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A Milano-Bicocca un ERC Advanced Grant da 2,3 milioni di euro al progetto PINGU per mappare i buchi neri più grandi dell’Universo

Grazie al finanziamento europeo vinto dal professore del dipartimento di Fisica Alberto Sesana, il progetto di ricerca PINGU permetterà di individuare binarie di buchi neri supermassicci nelle galassie che le ospitano

Milano, 11 aprile 2024 – Il progetto PINGU (Pulsar timing array Inference of the Nanohertz Gravitational wave Universe) di Alberto Sesana, professore di Astrofisica del dipartimento di Fisica dell’Università di Milano-Bicocca, è stato premiato dall’Unione Europea con un ERC Advanced Grant da 2,3 milioni di euro. L’obiettivo, per i prossimi cinque anni, è capitalizzare al massimo il potenziale scientifico della tecnica di natura astronomica nota come “Pulsar Timing Array (PTA)” – basata sull’osservazione degli impulsi estremamente regolari (timing) provenienti da un gruppo (array) di stelle “morte” chiamate “pulsar” – per comprendere l’evoluzione dell’universo e dei buchi neri supermassicci, i più grandi buchi neri dell’universo.

In basso a sin.: “Sistemi binari di buchi neri supermassicci nell'universo lontano generano onde gravitazionali”. Crediti per l'immagine: Danielle Futselaar / MPIfR Traduzione
in alto a sin. “Le onde gravitazionali comprimono e dilatano lo spazio-tempo”;
in alto a des.: “I più grandi telescopi sulla terra vengono utilizzati per monitorare il preciso ticchettio di queste pulsar per decenni, per rivelare il flebile eco dei buchi neri lontani”; in basso a sin.: “Sistemi binari di buchi neri supermassicci nell’universo lontano generano onde gravitazionali”; in basso a des.: “Le pulsar funzionano come ‘orologi cosmici’ permettendo la misura di piccole variazioni di distanza”. Crediti per l’immagine: Danielle Futselaar / MPIfR Traduzione

Le pulsar ruotano a velocità elevatissime – tra 100 e 1.000 rotazioni al secondo – emettendo due fasci di radiazione in direzioni antipodali. Se uno dei fasci che emettono intercetta la Terra, viene osservato sotto forma di impulsi molto regolari dai radiotelescopi.

«Questi corpi celesti sono eccellenti “orologi galattici” – spiega Alberto Sesana – che consentono di misurare onde gravitazionali a bassissima frequenza. Confrontando i “ticchettii” di questi “orologi”, ovvero i tempi di arrivo dei fasci di radiazioni, siamo in grado di stabilire se lo spazio tra noi e le stelle osservate si sta dilatando o contraendo. Possiamo quindi usare l’incredibile regolarità dei segnali delle pulsar per cercare minuscoli cambiamenti causati dal passaggio di onde gravitazionali provenienti dall’Universo lontano».

Alberto Sesana  ERC Advanced Grant
Alberto Sesana

Recentemente, diverse collaborazioni scientifiche internazionali, tra le quali l’European PTA (EPTA) – alla quale partecipa anche l’equipe di ricercatori guidata da Alberto Sesana –, NANOGrav, Parkes PTA (PPTA) e la Chinese PTA (CPTA), hanno riportato nelle loro osservazioni evidenza di un segnale compatibile con un’origine di onda gravitazionale.

«Questa osservazione apre una finestra completamente nuova sull’universo – continua il professore del dipartimento di Fisica di Milano-Bicocca –. Le PTA sono sensibili a onde di alcuni nanohertz (miliardesimo di hertz), cioè a frequenze di più di 10 ordini di grandezza più basse rispetto a quelle rivelate dagli interferometri di terra LIGO e Virgo. A frequenze così basse, ci si aspetta di osservare onde provenienti da una popolazione cosmologica di buchi neri supermassicci, oppure un “fondo gravitazionale” proveniente dall’universo primordiale, in pratica l’analogo gravitazionale della radiazione cosmica di fondo. Sebbene il segnale osservato sia compatibile con quello prodotto da una popolazione cosmica di buchi neri supermassicci, al momento non è possibile determinarne con certezza l’origine».

Entro la fine del decennio, nuove osservazioni delle PTA svolte dalle collaborazioni scientifiche internazionali, insieme a quelle eseguite dal radiotelescopio MeerKAT, in Sudafrica, combinate insieme sotto il coordinamento dell’International PTA (IPTA), consentiranno non solo di confermare il segnale, ma anche di mapparne la provenienza nel cielo.

