Parole astratte e interazione sociale: quando parlare con gli altri e con l’IA cambia la nostra cognizione
Uno studio della Sapienza mette in luce i meccanismi di apprendimento e memorizzazione dei concetti astratti e il ruolo dell’interazione con gli altri. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista “Nature Reviews Psychology”.
Circa il 70% delle parole che usiamo sono astratte cioè non fanno riferimento a oggetti, persone, luoghi concreti, ma piuttosto a concetti generali, idee, sentimenti. È dunque cruciale capire come i concetti astratti si acquisiscono e come e perché li usiamo, anche, ad esempio, per facilitare l’apprendimento dei bambini dei concetti astratti relativi alla matematica e ad altri ambiti scientifici o anche dei concetti che rimandano a emozioni.
Una ricerca della Sapienza, attraverso un approccio interdisciplinare che integra scienze cognitive, neuroscienze cognitive e sociali, linguistica e filosofia del linguaggio, indaga come vengono acquisiti e utilizzati i concetti astratti e quale sia il ruolo dell’interazione sociale in questi processi di apprendimento. I risultati dello studio, condotto insieme all’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR, sono pubblicati sulla rivista “Nature Reviews Psychology”.
Il team di ricerca, basandosi su evidenze sperimentali raccolte in laboratorio e già precedentemente pubblicate, propone diversi elementi di novità e di interesse: prima fra tutti, l’importanza di un linguaggio interno (inner speech) e della interazione con gli altri per elaborare e comprendere concetti astratti.
“Ciò che emerge dai dati ottenuti in laboratorio – spiega Anna Borghi, docente di Psicologia presso Sapienza e co-autrice dello studio – è che, per imparare e usare i concetti astratti, è essenziale sia parlare con noi stessi sia interagire con gli altri, non solo facendoci spiegare il significato di questi concetti, ma anche negoziando con loro il significato e delegando loro le nostre conoscenze”.
I ricercatori ipotizzano che i concetti astratti si siano evoluti proprio per favorire l’interazione sociale. Data la loro complessità, le persone hanno dovuto trovare un terreno comune per poterne discutere.
Oltre a ciò, il lavoro propone una differenziazione tra i concetti astratti, distinguendoli tra concetti astratti vaghi e determinati: mentre i primi, come ad esempio il termine “fantasia”, non richiedono una conoscenza e una precisione estrema, poiché ormai integrati nel nostro linguaggio, i secondi hanno un significato ben definito e tecnico, e sono solitamente utilizzati da esperti.
“Durante il Covid-19, per esempio, abbiamo sentito molte persone usare concetti come quello di “crescita esponenziale” – specifica Claudia Mazzuca, assegnista di ricerca della Sapienza e co-autrice dello studio – In realtà, pur non sapendo bene di che si trattasse, facevamo affidamento su quanto dicevano gli esperti, generando una sorta di gioco linguistico per cui non tutti devono necessariamente conoscere ogni concetto in modo approfondito per poterlo utilizzare”.
Infine lo studio analizza un fenomeno che si sta diffondendo nelle società contemporanee per effetto della crescente specializzazione: ossia il ricorso a esperti per conoscere il significato di concetti complessi come quelli astratti. Ultimamente, e sempre di più, gli esperti non sono solo altre persone, ma anche agenti artificiali come i Large Language Models. alla base dei chatbot sempre più utilizzati. Dunque l’interesse del team di ricerca si focalizza anche sul loro ruolo nella formazione dei concetti astratti.
Riferimenti:
Borghi, A.M., Mazzuca, C. & Tummolini, L. The role of social interaction in the formation and use of abstract concepts, Nat Rev Psychol (2025), DOI: https://doi.org/10.1038/s44159-025-00451-z
Parole astratte e interazione sociale: quando parlare con gli altri e con l’IA cambia la nostra cognizione; lo studio pubblicato su Nature Reviews Psychology. Immagine di Gerd Altmann
Testo dal Settore Ufficio stampa e comunicazione Sapienza Università di Roma
Cambiamenti è il tema della nona edizione del Food&Science Festival: appuntamento a Mantova dal 16 al 18 maggio 2025
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il racconto dell’evento, a cura di Giuseppe Fraccalvieri
16 maggio 2025 – Dopo che lampi e nubi avevano riempito il cielo di Mantova, la sera precedente, il Food&Science Festival viene accolto da una bella giornata di sole. Le scolaresche invadono la città con vivacità e procedendo con ordine, creano serpentine di gente che si muove per le vie principali. Sempre bello vedere bambini e adolescenti, negli stand, approcciarsi alla scienza e agli esperimenti, con interesse e in modo divertente.
Foto di Giuseppe Fraccalvieri
La prima giornata vede la più gran parte degli eventi dedicati alle scuole. A fare eccezione sono l’importante Forum delle economie, Agrifood EXPerience e quindi, nel primo pomeriggio, l’incontro sul tema Sostenibilità e Innovazione – Il Futuro dell’agricoltura italiana. In questa seconda occasione sono intervenuti, introdotti da Beatrice Mautino: Massimo Scaglia, AD di Syngenta; Alessandro Beduschi (Lega Nord), Assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Regione Lombardia; quindi il senatore Luca De Carlo (FdI) e la deputata Maria Chiara Gadda (PD); quindi Mauro Coatti per Syngenta e Matteo Pollini per Orogel; infine Simona Rubbi per CSO Italia, Olivier de Matos che è DG CropLife Europe, l’eurodeputato Herbert Dorfmann (SVP) e Massimiliano Giansanti, Presidente Nazionale di Confagricoltura e del COPA COGECA.
Massimo Scaglia, AD di Syngenta. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Alessandro Beduschi (Lega Nord), Assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Regione Lombardia. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
il senatore Luca De Carlo (FdI) e la deputata Maria Chiara Gadda (PD). Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Simona Rubbi per CSO Italia, Olivier de Matos che è DG CropLife Europe, l’eurodeputato Herbert Dorfmann (SVP) e Massimiliano Giansanti, Presidente Nazionale di Confagricoltura e del COPA COGECA. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Scaglia è tornato sul tema di questa edizione, CambiaMenti, qualcosa che rievoca in tutti noi l’imprevedibilità dei nostri giorni, tra guerre, cambiamenti climatici, economia, politica e dazi.
Beduschi ha sottolineato come il Food&Science Festival sia un luogo dove si dicono cose “vere”, dove la scienza si riannoda alla politica. E proprio in tal senso si è spesso parlato di sostenibilità in modo improprio.
A parere di chi scrive, è sicuramente più che positivo riconoscere il ruolo del Food&Science Festival, perché possa continuare nella sua opera; sarebbe però bello non avere solo questa boccata di aria fresca durante i giorni del Festival, ma magari poter respirare aria pulita tutto l’anno e in altri contesti, con meno negazionismi e prese di posizione ideologica, indipendentemente dalla parte e dalla provenienza.
Nello spazio successivo, De Carlo, portatore di una visione pragmatica, si è scagliato contro la criminalizzazione dell’agricoltore, sottolineando come il nostro cibo in Europa sia il più sicuro: se permettessimo anche a un solo prodotto di non esserlo, sarebbe penalizzata tutta la filiera.
Gadda ha fatto un discorso di equilibrio: è da evitare una visione che salti dal bianco al nero, che veda solo le eccellenze e che non veda le sfide di oggi (dazi, cambiamenti climatici, ecc.); soprattutto, ha ben sottolineato un concetto: non è sempre colpa dell’Europa.
Entrambi si son detti contrari a una visione ideologica delle cose.
Coatti ha quindi mostrato la grande efficienza e l’importanza del ruolo dell’Italia in Europa e nel mondo, non solo per la qualità, ma per la quantità e rilevanza della produzione. Non bisogna perdere di vista che la popolazione mondiale sta aumentando e si prevede salirà a 9,7 miliardi di persone nel 2050. La produzione agricola dovrà quindi adeguarsi a questi numeri e quindi crescere (anche considerando una diversificazione dell’apporto proteico e una riduzione degli sprechi).
Necessario quindi rigenerare la terra per le generazioni future e permettere che gli agricoltori possano accedere ai mezzi di produzione.
Di seguito, Pollini ha raccontato l’esperienza Orogel come cooperativa di soci coltivatori.
Nell’ultimo segmento della conferenza, de Matos ha evidenziato come sia necessario puntare sull’innovazione essere anche più veloci: se si toglie uno strumento, se si deve far arrivare un nuovo prodotto, da noi son necessari circa 11 anni, contro i 2-3 di Paesi come Brasile e Stati Uniti. Troppi.
Dorfmann ritiene che serva un’agenzia più potente, oltre che regole più facili per i prodotti di nuova generazione e meno impattanti. Bisogna produrre in maniera intensiva e sostenibile allo stesso tempo.
Giansanti ha quindi spiegato come da sempre la sostenibilità sia parte dell’agricoltura più evoluta, uno dei capisaldi di quanto si studia in agronomia.
Rubbi ha concluso spiegando come la sostenibilità sia da intendersi come economica e non solo ambientale.
I relatori hanno poi convenuto che il problema essenziale dell’agricoltura sia il ricambio generazionale: è necessario rendere il settore appetibile ai giovani che vogliano avvicinarsi ad essa.
Alle 17:00 l’inaugurazione del Festival al Teatro Sociale di Mantova, con la conduzione di Alberto Agliotti di Frame Divagazioni, che ha sottolineato come questa sia la nona edizione.
Ai saluti istituzionali e al taglio il Presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi; il Presidente della Provincia di Mantova, Carlo Bottani e il Sindaco di Mantova, Mattia Palazzi. Il primo ha evidenziato come il Festival continui ad avere un senso perché permette agli agricoltori di comprendere meglio quali scelte fare. Al contempo, riesce a seguire quanto nel mondo e ad essere piattaforma all’interno della quale dialogano i cittadini e la politica. Il Sindaco ha invece posto l’accento su come il continuato supporto alla manifestazione, sin dalla prima edizione, si basi sempre sul principio di comunicare in maniera popolare, ma senza svilire i temi della scienza.
Nello spazio successivo, il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. In un quadro instabile e caratterizzato da nuovi grandi mutamenti (i dazi, che generano sicuramente preoccupazione in una nazione esportatrice come la nostra), con un’industria europea stagnante, l’agricoltura continua invece a crescere e ad aumentare la produzione, mantenendo inalterata la qualità. Non è mancata una presa di distanza dalla precedente visione in Europa, che è stata indicata come “ideologica”, attenta solo ai problemi ambientali e meno alle necessità della produzione. In questo modo escono dal mercato gli agricoltori europei, in favore di chi, fuori dall’Unione Europea, non ha le medesime attenzioni. Il Ministro si è anche detto favorevole all’immigrazione regolare, in una nazione dal decremento demografico costante, affiancando la stessa comunque alla formazione, sia sul territorio che fuori.
Vi è quindi stato lo spazio di discussione “Dai territori all’Europa: integrare visioni per costruire strategie condivise”, nel quale sono intervenuti Alessandro Beduschi, Herbert Dorfmann e Massimiliano Giansanti. Durante questo intervento si è ragionato sulle sfide (cambiamento climatico e necessità di ricambio generazionale nel settore), partendo dal particolare per arrivare a una scala più ampia e a una visione strategica. L’attenzione è stata posta sulle zone montane e pedemontane, più svantaggiate, sottolineando che un loro abbandono porta verso il dissesto idrogeologico. Tra i presenti c’è stato accordo verso un maggior gradimento dell’attuale situazione e dell’attuale commissario, Christophe Hansen, in Europa, con l’Italia che riesce a far sentire maggiormente le proprie proposte. È necessario mettere al centro l’agricoltore, credere nella scienza e puntare alla semplificazione. Per il cambiamento climatico e la gestione del rischio, si è discusso di come questo debba essere studiato di modo che sia sostenibile anche per le compagnie assicurative, puntando anche a un obbligo assicurativo, secondo Giansanti. Ha aggiunto Dorfmann che a questo si devono però aggiungere anche investimenti infrastrutturali che possano agire per ridurre il rischio.
A parere di chi scrive, pur apprezzando l’attenzione per la montagna, per avere un quadro migliore e più ampio (e a maggior ragione considerando che vi sono tantissimi meridionali in Lombardia), sarebbe stato sicuramente utile avere sul palco anche un rappresentante del nostro Centro-Sud. Sarebbe servito a far intendere maggiormente le difficoltà che lì si registrano. Speriamo ci sia spazio per questo durante le giornate successive del Festival.
È quindi intervenuto Sergio Della Sala, professore di neuroscienze all’Università di Edimburgo. Tramite un eloquio frizzante ed esempi divertenti, ci ha mostrato come gli esseri umani non siano animali razionali, e come le nostre decisioni possano essere influenzate da fattori non rilevanti.
È stato infine conferito il Premio agricoltura mantovana all’EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare, rappresentata da Victoria Villamar. L’EFSA non legifera e non impone i propri pareri, ma mantenendo una indipendenza rispetto al potere politico, può fornire indicazioni su basi scientifiche solide che possano servire a indirizzare.
saluti istituzionali dal Presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
taglio del nastro con il Presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi; il Presidente della Provincia di Mantova, Carlo Bottani e il Sindaco di Mantova, Mattia Palazzi. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Alessandro Beduschi, Herbert Dorfmann e Massimiliano Giansanti. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sergio Della Sala. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
il Premio agricoltura mantovana all’EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare, rappresentata da Victoria Villamar. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Victoria Villamar parla dell’EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
In conclusione, una prima giornata nella quale gli interventi sembravano evidenziare un rinnovato pragmatismo in Europa, con la presa di distanze dalla precedente gestione “verde” e una maggiore attenzione alle necessità produttive. A parere di chi scrive, da una parte è necessario mettere al centro l’agricoltura ed evitare risultati paradossali e che colpevolizzino le forze della produzione. Dall’altro, con l’area mediterranea particolarmente colpita dal cambiamento climatico, sarebbe stato utile parlare del problema – che è in continua evoluzione – anche su una scala ancora più ampia e parlando di possibili azioni: ci sarà plausibilmente spazio per questo nelle giornate successive del Festival.
17 maggio 2025 – Il tempo è ancora clemente con questa nona edizione del Food&Science. Le strade si riempiono di gazebo di divulgazione rivolti a diverse fasce d’età e sostenuti da enti come il CNR e Fondazione Veronesi. Grande partecipazione dentro e fuori per stand come la bottega degli esperimenti, condotti da Roberto Cighetti e Chiara Ferrari che hanno parlato anche di tradizione culinaria mantovana.
Dopo la consueta rassegna stampa mattutina con Roberta Villa, Marco Ferrari e Marco Martinelli, troviamo in piazza Leon Battista Alberti un evento che dà spazio agli insetti, con Gianumberto Accinelli.
Nella stessa piazza è poi il turno della tombola con gli elementi chimici, insieme a Beatrice Mautino e Stefano Bertacchi. Il tendone pieno vede la gente divertita, ma lo scopo dell’iniziativa è assai interessante ed efficace: mostrare al pubblico come tutte quelle sigle “spaventose” come E460 indichino ingredienti anche familiari come la cellulosa; insomma, per ridurre quell’insensato divario tra la percezione di “chimico” e di “naturale”. In piazza Leon Battista Alberti si prosegue quindi parlando di pratiche concrete in favore della biodiversità, con Michele Zerbini per Barilla, Giovanni Causapruno per XFarm, col direttore OP Nazionale Marco Gorni Silvestrini e con Marco Benedetti per CINSA; presenta Alberto Agliotti.
Lo stand Science in a box del CNR. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Lo stand di Fondazione Veronesi. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Roberto Cighetti e Chiara Ferrari con Francesco Zamboni. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Gianumberto Accinelli e Alberto Agliotti. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
la tombola degli elementi con Beatrice Mautino e Stefano Bertacchi. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Michele Zerbini, Giovanni Causapruno, Marco Gorni, Silvestrini, Marco Benedetti e Alberto Agliotti. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Giovanni Carrada e Sara Urbani con Simone Angioni. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Enrica Favaro con Valentina Vezzali e Domenicantonio Galatà. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Segnaliamo quindi l’incontro con gli autori Giovanni Carrada e Sara Urbani, per parlare di scienza e patrimonio culturale, insieme a Simone Angioni. In piazza Leon Battista Alberti, invece, l’importante incontro sui discussi temi di TEA e carne coltivata, con i docenti di genetica agraria, Mario Pezzotti e Sara Zenoni, la docente di botanica, Vittoria Brambilla, il docente di biologia Alessandro Bertero, la docente di bioingegneria Diana Massai e il docente di diritto Michele Fino. Ha moderato Beatrice Mautino.
Al Teatro Sociale invece Enrica Favaro ha condotto un talk con la campionessa olimpica Valentina Vezzali e il biologo e nutrizionista Domenicantonio Galatà, per parlare di come lo sport sia un osservatorio privilegiato per parlare di alimentazione. Alla Loggia del grano, invece, Alice Testa con Nicolò Scialpi hanno fatto un salto indietro nel tempo, fino alla nostra preistoria.
@matt_the_farmer ed Emiliano Audisio. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Matteo e Chiara @ilchimicosullatavola. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Alberto Agliotti, Elena Toth, Annamaria Mazzoni, Eleonora Campanelli. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Dario Bressanini, Michele Fino e Beatrice Mautino. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Claudio Cassardo e Beatrice Mautino. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Nel primo pomeriggio, i due disseminatori Matteo e Chiara de @ilchimicosullatavola in piazza Leon Battista Alberti con il talk Cotto o reagito? Al Teatro Sociale, invece, i pesi massimi della divulgazione, Dario Bressanini, Michele Fino e Beatrice Mautino, ritornano sul luogo del delitto, raccontando la storia di Contro Natura. Il libro fu non solo di grande successo, ma già dieci anni fa sfatava miti e pregiudizi legati ad OGM e altri temi ancora molto discussi, e tuttora di grandissima attualità. Come ha spiegato Michele Fino, questo era un libro di “logica”. Tutto esaurito in sala per loro.
