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Salute, grazie a nuovi approcci multidisciplinari sarà possibile ridurre gli interventi chirurgici alla tiroide: al via, nell’ambito del programma di crowdfunding dell’Università di Milano-Bicocca – BiUniCrowd, il progetto “Salviamo una tiroide!” 

 Al via il progetto “Salviamo una tiroide!” che punta su una diagnosi più accurata dei noduli tiroidei attraverso la ricerca di nuovi biomarcatori biologici e l’utilizzo di metodi di AI, per ridurre il numero degli interventi chirurgici alla tiroide.

Milano, 19 maggio 2025 – Migliorare la diagnosi dei noduli tiroidei classificati come “indeterminati per malignità” e ridurre il numero di tiroidectomie inutili, spesso eseguite su pazienti giovani, prevalentemente donne tra i 20 e 40 anni. Ecco il duplice obiettivo di “Salviamo una Tiroide!”, progetto nato nell’ambito del programma di crowdfunding dell’Università di Milano-Bicocca – BiUniCrowd e che ha già ottenuto il supporto di Fondazione Cariplo e Thales Alenia Space.

Le patologie alla tiroide sono molto diffuse e in aumento, si stima che circa metà della popolazione sviluppi almeno un nodulo tiroideo nel corso della vita. Distinguere tra nodulo benigno o maligno, e quindi curare di conseguenza, rimane una sfida. Nel 15-30 per cento  dei noduli, si notano delle alterazioni cosiddette “indeterminate”, che portano a interventi chirurgici spesso evitabili. Grazie a nuovi biomarcatori biologici e all’intelligenza artificiale, il team di ricerca di Milano-Bicocca e non solo punta a ridurre queste incertezze diagnostiche, migliorando la qualità di vita dei pazienti e ottimizzando le risorse sanitarie.

In particolare, è grazie all’uso dell’intelligenza artificiale, che sarà possibile riconoscere automaticamente le diverse entità cellulari all’interno di una biopsia e così aiutare il medico patologo nella valutazione dei prelievi citologici dal nodulo tiroideo, al fine di ridurre la quota di casi “indeterminati”.

Per rendere possibile tutto questo, il progetto cerca sostegno grazie alla raccolta fondi che si avvale dell’aiuto di Ideaginger.it, la piattaforma con il tasso più alto di successo in Italia. Il primo obiettivo è raggiungere 6.000€, necessari per rafforzare le nostre infrastrutture computazionali, sviluppare un’app a supporto dei clinici e creare eventi di divulgazione scientifica.

Il team di “Salviamo una tiroide!” è costituito da anatomopatologi, biotecnologi, statistici e informatici e coordinato da Giulia Capitoli, ricercatrice di statistica medica.

«Il nostro obiettivo è migliorare la qualità della vita dei pazienti, evitando tiroidectomie inutili e riducendo ansia e costi legati a diagnosi incerte», dice Giulia Capitoli, referente del team di ricerca. «Allo stesso tempo vogliamo rendere la ricerca più accessibile, coinvolgendo il pubblico in modo attivo.»

Un tema fondamentale del team è proprio la divulgazione: grazie ad una giornata specifica, organizzata nell’autunno del 2025, si potrà scoprire, attraverso incontri ed attività specifiche, la storia degli sviluppi metodologici realizzati dal gruppo dal 2016 ad oggi. I partecipanti verranno coinvolti in un percorso diagnostico completo attraverso la partecipazione a una escape room. Partendo dall’approccio clinico con i patologi, passando all’estrazione di molecole e biomarcatori con i biochimici, all’analisi delle immagini con gli informatici, fino alla creazione di modelli predittivi per la diagnosi con gli statistici sarà possibile immedesimarsi nel lavoro dei ricercatori.

Il team di “Salviamo una tiroide!”, oltre a Capitoli, è composto da: Vincenzo L’imperio, Giorgio Cazzaniga e Antonio Maria Alviano, medici e ricercatori in anatomia patologica, che si occuperanno della parte clinica del progetto. A supporto, Vanna Denti e Lisa Pagani, biotecnologhe, esperte nell’analisi di campioni biologici per l’identificazione di marcatori di patologie cliniche, come ad esempio patologie renali o tiroidee. Le grandi quantità di dati provenienti dalle analisi biologiche passano poi in mano agli statistici (Giulia Capitoli, Giulia Risca, Francesco Denti e Maria Francesca Marino) che hanno l’obiettivo di studiare le relazioni tra gli aspetti biologici e i risvolti clinici sui pazienti, tramite modelli predittivi. Sarà compito loro integrare i risultati multidisciplinari in una app che supporterà i clinici durante la diagnosi dei noduli tiroidei. Vasco Coelho, informatico, si occupa dello sviluppo di reti neurali a supporto dei clinici per la detezione, segmentazione e classificazione dei campioni di tessuto tiroideo, tramite tecniche di intelligenza artificiale per la manipolazione di immagini, che verranno integrate all’interno dell’app. Infine, Sofia Martinelli, specializzata in comunicazione, si occuperà di guidare il resto del team nella promozione del progetto e nella campagna di crowdfunding.

