Pianura Padana: l’irrigazione intensiva contribuisce alla stabilità delle falde acquifere
Una collaborazione tra Consiglio nazionale delle ricerche, Università di Milano-Bicocca e Università di Berkeley ha inaspettatamente rivelato che aree soggette a irrigazione intensiva mostrano falde acquifere più stabili, anche in presenza di siccità estive ripetute. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Water, ha preso in esame zone della Pianura Padana utilizzate a scopo agricolo, analizzando lo stato delle falde sulla base di dati satellitari
Milano, 4 giugno 2025 – L’irrigazione agricola intensiva può contribuire in modo significativo alla resilienza delle falde acquifere nella Pianura Padana, anche in presenza di siccità estive intensificate dai cambiamenti climatici: è quanto rivela uno studio frutto della collaborazione tra il Consiglio nazionale delle ricerche, l’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (CNR-IRPI), l’Istituto di ricerca sulle acque (CNR-IRSA), l’Università di Milano-Bicocca e l’Università di Berkeley, pubblicato sulla rivista Nature Water.
Lo studio ha preso in esame dati satellitari acquisiti tra il 2002 e il 2022 nell’ambito della missione GRACE della NASA – oggi terminata, il cui scopo era migliorare la comprensione dei cambiamenti climatici attraverso la misurazione del movimento delle masse d’acqua a livello planetario -, e una rete di oltre 1.000 pozzi di monitoraggio.
Attraverso l’elaborazione di tali dati, il team di ricerca ha tracciato l’evoluzione delle risorse idriche sotterranee rivelando che – nonostante un generale calo dei livelli delle falde – le aree soggette ad irrigazione intensiva mostrano una maggiore stabilità grazie alla ricarica indotta dall’infiltrazione dell’acqua irrigua in eccesso. Questo perché l’irrigazione è generalmente sostenuta da acque superficiali, derivate da fiumi e laghi subalpini (es., Maggiore, Garda, ecc.), che a loro volta sono alimentati dalla fusione nivale.
Lo studio ha infatti dimostrato una correlazione positiva tra la quantità di acqua negli acquiferi di pianura e l’accumulo nivale sulle Alpi. Il risultato dimostra, pertanto, che l’irrigazione, pur essendo una pratica ad alto consumo, può favorire la ricarica delle falde attraverso la percolazione del surplus irriguo.
Il contributo degli Istituti CNR ha riguardato, in modo particolare, l’analisi idrologica dei dati regionali:
«La ricerca mette in luce l’importanza di comprendere il bilancio idrico in ambito agricolo, soprattutto in una fase in cui la copertura nevosa alpina diventa sempre meno prevedibile» commenta Christian Massari del CNR-IRPI.
Il contributo dell’Università di Milano-Bicocca ha invece riguardato la stima dei parametri idrogeologici e la costruzione del modello concettuale sulfunzionamento del sistema di circolazione idrica:
«In questo quadro, l’elemento critico diventa una possibile siccità invernale, che non permetterebbe di alimentare adeguatamente i fiumi e i laghi e, a sua volta, di praticare un’irrigazione intensiva estiva, che ricarica le falde. Finché ci sarà un’adeguata copertura nivale in inverno, le falde saranno stabilizzate dall’irrigazione, anche in presenza di siccità estive.» chiarisce Marco Rotiroti dell’Università di Milano-Bicocca.
Il lavoro sottolinea l’urgenza di valutare la sostenibilità futura delle pratiche irrigue in un contesto di risorse idriche sempre più limitate, ma anche il potenziale ruolo positivo di alcune pratiche agricole sulla disponibilità idrica locale.
Riferimenti bibliografici:
Carlson, G., Massari, C., Rotiroti, M. et al., Intensive irrigation buffers groundwater declines in key European breadbasket, Nat Water (2025), DOI: https://doi.org/10.1038/s44221-025-00445-4
Alla riscoperta del fico, coltura strategica per aumentare sostenibilità e produttività del bacino del Mediterraneo
L’Università di Pisa capofila del progetto europeo AGROFIG con il gruppo di ricerca in genomica vegetale del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali
È una risorsa preziosa per la sua capacità di adattarsi a condizioni difficili, le sue radici vanno in profondità riducendo l’erosione, attira impollinatori e fauna selvatica, contribuendo alla biodiversità, i suoi frutti creano opportunità economiche per i piccoli agricoltori, il suo forte valore culturale è una leva per il turismo rurale. Tutte queste caratteristiche rendono il fico una pianta strategica per il futuro del bacino mediterraneo. Per valorizzarlo al meglio in termini di sostenibilità e produttività è appena partito AGROFIG – Fostering agroforestry benefits through fig tree cultivation in the Mediterranean un nuovo progetto europeo promosso da PRIMA (Partnership for research and innovation in the Mediterranean area) e guidato dall’Università di Pisa con il gruppo di ricerca in genomica vegetale del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali in prima fila.
“Utilizzare colture arboree resistenti alle condizioni ambientali avverse causate dai cambiamenti climatici è fondamentale – dice il responsabile di AGROFIG, Tommaso Giordani, professore associato di genetica agraria dell’Ateneo pisano – Il fico ha una grande capacità di adattarsi ad ambienti secchi, calcarei e salini, il che rende questa specie estremamente utile nella regione del Mediterraneo”.
“Malgrado la coltura del fico sia antichissima e raccontata anche nella Bibbia e che l’Italia sia stato fino alla fine degli anni ’60 il maggior produttore mondiale, negli ultimi decenni la produzione si è ridotta notevolmente – continua Giordani – il nostro obiettivo è di usare tecniche genomiche per caratterizzare e selezionare le varietà migliori e rilanciare questa coltura arborea particolarmente resiliente e ricca dal punto di vista nutrizionale”.
A livello scientifico, il gruppo dell’Ateneo pisano analizzerà la variabilità genetica delle varietà italiane di fico, oltre a valutare l’impatto di questa coltivazione a livello agronomico, economico e di microbiologia del terreno in associazione con altre specie erbacee come leguminose e altre foraggere.
AGROFIG finanziato per tre anni con oltre 850mila euro prosegue il lavoro avviato con FIGGEN, un altro progetto sul fico sempre coordinato da Giordani. Il gruppo di genomica vegetale di cui fa parte in questi anni ha approfondito lo studio di questa specie con varie pubblicazioni scientifiche. L’ultima nel febbraio 2025 sulla rivista The Plant Journal, una delle più prestigiose nel campo della biologia vegetale, ha esteso le conoscenze sul genoma del fico, già affrontata in un precedente lavoro del 2020 sulla stessa rivista.