Nel round successivo, in Piazza Leon Battista Alberti si parla di acqua: come rimarca Alberto Agliotti, quando è troppa e quando troppo poca. Elena Toth, docente di costruzioni, ha spiegato come la maggior parte dei prelievi siano di carattere agricolo, ma cambiano stagionalmente. La ricercatrice di economia ambientale Annamaria Mazzoni ha ricordato l’esperienza del Qatar, dove le risorse idriche sono in buona parte anche non rinnovabili. Un Paese che grazie alle disponibilità economiche sta riuscendo a gestire una situazione non facile sotto questo profilo. Una cartolina da un possibile futuro climatico che potrebbe espandersi. Una situazione molto diversa da quella del territorio mantovano, ricco di acqua, come spiegato da Eleonora Campanelli, responsabile sostenibilità AqA del gruppo TEA; bisogna però mantenerne la qualità. E come sempre, la scienza dei retrobottega ci porta tra le attività mantovane. Sempre nella piazza, il disseminatore @matt_the_farmer ha dialogato con Emiliano Audisio.
In orario aperitivo, mentre nel porticato del cortile d’onore di Palazzo Ducale si consuma l’Happy Science Hour, sempre in Piazza Leon Battista Alberti il climatologo e fisico Claudio Cassardo ha dialogato con Beatrice Mautino sul clima che verrà. “Non che ci sia qualche anno un po’ più caldo”, spiega, ma la tendenza che si registra ci parla del cambiamento climatico: è di questo che stiamo parlando.
L’Italia è in due sensi un punto caldo, sia perché ci stiamo scaldando di più, sia perché siamo un hot spot, un punto critico nel bacino del Mar Mediterraneo che esalta le ondate di caldo. Mentre i ghiacciai si vanno assottigliando, contribuendo al riscaldamento, si registra il cambiamento maggiore proprio nelle aree prealpine. Le precipitazioni sono un’altra variabile critica, e se sono diminuite in due secoli del 10%, che si ritrova negli andamenti del fiume Po, con una distribuzione anche diversa, tendendo a spostarsi perché la neve fonde prima. Piove meno spesso, ma quando piove, piove di più: l’intensità delle piogge va intensificandosi.
Cosa fa cambiare il clima? L’attività solare, le variazioni dei parametri orbitali, le eruzioni vulcaniche (di carattere esplosivo), l’impatto di asteroidi. Oggi però quel grado in più che si registra è causato, come noto, dai gas serra da noi emessi. A causarla, in ordine di rilevanza, la produzione di energia, l’agricoltura, l’industria, i trasporti e anche l’edilizia.
Che clima farà, infine? Non è facile creare un modello perché si richiedono competenze variegate: gli scenari possibili proposti sono quattro, uno pessimistico (business as usual), due di stabilizzazione e uno di mitigazione. Quello che però è possibile dire è che probabilmente farà (molto) più caldo. La situazione dell’area mediterranea vedrà estati ancora più torride, con meno precipitazioni, in particolare, nel Centro-Sud: proprio quando servirebbe maggiormente. Quale scenario poi sarà quello che vivremo dipende solo dalle nostre azioni.
Le criticità riguarderanno la sicurezza alimentare, le risorse idriche, il livello del mare, gli ecosistemi, la salute e la sicurezza.
Paolo Nespoli. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Paolo Nespoli. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Adrian Fartade, Luca Perri e Alberto Agliotti. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Paolo Nespoli, Adrian Fartade, Luca Perri e Alberto Agliotti. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Un’ultima puntata in serata alle 21:00 al Teatro Sociale, dove Alberto Agliotti ha presentato l’astronauta Paolo Nespoli e i disseminatori Adrian Fartade e Luca Perri. E se gli ultimi due sono sempre una forza della natura, trattando rispettivamente del nostro rapporto con la vita e delle difficoltà della colonizzazione su Marte, a fornirci una prospettiva davvero nuova è l’astronauta. La sua esperienza ci racconta di cibo non facile, di stanchezza dovuta alla ripetitività, di mangiare sdraiati sul tavolo, dell’impresa incredibile di far arrivare una pizza nello spazio e di differenze culturali.
18 maggio 2025 – Un po’ di vento per una domenica di sole a Mantova. Dopo la rassegna stampa con Roberta Villa, Marco Ferrari e Marco Martinelli, ancora un’ottima gamma di scelte possibili. Lo stand in Piazza Leon Battista Alberti è – comprensibilmente e prevedibilmente – pieno di gente per il talk su dieta e farmaci per dimagrire, condotto da Enrica Favaro e con il docente di endocrinologia Enzo Bonora e il medico Andrea Devecchi.
Spesso dieta è sinonimo di scorciatoia, di dieta di scopo, al fine di entrare in un vestito o per un matrimonio. Il messaggio che viene invece dai relatori va nella direzione opposta: enfasi sulla dieta come stile di vita, che possa essere perseguito nel tempo.
Anche al farmaco per dimagrire bisogna fare attenzione, perché potrebbe creare problemi al pancreas per talune persone: non è poi una cura per l’obesità, ma un tassello. Anche il suo stesso acquisto potrebbe essere difficile per motivi economici, o il percorso potrebbe interrompersi per altri motivi. La componente psicologica è sempre importante nel raggiungere un corretto stile di vita alimentare.
Enrica Favaro, Enzo Bonora e Andrea Devecchi. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Gabriella Morini e Myriam Sabolla. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Beatrice Mautino con Simone Ficarelli, Luigi Odello e Giovanni Battista Mantelli. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Giorgio Patelli ed Andrea Segrè con Emiliano Audisio. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Giacomo Moro Mauretto e Beatrice Mautino. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Fausto Desalu ed Enrica Favaro. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Giulia Tincani ed Antonella Losa. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Michele Morgante e Gianfranco Pacchioni, con Emiliano Audisio. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Nel panel successivo, condotto da Myriam Sabolla e con la docente Gabriella Morini, si è esplorato il senso del gusto, dalla nascita fino all’età adulta.
Continuiamo a seguire il senso del gusto nell’incontro successivo, nel quale il dolce (Venchi) incontra il salato (Parmigiano Reggiano). Parlano Simone Ficarelli, Luigi Odello e Giovanni Battista Mantelli, moderati da Beatrice Mautino.
La ripresa al pomeriggio, in Piazza Leon Battista Alberti, va a considerare il costo del cibo su salute e pianeta. L’incontro, in collaborazione con Fondazione AIRC, vede il medico oncologo Giorgio Patelli e il docente di politica agraria Andrea Segrè dialogare insieme ad Emiliano Audisio. Due prospettive diverse che vanno a incrociarsi. Si comincia introducendo il concetto di esposoma, cioè l’insieme di fattori ambientali e di rischio a cui siamo esposti. Dall’altro punto di vista, i poveri non solo sono affetti da impoverimento alimentare, ma sprecano di più, non solo in termini quantitativi ma qualitativi, perché abbassano la qualità della dieta.
Certamente ci sono dati importanti a livello internazionale, sull’aumento dei tumori del tratto intestinale, legati a dieta e sedenterietà: anche questi dati confermano che sono le fasce di reddito più basso ad essere maggiormente interessate. Il fenomeno parte dagli Stati Uniti, già dalla fine degli anni ’90.
In una piazza Mantegna piena di gente, Giacomo Moro Mauretto ha dialogato con Beautrice Mautino, mostrando le affascinanti ricerche in questo ambito che ci riportano a un passato non facile da ricostruire, nel quale le nuove scoperte si accavallano e si smentiscono. In piazza Leon Battista Alberti, invece, l’atleta Fausto Desalu dialoga con Enrica Favaro, raccontando la vita dello sportivo professionista, una vita fatta anche di rinunce che però vengono ampiamente ripagate, di una disciplina che riesce anche a formare.
In un evento che si chiama Food&Science non può mancare lo spazio di prova per il cibo, e quindi, oltre a quanto nei vari stand, ritorna anche il Museo del formaggio, con Giulia Tincani e Antonella Losa. Con quiz e un approccio ludico, hanno fatto scoprire ancora una volta l’aspetto merceologico di questo antichissimo prodotto.
Negli ultimi segmenti del pomeriggio della domenica, troviamo in Piazza Leon Battista Alberti un altro spazio dedicato alla libertà di ricerca, questa volta per porre l’accento sul rapporto con la politica. Michele Morgante, direttore dell’Istituto di genomica applicata e Gianfranco Pacchioni, docente di chimica, dialogano con Emiliano Audisio. Qui ritroviamo i discorsi “sull’ideologia” del primo giorno, ma dal punto di vista della scienza. Morgante ritiene che la situazione italiana sia peggiore che altrove, dove rispetto a certi temi, come le TEA o la carne coltivata, parti politicamente opposte si trovano ad avere il medesimo atteggiamento verso la scienza. La politica spesso si rivolge a determinati scienziati per avallare certe decisioni che ha preso: alle volte però la scienza riesce a far cambiare idea, specie quando certi percorsi si mostrano particolarmente sbagliati. Un fatto positivo che anche su questi temi, molto caldi ma che magari riguardano meno la vita quotidiana delle persone, molta gente si è accalcata per ascoltare anche fuori i limiti dello spazio destinato ai posti a sedere.
Food&Science è ovviamente molto di più, molti più eventi e molta più possibilità di scelta di quanto mostrato fin qui: si rinvia al programma per tutte le iniziative. Di sicuro il Food&Science Festival riesce anche in questo 2025 in uno dei suoi obiettivi, quello di scuotere le coscienze e di mostrare diverse visioni, anche contrapposte. In attesa dell’edizione per il decennale, che si preannuncia assai ghiotta.
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Termina oggi il Food&Science Festival 2025:
un bilancio di nove edizioni di successo, aspettando il decennale
18 maggio 2025. Tanti sold-out, incontri partecipatissimi e un pubblico non solo cittadino, ma arrivato appositamente, e per la maggioranza, da fuori Mantova,hanno caratterizzato la nona edizione del Food&Science Festival, la manifestazione promossa da Confagricoltura Mantova, ideata da FRAME-Divagazioni scientifiche e organizzata da Mantova Agricola che dal 2017 fa dialogare i mondi dell’agricoltura, della scienza e delle istituzioni. Appuntamento centrale nell’agenda dei principali festival nazionali, la tre giorni mantovana si conferma l’epicentro del dibattito costruttivo, inclusivo e accurato tra cibo e scienza, toccando temi attuali e ampi che indagano le conseguenze sociali, tecnologiche, politiche ed economiche della produzione e del consumo alimentare.
Lo sottolinea Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova:
“Dopo nove anni possiamo dire che il Festival ha raggiunto una dimensione e un’importanza tali che i frutti sono tangibili. Basti pensare al dibattito sulle TEA, che è iniziato qui ed è proseguito sui tavoli delle istituzioni, ma gli esempi sono molteplici. Abbiamo costruito qualcosa di unico nel suo genere, che ha un futuro davanti a sé: il mio mandato è in scadenza, ma mi impegno a tramandare questa eredità a chi assumerà il mio ruolo il prossimo anno affinché conservi e anzi faccia fiorire ancora di più la grande manifestazione che abbiamo creato”. Semi che hanno già germogliato con i Lab, il format studiato per replicare i contenuti del Food&Science Festival che ha già raggiunto diverse città e regioni d’Italia.
Parole di soddisfazione a cui si aggiungono quelle del Sindaco di Mantova, Mattia Palazzi:
“Anche quest’anno il Festival ha dimostrato la forza di un progetto culturale che continua a evolversi senza perdere la sua identità: tre giorni di riflessione, scambio e conoscenza sui grandi temi del cibo, della scienza e dei cambiamenti che attraversano la nostra società. Il Festival ha saputo coinvolgere pubblici diversi – cittadini, studenti, famiglie, addetti ai lavori – mantenendo intatta la sua capacità di rendere accessibili contenuti complessi, grazie a un linguaggio inclusivo, rigoroso e creativo. Mantova si conferma così una città laboratorio, aperta al dialogo tra scienza, cultura e comunità. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo successo, che è patrimonio di tutta la città”.
Oltre 170 incontri e più di 150 ospiti che raccolgono alcuni dei principali protagonisti del panorama scientifico attuale tra esperti, accademici, ricercatori, divulgatoriscientifici e addetti ai lavori, insieme per condividere conoscenze, esperienze e visioni sul futuro della ricerca, delle innovazioni tecnologiche e dell’agroalimentare.
“In nove edizioni, il Food&Science Festival ha creato uno spazio di confronto autentico per la comunità scientifica italiana – spiegano a riguardo gli ideatori, il gruppo FRAME-Divagazioni scientifiche – dimostrando come ricerca e divulgazione siano imprescindibili per affrontare le sfide globali attraverso il cibo. Abbiamo evidenziato non solo il valore della scienza, ma anche la necessità che le voci di ricercatori e divulgatori raggiungano politica, industria e società civile, promuovendo partecipazione e accessibilità della conoscenza”.
Grande successo anche sui social, il punto di ritrovo digitale che ha permesso al pubblico di curiosare nel dietro le quinte degli incontri, ascoltare interviste inedite agli ospiti e rimanere sempre aggiornati su eventi e novità: nei giorni del Festival – fino ad ora – e nel periodo di avvicinamento la copertura su Facebook e Instagram ha raggiunto oltre 1 milione e 600 mila utenti complessivi, mentre le interazioni Instagram hanno raggiunto la quota di oltre 15 mila. Quasi 20 mila invece le impression sul rinnovato canale LinkedIn del Festival.
Tre giorni in cui il pubblico ha accolto con interesse e grande entusiasmo personaggi amati e conosciuti come l’astronauta Paolo Nespoli e i divulgatori scientifici Adrian Fartade e Luca Perri, che nella serata di sabato hanno riempito la grande sala del Teatro Sociale, protagonisti della ricerca in ambito agroalimentare come Vittoria Brambilla, la ricercatrice di che con “Ris8imo” ha dato il via alla prima sperimentazione italiana in campo aperto di piante di riso ottenute mediante TEA, presentandola proprio lo scorso anno al Festival, volti noti della televisione o dei social, come gli chef Roberto Valbuzzi e Cristiano Tomei e l’agricoltore YouTuber Matt the Farmer, e persino grandi campioni dello sport come le medaglie olimpiche Valentina Vezzali e Fausto Desalu.
Proposte multidisciplinari che hanno saputo catturare attenzione e interessi diversi non solo attraverso conferenze ma anche grazie a laboratori (come le Science in a box a cura di CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche), visite guidate (con gli immancabili tour alla scoperta delle botteghe storiche della Scienza dei retrobottega a cura di Confcommercio, Confesercenti e Confguide Mantova), format speciali (la Rassegna stampa quotidiana realizzata con il sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana), installazioni dove presentare progetti innovativi (un esempio, quello degli Spazi Gustosi a cura di Dipartimento di Design del Politecnico di Milano), talk con quiz e brainstorming che sembrano portarci nel futuro dell’alimentazione (come quello dedicato ai Novel food a cura del Centro di Ricerca “Best4Food” dell’Università di Milano-Bicocca).
Un percorso lungo nove anni che è stato fianco a fianco anche delle attività dei main partner, che con il Festival condividono una visione innovativa, che sia dedicata a un futuro più sostenibile e informato – come ha spiegato Syngenta durante la presentazione in Italia delle proprie “Sustainability Priorities”, o il Gruppo Tea nell’incontro dedicato alla gestione del nostro bene più prezioso, l’acqua – o ad una evoluzione nei gusti e nei sapori – come quelli di un gelato dal gusto sorprendente, portato a Mantova dal Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano, o risultati da abbinamenti insoliti, come quelli con Marsala, vermut, birra e mostarda proposti dal Consorzio Tutela Grana Padano.
Non solo: Mantova è stata occasione per approfondire i Cambiamenti e le innovazioni nel settore delle imprese (per esempio con il Forum delle EconomieAgrifood EXPerience a cura di UniCredit) e in quello sociale (con anche l’incontro dedicato al cambiamento demografico e ai suoi effetti sulla produzione e il consumo nell’agroalimentare a cura di Levoni e in collaborazione con SMEA-Università Cattolica del Sacro Cuore – Cremona), esplorando i legami che l’agricoltura ha con l’ambiente (anche con la presentazione della “Carta del Mulino”, a cura di Barilla, e della mostra fotografica collegata dedicata alla biodiversità), la tecnologia (pensando al panel in collaborazione con Agrofarma – Federchimica dedicato allo Smart Farming), la chimica (attraverso incontri interattivi come il Q&A | Ho mangiato una molecola, e adesso? in collaborazione con Aispec – Federchimica) e la circolarità (legata per esempio all’uso di Biochar e Biogas durante l’incontro in collaborazione con Inalca, e a quello di sottoprodotti e scarti del settore agroalimentare e agroforestale a cura del Gruppo Saviola), senza dimenticare approfondimenti legati al cibo, tutti da gustare. Tra questi, quelli alla scoperta di come cambia il gusto (con il sostegno di Poste Italiane), degustazioni a base di olio(a cura di Assoprol) e laboratori e mostre dedicate allo zucchero (a cura della Cooperativa Ossigeno e Momic, in collaborazione con Eridania Italia S.p.a.).
15 maggio 2025. Ai nastri di partenza la nona edizione del Food&Science Festival, la manifestazione promossa da Confagricoltura Mantova, ideata da FRAME-Divagazioni scientifiche e organizzata da Mantova Agricola che da domani a domenica 18 maggio fa diventare Mantova l’epicentro della discussione sui Cambiamenti dell’agroalimentare.