Testo e immagini dall’Ufficio stampa Università di Milano-Bicocca.

Sport e salute mentale: Bicocca lancia il crowdfunding per il progetto MindLeague

Benessere psicologico dei giovani promosso dai loro allenatori: è quello che propone il progetto di BiUniCrowd con cui l’Università di Milano-Bicocca incoraggia il crowdfunding per sostenere la ricerca

Milano, 14 maggio 2025 – Un progetto per fornire ad allenatori e allenatrici di qualsiasi sport strumenti utili per diventare promotori del benessere psicologico dei giovani. Si chiama MindLeague ed è nato per portare il tema della salute mentale nei luoghi dello sport: per sostenerlo è stata avviata una campagna di raccolta fondi grazie a BiUniCrowd, l’iniziativa dell’Università di Milano-Bicocca che permette alle idee della comunità universitaria di ottenere sostegno e visibilità dall’esterno.

Rivolto a chi allena ragazze e ragazzi tra i 9 e i 14 anni, MindLeague vuole mettere a disposizione risorse pratiche e accessibili a figure educative che svolgono un ruolo chiave nello sviluppo psico-sociale dei più giovani. Gli allenatori sportivi di qualsiasi indirizzo (didattici, amatoriali e professionisti) lavorano a stretto contatto con i giovani, sono attori cruciali nell’influenzare l’esperienza sportiva dei giovani e di ciò che comporta, in termini di divertimento, motivazione e sulla possibilità di sviluppare abilità sportive e senso di efficacia individuale e collettiva.

«Gli allenatori non sono solo tecnici: sono figure di riferimento che i ragazzi ascoltano, seguono e spesso prendono a modello. Per questo è fondamentale investire su di loro. Con MindLeague vogliamo dare indicazioni concrete, facilmente applicabili, che possano davvero fare la differenza nella vita dei giovani atleti. Parliamo di salute mentale, ma lo facciamo attraverso un linguaggio che appartiene al mondo dello sport, fatto di allenamento, relazione e squadra»,

afferma Federica Aceto, team leader del progetto, laureata in Psicologia dei processi sociali, decisionali e dei comportamenti economici presso l’Università di Milano-Bicocca, ed esperta in progetti di promozione del benessere mentale.

Al centro dell’iniziativa c’è la realizzazione di una piattaforma digitale gratuita, pensata per offrire risorse provenienti da esperti e professionisti della salute psicofisica per trasmettere ai giovani i valori positivi legati alla salute mentale, aiutare gli allenatori a riconoscere eventuali segnali di disagio e promuovere una cultura di supporto, collaborazione e inclusione. Parallelamente, saranno organizzati incontri e momenti di formazione e sensibilizzazione, in collaborazione con fondazioni, società sportive e istituzioni, nelle principali città italiane. Lo scopo è creare una rete di professionisti dello sport capaci di riconoscere eventuali segnali di disagio, trasmettere valori positivi legati alla salute mentale e contribuire a costruire una cultura di inclusione e supporto.

MindLeague nasce dall’unione di competenze in ambito formativo, psicologico, tecnologico e sportivo: nel team, assieme a Federica Aceto, ci sono Nicholas Napolitano, ingegnere informatico e innovation specialist, e Daniele Pili, imprenditore nel settore biomedico e fondatore della società tecnologica React, supporter tecnico del progetto. A rafforzare la validità scientifica e metodologica dell’iniziativa è anche il coinvolgimento della squadra di Crazy for Football, progetto nazionale che da anni promuove l’inclusione e la riabilitazione psichiatrica attraverso il calcio.

A credere nel valore dell’iniziativa è stata fin dall’inizio Fondazione EOS – Edison Orizzonte Sociale ETS, che ha deciso di sostenere MindLeague impegnandosi a raddoppiare le donazioni raccolte: al raggiungimento dell’obiettivo di 4.000 euro, la Fondazione contribuirà con ulteriori 4.000 euro, permettendo così di coprire interamente i costi di avvio.