Sono inoltre coinvolti in AGROFIG anche altri docenti del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali: Daniele Antichi della sezione di Agronomia, Monica Agnolucci della sezione di Microbiologia agraria, Gianluca Brunori della sezione di Economia Agraria. Gli altri partner del progetto sono sono il Centro di ricerca scientifica e tecnologica dell’Estremadura (CICYTEX) in Spagna, l’Università di Tunisi El Manar (UTM) in Tunisia, l’Università Aydın Adnan Menderes (ADU) in Turchia, l’Azienda Agricola dimostrativa “I giardini di Pomona” (AAP) di Brindisi, Italia.
Alla riscoperta del fico, coltura strategica per aumentare sostenibilità e produttività del bacino del Mediterraneo, con il progetto AGROFIG – Fostering agroforestry benefits through fig tree cultivation in the Mediterranean. Il gruppo di genomica vegetale del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali. Da sinistra: Alberto Vangelisti, Andrea Cavallini, Marco Castellacci, Flavia Mascagni, Samuel Simoni, Lucia Natali, Gabriele Usai, Tommaso Giordani
Testo e foto dall’Ufficio Stampa dell’Università di Pisa.
Cambiamenti è il tema della nona edizione del Food&Science Festival: appuntamento a Mantova dal 16 al 18 maggio 2025
Clicca qui per il racconto dell’evento, a cura di Giuseppe Fraccalvieri Clicca qui per la presentazione del 17 aprile, commento a cura di Giuseppe Fraccalvieri Clicca qui per il programma Clicca qui Clicca qui per le altre comunicazioni ufficiali
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il racconto dell’evento, a cura di Giuseppe Fraccalvieri
16 maggio 2025 – Dopo che lampi e nubi avevano riempito il cielo di Mantova, la sera precedente, il Food&Science Festival viene accolto da una bella giornata di sole. Le scolaresche invadono la città con vivacità e procedendo con ordine, creano serpentine di gente che si muove per le vie principali. Sempre bello vedere bambini e adolescenti, negli stand, approcciarsi alla scienza e agli esperimenti, con interesse e in modo divertente.
Foto di Giuseppe Fraccalvieri
La prima giornata vede la più gran parte degli eventi dedicati alle scuole. A fare eccezione sono l’importante Forum delle economie, Agrifood EXPerience e quindi, nel primo pomeriggio, l’incontro sul tema Sostenibilità e Innovazione – Il Futuro dell’agricoltura italiana. In questa seconda occasione sono intervenuti, introdotti da Beatrice Mautino: Massimo Scaglia, AD di Syngenta; Alessandro Beduschi (Lega Nord), Assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Regione Lombardia; quindi il senatore Luca De Carlo (FdI) e la deputata Maria Chiara Gadda (PD); quindi Mauro Coatti per Syngenta e Matteo Pollini per Orogel; infine Simona Rubbi per CSO Italia, Olivier de Matos che è DG CropLife Europe, l’eurodeputato Herbert Dorfmann (SVP) e Massimiliano Giansanti, Presidente Nazionale di Confagricoltura e del COPA COGECA.
Massimo Scaglia, AD di Syngenta. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Alessandro Beduschi (Lega Nord), Assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Regione Lombardia. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
il senatore Luca De Carlo (FdI) e la deputata Maria Chiara Gadda (PD). Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Simona Rubbi per CSO Italia, Olivier de Matos che è DG CropLife Europe, l’eurodeputato Herbert Dorfmann (SVP) e Massimiliano Giansanti, Presidente Nazionale di Confagricoltura e del COPA COGECA. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Scaglia è tornato sul tema di questa edizione, CambiaMenti, qualcosa che rievoca in tutti noi l’imprevedibilità dei nostri giorni, tra guerre, cambiamenti climatici, economia, politica e dazi.
Beduschi ha sottolineato come il Food&Science Festival sia un luogo dove si dicono cose “vere”, dove la scienza si riannoda alla politica. E proprio in tal senso si è spesso parlato di sostenibilità in modo improprio.
A parere di chi scrive, è sicuramente più che positivo riconoscere il ruolo del Food&Science Festival, perché possa continuare nella sua opera; sarebbe però bello non avere solo questa boccata di aria fresca durante i giorni del Festival, ma magari poter respirare aria pulita tutto l’anno e in altri contesti, con meno negazionismi e prese di posizione ideologica, indipendentemente dalla parte e dalla provenienza.
Nello spazio successivo, De Carlo, portatore di una visione pragmatica, si è scagliato contro la criminalizzazione dell’agricoltore, sottolineando come il nostro cibo in Europa sia il più sicuro: se permettessimo anche a un solo prodotto di non esserlo, sarebbe penalizzata tutta la filiera.
Gadda ha fatto un discorso di equilibrio: è da evitare una visione che salti dal bianco al nero, che veda solo le eccellenze e che non veda le sfide di oggi (dazi, cambiamenti climatici, ecc.); soprattutto, ha ben sottolineato un concetto: non è sempre colpa dell’Europa.
Entrambi si son detti contrari a una visione ideologica delle cose.
Coatti ha quindi mostrato la grande efficienza e l’importanza del ruolo dell’Italia in Europa e nel mondo, non solo per la qualità, ma per la quantità e rilevanza della produzione. Non bisogna perdere di vista che la popolazione mondiale sta aumentando e si prevede salirà a 9,7 miliardi di persone nel 2050. La produzione agricola dovrà quindi adeguarsi a questi numeri e quindi crescere (anche considerando una diversificazione dell’apporto proteico e una riduzione degli sprechi).
Necessario quindi rigenerare la terra per le generazioni future e permettere che gli agricoltori possano accedere ai mezzi di produzione.
Di seguito, Pollini ha raccontato l’esperienza Orogel come cooperativa di soci coltivatori.
Nell’ultimo segmento della conferenza, de Matos ha evidenziato come sia necessario puntare sull’innovazione essere anche più veloci: se si toglie uno strumento, se si deve far arrivare un nuovo prodotto, da noi son necessari circa 11 anni, contro i 2-3 di Paesi come Brasile e Stati Uniti. Troppi.