«PINGU si propone di cross-correlare questa “mappa gravitazionale” – afferma Sesana – con una “mappa sintetica” di binarie di buchi neri supermassicci nell’universo, costruita combinando modelli teorici per l’evoluzione delle galassie e dei buchi neri che esse ospitano con dettagliate mappe di galassie e ammassi di galassie provenienti dalle più avanzate campagne di osservazioni. Cross-correlando queste mappe, PINGU consentirà di stabilire l’origine di questo segnale, e se l’origine è astrofisica, consentirà anche di individuare le binarie di buchi neri supermassicci più brillanti (in senso gravitazionale) e le galassie che le ospitano, consentendo così di mappare l’universo gravitazionale nel nanohertz, dandoci indicazioni uniche sull’evoluzione dei buchi neri supermassicci e sul loro ruolo nell’evoluzione galattica, aggiungendo quindi un importante tassello mancante alla nostra comprensione della formazione ed evoluzione delle strutture cosmiche».

Alberto Sesana  ERC Advanced Grant
Alberto Sesana

Se il segnale rivelato fosse invece incompatibile con un’origine astrofisica, ma provenisse dall’universo primordiale, sarebbe di gran lunga il segnale più vicino al Big Bang mai osservato, «consentendoci di avvicinarci come mai prima alle origini dell’universo», conclude il responsabile del Progetto PINGU.

A Pingu, sotto la guida di Alberto Sesana, lavorerà una decina tra dottorandi e assegnisti di ricerca di Milano-Bicocca.

Dal 2014 l’Università di Milano-Bicocca ha ricevuto finanziamenti per 18 progetti ERC: 2 Advanced Grant, compreso quello di “PINGU”, 5 Starting Grant, 7 Consolidator Grant, 2 Proof of Concept e 2 Synergy Grant.

«Il finanziamento del progetto PINGU – afferma Guido Cavaletti, prorettore alla Ricerca dell’Università di Milano-Bicocca – è un risultato importante per il nostro Ateneo, che conferma la capacità dei nostri ricercatori di condurre ricerca di eccellenza e di avanguardia in contesti scientifici internazionali. È un successo che ci indica chiaramente che la via che stiamo perseguendo è corretta e siamo quindi molto fiduciosi, oltre che nell’esito positivo di questo specifico progetto, anche riguardo la possibilità per altri colleghi di ottenere analoghi risultati nelle call europee dove abbiamo dimostrato di poter essere molto competitivi».

progetto PINGU
Crediti per l’immagine: Danielle Futselaar / MPIfR Traduzione

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa dell’Università di Milano-Bicocca.

Al progetto Polocalc di Federico Nati, Università di Milano-Bicocca, un ERC Advanced Grant da 2,4 milioni di euro per ricerche di cosmologia

Con il finanziamento europeo vinto dal professore del dipartimento di Fisica Federico Nati si realizzerà un sistema di sorgenti artificiali in volo su droni e palloni aerostatici, per calibrare i telescopi del Simons Observatory nel deserto di Atacama in Cile e ottenere misure di frontiera per scoperte fondamentali sugli albori dell’Universo.

Milano, 17 novembre 2023 – Il progetto Polocalc (POLarization Orientation CALibrator for Cosmology) di Federico Nati, professore di Experimental Cosmology del dipartimento di Fisica dell’Università di Milano-Bicocca, è stato appena premiato dall’Unione Europea con un ERC Advanced Grant da 2,4 milioni di euro. L’obiettivo è realizzare in cinque anni una costellazione di sorgenti luminose di calibrazione, in volo su droni e palloni a quasi seimila metri di quota nel deserto di Atacama in Cile, per fornire un sistema di riferimento assoluto ai telescopi del Simons Observatory. Un metodo innovativo che permetterà di scoprire fenomeni finora mai osservati, come le onde gravitazionali nell’universo primordiale, per gettare luce su alcuni dei punti meno chiari della nascita del cosmo e della natura della materia oscura e dell’energia oscura.

Gli ERC Advanced Grant vengono assegnati dall’European Research Council a quei ricercatori che abbiano già una carriera consolidata alle spalle e che siano leader riconosciuti nel proprio settore, con un progetto di ricerca eccellente, particolarmente visionario e innovativo. È questo il primo ERC Advanced Grant ospitato direttamente presso Milano-Bicocca.