Come da tradizione, la prima giornata è dedicata alle scuole, coinvolte con un programma dedicato di incontri e laboratori. Tra i primi, Pentole e provette con il chimico e divulgatore Gabriele Pastori, con cui esplorare i legami tra chimica e cucina; gli appuntamenti con Alessio Perniola, A testa in su, lo show-lab di divulgazione scientifica che, attraverso esperimenti live e interattivi, svela i segreti dell’atmosfera e dei suoi fenomeni (a cura di Multiversi, in collaborazione con Gruppo Tea) ed Ecoradio – lo show (a cura di Alessio Perniola e Multiversi); la conferenza con il responsabile Divulgazione e Formazione Tecnica di Levoni Gian Luigi Alfonso Restelli che guida alla“riscoperta” delle razze suine autoctone italiane e la valorizzazione dei loro prodotti (a cura di Levoni) e quella con gli imprenditori agricoli Deborah Piovan, Luca Andreani e Mattia Gandini su come Coltivare il futuro (in collaborazione con Regione Lombardia) e dedicarsi a un settore, quello agricolo, in continua evoluzione, fino al dialogo tra il medico specializzanda in scienze dell’alimentazione Enrica Favaro e il performer e medico chirurgo Matteo Ghisolfi che spiegano come raggiungere salute e benessere procedendo, anche a piccoli passi, lungo Lalinea del cambiamento.
Continua poi nell’ambito del Food&Science Festival il dibattito sulle prospettive e sulle opportunità del settore agroalimentare a cura di UniCredit: il Forum delle Economie Agrifood EXPerience, dove esperti ed imprenditori del settore si alterneranno per stimolare il confronto e individuare strategie percorribili e sostenibili da sviluppare con enti di ricerca, operatori della formazione e istituzioni finanziarie. A intervenire saranno Alberto Cortesi, Presidente di Confagricoltura Mantova, Luisella Altare, Head of Corporate di UniCredit, l’Assessore all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste della Regione Lombardia Alessandro Beduschi, Andrea Dossena, Associate Partner Prometeia, Alessandro Tosi, Small Corporate Sales Italy UniCredit, Simona Maretti, Direttrice ITS Academy Agroalimentare Sostenibile Mantova e Responsabile IFOA Mantova, Manuel Lugli, Amministratore Società Agricola Fondo Spinosa e Vice Presidente di Confagricoltura Mantova, Michelle Toninelli, studentessa del corso ITS per la Digital & Green Transition e Alberto Barbari, Investment Committee Member FoodSeed e Regional VP Italy Eatable Adventures.
Guardano invece al Futuro dell’agricoltura italiana, tra sostenibilità e innovazione, il panel a cura di Syngenta che apre il pomeriggio della prima giornata di Festival. Durante l’incontro verranno presentate per la prima volta in Italia le Sustainability Priorities, gli ambiti di intervento e di sviluppo strategico che rappresentano l’impegno concreto dell’azienda verso un’agricoltura più sostenibile, innovativa e resiliente. Parteciperanno all’incontro l’assessore all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste della Regione Lombardia Alessandro Beduschi,l’Head of Technical Support di Syngenta Italia Mauro Coatti, l’amministratore delegato di Syngenta Italia Massimo Scaglia, la responsabile delle relazioni internazionali di CSO Italia Simona Rubbi, il direttore Generale Croplife Europe Olivier de Matos e il responsabile Sistema di Gestione Ambientale Orogel Matteo Pollini.
E inoltre…
Ampia e varia, l’offerta del Food&Science Festival comprende anche mostre, laboratori e installazioni: tra le molte occasioni, da venerdì a domenica sarà possibile scoprire i segreti dello zucchero durante Zucchero & Co. L’impronta della dolcezza (a cura di Cooperativa Ossigeno, Momic e in collaborazione con Eridania Italia S.p.a.), esplorare gli Spazi gustosi delle nuove esperienze di alimentazione nei contesti scolastici (a cura del dipartimento di Design del Politecnico di Milano) e scoprire la bellezza della sostenibilità visitando la mostra fotografica I fiori del mulino, che racconta l’impegno concreto per la sostenibilità attraverso campi fioriti che rappresentano vere e proprie oasi ecologiche con fioritura progressiva e prolungata (a cura di Barilla).
Tra i laboratori, occasioni per approfondire il binomio alimentazione e salute con Vivo sano (a cura di Fondazione Umberto Veronesi), scoprire Cosa mangiamo veramente attraverso quiz e giochi pensati per acquisire la consapevolezza e le capacità necessarie per costruire un piatto sano (a cura di Fondazione AIRC), giocare con gli imballaggi alimentari costruendo una confezione per un uovo (che non dovrà rompersi!) con Ehi, non rompere le scatole! (a cura del dipartimento DCMC del Politecnico di Milano) e scoprire tutto del mondo dei formaggi grazie alle occasioni A scuola di Parmigiano Reggiano (a cura di Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano) e Grana Padano DOP: un tesoro da mangiare (a cura di Consorzio Tutela Grana Padano).
Il Festival è promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola. Si avvale di Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Regione Lombardia, Provincia di Mantova, Comune di Mantova, CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Camera di Commercio di Cremona-Mantova-Pavia, Confcommercio Mantova, Confesercenti della Lombardia Orientale, Fondazione Banca Agricola Mantovana, Fondazione BPA Poggio Rusco, Politecnico di Milano, Università di Milano-Bicocca e Università di Parma come partner istituzionali. Main partner sono Syngenta, Gruppo Tea, Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano e Consorzio Tutela Grana Padano; sponsor sono UniCredit, Levoni, Barilla, Agrofarma – Federchimica, Aispec – Federchimica e Inalca. Supporter Gruppo Saviola, Poste Italiane, Assoprol ed Eridania Italia. Sponsor tecnici De Simoni e Cucina da Manuale. Media partner ANSA, Rai Radio 3, Gruppo editoriale Athesis e AgroNotizie.
27 marzo 2025. Fervono i preparativi per il Food&Science Festival 2025, la manifestazione promossa da Confagricoltura Mantova, ideata da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzata da Mantova Agricola che da venerdì16 a domenica 18 maggio farà di Mantova il centro del racconto dei Cambiamenti – tema della nona edizione – del settore agroalimentare. In attesa di conoscere il programma completo, che sarà presentato giovedì 17 aprile in conferenza stampa, il Festival svela oggi una selezione dei nomi che animeranno la tre giorni primaverile, impegnati in conferenze, dialoghi, panel a più voci su questioni tra le più attuali e urgenti da affrontare.
Ne sono un esempio gli incontri che all’agricoltura intrecciano ambiente e tecnologia, pensati per esplorare sia i sentieri tematici più (di)battuti sia quelli meno noti, proponendo nuove analisi e scoperte. Per esempio: come evolveranno le coltivazioni in risposta ai cambiamenti climatici e all’aumento costante, e preoccupante, delle temperature? Quali innovazioni potranno essere sviluppate e adottate? Tra coloro che proveranno a rispondere a queste e altre domande ci sono Claudio Cassardo, docente presso il dipartimento di Fisica dell’Università di Torino e responsabile scientifico di progetti nazionali e internazionali, che proverà a spiegare cosa dobbiamo aspettarci dal clima nei prossimi anni, Antonello Pasini, il fisico climatologo del Consiglio Nazionale delle Ricerche che con il suo blog “Il Kyoto fisso”, il primo in Italia dedicato al clima, ha vinto nel 2016 ilPremio nazionale di divulgazione scientifica e a Mantova presenterà il suo nuovo La sfida climatica (Codice, 2025), e il genetista Alberto Acquadro, con cui i cambiamenti della produzione agricola incontrano le tecnologie più avanzate: suo l’incontro dedicato all’editing genomico a partire dalla ricerca suipomodorimodificatigrazie al sistema Crispr-Cas9 che permette di lavorare su geni specifici del DNA della pianta ottenendo in poco tempo un cambiamento migliorativo che in natura richiederebbe centinaia, se non migliaia di anni.
Argomenti ampi con ospiti che, seguendo l’invito del Festival a “coltivare conoscenza”, esortano alla considerazione critica e spingono alla riflessione, proponendo un approccio laterale a ogni questione. Lo sanno bene Antonio Galdo e Simone Pollo, protagonisti di due appuntamenti a partire dai loro ultimi, recenti libri: il primo, giornalista esperto di tematiche ambientali, con Il mito infranto (Codice, 2025), in cui discute la falsasostenibilità che peggiora gli equilibri del pianeta e aumenta le disuguaglianze anziché sanarle, mentre il secondo, filosofo e componente del “National Biodiversity Future Center” (uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera), con Considera gli animali (Laterza, 2025), saggio in cui descrive le contraddizioni e la profondità dei legami che uniscono uomo e animali.
Agricoltura, tecnologia, ambiente e, naturalmente, alimentazione. Il Food&Science Festival dedica uno spazio importante al cibo che portiamo sulle nostre tavole: quali scelte facciamo, cosa ci spinge ad acquistare un prodotto alimentare piuttosto che un altro, quali sono gli impatti sulla nostra salute. Per spiegarlo intervengono alcuni dei volti più noti della divulgazione scientifica: Roberta Villa, giornalista medica che “parla e scrive di salute e sanità”, impegnata in un panel a più voci sui cambiamenti nello stile di vita all’epoca dell’informazione social, tra diete, farmaci e app, Il chimico sulla tavola, la coppia di chimici formata dalla “creativa a suo agio con pennelli e parole” Chiara Biagini e dal “surfista iperattivo amante della cucina” Matteo Capone, che portano il pubblico alla scoperta di quella che forse è la prima innovazione chimica in campo alimentare, cioè la cottura, e del suo impatto sul nostro modo di vivere attraverso i millenni, e Non è la Zebra, progetto di divulgazione a cui hanno dato vita Lorenzo Gagliardi e Greta Durante focalizzato sulle scienze comportamentali e i processi decisionali, che al Festival aiuteranno a capire quali meccanismi psicologici si mettono in moto quando scegliamo, al supermercato come al ristorante.
Da venerdì 16 a domenica 18 maggio, a Mantova, un viaggio verso il Cambiamento dell’agricoltura e del settore agroalimentare per capire cosa succede oggi e provare a immaginare quello che accadrà domani.
27 febbraio 2025 – Esplorare il futuro dell’agroalimentare, analizzare le sfide che ci attendono e inquadrare le opportunità che possono trasformare il nostro presente: il Food&Science Festival indaga l’oggi per immaginare il domani e torna a Mantova con la nona edizione dedicata al tema Cambiamenti. Da venerdì 16 a domenica 18 maggio 2025, tre giorni di incontri, dialoghi, tavole rotonde, laboratori, exhibit e spettacoli per raccontare in modo rigoroso, scientificamente accurato e sempre appassionante i nuovi paradigmi legati alla produzione, distribuzione e consumo di cibo, con la consapevolezza che, soprattutto in ambito alimentare, cambiare non è solo necessario ma inevitabile.
Promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola con Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Regione Lombardia, Provincia di Mantova, Comune di Mantova e Camera di Commercio Cremona-Mantova-Pavia come partner istituzionali e con il patrocinio del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, anche nel 2025 il Festival proporrà riflessioni e confronti sulle grandi questioni che ruotano attorno al comparto agricolo e alimentare dando voce a scienziati, ricercatori, innovatori, agricoltori, rappresentantiaziendali e delle istituzioni e coinvolgendo attivamente cittadini, addetti ai lavori, esperti di settore e appassionati.
Dalle emergenze ambientali alle pressioni economiche, dalle trasformazioni sociali a quelle geopolitiche e culturali, dalle sfide tecnologiche alle innovazioni energetiche, una panoramica sui cambiamenti che si sono succeduti negli anni e che hanno preparato il terreno per quelli, sempre più rapidi, che accadono sotto i nostri occhi. Nella molteplicità di argomenti e prospettive a cui il Food&ScienceFestival da sempre guarda, il rapporto tra cibo e agricoltura sarà quindi messo in relazione con la tecnologia, il cambiamento climatico, la politica e l’economia, la lotta agli sprechi e la tutela della biodiversità, fino a inquadrare il settore alimentare dal punto di vista della comunicazione, del consumo, della sicurezza, del benessere e della salute.
Un programma ampio e politematico, che mette l’agricoltura al centro e segue con attenzione tutte le sue diramazioni.
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presentazione del 17 aprile, commento a cura di Giuseppe Fraccalvieri
Continua a crescere il Food&Science Festival e per il 2025, dopo l’edizione dell’anno scorso a tema Intrecci, ci riporta all’attualità dei CambiaMenti. Cambiamenti climatici innanzitutto, ma pure le sfide di un panorama socio-politico assai magmatico, che ha conseguenze su tutta la filiera agroalimentare. Cambiamenti che appunto richiedono di mettersi in gioco anche come mentalità e nelle nostre abitudini quotidiane.
Il festival, alla sua nona edizione, continua ad attrarre innanzitutto fasce di età più giovani, svolgendo quindi anche una funzione assai apprezzabile (e che altrove spesso sembra un obiettivo chimerico) di avvicinamento delle nuove generazioni al settore e alla scienza.
Nella presentazione di oggi 17 aprile sono intervenuti Alessandro Beduschi, Assessore all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste della Regione Lombardia; Andrea Murari, Assessore all’Ambietne e Pianificazione territoriale del Comune di Mantova; Alberto Cortesi, Presidente di Confagricoltura Mantova. Sono quindi intervenuti per Frame Divagazioni scientifiche, che cura la direzione scientifica del festival, Emiliano Audisio, Beatrice Mautino, Enrica Favaro. È stato quindi il turno dei partner, con Massimo Scaglia, Amministratore delegato di Syngenta; Vincenzo Galeotti, Consigliere della Sezione di Mantova del Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano; Renato Zaghini, Presidente del Consorzio Tutela Grana Padano; Marco Zanini, Segretario della Camera di Commercio di Cremona-Mantova-Pavia. A presentare il tutto, Alberto Agliotti.
Da sinistra: Andrea Murari, Alberto Cortesi, Alessandro Beduschi. Presenta Alberto Agliotti, sulla destra. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Da sinistra: Andrea Murari, Alberto Cortesi, Alessandro Beduschi. Presenta Alberto Agliotti, sulla destra. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Da sinistra: Andrea Murari, Alberto Cortesi, Alessandro Beduschi. Presenta Alberto Agliotti, sulla destra. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sulla sinistra, Emiliano Audisio. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sulla sinistra, Beatrice Mautino. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sulla sinistra, Beatrice Mautino. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sulla sinistra, Beatrice Mautino. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sulla sinistra, Enrica Favaro. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sulla sinistra, Massimo Scaglia. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sulla sinistra, Vincenzo Galeotti. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sulla sinistra, Renato Zaghini. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sulla sinistra, Marco Zanini. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Nel primo intervento, Beduschi ha spiegato come il Food&Science sia “un antico amore”, una “proposta accolta da sempre con entusiasmo”. Una manifestazione in grado di sfatare miti, come quello di un settore che è sì radicato nella tradizione, quello agroalimentare, ma pure straordinariamente propenso all’evoluzione.
L’Assessore ha ricordato come non siano mancate critiche negli anni, che però sono servite come stimolo a fare e a trasformarsi completamente.
Il secondo intervento, quello di Murari, su questo “meraviglioso festival nella città dei festival”, ha posto l’accento sul tema dell’edizione, un tema “straordinariamente serio”. E parlare di cambiamenti in una fase nella quale l’ordine mondiale sta cambiando nei modi che vediamo rende difficile per chiunque provare a prevedere: la scelta del tema significa quindi l’essere sul pezzo. Per l’Assessore, caratteristica del Food&Science è proprio quella di andare al cuore delle cose, senza far passare un minuto a fare della retorica.
Un festival di caratura internazionale, in grado di costruire un dibattito pubblico fondato sui fatti, sulla conoscenza, sulla ricerca.
Ha infine evidenziato come sia proprio il cambiamento (anche nel settore primario) il modo con cui tenere in vita tradizione e le nostre radici, un cambiamento che però deve essere guidato, col metodo scientifico, perché non tutte le opinioni trovano uguale riscontro nella realtà fattuale.
L’obiettivo di costruire un futuro di pari dignità e ricchezza spinge con eventi come Food&Science
sulla voglia di fare innovazione e costruire comunità.
Anche Cortesi, nel suo intervento, si è soffermato sul tema CambiaMenti: quando si è cominciato a pensare alla presente edizione, non si pensava che ci potessero essere conseguenze come quelle delle ultime settimane. Più che un cambiamento, quello climatico appare come una rivoluzione e i singoli operatori nel settore possono ritrovarsi in una situazione di incapacità di adeguarsi a eventi su questa scala.
Dal punto di vista della società nella quale viviamo, se nei nostri tempi i valori democratici vengono messi in discussione, il festival vuole ancora una volta essere momento di scambio e di confronto, esponendo idee alle volte difficili da digerire, ma se avendo in mente la bussola della scienza ci si mette in discussione.
Dopo la politica, è il turno degli interventi per Frame Divagazioni scientifiche: Audisio ha sottolineato quanto la scienza sia importante per traghettarci e orientarci coi cambiamenti in atto. Un cambiamento che riguarda tutti.
La scienza non è però monolitica ed essa stessa si mette in dubbio: l’elemento del metodo scientifico non è tanto la certezza quanto piuttosto l’evidenza. La scienza non è chiusa in una torre d’avorio inaccessibile, ma dialoga, anche col mondo delle impres. Proprio il cibo ha una natura particolare, perché va a toccare vari aspetti sociali identitari, e con questa lente si va ad interpretare il cambiamento globale.
Il musicista e curatore non ha poi nascosto il compiacimento di un festival che forse dovrebbe contenersi un po’ e invece cresce ogni anno, andando ad integrarsi sempre più nel tessuto produttivo di questo territorio mantovano.
Il secondo intervento per Frame è quello di Mautino, che ha messo l’accento su come le sfide dei nostri tempi richiedano di investire nell’innovazione, e al contempo sulle difficoltà che la ricerca pubblica affronta.
Ha quindi elencato i tanti e importanti ospiti di questa nona edizione.