Dorfmann ritiene che serva un’agenzia più potente, oltre che regole più facili per i prodotti di nuova generazione e meno impattanti. Bisogna produrre in maniera intensiva e sostenibile allo stesso tempo.
Giansanti ha quindi spiegato come da sempre la sostenibilità sia parte dell’agricoltura più evoluta, uno dei capisaldi di quanto si studia in agronomia.
Rubbi ha concluso spiegando come la sostenibilità sia da intendersi come economica e non solo ambientale.
I relatori hanno poi convenuto che il problema essenziale dell’agricoltura sia il ricambio generazionale: è necessario rendere il settore appetibile ai giovani che vogliano avvicinarsi ad essa.
Alle 17:00 l’inaugurazione del Festival al Teatro Sociale di Mantova, con la conduzione di Alberto Agliotti di Frame Divagazioni, che ha sottolineato come questa sia la nona edizione.
Ai saluti istituzionali e al taglio il Presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi; il Presidente della Provincia di Mantova, Carlo Bottani e il Sindaco di Mantova, Mattia Palazzi. Il primo ha evidenziato come il Festival continui ad avere un senso perché permette agli agricoltori di comprendere meglio quali scelte fare. Al contempo, riesce a seguire quanto nel mondo e ad essere piattaforma all’interno della quale dialogano i cittadini e la politica. Il Sindaco ha invece posto l’accento su come il continuato supporto alla manifestazione, sin dalla prima edizione, si basi sempre sul principio di comunicare in maniera popolare, ma senza svilire i temi della scienza.
Nello spazio successivo, il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. In un quadro instabile e caratterizzato da nuovi grandi mutamenti (i dazi, che generano sicuramente preoccupazione in una nazione esportatrice come la nostra), con un’industria europea stagnante, l’agricoltura continua invece a crescere e ad aumentare la produzione, mantenendo inalterata la qualità. Non è mancata una presa di distanza dalla precedente visione in Europa, che è stata indicata come “ideologica”, attenta solo ai problemi ambientali e meno alle necessità della produzione. In questo modo escono dal mercato gli agricoltori europei, in favore di chi, fuori dall’Unione Europea, non ha le medesime attenzioni. Il Ministro si è anche detto favorevole all’immigrazione regolare, in una nazione dal decremento demografico costante, affiancando la stessa comunque alla formazione, sia sul territorio che fuori.
Vi è quindi stato lo spazio di discussione “Dai territori all’Europa: integrare visioni per costruire strategie condivise”, nel quale sono intervenuti Alessandro Beduschi, Herbert Dorfmann e Massimiliano Giansanti. Durante questo intervento si è ragionato sulle sfide (cambiamento climatico e necessità di ricambio generazionale nel settore), partendo dal particolare per arrivare a una scala più ampia e a una visione strategica. L’attenzione è stata posta sulle zone montane e pedemontane, più svantaggiate, sottolineando che un loro abbandono porta verso il dissesto idrogeologico. Tra i presenti c’è stato accordo verso un maggior gradimento dell’attuale situazione e dell’attuale commissario, Christophe Hansen, in Europa, con l’Italia che riesce a far sentire maggiormente le proprie proposte. È necessario mettere al centro l’agricoltore, credere nella scienza e puntare alla semplificazione. Per il cambiamento climatico e la gestione del rischio, si è discusso di come questo debba essere studiato di modo che sia sostenibile anche per le compagnie assicurative, puntando anche a un obbligo assicurativo, secondo Giansanti. Ha aggiunto Dorfmann che a questo si devono però aggiungere anche investimenti infrastrutturali che possano agire per ridurre il rischio.
A parere di chi scrive, pur apprezzando l’attenzione per la montagna, per avere un quadro migliore e più ampio (e a maggior ragione considerando che vi sono tantissimi meridionali in Lombardia), sarebbe stato sicuramente utile avere sul palco anche un rappresentante del nostro Centro-Sud. Sarebbe servito a far intendere maggiormente le difficoltà che lì si registrano. Speriamo ci sia spazio per questo durante le giornate successive del Festival.
È quindi intervenuto Sergio Della Sala, professore di neuroscienze all’Università di Edimburgo. Tramite un eloquio frizzante ed esempi divertenti, ci ha mostrato come gli esseri umani non siano animali razionali, e come le nostre decisioni possano essere influenzate da fattori non rilevanti.
È stato infine conferito il Premio agricoltura mantovana all’EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare, rappresentata da Victoria Villamar. L’EFSA non legifera e non impone i propri pareri, ma mantenendo una indipendenza rispetto al potere politico, può fornire indicazioni su basi scientifiche solide che possano servire a indirizzare.
saluti istituzionali dal Presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
taglio del nastro con il Presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi; il Presidente della Provincia di Mantova, Carlo Bottani e il Sindaco di Mantova, Mattia Palazzi. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Alessandro Beduschi, Herbert Dorfmann e Massimiliano Giansanti. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sergio Della Sala. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
il Premio agricoltura mantovana all’EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare, rappresentata da Victoria Villamar. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Victoria Villamar parla dell’EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
In conclusione, una prima giornata nella quale gli interventi sembravano evidenziare un rinnovato pragmatismo in Europa, con la presa di distanze dalla precedente gestione “verde” e una maggiore attenzione alle necessità produttive. A parere di chi scrive, da una parte è necessario mettere al centro l’agricoltura ed evitare risultati paradossali e che colpevolizzino le forze della produzione. Dall’altro, con l’area mediterranea particolarmente colpita dal cambiamento climatico, sarebbe stato utile parlare del problema – che è in continua evoluzione – anche su una scala ancora più ampia e parlando di possibili azioni: ci sarà plausibilmente spazio per questo nelle giornate successive del Festival.
17 maggio 2025 – Il tempo è ancora clemente con questa nona edizione del Food&Science. Le strade si riempiono di gazebo di divulgazione rivolti a diverse fasce d’età e sostenuti da enti come il CNR e Fondazione Veronesi. Grande partecipazione dentro e fuori per stand come la bottega degli esperimenti, condotti da Roberto Cighetti e Chiara Ferrari che hanno parlato anche di tradizione culinaria mantovana.
Dopo la consueta rassegna stampa mattutina con Roberta Villa, Marco Ferrari e Marco Martinelli, troviamo in piazza Leon Battista Alberti un evento che dà spazio agli insetti, con Gianumberto Accinelli.