«I segnali astrofisici vengono normalmente calibrati usando sorgenti celesti conosciute – spiega Federico Nati – ma non sempre queste esistono o sono state osservate con sufficiente accuratezza da poter essere usate per tarare una scala di riferimento. Questo purtroppo è proprio il caso dei segnali cosmologici che potrebbero essere scoperti misurando la polarizzazione della luce proveniente dall’Universo primordiale, la radiazione cosmica di fondo. Questa radiazione fossile potrebbe contenere segnali di luce polarizzata previsti dalla teoria del Big Bang».

«Si tratta di segnali debolissimi – continua il professore di Milano-Bicocca – finora mai osservati che proverebbero l’esistenza di onde gravitazionali primordiali. I telescopi sono via via diventati sempre più sensibili per cercare di scoprirli, ma mancano di un riferimento assoluto per la calibrazione, in quanto nessuna sorgente celeste risulta attualmente adeguata allo scopo. Il progetto propone quindi di crearne di artificiali trasportate da droni e palloni aerostatici, portando così nel cielo sopra ai telescopi nel deserto di Atacama in Cile degli emettitori di luce polarizzata che saranno costruiti e finemente caratterizzati nei laboratori di Cosmologia Sperimentale dell’Università Bicocca. I telescopi del Simons Observatory, che iniziano quest’anno a operare a 5200 metri di quota, costituiscono il più grande programma di misura della radiazione cosmica di fondo per i prossimi anni, e grazie a questo progetto si renderanno possibili obiettivi scientifici altrimenti irraggiungibili, come per esempio la scoperta della birifrangenza cosmica, un effetto per ora solo ipotizzato teoricamente che potrebbe renderci sensibili alla presenza di materia oscura e di energia oscura».

Federico Nati
Federico Nati

A Polocalc, sotto la guida di Federico Nati lavoreranno 6-7 tra ricercatori, assegnisti e dottorandi di Milano-Bicocca.

Negli ultimi dieci anni, l’Ateneo milanese ha ricevuto finanziamenti per 16 progetti ERC: 5 Starting Grant, 7 Consolidator Grant, 1 Proof of Concept, 2 Synergy Grant) e, ora, l’Advanced Grant di Nati.

«Per il nostro Ateneo questo finanziamento costituisce il coronamento di un impegno che da anni ci spinge ad incoraggiare i nostri ricercatori a “pensare in grande” – afferma il prorettore alla Ricerca dell’Università di Milano-Bicocca, Guido Cavaletti – spingendosi verso limiti sempre più ambiziosi e con un orizzonte internazionale sempre più qualificato ed impegnativo. È un successo che ci indica chiaramente che la via che stiamo perseguendo è corretta e siamo quindi molto fiduciosi, oltre che nell’esito positivo di questa specifica ricerca, anche riguardo la possibilità per altri colleghi di ottenere analoghi risultati nelle call europee dove abbiamo dimostrato di poter essere molto competitivi».

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa dell’Università di Milano-Bicocca

Milano-Bicocca, dall’ERC 1,4 milioni di euro per scoprire come l’apprendimento di nuove parole porti a pensare in maniera differente

Si chiama “Brave New Word” il progetto di ricerca, coordinato da Marco Marelli, professore del dipartimento di Psicologia, che svilupperà un modello in grado di predire idee ed intuizioni stimolate quando si imparano vocaboli sconosciuti. Tanti i possibili campi di applicazione, dall’intelligenza artificiale all’educazione, dal marketing alla riabilitazione linguistica.

brave new word
Foto di Dorothe

 

