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MATEMATICA SENZA BARRIERE: RAGGIUNTO L’OBIETTIVO DI REALIZZARE IL SOFTWARE SPEECHMATE
INNOVAZIONE E INCLUSIONE:
RICERCATORI E RICERCATRICI UNITO RENDONO ACCESSIBILE LO STUDIO DELLE MATERIE STEM CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

La campagna di crowdfunding “MatematIcA senza barriere” ha già raggiunto l’obiettivo per la realizzazione di SpeechMatE, un software che permetterà a persone con disabilità agli arti superiori di scrivere e manipolare formule matematiche.

SpeechMatE MatematIcA senza barriere 

“Studiare discipline scientifiche in autonomia è complesso per le persone che hanno una disabilità agli arti superiori o non possono utilizzare le mani”

ha dichiarato Sandro Coriasco, Professore associato del Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino e responsabile della campagna MatematIcA senza barriere insieme alle Dottoresse Tiziana Armano ed Erika Brunetto.

“Un esempio semplice, ma immediato: un software di dettatura standard produrrebbe, dalla lettura della formula “x+3”, il testo “ics più tre”. Inoltre, non è possibile correggere errori e fare modifiche tramite comandi vocali. Queste limitazioni incidono sulla possibilità di accedere allo studio delle materie STEM”

ha proseguito Sandro Coriasco. Dalla volontà di trovare una soluzione per rispondere a questa sfida è nata la campagna di crowdfunding MatematIcA senza barriere sulla piattaforma Ideaginger.it.

La squadra di lavoro SpeechMatE MatematIcA senza barriere 
La squadra di lavoro

Le potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale

“È dal 2019 che ci dedichiamo al progetto SpeechMatE. Lo stimolo ce lo ha dato uno studente dell’Università, Jan Berger, diventato tetraplegico a causa di un incidente. Jan ha contattato il Laboratorio Polin, che è parte del Dipartimento di Matematica e, sotto la guida della Prof.ssa Anna Capietto, promuove le nuove tecnologie per l’accesso agli studi da parte di giovani con disabilità. Jan ci ha chiesto quale software utilizzare per scrivere e risolvere le formule, ma alla sua domanda purtroppo non abbiamo trovato una risposta efficace e così abbiamo deciso di svilupparla internamente” ha aggiunto Tiziana Armano.

È nata così la prima versione di SpeechMatE, ma ora, grazie ai modelli di intelligenza artificiale, è possibile ambire a sviluppare uno strumento infinitamente più potente, che permetterà studenti e studentesse con disabilità di dettare, manipolare e navigare all’interno delle formule matematiche in autonomia, utilizzando come comando solamente la loro voce e superando le limitazioni dei sistemi attuali.

“Si tratta di un progetto di grossa portata e molto complesso. Servono competenze da diversi settori della ricerca scientifica contemporanea: didattica della matematica, sviluppo del software, Natural Language Processing, Human-Computer Interaction, Large Language Models. La realizzazione del progetto coinvolge un team di oltre dieci ricercatrici e ricercatori attivi in questi ambiti” ha proseguito Erika Brunetto.

 

La risposta della comunità 

In poche settimane MatematIcA senza barriere ha raggiunto e superato il suo primo obiettivo e ora conta già sul sostegno di oltre 190 donatori.

“Quando abbiamo iniziato a preparare la campagna di raccolta fondi eravamo fortemente motivati e fiduciosi, ma sinceramente non pensavamo che saremmo riusciti a raccogliere oltre il 200% del nostro obiettivo. Grazie al crowdfunding, stiamo costruendo attorno al progetto una rete ampia di sostenitori, alleati e partner, che, oltre al supporto economico, ci aiutano a far conoscere e crescere il nostro lavoro. La risposta della comunità è emozionante” ha aggiunto Sandro Coriasco.

“I fondi che stiamo raccogliendo ci permetteranno di attivare delle borse di ricerca, necessarie per sviluppare e testare il nuovo prototipo di SpeechMatE, che utilizzi i Large Language Models, gli stessi che fanno funzionare ChatGPT, per interpretare correttamente le indicazioni vocali necessarie a scrivere e manipolare una formula. Inoltre, grazie a questo strepitoso risultato, potremo immediatamente avviare le fasi successive del progetto, per realizzare una versione del software utilizzabile dagli studenti. Continuate a sostenerci, abbiamo ancora bisogno dell’aiuto di tutti!” ha concluso Sandro Coriasco.

Sostenere il progetto MatematIcA senza barriere è semplice, sul link https://www.ideaginger.it/progetti/matematica-senza-barriere.html è possibile donare in pochi click tramite PayPal, bonifico bancario o carta di credito.