Nella stessa piazza è poi il turno della tombola con gli elementi chimici, insieme a Beatrice Mautino e Stefano Bertacchi. Il tendone pieno vede la gente divertita, ma lo scopo dell’iniziativa è assai interessante ed efficace: mostrare al pubblico come tutte quelle sigle “spaventose” come E460 indichino ingredienti anche familiari come la cellulosa; insomma, per ridurre quell’insensato divario tra la percezione di “chimico” e di “naturale”. In piazza Leon Battista Alberti si prosegue quindi parlando di pratiche concrete in favore della biodiversità, con Michele Zerbini per Barilla, Giovanni Causapruno per XFarm, col direttore OP Nazionale Marco Gorni Silvestrini e con Marco Benedetti per CINSA; presenta Alberto Agliotti.
Lo stand Science in a box del CNR. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Lo stand di Fondazione Veronesi. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Roberto Cighetti e Chiara Ferrari con Francesco Zamboni. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Gianumberto Accinelli e Alberto Agliotti. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
la tombola degli elementi con Beatrice Mautino e Stefano Bertacchi. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Michele Zerbini, Giovanni Causapruno, Marco Gorni, Silvestrini, Marco Benedetti e Alberto Agliotti. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Giovanni Carrada e Sara Urbani con Simone Angioni. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Enrica Favaro con Valentina Vezzali e Domenicantonio Galatà. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Segnaliamo quindi l’incontro con gli autori Giovanni Carrada e Sara Urbani, per parlare di scienza e patrimonio culturale, insieme a Simone Angioni. In piazza Leon Battista Alberti, invece, l’importante incontro sui discussi temi di TEA e carne coltivata, con i docenti di genetica agraria, Mario Pezzotti e Sara Zenoni, la docente di botanica, Vittoria Brambilla, il docente di biologia Alessandro Bertero, la docente di bioingegneria Diana Massai e il docente di diritto Michele Fino. Ha moderato Beatrice Mautino.
Al Teatro Sociale invece Enrica Favaro ha condotto un talk con la campionessa olimpica Valentina Vezzali e il biologo e nutrizionista Domenicantonio Galatà, per parlare di come lo sport sia un osservatorio privilegiato per parlare di alimentazione. Alla Loggia del grano, invece, Alice Testa con Nicolò Scialpi hanno fatto un salto indietro nel tempo, fino alla nostra preistoria.
@matt_the_farmer ed Emiliano Audisio. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Matteo e Chiara @ilchimicosullatavola. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Alberto Agliotti, Elena Toth, Annamaria Mazzoni, Eleonora Campanelli. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Dario Bressanini, Michele Fino e Beatrice Mautino. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Claudio Cassardo e Beatrice Mautino. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Nel primo pomeriggio, i due disseminatori Matteo e Chiara de @ilchimicosullatavola in piazza Leon Battista Alberti con il talk Cotto o reagito? Al Teatro Sociale, invece, i pesi massimi della divulgazione, Dario Bressanini, Michele Fino e Beatrice Mautino, ritornano sul luogo del delitto, raccontando la storia di Contro Natura. Il libro fu non solo di grande successo, ma già dieci anni fa sfatava miti e pregiudizi legati ad OGM e altri temi ancora molto discussi, e tuttora di grandissima attualità. Come ha spiegato Michele Fino, questo era un libro di “logica”. Tutto esaurito in sala per loro.
Nel round successivo, in Piazza Leon Battista Alberti si parla di acqua: come rimarca Alberto Agliotti, quando è troppa e quando troppo poca. Elena Toth, docente di costruzioni, ha spiegato come la maggior parte dei prelievi siano di carattere agricolo, ma cambiano stagionalmente. La ricercatrice di economia ambientale Annamaria Mazzoni ha ricordato l’esperienza del Qatar, dove le risorse idriche sono in buona parte anche non rinnovabili. Un Paese che grazie alle disponibilità economiche sta riuscendo a gestire una situazione non facile sotto questo profilo. Una cartolina da un possibile futuro climatico che potrebbe espandersi. Una situazione molto diversa da quella del territorio mantovano, ricco di acqua, come spiegato da Eleonora Campanelli, responsabile sostenibilità AqA del gruppo TEA; bisogna però mantenerne la qualità. E come sempre, la scienza dei retrobottega ci porta tra le attività mantovane. Sempre nella piazza, il disseminatore @matt_the_farmer ha dialogato con Emiliano Audisio.
In orario aperitivo, mentre nel porticato del cortile d’onore di Palazzo Ducale si consuma l’Happy Science Hour, sempre in Piazza Leon Battista Alberti il climatologo e fisico Claudio Cassardo ha dialogato con Beatrice Mautino sul clima che verrà. “Non che ci sia qualche anno un po’ più caldo”, spiega, ma la tendenza che si registra ci parla del cambiamento climatico: è di questo che stiamo parlando.
L’Italia è in due sensi un punto caldo, sia perché ci stiamo scaldando di più, sia perché siamo un hot spot, un punto critico nel bacino del Mar Mediterraneo che esalta le ondate di caldo. Mentre i ghiacciai si vanno assottigliando, contribuendo al riscaldamento, si registra il cambiamento maggiore proprio nelle aree prealpine. Le precipitazioni sono un’altra variabile critica, e se sono diminuite in due secoli del 10%, che si ritrova negli andamenti del fiume Po, con una distribuzione anche diversa, tendendo a spostarsi perché la neve fonde prima. Piove meno spesso, ma quando piove, piove di più: l’intensità delle piogge va intensificandosi.
Cosa fa cambiare il clima? L’attività solare, le variazioni dei parametri orbitali, le eruzioni vulcaniche (di carattere esplosivo), l’impatto di asteroidi. Oggi però quel grado in più che si registra è causato, come noto, dai gas serra da noi emessi. A causarla, in ordine di rilevanza, la produzione di energia, l’agricoltura, l’industria, i trasporti e anche l’edilizia.
Che clima farà, infine? Non è facile creare un modello perché si richiedono competenze variegate: gli scenari possibili proposti sono quattro, uno pessimistico (business as usual), due di stabilizzazione e uno di mitigazione. Quello che però è possibile dire è che probabilmente farà (molto) più caldo. La situazione dell’area mediterranea vedrà estati ancora più torride, con meno precipitazioni, in particolare, nel Centro-Sud: proprio quando servirebbe maggiormente. Quale scenario poi sarà quello che vivremo dipende solo dalle nostre azioni.