Nel terzo intervento per Frame, Favaro ha parlato innanzitutto dell’attenzione per le scuole e nuove generazioni. I laboratori sono centrali anche in questa edizione, con esperimenti, attività pratiche e il coinvolgimento del tessuto economico locale nel filone di successo, la scienza dei retrobottega.
È stato quindi il turno dei partner, tra cui Zanini ha ricordato con orgoglio l’aver visto nascere il Festival nella Camera di Commercio. Ha evidenziato come si tratti di un evento in grado di generare molto pubblico, di diventare fattore di attrazione. In quei giorni la città lascia un’immagine ai visitatori, che è anche quella di un festival giovane. Anche questo è un bene, perché il rinnovo generazionale è molto importante per tutto il settore.
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Food&Science Festival: presentato il programma della IX edizione
Più di 150 eventi con oltre 130 ospiti tra cui l’astronauta Paolo Nespoli, il divulgatore scientifico Adrian Fartade e la campionessa olimpica Valentina Vezzali
17 aprile 2025. Rapidi o molto lenti, progressivi o improvvisi, radicali o leggeri: qualunque sia la natura dei cambiamenti, l’unica certezza è che per affrontarli bisogna prima di tutto capirli. Per aiutare a farlo, fornendo strumenti, creando occasioni di dialogo e coinvolgendo protagonisti esperti, torna il Food&Science Festival, che ai Cambiamenti dedica la nona edizione, da venerdì 16 a domenica 18 maggio. Promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola, il Festival trasforma Mantova in un palcoscenico a cielo aperto in cui scienziati, accademici, divulgatori, addetti ai lavori ed esperti si confrontano e discutono sulle conseguenze e implicazioni che le trasformazioni nel consumo e nella produzione di cibo hanno sulle nostre tavole e nelle nostre vite.
Cambiamento climatico, tecnologia, economia, ma anche sicurezza e benessere alimentare, salute, equità sociale, tutela della biodiversità: per tre giorni il settore agroalimentare verrà esplorato da molteplici punti di vista grazie alla presenza di alcuni tra i principali esponenti del più attuale panorama scientifico e culturale. Tra i molti ospiti anche l’astronauta Paolo Nespoli e il divulgatore scientifico Adrian Fartade, protagonisti della conferenza serale del Food&Science Festival, Vittoria Brambilla, la ricercatrice di biologia vegetale dell’Università degli Studi di Milano che con “Ris8imo” ha dato il via alla prima sperimentazione italiana in campo aperto di piante di riso ottenute mediante TEA, le Tecniche di Evoluzione Assistita, Mario Pezzotti, commissario straordinario CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria), Antonello Pasini, fisico climatologo che con il suo blog “Il Kyoto fisso”, il primo in Italia dedicato al clima, ha vinto nel 2016 ilPremio nazionale di divulgazione scientifica, Annamaria Mazzoni del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici, l’agricoltore star del web Matteo Fiocco, in arte Matt the Farmer, con più di 450 mila iscritti sul suo canale YouTube, gli scrittori e giornalisti scientifici Silvia Bencivelli e Antonio Galdo, fondatore e direttore del sito nonsprecare.it che propone notizie, consigli e indicazioni per uno sviluppo sostenibile, e l’agronomo ed economista Andrea Segrè, docente di Politica agraria internazionale e comparata presso l’Università di Bologna.
Interdisciplinare e politematico, il programma del Food&Science Festival permetterà di portare alla luce i legami che alimentazione e scienza hanno con lo sport (con la campionessa olimpica Valentina Vezzali), l’arte (con Giovanni Carrada, autore e curatore di progetti e programmi di divulgazione scientifica che da anni progetta e realizza mostre ed esposizioni museali), la filosofia (con Simone Pollo, docente di Filosofia morale della Sapienza Università di Roma), la narrazione (con Ruggero Rollini, protagonista di una conferenza spettacolo sulla chimica) e persino l’archeologia (con Alice Testa, divulgatrice archeologica e Nicolò Scialpi, archeologo), attraverso più di 150 incontri con oltre 130 ospiti.
Dialoghi, tavole rotonde, laboratori, exhibit, visite guidate, laboratori, workshop e degustazioni per una tre giorni che coinvolgerà tutta la città di Mantova e alcuni dei suoi luoghi più suggestivi, tradizionali e non: il Teatro Sociale, la Loggia del grano (conferenze e mostre), l’Atrio degli Arcieri e il Porticato del Cortile d’Onore del Palazzo Ducale (conferenze), Piazza Leon Battista Alberti (conferenze, laboratori), Piazza Concordia, Piazza delle Erbe (laboratori e bookshop), Piazza Mantegna (incontri) e Piazza Marconi (laboratori), Sala delle lune e dei nodi (conferenze), Sala delle Virtù della Palazzina di Bosco Fontana, via Goito (laboratori e mostre) e il Lago Superiore (Chiosco Zanzara). Tutti gli eventi saranno gratuiti con registrazione obbligatoria sul sito del Festival.
Per approfondire
Di seguito un’esplorazione più ampia del vasto programma del Food&Science Festival 2025, le cui conferenze si articolano in 9 filoni tematici – Cambiamento climatico e adattamento agricolo; Tecnologie e innovazione; Transizione energetica; Governance e istituzioni politiche; Economia circolare e riduzione degli sprechi; Biodiversità e agroecologia; Comunicazione del cibo e nuovi stili di consumo; Equità sociale ed economica; Salute, cibo e nutrizione – pensati per analizzare icambiamenti dell’agricoltura in tutte le sue sfaccettature. Per i dettagli relativi a giorno, ora e luogo dei singoli appuntamenti, compresi quelli del programma scuole raccontati nella sezione dedicata, si rimanda alla sezione programma del sito del Festival, completamente rinnovato,e al programma cronologico della cartella stampa.
I filoni tematici
Cambiamento climatico e adattamento agricolo
La realtà è una, il cambiamento climatico, ma le soluzioni a cui l’agricoltura può rivolgersi per affrontarlo sono, per fortuna, molte. Studiosi attivi in campi diversi lavorano ogni giorno per idearne di nuove o migliorare quelle già sviluppate, uniti dall’obiettivo comune di risolvere nel modo più efficace possibile l’equazione che coinvolge ambiente, bisogni globali e necessità produttive.
Ognuno dalla propria prospettiva, ad affrontare il tema saranno, tra gli altri, il climatologo dell’Università di Torino Claudio Cassardo, responsabile scientifico di progetti nazionali e internazionali che offrirà una panoramica sull’evoluzione del clima e delle coltivazioni nei prossimi anni, Antonello Pasini, il fisico climatologo del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che a Mantova presenterà il suo nuovo La sfida climatica (Codice, 2025) e il filosofo Simone Pollo, componente del “National Biodiversity Future Center”, uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera, impegnato a Mantova a far luce sul rapporto complesso e ambivalente che lega uomo e animali a partire dal suo ultimo libro intitolato Considera gli animali (Laterza, 2025).
Guarda a una delle risorse fondamentali per l’agricoltura e non solo l’appuntamento dedicato all’acqua, in collaborazione con il Gruppo Tea. Con Annamaria Mazzoni, ricercatrice di economia ambientale dell’Istituto per la resilienza climatica del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, il centro di ricerca internazionale che studia l’interazione tra i cambiamenti climatici e la società, Elena Toth, docente di costruzioni idrauliche, marittime e idrologia presso il dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna ed Eleonora Campanelli, responsabile sostenibilità AqA del Gruppo Tea, si mette in luce l’importanza dell’Acqua che non si vede, cioè quella di falda, per poi ampliare lo sguardo con una riflessione generale su questa risorsa fondamentale e preziosa ma spesso data per scontata.
È arricchita dalla mostra fotografica dedicata alla biodiversità “I fiori del mulino” la presentazione, a cura di Barilla, del progetto “Carta del Mulino” per la sostenibilità della coltivazione di grano tenero, a cui partecipano Michele Zerbini (soft wheat and flour Purchasing Associate Director Barilla), Giovanni Causapruno (Business Development Director XFarm), Marco GorniSilvestrini (direttore OP Nazionale) e Marco Benedetti (responsabile Scientifico CINSA – Interuniversity National Consortium for Environmental Sciences), mentre ci si sposta ad analizzare il settore dell’olio con Tiziana Sarnari, Andrea Marchini e Gianfrancesco Petroni, i relatori della tavola rotonda Il valore dell’olio – Un mercato dai consumi in continua evoluzione, conferenza durante la quale verranno evidenziati i numeri del settore con una specifica degli oli DOP e biologici. (in collaborazione con Assoprol).
Porta invece a immergersi nella natura che circonda Mantova il dialogo tra Carlo Peraboni (docente di urbanistica del Politecnico di Milano) e il paesaggista Antonio Sagaria, dedicato al cambiamento del paesaggio tra campagna e città. Il luogo scelto per ospitare le loro riflessioni è infatti decisamente particolare e suggestivo: a bordo della motonave “Edron”, in navigazione sulle acque del Lago Superiore di Mantova (in collaborazione con Politecnico di Milano – Polo di Mantova).
Tecnologie e innovazione
Era il 13 maggio 2024 e nella campagna pavese di Mezzana Bigli venivano messe a dimora le prime piantine di Ris8imo, la varietà di riso geneticamente modificato per essere più resistente a malattie e parassiti: una rivoluzione in soli 28 metri quadri, la prima e unica in Italia. Purtroppo, le piante sono state sradicate e distrutte da ignoti ma la ricerca non si è fermata, anzi. A distanza di un anno, l’artefice della sperimentazione, Vittoria Brambilla, ne discute con i docenti dell’Università di Verona Mario Pezzotti, dirigente del Centro ricerca e innovazione della Fondazione Edmund Mach, e Sara Zenoni, genetista, riflettendo su limiti e traguardi della libertà di ricerca in ambito di genetica agraria. Non solo, perché nella stessa occasione, insieme anche ai docenti dell’Università di Torino Diana Massai (dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale) e Alessandro Bertero (vincitore nel 2021 del grant Career Development Award Armenise Harvard che promuove la ricerca di base in campo biomedico) e con Michele Fino, docente di fondamenti del diritto europeo dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ci sarà modo per ampliare il discorso anche rispetto alla ricerca sulla carne coltivata, alimento protagonista anche del panel in collaborazione con i Giovani di Confagricoltura – ANGA, a cui parteciperanno diversi esponenti delle Università di Milano e di Parma.
E dopo il riso, pomodori e patate, che non sono gli ingredienti di una ricetta ma i punti di partenza di due incontri dedicati a genetica, tecnologia e innovazione. Il primo con Alberto Acquadro, genetista dell’Università di Torino con cui ha guidato il progetto Prospect, un lavoro sull’editing genomico del pomodoroche attraverso il sistema Crispr-Cas9 modifica geni specifici del DNA della pianta ottenendo un cambiamento migliorativo che in natura richiederebbe centinaia, se non migliaia di anni; il secondo con Stefania De Pascale, docente di orticoltura e floricoltura dell’Università Federico II di Napoli e pioniera a livello internazionale degli studi sull’agricoltura spaziale, a partire dal suo libro Piantare patate su Marte (Aboca, 2024). Incontri che sembrano portarci nel futuro dell’alimentazione, come fanno anche Roberta Dameno e Paola Palestini, esperte del Centro di Ricerca “Best4Food” (che cura l’incontro) dell’Università di Milano-Bicocca: con loro andremo alla scoperta dei Novel food, di cui spiegheranno benefici, criticità e prospettive coinvolgendo il pubblico in un talk interattivo tra quiz e brainstorming.
Scienza e ricerca scientifica, pilastri del programma del Food&Science Festival, vengono poi discusse, indagate, rappresentate, durante la presentazione di Scienza chiara, scienza oscura (Il Mulino) del docente di chimica dei materiali dell’Università Milano Bicocca Gianfranco Pacchioni, con cui riflettere sui due volti della ricerca, quella pubblica e trasparente e quella delle Big Tech e militare, riservata e inaccessibile, per poi proseguire con altri appuntamenti. Per esempio, quello con Alessandra Scognamiglio, direttrice dell’Agrivoltaic Action Group dell’Agenzia Internazionale per l’energia, che approfondisce l’agrivoltaico, il sistema che integra la produzione di energia solare fotovoltaica con l’attività agricola, mentre di antibiotico resistenza discutono Loris Alborali, direttore Sanitario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia-Romagna, l’On. Carlo Maccari, relatore della normativa sulla tenuta dei farmaci in aziende zootecniche e Paolo Moroni, docente del dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano. Esperta agrifood del Governo danese in Italia, FrancescaZaccarelli dialoga invece con Alex Gobbi, microbiologo e ricercatore CREA a proposito di microrganismi buoni e poi con Luca Cerruti, fondatore di KelpEat, che crea snack e alimenti sani e sostenibili a base di alghe, a proposito delle nuove frontiere nell’agricoltura di precisione (entrambi gli incontri in collaborazione con l’Ambasciata di Danimarca in Italia).
E ancora, ricerca, sperimentazione e tecnologie avanzate sono le basi su cui poggiano alcuni degli incontri in collaborazione o a cura di alcuni partner e sponsor del Festival. In ordine cronologico, ad aprire la panoramica sono due appuntamenti a cura di Syngenta: il primo, la presentazione delle “Sustainability Priorities”, l’approccio strategico e operativo – già lanciato a livello globale e presentato in Italia per la prima volta proprio al Food&Science Festival – che rappresenta il fulcro dell’impegno dell’azienda verso un’agricoltura sempre più sostenibile e responsabile, a cui parteciperanno Mauro Coatti, Head of Technical Support di Syngenta Italia, l’amministratore delegato di Syngenta Italia Massimo Scaglia, la responsabile delle relazioni internazionali di CSO Italia Simona Rubbi e altri ospiti; il secondo, l’immancabile Happy Science Hour, durante il quale i divulgatori Stefano Bertacchi, Marco Martinelli e Ruggero Rollini saranno protagonisti di tre panel dedicati a suolo, resistenze e TEA, insieme a ricercatori e altri ospiti del Festival: Vittoria Brambilla, Sara Zenoni, Beatrice Lecchi e Lorenzo Borghi.
Dedicato allo Smart Farmingè invece il panel proposto in collaborazione con Agrofarma – Federchimica: a intervenire saranno Chiara Cattaneo per Agrofarmae il docente del dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino Paolo Gay, moderati dal giornalista e docente del corso di Smart Farming del Politecnico di Milano Tommaso Cinquemani, in dialogo tra dati, robot e intelligenza artificiale in agricoltura.
A cura del Gruppo Saviola e in collaborazione con AIPSA – Associazione Italiana Produttori di Substrati di Coltivazione e Ammendanti, è invece il dialogo tra Patrizia Zaccheo (ricercatrice dell’Università degli Studi di Milano e componente del comitato scientifico AIPSA) e Francesca Rho (Innovation Manager e R&D Manager del Gruppo Saviola), che spiegheranno cosa c’è alla base di una produzione innovativa, più efficiente e sostenibile di substrati dando – metaforicamente – a ognuno il suo terriccio.
Completa la panoramica e vira verso la tecnologia a servizio dell’allevamento l’incontro in collaborazione con Regione Lombardia. Tra sensori intelligenti, intelligenza artificiale e big data, i docenti Patrizia Tassinari (Università di Bologna, dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari) e Francesco Maria Tangorra (Università di Milano, dipartimento di Medicina Veterinaria e Scienze Animali), spiegheranno come le innovazioni nella zootecnia di precisione possono significare miglioramenti nel benessere animale, nella sostenibilità e nella produttività, delineando il futuro del settore tra opportunità e sfide.
Transizione energetica
Dalle energie rinnovabili alla gestione delle emissioni climalteranti, l’agricoltura contribuisce alla transizione verso sistemi a basso impatto. Come possiamo integrare il solare e il biogas nelle aziende agricole? Quali strategie possono rendere le filiere più autosufficienti di fronte alle tensioni geopolitiche? Sono solo alcuni degli interrogativi sollevati durante gli incontri che affrontano il tema della transizione energetica.
Tra questi, Biochar e Biogas, con Lucrezia Lamastra (ricercatrice presso l’istituto di Chimica Agraria ed Ambientale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza che nell’ambito della sostenibilità ha coordinato progetti legati a diversi settori, da quello aziendale a quello vitivinicolo), Lorella Rossi (responsabile area tecnica presso CIB Consorzio Italiano per il Biogas) e Giovanni Sorlini (responsabile qualità, sicurezza e sviluppo sostenibile Inalca) che porteranno una riflessione sulle prospettive più evolute nel campo della circolarità (in collaborazione con Inalca), e Carbon farming, fertilizzazione integrata e nanomateriali per l’agricoltura. Le frontiere della sostenibilità con Andrea Ciurli (ricercatore dell’Università di Bologna), Giovanni Cabassi (primo ricercatore CREA, dipartimento Zootecnia e Acquacoltura) e Ilaria Falconi (tecnologo di ricerca III livello del CREA), (in collaborazione con Regione Lombardia).
Governance e istituzioni politiche
Dal sostegno alla competitività internazionale al ricambio generazionale, dalla Politica Agricola Comune dell’Unione Europea alla necessità di spingersi verso modelli ancora più sostenibili, le diramazioni che partono dal tema “Governance e istituzioni politiche” sono quelle che raccontano l’attualità del settore agricolo più da vicino.