Per chi sostiene il crowdfunding, che sarà attivo fino al 7 luglio, sono previste anche ricompense speciali, come ringraziamenti personalizzati, gadget, webinar e incontri con esperti. Sono previsti anche percorsi di formazione esperienziale e visibilità istituzionale all’interno della piattaforma e durante gli eventi pubblici previsti a fine campagna.

Testo e immagini dall’Ufficio stampa Università di Milano-Bicocca.

“La Natura che cura”: una serra sensoriale per il benessere delle persone con Alzheimer; al via la campagna di BiUniCrowd

Il quarto progetto dell’edizione 2025 nasce per migliorare la vita delle persone affette da Alzheimer e altre forme di demenza grazie alla creazione di una serra sensoriale e un giardino, entrambi co-progettati con la partecipazione degli ospiti stessi.

Milano, 8 maggio 2025 – I benefici terapeutici del verde a disposizione delle persone con malattia di Alzheimer e altre forme di demenza, in spazi pensati e allestiti in modo sicuro e stimolante all’interno del “Paese Ritrovato”, il primo villaggio italiano dedicato alla cura di queste patologie, nato a Monza nel 2018. Questa è l’idea del gruppo di ricercatori di Milano-Bicocca dal nome evocativo “La Natura che cura”, proposta nell’ambito del programma di crowdfunding dell’Ateneo, BiUniCrowd.

1_Team di ricerca La Natura che cura
Team di ricerca La Natura che cura

L’iniziativa nasce dalla sinergia tra La Meridiana Cooperativa Sociale, botanici e medici dell’Università di Milano-Bicocca e un team multidisciplinare che include architetti paesaggisti ed educatori, e ha già ottenuto il prezioso sostegno di a2a.

Il progetto prevede la creazione di una serra sensoriale e di un giardino, spazi co-progettati con la partecipazione degli ospiti del villaggio stesso, per garantire un ambiente terapeutico personalizzato. Dopo una prima fase di progettazione partecipata della serra sensoriale, seguirà la costruzione e l’allestimento, con monitoraggi e raccolta dati fino al dodicesimo mese.

Obiettivo dell’iniziativa è promuovere il benessere psicofisico degli ospiti attraverso attività sensoriali e di giardinaggio. Grazie a questa iniziativa, sarà possibile anche supportare la ricerca scientifica sul miglioramento della qualità di vita per chi vive con l’Alzheimer e offrire all’intera comunità uno spazio protetto, stimolante e inclusivo.

Per rendere possibile tutto questo, il progetto cerca sostegno grazie alla raccolta fondi che si avvale dell’aiuto di Ideaginger.it, la piattaforma con il tasso più alto di successo in Italia. Il primo obiettivo è raggiungere 10.000€, ma ogni donazione in più verrà reinvestita per ampliare e migliorare ulteriormente l’iniziativa.

2. Il team di ricerca La Natura che cura
Il team di ricerca La Natura che cura, progetto per migliorare la vita delle persone affette da Alzheimer e altre forme di demenza

Per ogni donazione è prevista una ricompensa, tra cui: una E-card naturalistica di ringraziamento personalizzato; “Let Love Grow”, una busta contenente semi, simbolo di crescita e speranza, con i consigli dei botanici; la dedica di una pianta del Paese Ritrovato più una passeggiata botanica ai Giardini Reali di Monza; una menzione nel pannello dei donatori.

«Grazie al coinvolgimento degli ospiti e dei loro familiari – sottolinea Rodolfo Gentili, botanico e responsabile del team di ricerca – il progetto non solo offrirà un ambiente terapeutico, ma raccoglierà dati scientifici per comprendere meglio l’impatto degli spazi verdi sul benessere psico-fisico delle persone con demenza.»

3. Il prof. Rodolfo Gentili, botanico e responsabile del progetto
Il prof. Rodolfo Gentili, botanico e responsabile del progetto

Il team di “La Natura che cura”, oltre a Gentili, è composto da: Sandra Citterio e Lara Quaglini, entrambe botaniche, che coadiuveranno la raccolta di dati, la progettazione del giardino e della serra e la campagna di crowdfunding. Il supporto scientifico, la raccolta e interpretazione di dati biomedici nella fase di co-progettazione con gli ospiti della struttura, sarà gestito invece dai medici geriatri Giuseppe Bellelli e Paolo Mazzola, del Dipartimento di Medicina e Chirurgia. Per La Meridiana, ci saranno tra gli altri Mariella Zanetti, medico geriatra, Luca Pozzi, educatore e responsabile Area Green de “Il Paese Ritrovato” e Claudia Giorgetti, esperta di comunicazione. Infine, il team ha previsto anche un project manager, specificatamente per l’area di Monza e Milano e l’intervento di un architetto paesaggista, esperto nella progettazione di spazi verdi.