Le criticità riguarderanno la sicurezza alimentare, le risorse idriche, il livello del mare, gli ecosistemi, la salute e la sicurezza.
Paolo Nespoli. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Paolo Nespoli. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Adrian Fartade, Luca Perri e Alberto Agliotti. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Paolo Nespoli, Adrian Fartade, Luca Perri e Alberto Agliotti. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Un’ultima puntata in serata alle 21:00 al Teatro Sociale, dove Alberto Agliotti ha presentato l’astronauta Paolo Nespoli e i disseminatori Adrian Fartade e Luca Perri. E se gli ultimi due sono sempre una forza della natura, trattando rispettivamente del nostro rapporto con la vita e delle difficoltà della colonizzazione su Marte, a fornirci una prospettiva davvero nuova è l’astronauta. La sua esperienza ci racconta di cibo non facile, di stanchezza dovuta alla ripetitività, di mangiare sdraiati sul tavolo, dell’impresa incredibile di far arrivare una pizza nello spazio e di differenze culturali.
18 maggio 2025 – Un po’ di vento per una domenica di sole a Mantova. Dopo la rassegna stampa con Roberta Villa, Marco Ferrari e Marco Martinelli, ancora un’ottima gamma di scelte possibili. Lo stand in Piazza Leon Battista Alberti è – comprensibilmente e prevedibilmente – pieno di gente per il talk su dieta e farmaci per dimagrire, condotto da Enrica Favaro e con il docente di endocrinologia Enzo Bonora e il medico Andrea Devecchi.
Spesso dieta è sinonimo di scorciatoia, di dieta di scopo, al fine di entrare in un vestito o per un matrimonio. Il messaggio che viene invece dai relatori va nella direzione opposta: enfasi sulla dieta come stile di vita, che possa essere perseguito nel tempo.
Anche al farmaco per dimagrire bisogna fare attenzione, perché potrebbe creare problemi al pancreas per talune persone: non è poi una cura per l’obesità, ma un tassello. Anche il suo stesso acquisto potrebbe essere difficile per motivi economici, o il percorso potrebbe interrompersi per altri motivi. La componente psicologica è sempre importante nel raggiungere un corretto stile di vita alimentare.
Enrica Favaro, Enzo Bonora e Andrea Devecchi. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Gabriella Morini e Myriam Sabolla. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Beatrice Mautino con Simone Ficarelli, Luigi Odello e Giovanni Battista Mantelli. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Giorgio Patelli ed Andrea Segrè con Emiliano Audisio. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Giacomo Moro Mauretto e Beatrice Mautino. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Fausto Desalu ed Enrica Favaro. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Giulia Tincani ed Antonella Losa. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Michele Morgante e Gianfranco Pacchioni, con Emiliano Audisio. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Nel panel successivo, condotto da Myriam Sabolla e con la docente Gabriella Morini, si è esplorato il senso del gusto, dalla nascita fino all’età adulta.
Continuiamo a seguire il senso del gusto nell’incontro successivo, nel quale il dolce (Venchi) incontra il salato (Parmigiano Reggiano). Parlano Simone Ficarelli, Luigi Odello e Giovanni Battista Mantelli, moderati da Beatrice Mautino.
La ripresa al pomeriggio, in Piazza Leon Battista Alberti, va a considerare il costo del cibo su salute e pianeta. L’incontro, in collaborazione con Fondazione AIRC, vede il medico oncologo Giorgio Patelli e il docente di politica agraria Andrea Segrè dialogare insieme ad Emiliano Audisio. Due prospettive diverse che vanno a incrociarsi. Si comincia introducendo il concetto di esposoma, cioè l’insieme di fattori ambientali e di rischio a cui siamo esposti. Dall’altro punto di vista, i poveri non solo sono affetti da impoverimento alimentare, ma sprecano di più, non solo in termini quantitativi ma qualitativi, perché abbassano la qualità della dieta.
Certamente ci sono dati importanti a livello internazionale, sull’aumento dei tumori del tratto intestinale, legati a dieta e sedenterietà: anche questi dati confermano che sono le fasce di reddito più basso ad essere maggiormente interessate. Il fenomeno parte dagli Stati Uniti, già dalla fine degli anni ’90.
In una piazza Mantegna piena di gente, Giacomo Moro Mauretto ha dialogato con Beautrice Mautino, mostrando le affascinanti ricerche in questo ambito che ci riportano a un passato non facile da ricostruire, nel quale le nuove scoperte si accavallano e si smentiscono. In piazza Leon Battista Alberti, invece, l’atleta Fausto Desalu dialoga con Enrica Favaro, raccontando la vita dello sportivo professionista, una vita fatta anche di rinunce che però vengono ampiamente ripagate, di una disciplina che riesce anche a formare.
In un evento che si chiama Food&Science non può mancare lo spazio di prova per il cibo, e quindi, oltre a quanto nei vari stand, ritorna anche il Museo del formaggio, con Giulia Tincani e Antonella Losa. Con quiz e un approccio ludico, hanno fatto scoprire ancora una volta l’aspetto merceologico di questo antichissimo prodotto.
Negli ultimi segmenti del pomeriggio della domenica, troviamo in Piazza Leon Battista Alberti un altro spazio dedicato alla libertà di ricerca, questa volta per porre l’accento sul rapporto con la politica. Michele Morgante, direttore dell’Istituto di genomica applicata e Gianfranco Pacchioni, docente di chimica, dialogano con Emiliano Audisio. Qui ritroviamo i discorsi “sull’ideologia” del primo giorno, ma dal punto di vista della scienza. Morgante ritiene che la situazione italiana sia peggiore che altrove, dove rispetto a certi temi, come le TEA o la carne coltivata, parti politicamente opposte si trovano ad avere il medesimo atteggiamento verso la scienza. La politica spesso si rivolge a determinati scienziati per avallare certe decisioni che ha preso: alle volte però la scienza riesce a far cambiare idea, specie quando certi percorsi si mostrano particolarmente sbagliati. Un fatto positivo che anche su questi temi, molto caldi ma che magari riguardano meno la vita quotidiana delle persone, molta gente si è accalcata per ascoltare anche fuori i limiti dello spazio destinato ai posti a sedere.
Food&Science è ovviamente molto di più, molti più eventi e molta più possibilità di scelta di quanto mostrato fin qui: si rinvia al programma per tutte le iniziative. Di sicuro il Food&Science Festival riesce anche in questo 2025 in uno dei suoi obiettivi, quello di scuotere le coscienze e di mostrare diverse visioni, anche contrapposte. In attesa dell’edizione per il decennale, che si preannuncia assai ghiotta.