Un viaggio nel presente e nel possibile futuro delle politiche agricole, condotto da rappresentanti delle istituzioni e professionisti di settore come il giornalista scientifico Antonio Galdo che a partire da Il mito infranto (Codice, 2025) spiega come distinguere la vera dalla falsa sostenibilità che ha reso il mondo più ingiusto (con il sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana), e i relatori del Forum delle EconomieAgrifood EXPerience a cura di UniCredit, parte delle iniziative del gruppo bancario a supporto delle imprese nei settori tradizionali del Made in Italy. A partire dall’analisi sul sistema agroalimentare nell’attuale contesto socioeconomico, si confronteranno, intervenendo sul tema, Alberto Cortesi, Presidente di Confagricoltura Mantova e Luisella Altare, Head of Corporate di UniCredit, che daranno avvio ai lavori, l’Assessore all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste della Regione Lombardia Alessandro Beduschi, Andrea Dossena, Associate Partner Prometeia, che si concentrerà sulla filiera italiana dell’Agrifood, Alessandro Tosi, Small Corporate Sales Italy UniCredit, sul nuovo approccio finanziario alle filiere agroalimentari, il gruppo formato da Simona Maretti, Direttrice ITS Academy Agroalimentare Sostenibile Mantova e Responsabile IFOA Mantova, Manuel Lugli, Amministratore Società Agricola Fondo Spinosa e Vice Presidente di Confagricoltura Mantova, Michelle Toninelli, studentessa del corso ITS per la Digital & Green Transition, e Lucia Castagna, Orientatrice e Tutor didattico del Corso ITS per la Digital & Green Transition e Presidente ANGA-Giovani di Confagricoltura Mantova, insieme per presentare la co-progettazione dei corsi con le imprese, in aderenza ai bisogni del settore e alla definizione dei profili, e Alberto Barbari, Investment Committee Member FoodSeed e Regional VP Italy Eatable Adventures, a cui spetta il compito di delineare soluzioni e programmi d’innovazione per l’ecosistema FoodTech e AgriTech.
È questo lo spazio in cui guardare il settore agricolo mettendo a fuoco gli aspetti sui quali riflessioni e cambiamenti sono necessari, ora più che mai. Ecco perché non può mancare nel ventaglio di argomenti trattati a Mantova un focus dedicato alla crisi delle uova che si sta verificando negli Stati Uniti, e su cui offre una panoramica Calogero Terregino, direttore del laboratorio di referenza europeo sull’aviaria dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, un panel dedicato al complesso e tormentato rapporto tra scienza e politica, su cui discuteranno Gianfranco Pacchioni e Michele Morgante, già protagonisti di altri appuntamenti, insieme al neuroscienziato Sergio Della Sala e un confronto sull’educazione finanziaria per l’agroalimentare che cambia, a cui partecipano Mario Camelia, docente del Dipartimento di Studi Aziendali e Giuridici dell’Università di Siena e Giulia Bettagno, manager nel settore vitivinicolo (a cura di Confagricoltura Siena).
Economia circolare e riduzione degli sprechi
Dalla valorizzazione degli scarti agricoli alla lotta agli sprechi alimentari, l’economia circolare offre soluzioni concrete per un’agricoltura più sostenibile. Come? Ce lo dicono i relatori di questa sezione: il fisico e divulgatore scientifico Alessio Perniola, che durante i suoi Intervalli di sostenibilità offrirà pillole dinamiche e coinvolgenti su temi cruciali della sostenibilità, esplorando il significato dell’Agenda 2030 e il ruolo delle nostre scelte quotidiane nel costruire un futuro più sostenibile (in collaborazione con Gruppo Tea); Luigi De Nardo, docente di Scienza e Tecnologia dei Materiali che spiegherà perché confezioniamo il cibo (a cura del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale del Politecnico di Milano); Chiara Vita, responsabile operativo del Laboratorio QUMAP (Qualità delle Merci e Affidabilità del Prodotto) della Fondazione PIN – Polo di Prato Università di Firenze (con cui l’incontro è in collaborazione) invitata a occuparsi, dialogando con Francesca Rho, di estratti naturali e a spiegare come l’attenzione crescente alla sostenibilità e all’economia circolare abbiano significato in questi anni un maggiore interesse nell’uso di sottoprodotti e scarti del settore agroalimentare e agroforestale per l’ottenimento di composti bioattivi utilizzati in una molteplicità di settore, tra cui quello agronomico (a cura del Gruppo Saviola). E proprio per sottolineare l’impegno portato avanti ogni anno in direzione di una sempre maggiore sostenibilità, il Food&Science Festival utilizza le segnaletiche Pannello Ecologico® 100% recycled wood di Gruppo Saviola, testimonianza tangibile di una concreta azione eco-etica.
Biodiversità e agroecologia
Conservare le varietà tradizionali all’agricoltura rigenerativa, preservare gli ecosistemi, arricchire i terreni e aumentare la resilienza delle colture sono alcuni dei benefici che derivano da approcci che assegnano un ruolo centrale al mantenimento della biodiversità. Della sua importanza discute Michele Freppaz, pedologo e nivologo dell’Università di Torino che invita ad alzare lo sguardo per mostrarci la montagna come “sentinella” dei cambiamenti climatici, ecosistema da preservare con cura e attenzione.
Un’incursione nel mondo della natura e dei suoi abitanti, dalle creature più grandi a quelle più piccole è invece quella proposta dall’entomologo e scrittore Gianumberto Accinelli e dalla giornalista scientifica Silvia Bencivelli, mentre di una specie ben più grande parleranno il Colonnello Alberto Ricci, comandante dei Carabinieri Forestali di Mantova e Cremona e Davide Meggiorini, naturalista del Gruppo Naturalistico Mantovano, che rifletteranno sul ritorno del lupo nel mantovano (a cura del Centro Nazionale Carabinieri Biodiversità Bosco Fontana). E se i loro incontri ci portano a vedere da vicino il regno della natura, Danilo Zagaria sposta l’attenzione da chi l’ambiente lo popola a chi lo studia e lo difende: è il caso di Rachel Carson, madre dell’ambientalismo americano e tra le prime a denunciare apertamente i danni provocati da fenomeni come deforestazione e antropizzazione incontrollata, di cui il biologo e divulgatore scientifico restituisce un vivido e affascinante ritratto.
Ultimi appuntamenti di questo filone, due talk in cui a mescolarsi con scienza, origine e sostenibilità sono suolo, clima e microbiota da una parte, e tradizione dall’altra. Il primo con Emma Sofia Lunghi, dottoranda del dipartimento di Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Milano-Bicocca e Stefania Pagliari, ricercatrice del dipartimento Biotecnologie e Bioscienze dello stesso Ateneo, con cui parliamo del Terroir nel piatto, scoprendo che non solo il vino ma anche alimenti come cacao e caffè portano l’impronta del loro ambiente d’origine, che influenza gusto e qualità (a cura di Best4Food), il secondo a cura dell’Istituto di Valorizzazione Aceti e Condimenti Italiani (IVACI), con cui scoprire che, quando parliamo di aceto, L’innovazione è una tradizione che si rinnova, insieme a Patrizia Marchi, presidente di IVACI, Armando de Nigris, viceministro dell’Ambiente, Barbara Cimmino, vicepresidente Confindustria per l’Export e l’Attrazione degli investimenti e Giovanni Gioia, presidente dei Giovani di Confagricoltura.
Comunicazione del cibo e nuovi stili di consumo
Una volta era solo “food”, poi sono arrivati i super-food, i novel-food, i functional-food, e orientarsi tra nomi, etichette e proprietà è diventata una sfida. È cambiata la comunicazione, e con lei le abitudini alimentari. In questa sezione, il Food&Science Festival racconta il cibo dalla parte di chi lo consuma, tra bisogno di trasparenza e richiesta di sostenibilità.
Fil-rouge di questa edizione, i cambiamenti nel mondo dell’agricoltura e dell’alimentazione entreranno in rapporto anche con la comunicazione digitale (con Matt the Farmer, seguitissimo da oltre mezzo milione di utenti sui suoi canali social dove racconta la vita, le difficoltà e le sfide di un giovane agricoltore), la psicologia (con Greta Durante, che insieme a Lorenzo Gagliardi gestisce e cura Non è la Zebra, il progetto di divulgazione scientifica che si occupa di scienze comportamentali e processi decisionali), i consumi (per esempio con Alessandro Di Flaviano, creatore della pagina “Rubricalimenti” che oggi ha superato i 110 mila follower, Simona Ruffino, esperta di neuromarketing, e Mauro Coatti, Agrofarma, che insieme guideranno il pubblico tra mode, strategie di marketing e tendenze d’acquisto durante un incontro in collaborazione con Agrofarma – Federchimica), le tendenze alimentari, quelle ormai consolidate e quelle più nuove. Per esempio, con Alberto Capatti, storico della gastronomia italiana, che a partire dal recentissimo Vegetariani. La storia italiana, SlowFood Editore, ricostruisce la storia del vegetarianismo dagli inizi del ‘900, conducendo alla scoperta delle radici di un fenomeno che riguarda oggi milioni di persone), o con i relatori di un appuntamento in cui dolce e salato si incontrano in modo nuovo e inaspettato: Gelato al Parmigiano Reggiano, dolce e un po’ salato con Giovanni Battista Mantelli, vera anima creativa di Venchi, Simone Ficarelli, responsabile Accademia Parmigiano Reggiano, e Luigi Odello, presidente del Centro Studi Assaggiatori, che stupiranno i presenti con un gelato dal gusto sorprendente (in collaborazione con Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano).
Alimentazione e chimica è invece il binomio esplorato da due coppie: la prima, formata dal “surfista iperattivo amante della cucina” Matteo Capone e dalla “creativa a suo agio con pennelli e parole” Chiara Biagini, insieme Il Chimico sulla tavola, cheandrà a fondo della prima innovazione chimica in campo alimentare, della scienza che c’è dietro e del suo impatto sul nostro modo di vivere, cioè la cottura; la seconda, con Beatrice Mautino e Stefano Bertacchi, che si concentreranno sull’avversione alla chimica e il pregiudizio per il quale tutto ciò che è “chimico” appare dannoso, al contrario di ciò che è – o crediamo sia – “naturale”, e quindi benefico (in collaborazione con Aispec – Federchimica).
Ma non finisce qui, perché in programma ci sono anche la coppia formata da Elena Dogliotti e Chiara Matilde Ferrari, biologhe nutrizioniste che mostrano come difendersi dai tranelli alimentari in un incontro in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi, e il terzetto formato dall’agronoma Alessandra BiondiBartolini, Lorenzo Biscontin che con la sua start-up innovativa Labhornet realizza soluzioni digitali in realtà immersive per il settore delle bevande alcoliche, e Marco Tebaldi, enologo fondatore dell’acceleratore di start-up innovative T-Farm, che ci portano a Zero gradi o poco più, quelli dei vini dealcolati o parzialmente dealcolati.
Equità sociale ed economica
Agricoltura, lavoro e società delimitano gli spazi in cui prendono vita gli incontri dedicati all’equità sociale ed economica. Tra i temi affrontati, il sostegno ai piccoli produttori, la necessità di salari e prezzi equi, il rafforzamento delle comunità rurali e la lotta alle disuguaglianze. Sfide complesse che richiedono nuovi modi di pensare: il Food&Science Festival prova a immaginarli attraverso incontri dedicati e panel tematici, come quello dedicato al cambiamento demografico e ai suoi effetti sulla produzione e il consumo nell’agroalimentare tenuto da Gabriele Canali, docente di economia e politica agro-alimentare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore di CREFIS il centro ricerche economiche delle filiere sostenibili dell’Ateneo (a cura di Levoni, in collaborazione con SMEA-Università Cattolica del Sacro Cuore – Cremona). Dall’Università di Milano Bicocca arriva invece Giovanna Fullin, altra presenza di questo filone tematico, che utilizza la propria esperienza e formazione in sociologia del lavoro per spiegarci cosa vuol dire, davvero, lavorare a contatto con i clienti, offrendo a partire dal suo saggio I clienti siamo noi (il Mulino, 2023) uno spaccato illuminante sul vissuto degli addetti alla clientela, nel difficile equilibrio tra le richieste del datore di lavoro e le esigenze delle persone che devono servire.
Salute, cibo e nutrizione
Inscindibili. Alimentazione e benessere sono il binomio per eccellenza quando si parla di come migliorare la nostra salute e quella del pianeta, perché spesso le migliori scelte alimentari si riflettono positivamente anche oltre la tavola. Lo sanno bene i relatori dell’ultimo blocco tematico, quello dedicato proprio a salute, cibo e nutrizione, invitati a esplorare ogni possibile contaminazione e collegamento tra questi elementi. Alcuni esempi? Il dialogo tra Andrea Segrè e Giorgio Patelli, provenienti da ambiti molto differenti – la politica agraria l’uno e la medicina oncologica l’altro -, che metteranno a disposizione del pubblico le proprie esperienze e conoscenze dialogando di alimentazione, sostenibilità, società e salute (in collaborazione con AIRC), quello tra i bioinformatici Ugo Ala e Christian Damasco, che racconteranno invece le relazioni tra cibo e patrimonio genetico e l’incontro con Gabriella Morini, ricercatrice dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, guida alla scoperta di come cambia il gusto.
Panel a più voci sarà poi quello condotto da Roberta Villa sui cambiamenti nello stile di vita di ciascuno, tra farmaci e app. A partecipare saranno Guendalina Graffigna, (docente di Psicologia dei Consumi e della Salute presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona e Direttore del Centro di Ricerca EngageMinds HUB – Consumer, Food & Health Engagement Research Center), Eugenio Santoro (responsabile del laboratorio di Informatica Medica dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS) ed Enzo Bonora (docente di Endocrinologia presso l’Università di Verona e Direttore della Divisione di Endocrinologia, Diabetologia e Malattie del Metabolismo presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona), relatore anche di un secondo incontro focalizzato sul rapporto tra diete e salute insieme ad Andrea Devecchi (medico specializzato in Scienza dell’Alimentazione e componente del gruppo giovani della Società Italiana di Nutrizione Umana).
Concentrato sull’analisi delle dipendenze e sulla guarigione da esse è il neuropsichiatra Augusto Consoli, mentre guardano alla convivenza tra farmaci e alimenti due farmacologi, Jessica Cusato e Dario Cattaneo. Dulcis in fundo, un appuntamento che unisce sport e nutrizione, i cui legami sono messi in luce da un professionista dell’alimentazione e da unacampionessa olimpica: Antonio Galatà e Valentina Vezzali (in collaborazione con Consorzio Tutela Grana Padano).
Gli eventi extra
Appuntamenti interdisciplinari che “sfuggono” ogni caratterizzazione, extra nel format e nel tema. Alcuni sono appuntamenti “storici” del Food&Science Festival, come la Rassegna stampa condotta dai giornalisti scientifici Marco Ferrari e RobertaVilla, che quest’anno si arricchisce della presenza del divulgatore Marco Martinelli (con il sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana), altri sono assolute novità. Tra queste, il format “Cosa resta”, ideato dall’esperto di diritto Michele Fino, che ha l’obiettivo di raccontare al pubblico cosa è rimasto attuale e cosa è irrimediabilmente cambiato. Al centro dell’appuntamento che porterà a Mantova c’è un libro che ha fatto scuola nel campo della divulgazione scientifica: Contro Natura (Rizzoli, 2015), che a distanza di 10 anni dalla prima pubblicazione sarà discusso insieme ai suoi autori, Beatrice Mautino e Dario Bressanini.
Partono invece da uscite recenti o recentissime gli incontri con Giacomo Moro Mauretto, in arte @EntropyforLife, da pochissimo in libreria con Quando siamo diventati italiani (Mondadori, 2025); Giovanni Carrada, autore di Perché non parli (Johan & Levi editore, 2025) e Sara Urbani, redattrice de Il Bo Live – la cui ultima uscita è La scienza nascosta dei luoghi d’Italia (2025) – ed esperta di editoria, cultura e linguaggi nel contesto della comunicazione scientifica, che insieme si confrontano su come raccontare l’inestimabile patrimonio culturale italiano perché diventi un bene custodito e conosciuto da tutti; Eva Munter, in arte @chimica_in_pillole, che in Storie Periodiche (Apogeo, 2024), trasforma la tavola periodica in un immenso poema epico, con aneddoti incredibili dietro ciascuna delle sue ordinate caselle. E se di chimica si occupa anche un altro amico del Festival, il comunicatore della scienza Ruggero Rollini, che racconta al pubblico “quello che le formule non dicono” durante la conferenza-spettacolo Sarò sintetico, ci fanno accomodare a tavola con Batman & Co. gli autori di Foodmetti, progetto editoriale che unisce cibo e fumetti, per la prima volta al Festival.
Altro incontro, altra tavola, questa volta nel passato. Ci fanno spazio A tavola con gli antenati Alice Testa e Nicolò Scialpi, divulgatrice di “storie di pietre e ossa” lei, archeologo e dottorando dell’Università di Ferrara lui. In coppia, guideranno il pubblico in un sorprendente viaggio indietro nel tempo per scoprire come i nostri antenati cacciavano e trasformavano le risorse naturali in pasti e, soprattutto, in che modo l’evoluzione tecnologica ha influenzato la nostra dieta e le strategie di sussistenza.
Immancabili poi i tour che accompagnano alla scoperta di Mantova e dei suoi dintorni. Per guardare con gli occhi della scienza le botteghe storiche cittadine tornano i tour della Scienza dei retrobottega in compagnia dei divulgatori Roberto Cighetti e Chiara Matilde Ferrari e della guida turistica Fiorenza Lodi (a cura di Confcommercio, Confesercenti e Confguide Mantova) e che quest’anno si arricchiscono del ciclo di laboratori e talk La bottega degli esperimenti, con gli artigiani delle botteghe cittadine, mentre una gita fuori porta lungo Riva della Madonna è quella a cura del Parco regionale del Mincio e Bioblitz Lombardia, che portano alla scoperta della Vita delle farfalle tra la riserva naturale Valli del Mincio e il Santuario delle Grazie.