4_Piantine per la serra sensoriale
Piantine per la serra sensoriale

Testo e immagini dall’Ufficio stampa Università di Milano-Bicocca.

Microbi Fantastici e Dove Trovarli, progetto di BiUniCrowd è scienza partecipata e formazione alla ricerca: gli studenti mappano il microbioma urbano

Grazie al progetto “Microbi Fantastici e Dove Trovarli” di BiUniCrowd, gli studenti saranno protagonisti della ricerca sui microrganismi negli ecosistemi urbani e ambasciatori della loro importanza

Milano, 29 aprile 2025 – Dare voce agli invisibili alleati per la salute dell’ambiente: questo è l’obiettivo principale dell’innovativo progetto dal titolo “Microbi Fantastici e Dove Trovarli”, seconda campagna di BiUniCrowd, il programma di crowdfunding dell’Università di Milano-Bicocca.

Il progetto intende esplorare e valorizzare la biodiversità microbica negli spazi urbani, partendo dal campus universitario, e promuovere un nuovo approccio partecipativo alla scienza.

I microrganismi, spesso etichettati come minacce, sono in realtà essenziali per la salute umana e degli ecosistemi. Regolano l’equilibrio ambientale, purificano aria, acqua e suolo, e la simbiosi con loro è necessaria per la nostra sopravvivenza e per prevenire molte malattie croniche. Tuttavia, oltre il 99 per cento delle specie microbiche rimane sconosciuto, e la percezione pubblica è ancora influenzata dal timore dei patogeni, nonostante solo una piccola percentuale dei batteri sia effettivamente dannosa. Cambiare questa narrazione è urgente: per farlo, è utile coinvolgere attivamente le persone nella ricerca scientifica.

La campagna, realizzata in collaborazione con KBase – una piattaforma di analisi bioinformatica avanzata del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, che supporta la pubblicazione di dati scientifici aperti e la formazione scientifica – e Simbio – che contribuisce con le sue competenze scientifiche e comunicative –  si avvale per il suo sviluppo del supporto di Ideaginger.it, la piattaforma di raccolta fondi con il tasso di successo più alto in Italia, e del sostegno di a2a e Thales Alenia Spaces.

Il progetto è guidato da Antonia Bruno, ricercatrice in microbiologia, insieme a un gruppo multidisciplinare e internazionale, composto da ricercatori, educatori e studenti: Giulia Ghisleni, Sara Fumagalli, Alice Armanni, Giulia Soletta, Laura Colombo, Ellen Dow, Elisha Wood-Charlson, Guido Scaccabarozzi, Gloria Mantegazza e Margherita Aiesi.

Microbi Fantastici Team al completo, collage

«Il progetto nasce da un’esperienza di citizen science, i Bicocca Sampling Days, che ha visto 80 studenti raccogliere 2.400 campioni di microbioma urbano in piazze e aree verdi dell’ateneo. – spiega Antonia Bruno, team leader del progetto – Tutto è iniziato un po’ per gioco, ma l’entusiasmo e la curiosità degli studenti ci hanno spinto a fare di più. Ora vogliamo offrire loro l’opportunità concreta di formarsi su dati reali e, al tempo stesso, cambiare il modo in cui la società guarda ai microrganismi.»

La campagna di crowdfunding ha l’obiettivo di raccogliere 10.000€ per sostenere i tre obiettivi principali dell’iniziativa: il sequenziamento del DNA batterico di 200 campioni, la realizzazione di un workshop formativo gratuito per 20 studenti, le iniziative di sensibilizzazione per coinvolgere la comunità nella scoperta e protezione della biodiversità microbica. Tutti possono aiutare a raggiungere questi obiettivi donando sulla pagina della campagna entro il 14 giugno.

Ogni donazione da parte dei sostenitori può essere ricambiata da una “ricompensa”, tra cui: la possibilità di partecipare a l’“Excursion with Simbio”, un’iniziativa per scoprire come la natura selvaggia possa essere un laboratorio a cielo aperto per lo studio del microbioma, oppure “Gli strumenti del mestiere”, un kit esclusivo con tampone, piastre di coltura e protocollo per raccogliere campioni dal proprio ambiente, grazie al quale i partecipanti potranno osservare la crescita dei batteri, condividere le immagini dei risultati e, se si raggiungeranno almeno 25 adesioni, contribuire alla creazione di una vera opera d’arte microbica collettiva.

