo è divenuto nel tempo un punto di riferimento internazionale per la ricerca e la divulgazione della cultura storico-scientifica, un luogo di incontro per studiosi di storia della scienza, appassionati e curiosi.

Martin Kemp
Martin Kemp

Eventi speciali, spettacoli, aperture serali, mostre e convegni: sono numerose le iniziative che il Museo Galileo dedicherà ai suoi 100 anni di storia. A cominciare dal 15 aprile a Palazzo Vecchio nel Salone dei Cinquecento, quando si terrà l’apertura delle celebrazioni, con la lectio magistralis di Martin Kemp, Professore Emerito della Oxford University e storico dell’arte di fama mondiale, “Icons of Science”, e la lettura dell’attore Sergio Rubini di testi del celebre scienziato fiorentino nell’“Omaggio a Galileo”, accompagnata da brani eseguiti dai Musici della Scala (partecipazione su invito, prenotazione obbligatoria).

Sergio Rubini
Sergio Rubini

A giugno aprirà la mostra “Cento anni di storia della scienza a Firenze” (20 giugno – 19 ottobre 2025), che esporrà edizioni rare e pregiate, manoscritti e documenti scientifici raccolti e conservati nella biblioteca del Museo Galileo.

Tra i progetti del 2025, da segnalare la pubblicazione del volume Dieci storie per un museo (Edizioni Museo Galileo) con i testi di dieci scrittori di fama nazionale, ispirati alle collezioni del Museo: Valerio Aiolli, Giuliana Altamura, Teresa Ciabatti, Ilaria Gaspari, Helena Janeczek, Walter Siti, Filippo Tuena, Chiara Valerio, Giorgio van Straten, Sandro Veronesi.

Le novità non finiranno nell’anno in corso ma si estenderanno al biennio seguente (2026-2027), con l’apertura del GalileoLab nei locali del Complesso di Santa Maria Novella, che ospiterà eventi curati dal Museo con l’obiettivo di offrire ai residenti, alle scuole, al turismo nazionale e internazionale percorsi di conoscenza alternativi rispetto a quelli tradizionali.

Un secolo tra ricerca e divulgazione

Inaugurato il 7 maggio 1925, sotto la direzione di Andrea Corsini, l’Istituto di Storia delle Scienze della Regia Università di Firenze, primo nel suo genere in Italia, aveva sede in via degli Alfani 33. Una delle prime iniziative realizzate dall’Istituto fu l’Esposizione Nazionale di Storia della Scienza del 1929 a Firenze, un evento di eccezionale portata, inaugurato dal re Vittorio Emanuele III, durante il quale furono esposti 10.000 tra strumenti, macchine, libri, manoscritti, sculture, pitture e altri documenti relativi alla storia della scienza e della tecnica italiane.

Andrea Corsini
Andrea Corsini

Dal 1930 il Museo ha sede in Palazzo Castellani, edificio di antichissime origini, ed è per l’importanza delle collezioni – tra cui spiccano gli unici telescopi originali di Galileo giunti fino a noi – uno dei principali musei storico-scientifici a livello internazionale, impegnato tanto nella ricerca quanto nella diffusione della cultura scientifica. La ricorrenza del 2025 rappresenta un’occasione importante per celebrare anche i 150 anni dalla nascita del fondatore Andrea Corsini (nato a Firenze nel 1875) e i 250 anni dalla fondazione del Regio Museo di Fisica e Storia Naturale, creato nel 1775 dal granduca di Toscana Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena, da cui provengono le collezioni conservate nel Museo Galileo.

Opere di Galileo Galilei (1656)
Opere di Galileo Galilei (1656)

Durante la direzione di Corsini (1925-1961), nonostante i difficili anni della guerra e le risorse esigue, l’Istituto consolidò la sua posizione come centro di riferimento per gli studi storico-scientifici. Maria Luisa Righini Bonelli, direttrice dal 1961 al 1981, infuse nuovo slancio alle attività dell’Istituto e riuscì a superare brillantemente il duro colpo inferto dall’alluvione del 1966, anche grazie alla solidarietà internazionale che seppe attrarre. Negli ultimi decenni, sotto la direzione di Paolo Galluzzi (1982-2021), l’Istituto ha registrato una forte espansione, con l’organizzazione di esposizioni temporanee, l’incremento imponente delle raccolte librarie, l’impegno assiduo nella promozione della ricerca, la fitta pubblicazione di riviste e collane editoriali e l’investimento nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione al servizio della ricerca storico-scientifica.