Workshop e degustazioni
Non mancano mai all’appello, rappresentando occasioni uniche per partecipare davvero, non solo come pubblico, al Food&Science Festival: parliamo di workshop e degustazioni, gli ingredienti più vivaci dell’ampio menù della manifestazione. Partiamo dal cibo, anzi, partiamo dal formaggio, i cui segreti saranno al centro di diversi appuntamenti: quello con le divulgatrici scientifiche Antonella Losa e Giulia Tincani, che propongono un laboratorio interattivo tra gioco e degustazione per esplorare la storia, la scienza e i segreti dei formaggi; quello con Cornelio Marini, maestro assaggiatore di salumi e formaggi, che guiderà all’assaggio di alcune varietà di formaggio durante La Verticale (a cura di Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano); e quelli con Alessandra Biondi Bartolini, agronoma e il formatore Paolo Parisse, che si chiedono E se cambiassimo partner? affiancando al Grana Padano DOP il Marsala DOC, il Vermut IG e la Birra IGA, ePaola Calciolari, ambasciatrice dei sapori mantovani nel mondo, con cui sperimentare L’incontro perfetto tra tradizione e gusto, ovvero quello tra Grana Padano DOP e Mostarda Mantovana (tutti a cura di Consorzio Tutela Grana Padano).
E i condimenti? Non può mancare lo spazio riservato all’olio, raccontato e soprattutto gustato durante le degustazioni di olio DOP Umbria e biologico con cui dare Olio, al palato(a cura di Assoprol), mentre di Umami si occuperanno le food-writers Sara Porro e Myriam Sabolla durante il loro workshop dedicato al “quinto elemento del gusto”. Proprio come in un menù, spazio poi a drink, frutta e dolci: i primi, con il bartender Yuri Gelmini e Il Chimico sulla tavola, che illustrano le nuove frontiere dei cocktail NoLo, cioè a basso contenuto alcolico, in cui scienza e mixology si incontrano, i secondi durante il workshop sulla sferificazione della frutta con la pasticcera designer Nina Orria.
Per gli appassionati di giardinaggio,invece, il Festival ha il workshop perfetto: Vasi in evoluzione dove esplorare cambiamenti e sfide del giardinaggio sostenibile (a cura di Syngenta Flowers). Guidati dall’agronomo e paesaggista Antonio Sagaria e dal divulgatore Marco Martinelli, oltre a scoprire come il paradigma del giardinaggio stia cambiando per adattarsi alle nuove esigenze ambientali, i partecipanti avranno l’opportunità di mettere in pratica quanto appreso, costruendo il proprio vaso personalizzato sotto la guida esperta di due conduttori.
L’offerta dedicata a ragazze e ragazzi (e non solo)
Conoscere la scienza che c’è dietro e dentro l’alimentazione sperimentando e giocando. Anche quest’anno l’offerta formativa del Food&Science Festival dedicata a ragazze e ragazzi, studentesse e studenti è ampia e varia, e si compone di un doppio palinsesto fatto di incontri, laboratori e installazioni pensati per rispondere a domande, dubbi e interrogativi legati ai tanti temi affrontati. Incontri dedicati ai più giovani e non solo, perché in molti casi invitano tutto il pubblico a partecipare. Di seguito un approfondimento, ma tutti i dettagli su luoghi, svolgimento, target e modalità di prenotazione sono disponibili sul sito del festival a questo link: https://www.foodsciencefestival.it/scuole/
Laboratori e installazioni
Durante i laboratori del Food&Science Festival le domande sono tante, ma le risposte di più! Per esempio: come “costruire” un piatto ben bilanciato? A cosa stare attenti quando si fa la spesa? Come evitare gli sprechi alimentari? I più giovani potranno scoprirlo partecipando a Vivo sano. Alimentazione e salute a cura della Fondazione Umberto Veronesi, che con l’omonimo progetto si propone di promuovere l’importanza di una sana e corretta alimentazione per lo sviluppo e per mantenersi in salute. Un approccio simile viene proposto anche dalla Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro che attraverso i quiz e i giochi del laboratorio Cosa mangiamo veramente sottolinea come alla base della prevenzione di numerose malattie, compresi i tumori, ci sia una sana alimentazione e guida alla conoscenza dei nutrienti e delle caratteristiche che compongono gli alimenti.
E a proposito di caratteristiche… quali sono quelle dello zucchero? Quanti tipi ne esistono? Questo e molto altro è al centro di Zucchero & Co. L’importanza della dolcezza, mostra e laboratorio a cura della Cooperativa Ossigeno e Momic, in collaborazione con Eridania Italia S.p.a., grazie alla quale esplorare la chimica, la storia e la geografia dello zucchero, fare il punto su quello che ha da dire la ricerca medica in questo campo e imparare a distinguere le bufale dalle notizie attendibili.
Dallo zucchero al formaggio, due laboratori con degustazione ormai imperdibili a Mantova: il primo, a cura del Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano, che ci porta A scuola di Parmigiano Reggiano alla scoperta del suo meraviglioso mondo tra territorio, tradizione, gusto e benessere, il secondo, a cura del Consorzio Tutela Grana Padano, per ripercorrere le fasi di produzione del Grana Padano Dop: un tesoro da mangiare, imparando come si produce e da cosa derivano il suo sapore e profumo caratteristico.
Dopo averli prodotti, però, gli alimenti devono essere imballati. Il modo in cui questo processo avviene, estremamente interessante, viene raccontato dal Politecnico di Milano che attraverso due dei suoi dipartimenti ne offre due letture da prospettive diverse. Una, installazione a cura del dipartimento di Design, che mette a fuoco gli Spazi Gustosi, presentando i progetti per una nuova esperienza di alimentazione nei contesti scolastici tramite simulazioni di autoproduzione, consumo condiviso e gestione del rifiuto alimentare; l’altro, il laboratorio a cura del dipartimento DCMC (Chimica, Materiali e Ingegneria chimica), che avverte: Ehi, non rompere le scatole! In questo caso, infatti, la sfida alla costrizione di confezione di un uovo permetterà di apprendere le funzioni dell’imballaggio alimentare, la sua importanza e la corretta gestione del suo smaltimento.
Infine, per rimanere in tema scatole, arrivano al Food&ScienceFestival le Science in a box, per avere la scienza sempre a portata di mano: una serie di kit didattici progettati dall’Unità Relazioni con il Pubblico e Comunicazione integrata del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche in collaborazione con i ricercatori e le ricercatrici della rete scientifica per introdurre, approfondire o ripassare contenuti scientifici più o meno conosciuti, con l’obiettivo di ridurre la distanza percepita tra scienza e società e avvicinare le nuove generazioni alla scienza.
Gli incontri
Ambiente, agricoltura, salute e alimentazione sono i pilastri su cui si sviluppano gli incontri dedicati al pubblico più giovane. Partiamo dal primo, l’ambiente: per tutelarlo è necessario conoscerlo, nei suoi cambiamenti e nelle sue manifestazioni, da quelle più comuni come le piogge alle più impetuose come i cicloni. Per questo è importante stare A testa in su, come spiega Alessio Perniola durante la conferenza spettacolo in collaborazione con Gruppo Tea, uno show coinvolgente per guardare il cielo con occhi diversi e stimolare curiosità e partecipazione attiva grazie a esperimenti e dimostrazioni. Un po’ come succederà con Ecoradio, lo show-lab che invita ad accendere le frequenze della scienza per affrontare alcuni dei temi chiave della sostenibilità: dalle energie rinnovabili all’economia circolare, dal cambiamento climatico alle buone pratiche quotidiane, per capire come possiamo contribuire al futuro del pianeta con le nostre scelte di ogni giorno (entrambi a cura di Alessio Perniola e Multiversi).
È poi Deborah Piovan, imprenditrice agricola, a mettere al centro del discorso le opportunità e le sfide che l’agricoltura riserva alle nuove generazioni. A partire dalla propria esperienza, spiegherà come Coltivare il futuro guidando in un viaggio attraverso nuove tecnologie, sostenibilità e prospettive di lavoro che dimostra come questo mestiere possa rappresentare una scelta concreta e innovativa per il futuro (in collaborazione con Regione Lombardia).
Tra agricoltura e allevamento, andiamo verso la “Riscoperta” delle razze suine autoctone italiane e la valorizzazione dei loro prodotti con Gian Luigi Alfonso Restelli, responsabile divulgazione e formazione tecnica di Levoni (che cura l’incontro), pronto a far familiarizzare la platea di studentesse e studenti con le caratteristiche e peculiarità di queste razze, sottolineando le problematiche relative al loro allevamento, l’importanza del legame con il territorio e la necessità della loro salvaguardia ai fini del mantenimento della biodiversità.
Completano la panoramica due appuntamenti legati a cucina e alimentazione, ciascuno da un punto di vista diverso. Il primo, a cura del chimico Gabriele Pastori, che invita seguirlo tra Pentole e provette per capire quante e quali profonde connessioni legano chimica e cucina, il secondo con Enrica Favaro e Matteo Ghisolfi che invece tracciano La linea del cambiamento aiutando a definire i piccoli cambiamenti quotidiani che possono fare una grande differenza per la salute e il benessere, dando strategie pratiche e consigli concreti per metterli in pratica.
Il Festival è promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola. Si avvale di Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Regione Lombardia, Provincia di Mantova, Comune di Mantova, CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Camera di Commercio di Cremona-Mantova-Pavia, Confcommercio Mantova, Confesercenti della Lombardia Orientale, Fondazione Banca Agricola Mantovana, Fondazione BPA Poggio Rusco e Politecnico di Milano come partner istituzionali. Main partner sono Syngenta, Gruppo Tea, Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano e Consorzio Tutela Grana Padano; sponsor sono UniCredit, Levoni, Barilla, Agrofarma – Federchimica, Aispec – Federchimica e Inalca. Supporter Gruppo Saviola, Poste Italiane, Assoprol ed Eridania Italia. Sponsor tecnici De Simoni e Cucina da Manuale. Media partner ANSA, Rai Radio 3, Gruppo editoriale Athesis e AgroNotizie.
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Comunicazioni ufficiali, video e immagini (ove non indicato diversamente) dall’Ufficio stampa Ex Libris Comunicazione. Aggiornato il 28 marzo, il 17 aprile, il 15 e il 18 maggio 2025.
Repistat: individuata una nuova molecola capace di rallentare la progressione della retinite pigmentosa
L’Università di Pisa partner dello studio che ha guadagnato la copertina del Journal of Medicinal Chemistry.
Si chiama REPISTAT, è una nuova molecola capace di rallentare la progressione della retinite pigmentosa, una rara patologia genetica che può portare negli anni alla totale cecità. La scoperta arriva da uno studio, che si è guadagnato la copertina del Journal of Medicinal Chemistry. A progettare e sintetizzare la molecola è stato un gruppo di ricerca di chimica farmaceutica dell’Ateneo di Siena in collaborazione, per le prove biologiche, con il Dipartimento di Farmacia dell’Ateneo pisano, e con l’Istituto di Neuroscienze del CNR – Pisa, la University College London e l’Università di Ferrara.
La sperimentazione è stata condotta in vitro e su modelli animali e la speranza è che in futuro REPISTAT possa essere alla base della formulazione di un nuovo farmaco, magari un collirio, capace di ritardare l’evoluzione della malattia.
“La retinite pigmentosa è una rara malattia genetica tuttora priva di una cura risolutiva, a causarla sono circa 200 mutazioni su una sessantina di geni, la cura più efficace è la terapia genica, con costi altissimi però, tanto che sono state attualmente sviluppate delle terapie solo per due mutazioni – spiega la professoressa Ilaria Piano del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa – ci sono tuttavia degli elementi che accomunano tutte le forme di retinite pigmentosa, come ad esempio i processi infiammatori, ossidativi o l’apoptosi, cioè il meccanismo che regola la morte programmata delle cellule. La molecola che abbiamo sviluppato è in grado di agire come modulatore epigenetico e attraverso questo meccanismo interviene proprio su questi processi aprendo un’opportunità per trattare su larga scala i pazienti, indipendentemente dalla mutazione genica”.
La ricerca è frutto di RePiSTOP, un progetto di ricerca di interesse nazionale del 2022 finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca.
Link articolo scientifico “Targeting Relevant HDACs to Support the Survival of Cone Photoreceptors in Inherited Retinal Diseases: Identification of a Potent Pharmacological Tool with In Vitro and In Vivo Efficacy”, Journal of Medicinal Chemistry, DOI: 10.1021/acs.jmedchem.4c00477
Elezioni USA 2020 su Twitter: sostenitori dei repubblicani più faziosi e organizzati dei pro democratici
I risultati di uno studio coordinato dall’Università di Pisa su EPJ Data Science
Più faziosi, coordinati e determinati a diffondere i propri messaggi in modo virale attraverso sistemi automatici come i bot. La descrizione fotografa il comportamento su Twitter dei gruppi di estrema destra pro repubblicani durante le elezioni presidenziali USA del 2020. Al contrario i sostenitori dei democratici apparivano complessivamente meno coordinati e impegnati principalmente in una comunicazione innocua e basata sui fatti. Alla vigilia delle nuove elezioni in USA, il quadro emerge da uno studio realizzato dall’Università di Pisa e dall’Istituto di Informatica e Telematica del CNR pubblicato su EPJ Data Science, una rivista del gruppo Springer Nature.
La ricerca ha analizzato un dataset di 260 milioni di tweet e ha individuato tre categorie principali: i gruppi moderati e genuinamente interessati al dibattito elettorale, i gruppi cospirativi che hanno diffuso informazioni false e narrazioni controverse e le reti di influenza straniera che hanno cercato di cavalcare il dibattito. Al di là del comportamento dei sostenitori di destra e di sinistra, i risultati hanno inoltre mostrato che Twitter è stato efficace nel contrastare l’attività solo di alcuni gruppi, mentre ha fallito con altri altrettanto sospetti.
“In un contesto di crescente preoccupazione per la manipolazione dell’opinione pubblica attraverso i social media, il nostro studio offre un’analisi approfondita delle dinamiche su Twitter (ora X) durante le elezioni presidenziali del 2020 – dice il professore Marco Avvenuti del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa – Il comportamento coordinato online è un fenomeno complesso che può avere effetti significativi sulla società e sulla politica, rendendo essenziale la sua analisi e comprensione. Con l’avvicinarsi delle elezioni del 2024, questi risultati offrono spunti cruciali per affrontare le minacce alla democrazia e alla comunicazione pubblica, contribuendo a garantire l’integrità del dibattito politico online”.
Marco Avvenuti
“Tra i risultati abbiamo anche trovato che alcune comunità straniere sono risultate più attive e determinate nell’influenzare il dibattito elettorale, con l’obiettivo di portare l’attenzione su proteste in atto nei loro paesi”, aggiunge Serena Tardelli, ricercatrice dell’Istituto di Informatica e Telematica del CNR.
Testo e foto dall’Ufficio Stampa dell’Università di Pisa
ALTERAZIONE DEI RITMI CIRCADIANI, ISOLAMENTO E STRESS PSICOFISICO: L’UNIVERSITÀ DI PADOVA TESTA I LIMITI DI CORPO E MENTE IN AMBIENTI ESTREMI
Pubblicata su «European Journal of Applied Physiology» la ricerca dell’Ateneo patavino che studia gli effetti dell’esposizione a condizioni difficili sul corpo umano
In che modo l’esposizione a condizioni ambientali estreme, simili a quelle spaziali, può influenzare il corpo umano? Come reagisce il corpo allo stress dell’isolamento e del distacco dalle condizioni abituali terrestri? L’esplorazione spaziale non è più un sogno lontano ma una realtà tangibile: capire come questi fattori interagiscono con i processi biologici è fondamentale non solo per preparare gli astronauti a missioni future, ma anche per applicare tali conoscenze al miglioramento della sicurezza e della salute in ambienti estremi sulla Terra come quelli affrontati da subacquei, aviatori, alpinisti e persino lavoratori in ambienti industriali difficili.
Questo è stato argomento di studio del gruppo di ricerca dell’Università di Padova all’interno del programma EMMPOL (Euro Moon Mars POLand analog mission) che offre una piattaforma sperimentale di simulazione di missioni spaziali in ambienti che ne mimano i possibili habitat e che offrono una prospettiva unica su come lo stress, l’isolamento e l’esposizione a condizioni difficili possano influenzare il corpo umano studiando gli effetti di tali condizioni su stress ossidativo, infiammazione e invecchiamento biologico.
Le missioni EMMPOL, coordinate da Sofia Pavanello del Dipartimento di Scienze Cardio-Toraco-Vascolari e Sanità Pubblica dell’Università di Padova, e responsabile del BioAgingLab– che ha l’obiettivo di esplorare il tema dell’invecchiamento biologico –, hanno prodotto preziosi dati scientifici che avvicinano non solo alla comprensione delle sfide legate ai voli spaziali, ma offrono anche soluzioni per migliorare la salute in condizioni estreme sulla Terra.
Durante una di queste missioni simulate Tommaso Antonio Giacon, medico specializzando dell’Università di Padova, insieme ad altri quattro studenti di diverse nazionalità e università, ha trascorso una settimana di missione come astronauta analogo in isolamento nel Centro di Addestramento per Astronauti Analoghi (AATC) in Polonia. All’interno di un habitat che riproduce le condizioni di un insediamento lunare, gli studenti hanno affrontato sfide complesse come l’alterazione dei ritmi circadiani, l’isolamento, gli alti carichi di lavoro e lo stress psicofisico, esplorando i limiti del corpo e della mente umana.
I risultati di questa missione, pubblicati nello studio dal titolo “Environmental study and stress-related biomarkers modifications in a crew during analog astronaut mission EMMPOL 6” sulla rivista scientifica «European Journal of Applied Physiology», rivelano un aumento significativo dello stress ossidativo e dei livelli di cortisolo, segno che anche brevi periodi di isolamento e stress psicofisico possono alterare parametri biologici chiave. La ricercavede come primo autore Tommaso Antonio Giacon, medico specializzando dell’Università di Padova, e come coordinatrice Sofia Pavanello, docente del Dipartimento di Scienze Cardio-Toraco-Vascolari e Sanità Pubblica dell’Università di Padova con la partecipazione di Gerardo Bosco, docente del dipartimento di Scienze biomediche dell’Ateneo patavino e di Simona Mrakic-Sposta del CNR di Milano, entrambi coautori.