Testo e immagini dall’Ufficio stampa Università di Milano-Bicocca.

Nuovo progetto di ricerca con campagna di crowdfunding: un biosensore basato su una peculiarità del porcellino di terra per monitorare quanto è inquinato il suolo

Un team di ricerca dell’Università di Milano-Bicocca ha lanciato un crowdfunding per realizzare il progetto “Tanti Piccoli Porcellin!”: un biosensore basato su una peculiarità dei porcellini di terra per monitorare il livello di inquinamento del suolo.

 

Milano, 24 aprile 2024 – Valutare l’inquinamento del suolo con un metodo del tutto naturale, osservando cioè il comportamento di alcuni organismi che lo popolano ovvero i porcellini di terra: è questo l’obiettivo dei ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca che hanno lanciato la campagna di crowdfunding “Tanti Piccoli Porcellin!” per sviluppare un prototipo strumentale per riconoscere un suolo sano da uno contaminato, coniugando le risposte comportamentali dei porcellini e i più sofisticati strumenti dell’intelligenza artificiale.

I porcellini di terra sono gli unici crostacei ad avere colonizzato la terraferma a partire dal Carbonifero Inferiore, fra i 359,2 e i 318,1 milioni di anni fa: questi antichissimi animali dovettero adattarsi in un ambiente nuovo compensando, prima fra tutte, la disidratazione. Come? Attraverso un particolare comportamento gregario: i porcellini di terra tendono a stare aggregati, perché questo riduce la superficie di contatto dei singoli animali con l’aria. In condizioni di stress indotto da un suolo contaminato, il gruppo invece si frammenta.

«Il primo passo per contrastare gli effetti dell’inquinamento dei suoli, è proprio quello di monitorarne lo stato di contaminazione. Per farlo abbiamo ideato un metodo rapido, economico e non invasivo, nonché rispettoso nei confronti degli animali», spiega Lorenzo Federico, responsabile del progetto e dottorando presso il Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra dell’Università di Milano-Bicocca. «Grazie al crowdfunding svilupperemo un migliore metodo di osservazione per il comportamento gregario dei porcellini di terra quando esposti ai suoli e ne quantificheremo le risposte grazie ad  algoritmi sviluppati all’interno del nostro team. In altre parole, studiando come reagiscono i porcellini potremo capire se un suolo è inquinato o meno, e a che livello».

Nello specifico, lo stato di aggregazione verrà monitorato mediante un dispositivo che combina un detector (microtelecamera a infrarossi) e un’arena in plexiglas, all’interno della quale sarà disposto il suolo da monitorare e dieci porcellini di terra. Basteranno poche ore perché i contaminanti, se presenti, determinino alterazioni comportamentali facilmente quantificabili.

«Il nostro obiettivo finale è quello di sviluppare un prototipo che utilizzi la procedura automatica di analisi già brevettata da Elisabetta Fersini, docente di Informatica del nostro ateneo, per quantificare lo stato di aggregazione dei porcellini quando esposti a suoli contaminati», spiega Sara Villa, docente di Ecologia presso l’Università Milano-Bicocca e componente del team. «Questo auto-apprendimento sarà utile per ridurre i tempi di analisi e di elaborazione di un rapporto di qualità ambientale».

Per sviluppare un primo prototipo sperimentale bisogna raccogliere 10.000 euro attraverso la campagna di raccolta fondi attiva su Ideaginger.it, la piattaforma di crowdfunding con il tasso di successo più alto in Italia. Il progetto “Tanti Piccoli Porcellin!” – tra quelli della VI edizione di BiUniCrowd, l’iniziativa dell’Università di Milano-Bicocca che permette ai progetti della comunità universitaria di ottenere sostegno e visibilità dall’esterno – è stato selezionato da A2A, che cofinanzierà la campagna di crowdfunding.

Sostenere “Tanti Piccoli Porcellin!” è facile: basta collegarsi alla pagina del progetto e fare una donazione scegliendo il metodo di pagamento preferito. Tra le ricompense per i sostenitori c’è anche l’opportunità di fare analizzare il suolo del proprio orto o del proprio giardino per verificarne lo stato di salute.