Il programma degli eventi

Le celebrazioni del centenario del Museo Galileo si articolano in un ricco programma di eventi che prenderà il via il 15 aprile 2025 nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. Dopo i saluti istituzionali e una breve presentazione delle tappe principali dell’Istituto e dei principali progetti in corso si proseguirà con “Icons of Science” lectio magistralis di Martin Kemp, Professore Emerito della Oxford University (ore 18). Il Prof. Kemp, storico dell’arte di fama mondiale e autorità indiscussa nel campo degli studi su Leonardo da Vinci, si è occupato in particolare dei rapporti tra arte e scienza. Si conclude poi con “Omaggio a Galileo”, lettura di testi galileiani selezionati dallo storico della scienza Massimo Bucciantini, affidata a Sergio Rubini, accompagnato da una selezione di brani musicali eseguiti dai Musici della Scala (partecipazione su invito, prenotazione obbligatoria).

Il 7 maggio 2025, in occasione dell’anniversario ufficiale della fondazione, le porte del Museo Galileo saranno aperte in via straordinaria fino alle 23. Alle 21 sarà il momento del debutto dello spettacolo teatrale “Caterina, la madre di Leonardo”, un dialogo a cura della Compagnia Oltre, liberamente tratto dal romanzo Il sorriso di Caterina di Carlo Vecce. Proprio negli spazi occupati oggi dal Museo, secondo la ricostruzione del Prof. Vecce, Caterina aveva prestato servizio come balia, nell’allora Castello d’Altafronte, oggi noto come Palazzo Castellani (ingresso per lo spettacolo su prenotazione, gratuito per i possessori del biglietto del Museo del giorno 7).

A giugno sarà inaugurata la mostra “100 anni di storia della scienza a Firenze” (20 giugno – 19 ottobre 2025), che esporrà edizioni rare e pregiate, manoscritti e documenti scientifici conservati nella biblioteca del Museo nel suo secolo di vita. Una sezione documenterà le ricerche da cui sono derivate le esposizioni organizzate nel corso dei decenni in prestigiose sedi italiane ed estere, in collaborazione con importanti istituzioni culturali.

Dal 19 al 21 novembre si terrà il convegno internazionale “Scaling the Cosmos: Instruments and Images of the Universe”, tre giornate di studi interdisciplinari, organizzate in collaborazione con il CNRS-Centre André Chastel, che intendono sviluppare una storia visuale dell’universo analizzando come le immagini e gli strumenti abbiano plasmato la comprensione dei fenomeni celesti nell’età moderna.

Dal 24 al 28 novembre si terrà la Winter School di Storia della Scienza, organizzata in collaborazione con la Società Italiana di Storia della Scienza: un’attività di alta formazione rivolta a trasferire alle giovani generazioni conoscenze, strumenti e metodi per la ricerca storica e per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio museale e documentale (il bando sarà disponibile su www.museogalileo.it dal 1 aprile).

Galileo Lab

Nel 2027 si inaugurerà il GalileoLab, un nuovo spazio nel Complesso di Santa Maria Novella che ospiterà eventi curati dal Museo Galileo con l’obiettivo di offrire ai residenti, alle scuole, al turismo nazionale e internazionale percorsi di conoscenza alternativi rispetto a quelli tradizionali. Firenze è infatti stata nel corso dei secoli un centro di primaria importanza nel campo delle scienze, anche se questo ruolo è stato spesso oscurato dalle più note e celebrate eccellenze artistiche. Ricreare quell’equilibrio tra arte e scienza che fa parte della nostra tradizione culturale è l’ambizioso obiettivo di questo progetto che poggia sulla solida esperienza del Museo Galileo.

Informazioni sul programma del centenario e le modalità di partecipazione su www.museogalileo.it.

 

Testo e immagini dall’Ufficio stampa Museo Galileo, PS Comunicazione.

La storia del compasso di proporzione nella mostra “Circinus. Compassi di proporzione dal XV al XVIII secolo” al Museo Galileo di Firenze dal 28 giugno al 15 settembre

Firenze, 26 giugno – Cento compassi originali del XV e XVIII, di cui due esemplari del compasso geometrico e militare di Galileo Galilei, saranno esposti al Museo Galileo di Firenze dal 28 giugno al 15 settembre per la mostra “Circinus. Compassi di proporzione dal XV al XVIII secolo”, organizzata in collaborazione con l’Arithmeum di Bonn. L‘esposizione intende ricostruire la storia del compasso di proporzione, uno strumento di calcolo analogico che rappresenta una delle più significative conquiste della matematica pratica occidentale, illustrandone l’evoluzione, il funzionamento e i diversi utilizzi, e soprattutto il fondamentale ruolo svolto nello sviluppo delle applicazioni matematiche, invogliando i visitatori, e i più giovani in particolare, ad approfondire la conoscenza di questo straordinario strumento.