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Termina oggi il Food&Science Festival 2025:
un bilancio di nove edizioni di successo, aspettando il decennale
18 maggio 2025. Tanti sold-out, incontri partecipatissimi e un pubblico non solo cittadino, ma arrivato appositamente, e per la maggioranza, da fuori Mantova,hanno caratterizzato la nona edizione del Food&Science Festival, la manifestazione promossa da Confagricoltura Mantova, ideata da FRAME-Divagazioni scientifiche e organizzata da Mantova Agricola che dal 2017 fa dialogare i mondi dell’agricoltura, della scienza e delle istituzioni. Appuntamento centrale nell’agenda dei principali festival nazionali, la tre giorni mantovana si conferma l’epicentro del dibattito costruttivo, inclusivo e accurato tra cibo e scienza, toccando temi attuali e ampi che indagano le conseguenze sociali, tecnologiche, politiche ed economiche della produzione e del consumo alimentare.
Lo sottolinea Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova:
“Dopo nove anni possiamo dire che il Festival ha raggiunto una dimensione e un’importanza tali che i frutti sono tangibili. Basti pensare al dibattito sulle TEA, che è iniziato qui ed è proseguito sui tavoli delle istituzioni, ma gli esempi sono molteplici. Abbiamo costruito qualcosa di unico nel suo genere, che ha un futuro davanti a sé: il mio mandato è in scadenza, ma mi impegno a tramandare questa eredità a chi assumerà il mio ruolo il prossimo anno affinché conservi e anzi faccia fiorire ancora di più la grande manifestazione che abbiamo creato”. Semi che hanno già germogliato con i Lab, il format studiato per replicare i contenuti del Food&Science Festival che ha già raggiunto diverse città e regioni d’Italia.
Parole di soddisfazione a cui si aggiungono quelle del Sindaco di Mantova, Mattia Palazzi:
“Anche quest’anno il Festival ha dimostrato la forza di un progetto culturale che continua a evolversi senza perdere la sua identità: tre giorni di riflessione, scambio e conoscenza sui grandi temi del cibo, della scienza e dei cambiamenti che attraversano la nostra società. Il Festival ha saputo coinvolgere pubblici diversi – cittadini, studenti, famiglie, addetti ai lavori – mantenendo intatta la sua capacità di rendere accessibili contenuti complessi, grazie a un linguaggio inclusivo, rigoroso e creativo. Mantova si conferma così una città laboratorio, aperta al dialogo tra scienza, cultura e comunità. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo successo, che è patrimonio di tutta la città”.
Oltre 170 incontri e più di 150 ospiti che raccolgono alcuni dei principali protagonisti del panorama scientifico attuale tra esperti, accademici, ricercatori, divulgatoriscientifici e addetti ai lavori, insieme per condividere conoscenze, esperienze e visioni sul futuro della ricerca, delle innovazioni tecnologiche e dell’agroalimentare.
“In nove edizioni, il Food&Science Festival ha creato uno spazio di confronto autentico per la comunità scientifica italiana – spiegano a riguardo gli ideatori, il gruppo FRAME-Divagazioni scientifiche – dimostrando come ricerca e divulgazione siano imprescindibili per affrontare le sfide globali attraverso il cibo. Abbiamo evidenziato non solo il valore della scienza, ma anche la necessità che le voci di ricercatori e divulgatori raggiungano politica, industria e società civile, promuovendo partecipazione e accessibilità della conoscenza”.
Grande successo anche sui social, il punto di ritrovo digitale che ha permesso al pubblico di curiosare nel dietro le quinte degli incontri, ascoltare interviste inedite agli ospiti e rimanere sempre aggiornati su eventi e novità: nei giorni del Festival – fino ad ora – e nel periodo di avvicinamento la copertura su Facebook e Instagram ha raggiunto oltre 1 milione e 600 mila utenti complessivi, mentre le interazioni Instagram hanno raggiunto la quota di oltre 15 mila. Quasi 20 mila invece le impression sul rinnovato canale LinkedIn del Festival.
Tre giorni in cui il pubblico ha accolto con interesse e grande entusiasmo personaggi amati e conosciuti come l’astronauta Paolo Nespoli e i divulgatori scientifici Adrian Fartade e Luca Perri, che nella serata di sabato hanno riempito la grande sala del Teatro Sociale, protagonisti della ricerca in ambito agroalimentare come Vittoria Brambilla, la ricercatrice di che con “Ris8imo” ha dato il via alla prima sperimentazione italiana in campo aperto di piante di riso ottenute mediante TEA, presentandola proprio lo scorso anno al Festival, volti noti della televisione o dei social, come gli chef Roberto Valbuzzi e Cristiano Tomei e l’agricoltore YouTuber Matt the Farmer, e persino grandi campioni dello sport come le medaglie olimpiche Valentina Vezzali e Fausto Desalu.
Proposte multidisciplinari che hanno saputo catturare attenzione e interessi diversi non solo attraverso conferenze ma anche grazie a laboratori (come le Science in a box a cura di CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche), visite guidate (con gli immancabili tour alla scoperta delle botteghe storiche della Scienza dei retrobottega a cura di Confcommercio, Confesercenti e Confguide Mantova), format speciali (la Rassegna stampa quotidiana realizzata con il sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana), installazioni dove presentare progetti innovativi (un esempio, quello degli Spazi Gustosi a cura di Dipartimento di Design del Politecnico di Milano), talk con quiz e brainstorming che sembrano portarci nel futuro dell’alimentazione (come quello dedicato ai Novel food a cura del Centro di Ricerca “Best4Food” dell’Università di Milano-Bicocca).
Un percorso lungo nove anni che è stato fianco a fianco anche delle attività dei main partner, che con il Festival condividono una visione innovativa, che sia dedicata a un futuro più sostenibile e informato – come ha spiegato Syngenta durante la presentazione in Italia delle proprie “Sustainability Priorities”, o il Gruppo Tea nell’incontro dedicato alla gestione del nostro bene più prezioso, l’acqua – o ad una evoluzione nei gusti e nei sapori – come quelli di un gelato dal gusto sorprendente, portato a Mantova dal Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano, o risultati da abbinamenti insoliti, come quelli con Marsala, vermut, birra e mostarda proposti dal Consorzio Tutela Grana Padano.