 

Il valore del crowdfunding per la ricerca scientifica

“L’Università di Torino”, ha dichiarato Alessandro Zennaro, Vice-Rettore per la valorizzazione del patrimonio umano e culturale in Ateneo, “probabilmente più di qualsiasi altro ateneo, in questa fase storica, ha intrapreso un’azione organizzata di valorizzazione della conoscenza e di divulgazione scientifica, assumendo anche posizioni apicali nella rete degli atenei italiani per il Public Engagement (ApeNet). L’iniziativa di crowdfunding costituisce un’ulteriore opportunità per avvicinare la ricerca scientifica alla comunità territoriale e nazionale, illustrandone gli obiettivi, facendo conoscere le ricercatrici ed i ricercatori coinvolti, stimolando la curiosità e soprattutto dimostrando che, spesso, i prodotti della ricerca hanno ricadute immediate sulla vita di tutti noi, quotidianamente. MatematIcA senza barriere è un progetto importante che coniuga in maniera esemplare innovazione tecnologica, accessibilità e diritto allo studio[1] . Per questo merita di essere sostenuto”.

“Questa campagna è un’occasione anche per lo staff dell’Università di Torino di confrontarsi con le opportunità del fundraising e della finanza alternativa per la ricerca e l’innovazione,” ha aggiunto Elisa Rosso, Direttrice della Direzione Innovazione e Internazionalizzazione dell’Università di Torino, che ha poi aggiunto “Per esempio stiamo contattando e ricercando partner istituzionali e aziendali interessati a supportare il progetto. Promuovere il crowdfunding è un’occasione per raccontare il valore della ricerca scientifica e sensibilizzare la comunità sul lavoro svolto in ateneo, che in questo caso permetterà di ampliare le opportunità didattiche con l’utilizzo di una tecnologia innovativa[2] ”.

 

Funds TOgether è il programma di finanza alternativa per la ricerca e l’innovazione sviluppato dall’Università di Torino insieme a Ginger Crowdfunding. Obiettivo è fornire ai ricercatori e alle ricercatrici dell’ateneo le competenze per progettare e promuovere una campagna di crowdfunding, acquisire nuove risorse e avvicinare la comunità universitaria alla società civile attraverso progetti a forte impatto sociale e ambientale.

 

Testo, video e foto dall’Ufficio Stampa Area Relazioni Esterne e con i Media Università degli Studi di Torino

DOPPIAVPROJECT, 10.000 EURO RACCOLTI DAL PROGETTO CHE STUDIA LE BASI GENETICHE DELLA VULVODINIA

Il crowdfunding, promosso dalla ricercatrice UniTo Valentina Proserpio e sostenuto dall’influencer Giorgia Soleri, andrà a finanziare nuovi studi sulla patologia che colpisce una donna su sette.

DoppiaVproject

DoppiaVproject, il progetto di ricerca che si occupa di studiare le basi genetiche della vulvodinia, ha raccolto oltre 10.000 euro sulla piattaforma di crowdfunding ideaginger.it. In meno di un mese dal suo lancio, oltre 200 sostenitori hanno contribuito alla raccolta fondi che mira a raggiungere i 20.000 euro entro il 9 gennaio 2023. L’iniziativa è stata lanciata dal Doppiavproject team – composto da Valentina Proserpio, biologa molecolare, ricercatrice del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi UniTo, Antonella Managò, biologa molecolare, Emilia Fusi, designer di gioielli e Silvia Fiamberti, graphic designer – e sostenuta dall’attivista e influencer Giorgia Soleri.

Giorgia Soleri

Lo scopo di DoppiaVproject è comprendere le cause e approfondire gli aspetti molecolari della vulvodinia, utilizzando la biologia molecolare per analizzare le pazienti con le tecniche più avanzate disponibili nei laboratori dell’Università di Torino. In particolare, i fondi raccolti verranno utilizzati per leggere con tecniche di genomica avanzata (NGS) il materiale genetico delle cellule delle pazienti,  per spiegare gli aspetti molecolari di questa patologia e scoprirne i marcatori diagnostici.

L’obiettivo è arrivare a realizzare un test per la vulvodinia molto simile a quello oggi in uso per il COVID-19. Avere una diagnosi veloce consentirebbe non solo di limitare il peggioramento dei sintomi dovuto al ritardo diagnostico, ma anche di ridurre notevolmente i costi che le pazienti affrontano quotidianamente. Inoltre, aiuterebbe il processo di riconoscimento della malattia da parte del Sistema Sanitario Nazionale.

Il progetto mira a sensibilizzare e far conoscere la vulvodinia. Sebbene sia ancora sconosciuta ai più, questa patologia colpisce 1 donna su 7. Si presenta come un dolore vulvare senza un’origine identificabile, che compromette la vita sessuale delle donne e può influenzare le normali azioni quotidiane, come urinare, sedersi, indossare collant, fare sport o camminare. Per questa malattia, ad oggi, mancano i marcatori molecolari per la diagnosi, dunque la possibilità di essere identificata velocemente.

“Sostengo questa importante raccolta fondi perché ad oggi lo Stato non finanzia alcuna ricerca sulla vulvodinia, rendendo complessa la diagnosi e la conseguente terapia. È invece fondamentale saperne di più per poter curare in modo sempre più efficace chi ne soffre”, ha dichiarato Giorgia Soleri per promuovere l’iniziativa.

Testo e immagini dall’Area Relazioni Esterne e con i Media dell’Università degli Studi di Torino