Gli strumenti in mostra provengono dall’Arithmeum di Bonn, dall’Astronomisch-Physikalisches Kabinett–Hessen Kassel Heritage, dalla Collezione Rocca di Bonn, dalla Collezione Delalande di Parigi e dalla Fondazione Pisa presso Palazzo Blu, oltre che dal Museo Galileo stesso, affiancati da volumi originali e in facsimile e da ricostruzioni di compassi di proporzione, tra i quali alcuni ideati da Leonardo da Vinci.

Tra i pezzi più importanti in mostra: due esemplari del compasso geometrico e militare di Galileo Galilei, uno dal Museo Galileo e l’altro dalla Fondazione Pisa; diverse “cassette matematiche”, raffinate scatole contenenti compassi e altri strumenti matematici: tra di esse si segnala la grande “cassetta da esploratore” costruita a metà XVIII secolo da Jacques Canivet, in prestito proveniente dalla Collezione Delalande, che contiene 160 strumenti matematici e da disegno in argento, acciaio, ottone, avorio, vetro e legno. E tra i pezzi pregiati anche un raro compasso di Fabrizio Mordente della fine del XVI secolo, concesso in prestito dall’Astronomisch-Physikalisches Kabinett di Kassel. Tra gli oggetti più curiosi, un set di strumenti matematici in miniatura della seconda metà del XVII secolo, che contiene sei strumenti, tra cui un minuscolo compasso di proporzione lungo appena 2,7 cm.

Il compasso di proporzione è stato per oltre due secoli un compagno indispensabile di architetti, ingegneri e scienziati. A prima vista, si tratta di uno strumento matematico molto semplice, costituito da due gambe piatte unite da un perno. Ogni gamba reca incise diverse scale, il cui utilizzo consente di effettuare misurazioni, eseguire calcoli e ricavare informazioni di vario genere.

“Il compasso di proporzione – si legge in una nota dei curatori – è anche un perfetto esempio della simbiosi tra scienza e arte, frutto della combinazione di rigorosi principi matematici con la maestria di artisti raffinati. I preziosi esemplari esposti in molti casi costituiscono veri e propri capolavori per la ricchezza dei materiali impiegati e la ricercatezza con cui furono realizzati”.

La mostra fiorentina costituisce uno sviluppo dell’esposizione “Proportionalzirkel und seltene Mathematik- und Zeicheninstrumente des 17. und 18. Jahrhunderts” allestita presso l’Arithmeum di Bonn (21 ottobre 2023 – 9 giugno 2024), ed è arricchita da una sezione appositamente concepita, dedicata alle origini del compasso di proporzione, da Leonardo da Vinci a Galileo Galilei, nella quale sono esposti strumenti e libri provenienti dalle collezioni del Museo Galileo.

 

Il catalogo della mostra è co-pubblicato da Edizioni Museo Galileo, Arithmeum Press e Sillabe.

Alla preview erano presenti i curatori della mostra — Ina Prinz (Direttrice, Arithmeum), Patrick Rocca (Curatore, Arithmeum), Filippo Camerota (Direttore scientifico, Museo Galileo) — oltre a Francesco Saverio Pavone e Roberto Ferrari, rispettivamente Presidente e Direttore esecutivo del Museo Galileo.

In occasione della preview della mostra, sono stati presentati anche gli interventi recentemente realizzati per garantire il massimo livello di accessibilità del percorso museale. Il Museo Galileo ha partecipato al bando PNRR del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi, impegnandosi a introdurre specifiche modalità di fruizione rivolte alle persone con diversi tipi di disabilità, a sostituire alcuni impianti obsoleti, a installare nuove sedute lungo il percorso espositivo e nuovi apparecchi di illuminazione a ridotto consumo energetico per ottimizzare la visibilità.

Testo e immagini dall’Ufficio stampa PS Comunicazione

ACCENSIONE DI UNA LAMPADA AD ARCO VOLTAICO OTTOCENTESCA AL BO

RIEVOCAZIONE STORICA DELL’EVENTO DEL 31 AGOSTO DEL 1853

lampada ad arco voltaico

Nell’ambito delle celebrazioni per l’inaugurazione del nuovo Museo di Storia della Fisica dell’Università di Padova intitolato a Giovanni Poleni ieri, 31 agosto alle ore 21.00 nel Cortile antico di Palazzo Bo sede dell’Università di Padova, è stata accesa una lampada ad arco voltaico per ricordare l’accensione della prima illuminazione elettrica del Veneto.

Organizzato dal Dipartimento di Fisica e Astronomia e dal Centro per i Musei dell’Università di Padova, l’evento ha riproposto a distanza di 168 anni una delle prime dimostrazioni di illuminazione elettrica pubblica in Italia voluta e organizzata da Francesco Zantedeschi, professore di fisica presso l’Ateneo patavino.