In basso, una foto dei progettisti di “Tanti Piccoli Porcellin!”  suolo inquinato porcellino di terra UniMib
Nuovo progetto di ricerca con campagna di crowdfunding: un biosensore basato su una peculiarità del porcellino di terra per monitorare quanto è inquinato il suolo. In foto, i progettisti di “Tanti Piccoli Porcellin!”

Testo e foto dall’Ufficio Stampa dell’Università di Milano-Bicocca.

Un microchip può funzionare come una rete di neuroni? I ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca usano il crowdfunding per scoprirlo: Parte oggi TinyNeuron – Silicon Neuron for AI, la prima campagna selezionata con la VI edizione di BiUniCrowd; ha l’obiettivo di sviluppare un microchip che può rivoluzionare l’intelligenza artificiale.

Milano, 3 aprile 2024 – Il cervello umano è formato da circa 100 miliardi di neuroni, processa senza sosta informazioni, gestisce compiti complessi monitorando allo stesso tempo gli stimoli che arrivano dall’ambiente esterno. E quanta energia consuma? Appena 20W, meno di una lampadina a incandescenza. Si può prendere ispirazione da uno strumento così efficiente per sviluppare un innovativo microchip? È la domanda a cui un team di ricercatori e ricercatrici dell’Università di Milano-Bicocca vuole rispondere chiedendo alla comunità di sostenere la campagna di crowdfunding TinyNeuron – Silicon Neuron for AI: volta a raccogliere 10.000 euro per sviluppare un microchip capace di emulare il comportamento e la struttura di una rete di neuroni biologici, è stata appena pubblicata su Ideaginger.it, la piattaforma di crowdfunding con il tasso di successo più alto in Italia.

«Il nostro obiettivo è gettare le basi per lo sviluppo di un processore neuromorfico che, funzionando in modo simile al cervello, permetta di gestire algoritmi di intelligenza artificiale di nuova generazione», ha dichiarato Lorenzo Stevenazzi, responsabile del progetto. «È un ambito di ricerca molto promettente: per esempio, può ridurre sensibilmente il dispendio energetico di dispositivi e sensori, ma anche semplificare l’integrazione tra protesi robotiche e corpo umano, che parlerebbero così lo stesso linguaggio».

TinyNeuron – Silicon Neuron for AI è stato selezionato nell’ambito della VI call BiUniCrowd, con cui l’Università di Milano-Bicocca promuove il crowdfunding per finanziare i progetti di ricerca e ha ricevuto il supporto di Thales Alenia Space che, quando la campagna di crowdfunding avrà raggiunto il 50% del suo obiettivo, la cofinanzierà con ulteriori 5.000 euro. 

Da quest’anno BiUniCrowd è stato sviluppato in partnership con Ginger Crowdfunding, che gestisce Ideaginger.it con cui è stato progettato il percorso di accompagnamento per ricercatori e ricercatrici attraverso la formazione al crowdfunding che gli ha permesso di definire ogni aspetto dei loro progetti di raccolta fondi. 

«Sono convinto che il crowdfunding sia lo strumento migliore per iniziare questa linea di ricerca», sottolinea Lorenzo Stevenazzi. «Il chip a cui lavoreremo riproduce una rete di neuroni che collaborano assieme a supporto di un risultato comune, proprio come avviene in una campagna di crowdfunding. I sistemi neuromorfici possono rivoluzionare l’intelligenza artificiale, probabilmente una delle tecnologie con le potenzialità più alte di sempre e grazie al contributo essenziale dei nostri sostenitori questa ricerca può concretizzarsi».

«Thales Alenia Space è costantemente alla ricerca di soluzioni tecnologiche innovative e ambiziose, proprio come quella a cui sta lavorando il team di TinyNeuron – Silicon Neuron for AI», ha dichiarato Paolo Cerabolini del CTO di TASI. «Uno degli aspetti forse più interessanti del progetto è che, oltre agli ambiti tecnologici che sappiamo potrà rivoluzionare, racchiude anche un potenziale che potrà aprire scenari di ricerca per nuove applicazioni in un futuro molto prossimo».

Sostenere TinyNeuron – Silicon Neuron for AI è semplicissimo. Basta collegarsi alla pagina della campagna, donare e scegliere la ricompensa tra quelle ideate dai ricercatori, tra cui anche la possibilità di incontrare le ricercatrici e i ricercatori del team in occasione di una esclusiva visita al loro laboratorio di ricerca.

Testo e foto dall’Ufficio Stampa dell’Università di Milano-Bicocca.