Non solo: Mantova è stata occasione per approfondire i Cambiamenti e le innovazioni nel settore delle imprese (per esempio con il Forum delle EconomieAgrifood EXPerience a cura di UniCredit) e in quello sociale (con anche l’incontro dedicato al cambiamento demografico e ai suoi effetti sulla produzione e il consumo nell’agroalimentare a cura di Levoni e in collaborazione con SMEA-Università Cattolica del Sacro Cuore – Cremona), esplorando i legami che l’agricoltura ha con l’ambiente (anche con la presentazione della “Carta del Mulino”, a cura di Barilla, e della mostra fotografica collegata dedicata alla biodiversità), la tecnologia (pensando al panel in collaborazione con Agrofarma – Federchimica dedicato allo Smart Farming), la chimica (attraverso incontri interattivi come il Q&A | Ho mangiato una molecola, e adesso? in collaborazione con Aispec – Federchimica) e la circolarità (legata per esempio all’uso di Biochar e Biogas durante l’incontro in collaborazione con Inalca, e a quello di sottoprodotti e scarti del settore agroalimentare e agroforestale a cura del Gruppo Saviola), senza dimenticare approfondimenti legati al cibo, tutti da gustare. Tra questi, quelli alla scoperta di come cambia il gusto (con il sostegno di Poste Italiane), degustazioni a base di olio(a cura di Assoprol) e laboratori e mostre dedicate allo zucchero (a cura della Cooperativa Ossigeno e Momic, in collaborazione con Eridania Italia S.p.a.).
15 maggio 2025. Ai nastri di partenza la nona edizione del Food&Science Festival, la manifestazione promossa da Confagricoltura Mantova, ideata da FRAME-Divagazioni scientifiche e organizzata da Mantova Agricola che da domani a domenica 18 maggio fa diventare Mantova l’epicentro della discussione sui Cambiamenti dell’agroalimentare.
Come da tradizione, la prima giornata è dedicata alle scuole, coinvolte con un programma dedicato di incontri e laboratori. Tra i primi, Pentole e provette con il chimico e divulgatore Gabriele Pastori, con cui esplorare i legami tra chimica e cucina; gli appuntamenti con Alessio Perniola, A testa in su, lo show-lab di divulgazione scientifica che, attraverso esperimenti live e interattivi, svela i segreti dell’atmosfera e dei suoi fenomeni (a cura di Multiversi, in collaborazione con Gruppo Tea) ed Ecoradio – lo show (a cura di Alessio Perniola e Multiversi); la conferenza con il responsabile Divulgazione e Formazione Tecnica di Levoni Gian Luigi Alfonso Restelli che guida alla“riscoperta” delle razze suine autoctone italiane e la valorizzazione dei loro prodotti (a cura di Levoni) e quella con gli imprenditori agricoli Deborah Piovan, Luca Andreani e Mattia Gandini su come Coltivare il futuro (in collaborazione con Regione Lombardia) e dedicarsi a un settore, quello agricolo, in continua evoluzione, fino al dialogo tra il medico specializzanda in scienze dell’alimentazione Enrica Favaro e il performer e medico chirurgo Matteo Ghisolfi che spiegano come raggiungere salute e benessere procedendo, anche a piccoli passi, lungo Lalinea del cambiamento.
Continua poi nell’ambito del Food&Science Festival il dibattito sulle prospettive e sulle opportunità del settore agroalimentare a cura di UniCredit: il Forum delle Economie Agrifood EXPerience, dove esperti ed imprenditori del settore si alterneranno per stimolare il confronto e individuare strategie percorribili e sostenibili da sviluppare con enti di ricerca, operatori della formazione e istituzioni finanziarie. A intervenire saranno Alberto Cortesi, Presidente di Confagricoltura Mantova, Luisella Altare, Head of Corporate di UniCredit, l’Assessore all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste della Regione Lombardia Alessandro Beduschi, Andrea Dossena, Associate Partner Prometeia, Alessandro Tosi, Small Corporate Sales Italy UniCredit, Simona Maretti, Direttrice ITS Academy Agroalimentare Sostenibile Mantova e Responsabile IFOA Mantova, Manuel Lugli, Amministratore Società Agricola Fondo Spinosa e Vice Presidente di Confagricoltura Mantova, Michelle Toninelli, studentessa del corso ITS per la Digital & Green Transition e Alberto Barbari, Investment Committee Member FoodSeed e Regional VP Italy Eatable Adventures.
Guardano invece al Futuro dell’agricoltura italiana, tra sostenibilità e innovazione, il panel a cura di Syngenta che apre il pomeriggio della prima giornata di Festival. Durante l’incontro verranno presentate per la prima volta in Italia le Sustainability Priorities, gli ambiti di intervento e di sviluppo strategico che rappresentano l’impegno concreto dell’azienda verso un’agricoltura più sostenibile, innovativa e resiliente. Parteciperanno all’incontro l’assessore all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste della Regione Lombardia Alessandro Beduschi,l’Head of Technical Support di Syngenta Italia Mauro Coatti, l’amministratore delegato di Syngenta Italia Massimo Scaglia, la responsabile delle relazioni internazionali di CSO Italia Simona Rubbi, il direttore Generale Croplife Europe Olivier de Matos e il responsabile Sistema di Gestione Ambientale Orogel Matteo Pollini.
E inoltre…
Ampia e varia, l’offerta del Food&Science Festival comprende anche mostre, laboratori e installazioni: tra le molte occasioni, da venerdì a domenica sarà possibile scoprire i segreti dello zucchero durante Zucchero & Co. L’impronta della dolcezza (a cura di Cooperativa Ossigeno, Momic e in collaborazione con Eridania Italia S.p.a.), esplorare gli Spazi gustosi delle nuove esperienze di alimentazione nei contesti scolastici (a cura del dipartimento di Design del Politecnico di Milano) e scoprire la bellezza della sostenibilità visitando la mostra fotografica I fiori del mulino, che racconta l’impegno concreto per la sostenibilità attraverso campi fioriti che rappresentano vere e proprie oasi ecologiche con fioritura progressiva e prolungata (a cura di Barilla).