Milano, 31 gennaio 2023 – Sviluppare un modello in grado di predire i significati, le idee e le intuizioni che vengono stimolati nel momento in cui si apprendono nuove parole e come questi si relazionano con le conoscenze e credenze pregresse.
È l’obiettivo di “Brave New Word”, progetto di ricerca dell’Università di Milano-Bicocca, coordinato da Marco Marelli, professore del dipartimento di Psicologia, che ha ottenuto un finanziamento ERC – Consolidator Grant di 1.387.005 euro, per la durata di 5 anni.
Gli ERC – Consolidator Grant sono finanziamenti destinati dal Consiglio Europeo della Ricerca a ricercatori con un’esperienza pluriennale maturata dopo il conseguimento del dottorato che hanno l’obiettivo di consolidare la propria indipendenza nella ricerca creando o rafforzando – se già costituito – un proprio gruppo di lavoro.
Negli ultimi dieci anni, l’Università di Milano-Bicocca ha ricevuto finanziamenti per 13 progetti ERC, 12 con il programma della Commissione Europea “Horizon 2020” (2014-2020, di cui 5 Starting Grant, 5 Consolidator Grant, 1 Proof of Concept, 1 Synergy Grant) e 1 con il nuovo programma “Horizon Europe” (2021-2027), il Consolidator Grant ottenuto” da “Brave New Word”.
«Questi risultati – afferma il prorettore alla Ricerca Guido Cavaletti – confortati dall’ultimo risultato positivo ottenuto dal professore Marco Marelli, sono la dimostrazione tangibile del valore della ricerca dell’Università di Milano-Bicocca e della tensione dei ricercatori dell’Ateneo verso la dimensione europea. Per un’Università giovane e multidisciplinare come la nostra questa è l’unica strategia in grado di garantire da un lato un ulteriore sviluppo, e dall’altro di restituire alla società civile risultati di reale rilevanza, anche grazie allo sviluppo di efficaci reti internazionali».
Il titolo del progetto trae spunto dal capolavoro dello scrittore e filosofo Aldous Huxley (“Brave new world”, in italiano “il mondo nuovo”) e fa riferimento al «coraggio della nuova parola nello stimolare nuove idee», introduce la ricerca Marco Marelli.
«L’apprendimento di nuove parole è un processo che, a tutti gli effetti, non ha mai fine – spiega il professore del dipartimento di Psicologia –. Per quanto la maggior parte del vocabolario della nostra lingua madre, ovvero le parole che conosciamo, venga acquisito in età dello sviluppo, persino da adulti impariamo una nuova parola ogni due giorni. Raramente ce ne rendiamo conto: le nuove parole vengono integrate nel vocabolario preesistente in maniera automatica, senza sforzo esplicito, o persino consapevolezza, da parte nostra».
«Con le nuove parole – prosegue Marelli – acquisiamo anche nuovi concetti ed idee: apprendere nuove parole arricchisce il nostro mondo interno, e ci può portare a pensare in modo differente. Il progetto “Brave New Word” mira a studiare questo fenomeno combinando psicologia sperimentale, linguistica computazionale, e neuroscienze cognitive. L’obiettivo è lo sviluppo di un modello in grado di predire, su base matematica, le idee e i significati che vengono stimolati dall’esperienza di nuove parole, e come questi si relazionano con le nostre conoscenze e credenze pregresse».
Il modello si baserà su tre indizi linguistici che tipicamente accompagnano l’esperienza di nuove parole:
  • informazioni contestuali, “intorno” alla parola (le frasi in cui le nuove parole vengono utilizzate);
  • la struttura della parola stessa. «Come nel famoso caso di “petaloso” – spiega Marelli –: per quanto discutessimo se fosse una vera parola o meno, quando questo termine venne divulgato, tutti avevamo una intuizione chiara del suo significato, basata sugli elementi “petalo” e “oso” di cui era composta»;
  • associazioni tra suoni e significati derivati dall’esperienza linguistica: «tipicamente – osserva il professore – una parola come “sundaliera”, dal suono più dolce, ci evocherà significati maggiormente positivi di “turtotioro”, dal suono più duro».
Alla definizione del modello contribuirà una serie di esperimenti dal vivo ed online, sia sulla lingua italiana, che sulla lingua inglese, che coinvolgerà centinaia di individui. «I diversi studi analizzeranno le intuizioni suscitate da nuove parole, e valuteranno quanto queste siano in linea con le predizioni quantitative fornite dal modello, permettendoci di affinarlo. Le intuizioni verranno raccolte attraverso diversi metodi di misurazione, quali associazioni libere, tempi di reazione, mouse-tracking, e attivazione cerebrale (tramite elettroencefalogramma e risonanza magnetica funzionale)».
«Il lavoro proposto si caratterizza come ricerca di base – conclude Marco Marelli – ma una volta sviluppato, il modello potrà trovare diversi naturali ambiti di applicazione, dal contributo allo sviluppo di una Intelligenza artificiale sempre più in linea con la mente umana, alla definizione di programmi di educazione e riabilitazione linguistica, fino al marketing e alla comunicazione».

Testo dall’Ufficio Stampa Università di Milano-Bicocca

NanoCosPha, innovazione e sostenibilità al servizio dell’industria cosmetica e farmaceutica

Da un’intesa tra l’Università di Milano-Bicocca e Regione Lombardia nasce la piattaforma tecnologica dedicata allo sviluppo di prodotti per il benessere e la cura della persona. Quattro milioni di euro il valore complessivo del progetto.