La riduzione delle ore di sonno e la compromissione della qualità del riposo hanno ulteriormente evidenziato l’impatto profondo che queste condizioni hanno sul benessere psicofisico.
«La simulazione di una missione spaziale ci permette di comprendere come il corpo umano si adatti a condizioni estreme. Questi risultati non si limitano ai futuri astronauti, ma offrono preziose informazioni per migliorare la salute e la sicurezza di chi vive o lavora in ambienti estremi, come alpinisti, subacquei e lavoratori in contesti industriali complessi» spiega Sofia Pavanello, coordinatrice dello studio.
Sofia Pavanello
Le missioni EMMPOL rappresentano un esempio brillante di ricerca multidisciplinare: la collaborazione tra diversi settori – dalla biomedicina, alla fisiologia, fino all’ingegneria e architettura spaziale – ha permesso di raccogliere dati che arricchiscono la conoscenza scientifica e hanno ricadute pratiche per molteplici ambiti della vita quotidiana.
La partecipazione degli studenti dell’Università di Padova a queste missioni analoghe va oltre il semplice traguardo accademico: queste esperienze, presentate anche durante il festival Science4All dell’Università di Padova e supportate dal Rotary Club Padova, evidenziano il ruolo centrale dell’ateneo nel formare i ricercatori del futuro e dimostrano come la ricerca spaziale non sia confinata al cosmo, ma abbia un impatto concreto e diretto sulla nostra vita quotidiana. Attraverso l’esplorazione dei confini della scienza, i giovani ricercatori aprono nuove prospettive per un futuro più sicuro e sostenibile, gettando le basi per migliorare il benessere umano anche in condizioni ambientali estreme.
Titolo: Environmental study and stress-related biomarkers modifications in a crew during analog astronaut mission EMMPOL 6 – «European Journal of Applied Physiology» – 2024
Autori: T. A. Giacon, S. Mrakic-Sposta, G. Bosco, A. Vezzoli, C. Dellanoce, M. Campisi, M. Narici, M. Paganini, B. Foing, A. Kołodziejczyk, M. Martinelli & S. Pavanello
Testo e immagini dall’Ufficio Stampa dell’Università di Padova
METIS OSSERVA COME SI PROPAGA LA TURBOLENZA NEL VENTO SOLARE
Grazie alle riprese del coronografo Metis a bordo della missione europea Solar Orbiter, un gruppo internazionale coordinato da ricercatori INAF è riuscito ad osservare la propagazione dei moti turbolenti del vento solare dalle zone più interne della corona del Sole fino allo spazio. La conoscenza dei meccanismi che guidano l’evoluzione e la propagazione di questi fenomeni nel vento solare aiuterà a migliorare le previsioni sul potenziale impatto che esso può avere nel nostro Sistema planetario e soprattutto sulla Terra. Lo studio a cui hanno collaborato anche ricercatori e ricercatrici di ASI, CNR e delle Università di Firenze, Padova, Urbino, Genova, Catania, Palermo e della Calabria, è stato pubblicato oggi sulla rivista The Astrophysical Journal Letters.
Il vento solare è un flusso incessante di particelle cariche provenienti dal Sole, il cui andamento è tutt’altro che costante. Nel loro moto nello spazio, le particelle del vento solare interagiscono con il campo magnetico variabile del Sole, seguendo traiettorie caotiche e fluttuanti, un fenomeno che prende il nome di turbolenza.
Le riprese ottenute dalla missione Solar Orbiter dell’Agenzia Spaziale Europea grazie al coronografo Metis progettato da Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), Università di Firenze, Università di Padova, CNR-Ifn, e realizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana con la collaborazione dell’industria italiana, confermano qualcosa che si sospettava da tempo: il moto turbolento del vento solare inizia molto vicino al Sole, all’interno della porzione di atmosfera solare nota come corona. Piccoli disturbi che influenzano il vento solare nella corona vengono trasportati verso l’esterno e si espandono, generando un flusso turbolento più lontano nello spazio.
“Questo risultato ha aperto una nuova finestra sulla fisica del vento solare grazie a Metis, il coronografo di nuova concezione – tutta italiana – a bordo del Solar Orbiter, che ha permesso acquisizioni ad alta cadenza di immagini coronali con un contrasto senza precedenti tra segnale coronale e background”
commenta Silvano Fineschi dell’INAF e Responsabile Scientifico del contributo italiano alla missione. Bloccando la luce diretta proveniente dal Sole, il coronografo Metis è in grado di catturare la luce visibile e ultravioletta più debole proveniente dalla corona solare. Le sue immagini ad alta risoluzione e ad alta cadenza mostrano la struttura dettagliata e il movimento all’interno della corona, rivelando come il movimento del vento solare diventi già turbolento alle sue radici. Le riprese utilizzate dal team di ricerca per osservare in dettaglio la propagazione della turbolenza sono state ottenute il 12 ottobre 2022 e messe in sequenza per realizzare una animazione video. In particolare, l’anello color rosso nel video mostra le osservazioni di Metis. A quella data, la sonda si trovava a soli 43,4 milioni di km dal Sole, meno di un terzo della distanza Sole-Terra. L’immagine del Sole al centro del video è stata scattata dall’Extreme Ultraviolet Imager (EUI) di Solar Orbiter, lo stesso giorno delle osservazioni di Metis.
“L’elevata risoluzione spaziale e temporale di Metis sta gettando nuova luce sui meccanismi fisici che regolano il vento solare e la sua propagazione, consentendo una migliore comprensione dei processi attraverso i quali il Sole determina le condizioni fisiche dello spazio interplanetario con effetti anche a Terra” dice Marco Stangalini, ricercatore e Responsabile di Programma ASI della missione Solar Orbiter. “Questo significativo risultato è solo l’ultimo di una lunga serie di successi e offre grandi speranze per il futuro. Nei prossimi anni, infatti, Solar Orbiter inclinerà la sua orbita, permettendoci di osservare il Sole da una prospettiva completamente nuova per la prima volta”.
La turbolenza influenza il modo in cui il vento solare viene riscaldato, il modo in cui si muove attraverso il Sistema solare e il modo in cui interagisce con i campi magnetici dei pianeti e delle lune che attraversa. Comprendere la turbolenza del vento solare è fondamentale per prevedere la meteorologia spaziale e i suoi effetti sulla Terra.
L’articolo “Metis observation of the onset of fully developed turbulence in the solar corona” di Daniele Telloni,Luca Sorriso-Valvo, Gary P. Zank, Marco Velli ,Vincenzo Andretta,Denise Perrone,Raffaele Marino,Francesco Carbone,Antonio Vecchio,Laxman Adhikari, Lingling Zhao,Sabrina Guastavino,Fabiana Camattari,Chen Shi,Nikos Sioulas,Zesen Huang,Marco Romoli,Ester Antonucci,Vania Da Deppo,Silvano Fineschi,Catia Grimani,Petr Heinzel,John D. Moses,Giampiero Naletto,Gianalfredo Nicolini,Daniele Spadaro,Marco Stangalini, Luca Teriaca,Michela Uslenghi,Lucia Abbo,Frederic Auchere,Regina Aznar Cuadrado,Arkadiusz Berlicki,Roberto Bruno,Aleksandr Burtovoi,Gerardo Capobianco,Chiara Casini,Marta Casti, Paolo Chioetto,Alain J. Corso,Raffaella D’Amicis,Yara De Leo,Michele Fabi,Federica Frassati,Fabio Frassetto,Silvio Giordano,Salvo L. Guglielmino,Giovanna Jerse,Federico Landini,Alessandro Liberatore, Enrico Magli,Giuseppe Massone,Giuseppe Nisticò,Maurizio Pancrazzi,Maria G. Pelizzo, Hardi Peter,Christina Plainaki, Luca Poletto,Fabio Reale,Paolo Romano,Giuliana Russano, Clementina Sasso, Udo Schuhle,Sami K. Solanki,Leonard Strachan,Thomas Straus, Roberto Susino,Rita Ventura,Cosimo A. Volpicelli, Joachim Woch, Luca Zangrilli, Gaetano Zimbardo ePaola Zuppellaè stato pubblicato oggi sulla rivista The Astrophysical Journal Letters.
questa immagine satellitare dal Solar Dynamics Observatory – SDO della NASA mostra la luce ultravioletta in marrone chiaro. FotoNASA di Amy Moran, in pubblico dominio
Testo e immagini dall’Ufficio stampa – Struttura per la Comunicazione di Presidenza dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).
Resistenza ai pesticidi dei roditori delle isole italiane: un fenomeno diffuso e dannoso per l’ambiente e la biodiversità
Un nuovo studio coordinato dalla Sapienza, in collaborazione con l’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del CNR, ha indagato la resistenza genetica ai rodenticidi nei topi domestici in 11 piccole isole italiane. I risultati del lavoro, che sensibilizzano su un uso più consapevole di tali sostanze, sono stati pubblicati sulla rivista Science of the Total Environment.
La presenza di roditori invasivi come ratti o topi sulle isole del Mediterraneo, ricche di biodiversità e con una cospicua presenza umana, rappresenta una grave minaccia per questi delicati ecosistemi, oltre a causare gravi danni alle attività umane.
In questi ambienti il controllo dei roditori avviene frequentemente attraverso l’impiego di sostanze rodenticide basate su principi attivi anticoagulanti e che , se usate senza seguire le opportune linee guida, possono avere gravi impatti ambientali per il possibile avvelenamento diretto o secondario di altre specie. Inoltre, esiste anche la possibilità che si sviluppi una resistenza genetica a tali sostanze. Questo rende difficile il controllo delle popolazioni di roditori e aumenta conseguentemente la quantità di rodenticidi rilasciati nell’ambiente.
In un nuovo studio pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment, frutto della collaborazione fra il Dipartimento di Biologia e biotecnologie Charles Darwin della Sapienza e l’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), è stata indagato il fenomeno della resistenza genetica ai rodenticidi nelle isole italiane confermando una presenza piuttosto diffusa di topi resistenti su 7 delle 11 isole studiate.
“In questo lavoro, che rappresenta la prima indagine sulla resistenza ai rodenticidi anticoagulanti effettuata su più isole del Mediterraneo – spiega Francesco Gallozzi della Sapienza – abbiamo analizzato particolari mutazioni del gene VKORC1, coinvolto nei fenomeni di resistenza, nei topi domestici (Mus domesticus) e identificato 6 nuove mutazioni mai trovate nel topo domestico e 4 nuove mutazioni mai identificate nei roditori”.
Per il reperimento dei campioni dalle diverse isole è stata fondamentale la collaborazione tra più enti, tra i quali NEMO srl, che si occupa direttamente della gestione dei roditori sulle isole italiane ed è stata protagonista delle attività di eradicazione di roditori invasivi in molte di esse.
Lo studio, effettuato nell’ambito delle attività del National Biodiversity Future Center e in particolare dello Spoke 5 sulla biodiversità urbana a cui partecipa la Sapienza, ha portato alla luce la necessità di un utilizzo più consapevole dei rodenticidi per permettere una gestione efficace dei roditori invasivi e per minimizzare gli impatti di tali sostanze sulle specie non-target.
“In presenza di resistenza ai rodenticidi vanno considerati metodi alternativi per il loro controllo – commenta Riccardo Castiglia, coordinatore dello studio. “Altrimenti, il rischio è quello di arrecare un danno irreparabile ad ambiente e biodiversità”.
Resistenza ai pesticidi dei roditori delle isole italiane: un fenomeno diffuso e dannoso per l’ambiente e la biodiversità. Topo dall’isola di Ventotene. Crediti per la foto: Davide Giuliani
Riferimenti bibliografici:
A survey of VKORC1 missense mutations in eleven Italian islands reveals widespread rodenticide resistance in house mice – Francesco Gallozzi, Lorenzo Attili, Paolo Colangelo, Davide Giuliani, Dario Capizzi, Paolo Sposimo, Filippo Dell’Agnello, Rita Lorenzini, Emanuela Solano, Riccardo Castiglia – Science of The Total Environment 2024, DOI: https://doi.org/10.1016/j.scitotenv.2024.176090
Testo e foto dal Settore Ufficio stampa e comunicazione Sapienza Università di Roma
Premio ICIS Presidential Rising Star in Translational Science a Livio Provenzi dell’Università di Pavia Riconosciuto il valore della ricerca scientifica condotta presso il Laboratorio di Psicobiologia dello Sviluppo del Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento UNIPV e di IRCCS Fondazione Mondino
PAVIA. In occasione della XXIV edizione del congresso biennale “International Congress on Infant Studies (ICIS, https://infantstudies.org/)” – una società scientifica internazionale dedicata alla promozione della ricerca sullo sviluppo dei bambini dalla nascita ai 3 anni di età – il professor Livio Provenzi dell’Università di Pavia è stato insignito del premio “Presidential Rising Star in Translational Science” (https://infantstudies.org/award-recipients/). Si tratta di un riconoscimento internazionale prestigioso che riconosce i meriti e la qualità della ricerca scientifica condotta presso il Laboratorio di Psicobiologia dello Sviluppo (https://www.devpsychobiology.com/) che il prof. Provenzi coordina da cinque anni presso IRCCS Fondazione Mondino e il dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia. In particolare, il premio sottolinea l’impatto traslazionale – ovvero le implicazioni cliniche, sociali e applicative – della ricerca condotta dal prof. Provenzi e dal suo team nell’ambito del benessere genitoriale e dello sviluppo infantile nei primi mille giorni dal concepimento ai due anni di vita. Progetti che includono lo studio degli effetti dello stress materno in gravidanza, i marcatori epigenetici del dolore neonatale, la regolazione della regolazione dell’attività cerebrale genitore-bambino e la messa a punto e la verifica di efficacia di interventi precoci a supporto della genitorialità in contesti di rischio evolutivo e franca disabilità del neurosviluppo.
Un riconoscimento internazionale per la ricerca traslazionale: Il prof. Livio Provenzi premiato dall’ICIS
In occasione della XXIV edizione del Congresso Biennale dell’International Congress on Infant Studies (ICIS) 2024 che si è tenuta nei giorni 10-12 luglio a Glasgow in Scozia, il professor Livio Provenzi dell’Università di Pavia ha ricevuto il prestigioso premio “Presidential Rising Star in Translational Science”. Questo evento biennale è un’importante vetrina per la comunità scientifica internazionale che si dedica alla promozione della ricerca sullo sviluppo dei bambini dalla nascita ai 3 anni di età. L’ICIS, rinomata per il suo impegno nel sostenere la ricerca infantile, ha istituito questo premio per la prima volta, conferendolo al prof. Provenzi per riconoscere la qualità e l’impatto della ricerca scientifica condotta presso il Laboratorio di Psicobiologia dello Sviluppo (dpb lab), un centro all’avanguardia che Provenzi coordina presso le Neuroscienze Pediatriche dell’IRCCS Fondazione Mondino e il Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia. Del laboratorio fanno parte due ricercatrici di Fondazione Mondino (Serena Grumi e Alessandra Raspanti), una ricercatrice accademica (Sarah Nazzari) e due dottorande in Psicologia (Elena Capelli e Miriam Pili), oltre a più di 15 studenti ogni anno.
La Ricerca Traslazionale: Fondamentale nei Primi Mille Giorni di Vita
La ricerca traslazionale rappresenta un ponte fondamentale tra la scienza di base e le applicazioni cliniche, sociali e pratiche. Nei primi mille giorni di vita, che vanno dalla concezione ai due anni, il cervello del bambino attraversa un periodo di sviluppo critico e rapidissimo. Durante questa fase, i processi di crescita neurologica e fisica sono particolarmente influenzabili dalle esperienze ambientali e dalle interazioni con i genitori e in generale il contesto di cura.
“I genitori non sono un insieme di competenze, ma un luogo, un posto” sostiene il prof. Provenzi, “sono il luogo in cui avviene la crescita e lo sviluppo dei bambini. Prendersi cura di questo luogo è una priorità”.
Infatti, gli interventi a favore della genitorialità basati su evidenze scientifiche in questo periodo possono avere un impatto significativo e duraturo sullo sviluppo e sul benessere del bambino, prevenendo possibili difficoltà future e promuovendo uno sviluppo sano e armonioso. La ricerca traslazionale, quindi, non solo approfondisce la nostra comprensione scientifica di questi processi, ma traduce queste conoscenze in interventi pratici che possono essere applicati nelle cure quotidiane e nelle politiche sanitarie.
“Non dobbiamo educare o insegnare qualcosa ai genitori: dobbiamo prenderli sul serio e aiutarli ad essere il posto migliore per il loro bambino e la loro bambina”.
Livio Provenzi
La ricerca scientifica del Prof. Livio Provenzi e del dpb lab
Il professor Livio Provenzi da diversi anni si occupa di comprendere e studiare come le precoci interazioni genitore-bambino costituiscano il tessuto attraverso cui promuovere lo sviluppo e il benessere infantile. I progetti di ricerca hanno ricevuto finanziamenti pubblici e privati e si concentrano su diversi aspetti cruciali. Tra questi: lo studio delle modificazioni biologiche nel neonato associate allo stress vissuto dalle donne in gravidanza durante la pandemia, gli effetti del dolore neonatale e della separazione precoce dai genitori nei nati pretermine, i meccanismi cerebrali attraverso cui genitori e bambini costruiscono la loro capacità di stare insieme, riconoscersi e imparare reciprocamente. Un recente progetto del dpb lab finanziato dal Ministero della Salute tramite il programma di Ricerca Finalizzata 2021 vede la collaborazione anche della dott.ssa Valentina Riva (IRCCS Medea, Bosisio Parini) e della dott.ssa Lucia Billeci (CNR, Pisa) e ha l’obiettivo di comprendere come un intervento precoce di supporto alla genitorialità possa favorire questi processi di regolazione e connessione cerebrale tra mamma e bambino.