 

Il 31 agosto del 1853, infatti, proprio nel  utilizzando una lampada ad arco voltaico, Zantedeschi illuminò il Cortile Antico di Palazzo del Bo dalle 20 fino a mezzanotte, suscitando meraviglia nella popolazione. Sembra che gli abitanti dei vicini Colli Euganei, abbiano creduto si trattasse addirittura di un incendio in città. La serata è stata aperta con i saluti del Rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuto, dell’Assessora del Comune di Padova, Francesca Benciolini, del direttore del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Ateneo, Flavio Seno, della direttrice Valentina Casi del MUMEC (Museo dei Mezzi di Comunicazione di Arezzo) e del curatore scientifico del MUMEC, Fausto Casi. Dopo l’intervento sull’illuminazione elettrica nell’800 di Paolo Brenni (Museo Galileo di Firenze) e lo spettacolo teatrale ‘Il 31 agosto 1853 a Padova’ con Lorenzo Maragoni e accompagnamento musicale di Annamaria Moro e Francesco Rocco, è stata accesa da Fausto Casi la lampada ad arco voltaico ottocentesca prestata dal MUMEC.

Caratteristiche tecniche

Lampada ad arco con regolatore del tipo Victor Serrin della metà del 1800

Proprietà: “Collezione Fausto Casi di Arezzo”

Gestione del MUMEC – Museo dei Mezzi di Comunicazione

lampada ad arco voltaico

Lampada ad arco per illuminazioni di gallerie teatri e luoghi all’aperto è usata anche nel campo fotografico per l’impressione dei dagherrotipi negli anni 1850 – 1870. La ditta di costruzione e della ditta ”Tecnomasio Italiano – Milano”, con ulteriore firma di ”Ing. Longoni Luigi”, uno dei fondatori della Tecnomasio Italiano con Carlo Dell’Acqua e Alessandro Duroni. I due carboni si accendono al centro di una parabola in rame argentato e lucidato, che riflette il bagliore dell’arco voltaico nell’ambiente circostante con una intensità di luce che all’epoca non aveva concorrenza. L’apparato ha un controllo del consumo dei due elettrodi di carbone, per mantenere l’arco luminoso al massimo del rendimento, costituito da un regolatore del tipo inventato a Parigi da Victor Serrin (1829-1905) che, assieme a Foucault, Dubosque ed altri, risolsero il problema del mantenimento della distanza degli elettrodi con complessi apparati elettromeccanici di nuova concezione rendendo queste lampade delle vere e proprie “macchine automatiche” i cui primi modelli erano costosissimi. L’alimentazione dell’apparato, in questi primi esperimenti, era effettuata con un complesso circuito di PILE a tazza del tipo BUNSEN con almeno 80 – 100 elementi1, posti in serie/parallelo. Oggi alimentiamo l’apparato dalla corrente alternata di linea al 220 Volt, utilizzando un alimentatore/raddrizzatore che fornisce corrente unidirezionale con le seguenti caratteristiche: primo trasformatore da circa 1.000 Volt/Ampere di potenza da 220 a 110 Volt; secondo trasformatore, sempre da circa 1.000 Volt/Ampere primario 110/ secondario 30 Volt misurata costantemente con il suo strumento (Voltmetro) originale ancora funzionante; uscita del secondo trasformatore con corrente al secondario 30 Ampere, collegato ad un grosso; reostato a filo con un commutatore a 4 posizioni per la regolazione dell’assorbimento; l’uscita del reostato, il centrale del commutatore, è messa in serie al raddrizzatore costituito dai due diodi di grossa potenza che, per garantire l’alto assorbimento senza  nuocere, sono stati posti in parallelo, accollandosi ciascuno la metà della corrente richiesta dalla lampada; un  grosso  condensatore  elettrolitico,  da  22.000  Micro Farad,  è collegato all’uscita del raddrizzatore in modo che, con la sua carica dovuta alla presenza della semionda, possa fornire una tensione di uscita non solo raddrizzata ma anche abbastanza livellata.

lampada ad arco voltaico

Il Museo “Giovanni Poleni”, che si trova in via Loredan 10 a Padova, aprirà le porte al pubblico a partire dal 2 settembre con un nuovo riallestimento capace di valorizzare a pieno la collezione dei 499 oggetti esposti. Dall’astrolabio alle macchine a vapore, dal battipalo che servì per la ricostruzione del ponte di Bassano alla macchina divulsoria ideata da Poleni per il restauro della Cupola di San Pietro, per citare solo alcuni degli oggetti che compongono una delle collezioni più ricche d’Europa.

Infomusei.unipd.it/fisica

 

Testo e foto dall’Ufficio Stampa Università di Padova.