Milano, 14 febbraio 2022 – Sviluppare prodotti per la medicina di precisione e personalizzata, trattamenti anti-age, antiossidanti e antinfiammatori, innovativi e a basso impatto ambientale. Con questo obiettivo nasce NanoCosPha, il progetto coordinato dall’Università di Milano-Bicocca e cofinanziato da Regione Lombardia per la creazione di una filiera tecnologica a supporto delle aziende cosmetiche e farmaceutiche.

NanoCosPha
Milano – NanoCosPha. Intervento della rettrice Giovanna Iannantuoni

L’iniziativa è stata annunciata questa mattina nel corso dell’evento che si è tenuto a Palazzo Lombardia alla presenza della rettrice di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni, dell’assessore per l’Istruzione, università, ricerca, innovazione e semplificazione di Regione Lombardia, Fabrizio Sala e di esponenti dei settori farmaceutico, cosmetico, scientifico e accademico.

“Le Università sono un partner fondamentale per lo sviluppo economico di Regione Lombardia – ha dichiarato l’assessore regionale Fabrizio Sala – Con accordi come questo vogliamo supportare gli atenei e legare sempre più il mondo universitario con quello produttivo. In questo caso abbiamo supportato Università Bicocca con 2 milioni di euro per la realizzazione di una infrastruttura importante, favorendo di fatto un’attività di ricerca sempre più importante anche per studenti e professori” ha concluso Sala.

Il progetto, coordinato dal prorettore alla Ricerca di Milano-Bicocca, Guido Cavaletti, coinvolge i dipartimenti di Biotecnologie e bioscienze e Medicina e chirurgia dell’Ateneo Milanese e si occuperà dei vari stadi di sviluppo di nano-bioformulati, nanofarmaci e prodotti cosmetici di nuova generazione.

«Con questo progetto intendiamo affrontare in modo olistico il tema del benessere promuovendo l’innovazione e il trasferimento tecnologico – afferma Guido Cavaletti, prorettore alla ricerca di Milano-Bicocca – ma anche la ricerca di base e l’alta formazione dei giovani e manager d’azienda attraverso dottorati industriali, stage e scambi bilaterali tra l’università e l’azienda».

NanoCosPha
Milano – NanoCosPha: Da sinistra: Fabrizio Sala, Miriam Colombo, Guido Cavaletti, Davide Prosperi

NanoCosPha potrà contare su una piattaforma tecnologica costituita da sei laboratori innovativi e altamente specializzati per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro, finanziato per metà da Regione Lombardia.

La ricerca si concentrerà sulla creazione di nuove molecole attive, in grado di sfruttare i vantaggi della dimensione nano. Utilizzando le nanoparticelle come vettori è possibile trasportare molecole e principi attivi proprio là dove servono, in modo preciso e veloce, favorendone l’assorbimento e scongiurando la comparsa di effetti avversi. In campo cosmetico, dunque, sarà possibile osservare il beneficio locale, evitando effetti inattesi; nel caso dei farmaci, vi sarà una minore degradazione a livello dello stomaco a seguito della somministrazione orale.

NanoCosPha lavorerà allo sviluppo di nuovi processi a basso impatto ambientale. Uno degli obiettivi principali sarà la sostituzione di microplastiche con molecole di origine naturale compatibili sia per l’uomo, sia per la natura che lo circonda. Ma non solo. L’automazione dei processi e l’utilizzo di sistemi di machine learning nella preparazione e nella validazione dei preparati consentirà di ottimizzare la resa e di ridurre gli scarti.

Lo sviluppo di prodotti green ben si coniuga con la ricerca di prodotti sostenibili anche per l’equilibrio della pelle. Per questo un passo fondamentale sarà l’analisi del loro effetto sul microbioma – l’insieme dei microrganismi che interagiscono con la nostra pelle – anche attraverso lo sviluppo di disegni sperimentali specifici basati sull’analisi bioinformatica e su approcci di intelligenza artificiale.

Nei laboratori di NanoCosPha, inoltre, verranno effettuati test analitici su prodotti cosmetici finiti come anti-aging e anticellulite grazie al lavoro in sinergia con l’industria cosmetica, con la finalità di migliorare la comunicazione al consumatore.

La possibilità di customizzare prodotti e procedure preparative all’interno della filiera dei processi automatizzati aprirà la strada alla cosmetica e alla medicina personalizzata e all’applicazione dei derivati al trattamento delle malattie rare.
Testo e foto dall’Ufficio Stampa Università di Milano-Bicocca