“Si tratta di un trial clinico – uno studio interventistico – che traduce in azioni di cura e presa in carico del piccolo e dei suoi genitori le conoscenze di base che abbiamo accumulato negli anni – anche grazie alla collaborazione con altri laboratori nel panorama internazionale” spiega il prof. Provenzi.
L’Importanza del Premio dell’ICIS
L’ICIS ha istituito il premio “Presidential Rising Star in Translational Science” per la prima volta e lo ha conferito a un ricercatore italiano. Questo rappresenta un riconoscimento significativo non solo per il prof. Provenzi, ma anche per l’intera comunità scientifica pavese.
“Il lavoro che svolgiamo presso il Laboratorio di Psicobiologia dello Sviluppo non sarebbe possibile senza una collaborazione virtuosa con gli istituti clinici e scientifici del territorio – dalla Fondazione Mondino al Policlinico San Matteo”
sottolinea Provenzi. Il laboratorio vanta inoltre collaborazioni nazionali con altri istituti scientifici e realtà accademiche, così come partecipa a reti internazionali per lo studio della qualità di vita e il benessere di nati pretermine (Gruppo SCENE) e la promozione della salute genitore-bambino nei primi mille giorni (TREASURE COST Action dell’Unione Europea). Questo premio sottolinea l’importanza della ricerca traslazionale nel migliorare la vita dei bambini e delle loro famiglie, trasformando le scoperte scientifiche in interventi concreti, efficaci. Questo riconoscimento può essere anche ispirazione per giovani studenti e ricercatori, sottolineando l’importanza di condurre ricerche che abbiano un impatto diretto e positivo sulla società.
“Tanti studenti partecipano alle nostre ricerche e ci danno una mano fondamentale: Anche il laboratorio è un luogo di crescita e promuovere l’entusiasmo dei giovani è un obiettivo fondamentale”.
Ricerca e Benessere: Un Impegno per il Futuro
La ricerca nel campo dello sviluppo infantile è cruciale per garantire un futuro migliore alle nuove generazioni. Comprendere come le prime esperienze di vita influenzino il cervello e il comportamento dei bambini permette di sviluppare strategie e interventi mirati a sostenere il benessere e lo sviluppo ottimale. Il lavoro del prof. Provenzi e del suo team rappresenta un passo avanti in questa direzione:
“Investire nella ricerca traslazionale e preventiva nella prima infanzia significa fare del bene alle famiglie e alla società” prosegue Provenzi “Se gli interventi vengono promossi prima dei tre anni non solo ci sono benefici in termini di benessere, ma ci sono anche importanti vantaggi economici e un risparmio di costi diretti e indiretti per il sistema socio-sanitario e le singole famiglie”.
Link utili
Developmental Psychobiology Lab web page: https://www.devpsychobiology.com/
Developmental Psychobiology Lab social page: https://www.instagram.com/dpb.lab/
Pagina ICIS dei premi: https://infantstudies.org/award-recipients/
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Testo e foto dall'Ufficio Stampa Università di Pavia, Epoché - Agenzia Giornalistica Culturale
LICIACUBE ANALIZZA I LUNGHI PENNACCHI DI DIMORPHOS
Roma, 28 febbraio 2024 – Il 26 settembre 2022 la sonda spaziale DART (Double Asteroid Redirection Test) della NASA – un oggetto da mezza tonnellata lanciato a 22.500 chilometri all’ora – ha colpito Dimorphos (il satellite dell’asteroide Didymos) nel corso del primo esperimento di difesa planetaria mai tentato nella storia, modificandone la traiettoria. Tutto questo “sotto gli occhi vigili” del cubesat dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) LICIACube (Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids), che dopo un anno e mezzo ci restituisce un’ulteriore “fotografia” di ciò che è successo nei secondi successivi l’impatto. In un articolo pubblicato oggi sulla rivista Nature, il gruppo internazionale di ricercatrici e ricercatori guidati dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) analizza la composizione della nube di detriti e di polvere (plume, in inglese) espulsa dall’asteroide Dimorphos in seguito all’impatto esplosivo.
La prima sonda interplanetaria made in italy (progettata, costruita e operata per l’ASI dalla società torinese Argotec) è parte integrante della missione statunitense e il team scientifico italiano di LICIACube è coordinato da INAF e ASI in collaborazione con l’Istituto di fisica applicata “Nello Carrara” del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IFAC), il Politecnico di Milano, l’Università di Bologna e l’Università Parthenope di Napoli.
L’emissione di polvere di Dimorphos ripresa dal SOAR Telescope dal Cile il 28 settembre 2022. La lunghezza della coda è di circa 10.000 km. Crediti: CTIO/NOIRLab/SOAR/NSF/AURA/T. Kareta (Lowell Observatory), M. Knight (US Naval Academy). Elaborazione: T.A. Rector (University of Alaska Anchorage/NSF’s NOIRLab), M. Zamani & D. de Martin (NSF’s NOIRLab)
I flussi di polvere attorno a Dimorphos (in alto). In basso l’asteroide compagno Didymos. La
risoluzione dell’immagine è di 7,5 m per pixel a 97 km da Dimorphos. Crediti: E.Dotto/INAF/ASI
Alcune caratteristiche morfologiche misurate nella coda di materiale espulso dall’asteroide Dimorphos dallo strumento LUKE a bordo di LICIACube 118 s dopo l’impatto. La risoluzione spaziale dell’immagine è di 23 m per pixel a 304 km da Dimorphos. Tutti i fotogrammi sono stati ruotati e ricentrati rispetto a Dimorphos. Didymos e Dimorphos sono saturi. Crediti: E.Dotto/INAF/ASI
Gli asteroidi del sistema binario visti dagli strumenti di LICIACube. Nello specifico, Didymos e Dimorphos viste da LEIA (b,c) e LUKE (d,e). Immagine b: il sistema binario ripreso a una distanza di circa 1.000 km, 5 s prima dell’impatto; Didymos è visibile al centro e Dimorphos appare come un anello (a causa della sfocatura dello strumento, scoperta durante il volo) nella parte inferiore destra di Didymos. Immagine c: la stessa scena vista 1 s dopo l’impatto. Immagin d: RGB dei bersagli acquisita ad una distanza di 76 km, 159 s dopo l’impatto. Immagine e: RGB a una distanza di 71 km, 174 s dopo l’impatto. Crediti: E.Dotto/INAF/ASI
LICIACube è una missione dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), parte integrante della missione NASA DART, il cui obiettivo è stato il primo test in scala reale della tecnica di impatto cinetico, a scopo di difesa planetaria. Crediti: ASI
Gli strumenti a bordo di LICIACube, LUKE (LICIACube Unit Key Explorer) e LEIA (LICIACube Explorer Imaging for Asteroid), hanno inviato a terra dati straordinari prima e dopo l’impatto.
Elisabetta Dotto, ricercatrice presso l’INAF di Roma, prima autrice dell’articolo e coordinatrice del gruppo che lavora al programma LICIACube sin dalla sua ideazione, racconta:
“La fase scientifica è iniziata 71 secondi prima dell’impatto di DART, testimoniato ‘in diretta’ misurando una rapida variazione della luminosità del piccolo asteroide. Viaggiando ad una velocità relativa di circa 6,1 chilometri al secondo, LICIACube ha effettuato un sorvolo dell’oggetto raggiungendo, nel suo punto di massimo avvicinamento a Dimorphos, una distanza di soli 58 km, 174 secondi dopo l’impatto. LICIACube ha acquisito 426 immagini degli effetti prodotti dall’impatto”.
I risultati ottenuti da LICIACube sono importanti a livello scientifico per la comunità internazionale, trattandosi delle sole immagini raccolte in situ della prima missione di Difesa Planetaria mai condotta finora.
I pennacchi di Dimorphos sono simili alla coda di una cometa e sono generati dalla polvere espulsa nello spazio. A differenza delle comete, però, i “ciuffi” di Dimorphos sono stati generati artificialmente.
Ma come è cambiato Dimorphos dopo l’arrivo di DART? “La prima cosa stupefacente è stata che la superficie di Dimorphos – prosegue Dotto – non è stata più visibile a causa del materiale espulso. Oltre a testimoniare l’evento unico della deflessione di un asteroide grazie a un impatto cinetico, sono state ottenute immagini dettagliate di un asteroide binario che ci possono permettere di capire meglio la natura di questi oggetti. Poiché gli asteroidi sono ciò che resta di una fase intermedia del processo che ha portato alla formazione dei pianeti, i dati acquisiti forniscono informazioni importanti nello studio delle prime fasi di aggregazione del materiale che compone il Sistema solare”.
La ricercatrice INAF spiega che “il materiale espulso dal cratere di impatto ha formato un cono con un angolo di apertura di circa 140 gradi e una struttura complessa e disomogenea, caratterizzata da filamenti, granelli di polvere e massi singoli o raggruppati espulsi a seguito dell’impatto stesso di DART. Le immagini hanno mostrato che la parte più interna della coda aveva un colore bluastro e diventava via via più rossa con l’aumentare della distanza da Dimorphos. La velocità dei materiali espulsi varia da poche decine di m/s fino a circa 500 metri al secondo”.
Aggiunge Alessandro Rossi dell’ IFAC-CNR: “La complessa dinamica delle particelle espulse dall’impatto costituisce un’affascinante laboratorio di meccanica orbitale che verrà studiato a lungo dalla comunità delle scienze planetarie”.
Marco Zannoni, ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale (DIN) e responsabile tecnico delle attività affidate all’Università di Bologna, commenta:
“Il contributo dell’Università di Bologna, nell’ambito di questo progetto, ha riguardato la determinazione ed il controllo della traiettoria di LICIACube, a partire dai dati di tracking ricevuti dalle antenne di terra del Deep Space Network della NASA. La sfida più grande è stata quella di guidare il nanosatellite LICIACube, che si trovava a 10 milioni di chilometri dalla Terra e viaggiava a più di 6 chilometri al secondo, a posizionarsi nel punto giusto ed al momento giusto per scattare le foto dell’impatto di DART con Dimorphos”.
Angelo Zinzi, Project Scientist ASI per LICIACube, commenta così:
“Il lavoro pubblicato può essere considerato un punto di partenza per la missione DART-LICIACube e, più in generale, nell’ambito della difesa planetaria. Grazie al grande lavoro realizzato da gli enti e le industrie coinvolte nella missione LICIACube, con il coordinamento del team di progetto dell’ASI, è stato dimostrato che i cubesat sono ormai pronti per missioni sia tecnologiche sia scientifiche nello spazio profondo e che l’Italia è in grado di essere un attore principale in questo contesto”.
E aggiunge: “LICIACube ha permesso di ottenere immagini e dati altrimenti impossibili da acquisire e che hanno fornito un impulso fondamentale alla conoscenza dell’evento di impatto avvenuto tra la sonda DART e Dimorphos. È importante anche sottolineare che tutti i dati e il Software di archiviazione e calibrazione dati sono stati gestiti dal centro dati scientifico di ASI (SSDC), utilizzando standard internazionalmente riconosciuti per la corretta preservazione e la disseminazione del dato. A seguito di questo lavoro, sono già in fase di pubblicazione e/o revisione, altri lavori dai quali ottoneremo un’analisi dei dati di LICIACube di maggiore dettaglio e conoscenza”.
“Grazie al grande lavoro del team scientifico sulle immagini, il Politecnico di Milano collaborando con CNR ha potuto contribuire al raffinamento dei modelli di espulsione dei frammenti e al miglioramento dello studio dell’evoluzione del loro moto nel sistema binario asteroideo”,
sostiene Michèle Roberta Lavagna, professoressa di Flight Mechanics del Politecnico di Milano, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali.
I dati a oggi ottenuti stanno dimostrando come, pur attraverso una piccola sonda, sia possibile raccogliere importanti dati scientifici e come, un team ben affiatato e coordinato possa ottenerne risultati unici di grande rilevanza scientifica.
Per ulteriori informazioni:
L’articolo “The Dimorphos ejecta plume properties revealed by LICIACube”, di E., Dotto, J.D.P., Deshapriya, I., Gai, P.H., Hasselmann, E., Mazzotta Epifani, G.,Poggiali, A., Rossi, G., Zanotti, A., Zinzi, I., Bertini, J.R., Brucato, M., Dall’Ora, V., Della Corte, S.L., Ivanovski, A., Lucchetti, M., Pajola, M., Amoroso, O., Barnouin, A., Campo Bagatin, A., Capannolo, S., Caporali, M., Ceresoli, N.L., Chabot, A.F., Cheng, G., Cremonese, E.G., Fahnestock, T.L., Farnham, F., Ferrari, L., Gomez Casajus, E., Gramigna, M., Hirabayashi, S., Ieva, G., Impresario, M., Jutzi, R., Lasagni Manghi, M., Lavagna6, J.-Y., Li, M., Lombardo, D., Modenini, P., Palumbo, D., Perna, S., Pirrotta, S.D., Raducan, D.C., Richardson, A.S., Rivkin, A.M., Stickle, J.M. Sunshine, P., Tortora, F., Tusberti, M., Zannoni, è stato pubblicato sulla rivista Nature.
Testo e immagini dagli Uffici Stampa INAF, ASI, CNR, Politecnico di Milano e Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.
Dagli scarti di melagrana un estratto, una protezione per il cuore
Una ricerca condotta dall’Istituto per la bioeconomia del CNR e dall’Università di Pisa ha rivelato che i residui della trasformazione dei frutti di melograno offrono un’importante protezione cardiovascolare dall’ipertensione. Lo studio, pubblicato su Nutrients, apre a potenziali applicazioni mediche favorendo anche un minor impatto degli scarti di melagrana sull’ambiente
Sottoprodotti derivanti dall’estrazione. Crediti per la foto: Francesco Meneguzzo
Un estratto di bucce e semi di melagrana completamente solubile in acqua, ottenuto mediante una tecnica innovativa, verde, efficiente e scalabile fino a capacità produttive industriali, si rivela efficace nel trattamento dell’ipertensione, sia acuta che cronica. Lo dimostra una ricerca in vivo condotta su un modello murino, pubblicata sulla rivista Nutrients e realizzata da un gruppo di ricerca dell’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (CNR-IBE) e dell’Università di Pisa.
Estratto ottenuto da bucce e semi. Crediti per la foto: Francesco Meneguzzo
L’estrazione del succo di melagrana genera sottoprodotti non edibili, bucce e semi, pari al 60% del peso del frutto, che sono disponibili in grandi quantità e conosciuti da tempo per le loro proprietà salutari, in gran parte dovute ai cosiddetti ellagitannini, in particolare punicalagina e acido ellagico.
“Finora, il recupero e la valorizzazione di questi sottoprodotti sono stati ostacolati dalla mancanza di una tecnica di estrazione adeguata, in grado di restituire un prodotto completamente solubile in acqua e più sicuro per l’organismo. Infatti, la qualità e le proprietà degli estratti di prodotti naturali, tra cui i sottoprodotti della melagrana, dipendono anche dalla tecnica estrattiva. L’applicazione della cavitazione idrodinamica, già verificata con successo su sottoprodotti degli agrumi e delle filiere forestali, ha consentito di estrarre una grande quantità di bucce e semi di melagrana in sola acqua, a bassa temperatura e in pochi minuti, con un consumo energetico molto limitato, restituendo un prodotto completamente solubile”, sottolinea Francesco Meneguzzo, ricercatore del CNR-IBE.
Lo studio ha previsto la somministrazione dell’estratto di melagrana per via orale a ratti spontaneamente ipertesi. “Dopo la somministrazione orale, i risultati hanno dimostrato una buona bioaccessibilità intestinale e la capacità di contrastare efficacemente l’incremento della pressione in un modello sperimentale di ipertensione, migliorando la disfunzione e riducendo lo spessore dell’endotelio, che è il tessuto che riveste l’interno dei vasi sanguigni. In aggiunta a questo, la somministrazione dell’estratto di melagrana ha dimostrato importanti effetti a livello cardiaco, perché ha consentito di abbassare i livelli di citochine, le molecole responsabili dei processi infiammatori e fibrotici a livello cellulare. Questi riscontri suggeriscono la possibilità di sviluppare meccanismi diversi e a più ampio spettro, rispetto alla protezione cardiovascolare”, afferma Lara Testai dell’Università di Pisa.
Questo tipo di ricerca scientifica dimostra come gli scarti della lavorazione di prodotti vegetali come la melagrana siano ricchi di sostanze preziose per la salute, rappresentando anche un valore aggiunto in un’ottica di sostenibilità. Gli esiti dello studio, infatti, oltre a suggerire i potenziali benefici per la salute umana, potranno contribuire ad aumentare il valore della filiera della melagrana e ad abbattere l’impatto ambientale connesso ai relativi sottoprodotti.
Processo estrattivo del succo di melagrana. Crediti per la foto: Francesco Meneguzzo
Roma, 21 febbraio 2024
La scheda
Chi: Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche di Sesto Fiorentino (Firenze), Università degli studi di Pisa – dipartimento di farmacia, Università degli studi di Parma – dipartimento di medicina e chirurgia, Azienda ospedaliero-universitaria di Parma – divisione di cardiologia, Azienda unità sanitaria locale-Ircss di Reggio Emilia – dipartimento di salute pubblica, HyRes srl
Che cosa: Benedetti G., Flori L., Spezzini J., Miragliotta V., Lazzarini G., Pirone A., Meneguzzo C., Tagliavento L., Martelli A., Antonelli M., Donelli D., Faraloni C., Calderone V., Meneguzzo F. and Testai L. (2024) Improved Cardiovascular Effects of a Novel Pomegranate Byproduct Extract Obtained through Hydrodynamic Cavitation «Nutrients» 16, 506