Tra i laboratori, occasioni per approfondire il binomio alimentazione e salute con Vivo sano (a cura di Fondazione Umberto Veronesi), scoprire Cosa mangiamo veramente attraverso quiz e giochi pensati per acquisire la consapevolezza e le capacità necessarie per costruire un piatto sano (a cura di Fondazione AIRC), giocare con gli imballaggi alimentari costruendo una confezione per un uovo (che non dovrà rompersi!) con Ehi, non rompere le scatole! (a cura del dipartimento DCMC del Politecnico di Milano) e scoprire tutto del mondo dei formaggi grazie alle occasioni A scuola di Parmigiano Reggiano (a cura di Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano) e Grana Padano DOP: un tesoro da mangiare (a cura di Consorzio Tutela Grana Padano).
Il Festival è promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola. Si avvale di Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Regione Lombardia, Provincia di Mantova, Comune di Mantova, CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Camera di Commercio di Cremona-Mantova-Pavia, Confcommercio Mantova, Confesercenti della Lombardia Orientale, Fondazione Banca Agricola Mantovana, Fondazione BPA Poggio Rusco, Politecnico di Milano, Università di Milano-Bicocca e Università di Parma come partner istituzionali. Main partner sono Syngenta, Gruppo Tea, Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano e Consorzio Tutela Grana Padano; sponsor sono UniCredit, Levoni, Barilla, Agrofarma – Federchimica, Aispec – Federchimica e Inalca. Supporter Gruppo Saviola, Poste Italiane, Assoprol ed Eridania Italia. Sponsor tecnici De Simoni e Cucina da Manuale. Media partner ANSA, Rai Radio 3, Gruppo editoriale Athesis e AgroNotizie.
27 marzo 2025. Fervono i preparativi per il Food&Science Festival 2025, la manifestazione promossa da Confagricoltura Mantova, ideata da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzata da Mantova Agricola che da venerdì16 a domenica 18 maggio farà di Mantova il centro del racconto dei Cambiamenti – tema della nona edizione – del settore agroalimentare. In attesa di conoscere il programma completo, che sarà presentato giovedì 17 aprile in conferenza stampa, il Festival svela oggi una selezione dei nomi che animeranno la tre giorni primaverile, impegnati in conferenze, dialoghi, panel a più voci su questioni tra le più attuali e urgenti da affrontare.
Ne sono un esempio gli incontri che all’agricoltura intrecciano ambiente e tecnologia, pensati per esplorare sia i sentieri tematici più (di)battuti sia quelli meno noti, proponendo nuove analisi e scoperte. Per esempio: come evolveranno le coltivazioni in risposta ai cambiamenti climatici e all’aumento costante, e preoccupante, delle temperature? Quali innovazioni potranno essere sviluppate e adottate? Tra coloro che proveranno a rispondere a queste e altre domande ci sono Claudio Cassardo, docente presso il dipartimento di Fisica dell’Università di Torino e responsabile scientifico di progetti nazionali e internazionali, che proverà a spiegare cosa dobbiamo aspettarci dal clima nei prossimi anni, Antonello Pasini, il fisico climatologo del Consiglio Nazionale delle Ricerche che con il suo blog “Il Kyoto fisso”, il primo in Italia dedicato al clima, ha vinto nel 2016 ilPremio nazionale di divulgazione scientifica e a Mantova presenterà il suo nuovo La sfida climatica (Codice, 2025), e il genetista Alberto Acquadro, con cui i cambiamenti della produzione agricola incontrano le tecnologie più avanzate: suo l’incontro dedicato all’editing genomico a partire dalla ricerca suipomodorimodificatigrazie al sistema Crispr-Cas9 che permette di lavorare su geni specifici del DNA della pianta ottenendo in poco tempo un cambiamento migliorativo che in natura richiederebbe centinaia, se non migliaia di anni.
Argomenti ampi con ospiti che, seguendo l’invito del Festival a “coltivare conoscenza”, esortano alla considerazione critica e spingono alla riflessione, proponendo un approccio laterale a ogni questione. Lo sanno bene Antonio Galdo e Simone Pollo, protagonisti di due appuntamenti a partire dai loro ultimi, recenti libri: il primo, giornalista esperto di tematiche ambientali, con Il mito infranto (Codice, 2025), in cui discute la falsasostenibilità che peggiora gli equilibri del pianeta e aumenta le disuguaglianze anziché sanarle, mentre il secondo, filosofo e componente del “National Biodiversity Future Center” (uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera), con Considera gli animali (Laterza, 2025), saggio in cui descrive le contraddizioni e la profondità dei legami che uniscono uomo e animali.
Agricoltura, tecnologia, ambiente e, naturalmente, alimentazione. Il Food&Science Festival dedica uno spazio importante al cibo che portiamo sulle nostre tavole: quali scelte facciamo, cosa ci spinge ad acquistare un prodotto alimentare piuttosto che un altro, quali sono gli impatti sulla nostra salute. Per spiegarlo intervengono alcuni dei volti più noti della divulgazione scientifica: Roberta Villa, giornalista medica che “parla e scrive di salute e sanità”, impegnata in un panel a più voci sui cambiamenti nello stile di vita all’epoca dell’informazione social, tra diete, farmaci e app, Il chimico sulla tavola, la coppia di chimici formata dalla “creativa a suo agio con pennelli e parole” Chiara Biagini e dal “surfista iperattivo amante della cucina” Matteo Capone, che portano il pubblico alla scoperta di quella che forse è la prima innovazione chimica in campo alimentare, cioè la cottura, e del suo impatto sul nostro modo di vivere attraverso i millenni, e Non è la Zebra, progetto di divulgazione a cui hanno dato vita Lorenzo Gagliardi e Greta Durante focalizzato sulle scienze comportamentali e i processi decisionali, che al Festival aiuteranno a capire quali meccanismi psicologici si mettono in moto quando scegliamo, al supermercato come al ristorante.
Da venerdì 16 a domenica 18 maggio, a Mantova, un viaggio verso il Cambiamento dell’agricoltura e del settore agroalimentare per capire cosa succede oggi e provare a immaginare quello che accadrà domani.
27 febbraio 2025 – Esplorare il futuro dell’agroalimentare, analizzare le sfide che ci attendono e inquadrare le opportunità che possono trasformare il nostro presente: il Food&Science Festival indaga l’oggi per immaginare il domani e torna a Mantova con la nona edizione dedicata al tema Cambiamenti. Da venerdì 16 a domenica 18 maggio 2025, tre giorni di incontri, dialoghi, tavole rotonde, laboratori, exhibit e spettacoli per raccontare in modo rigoroso, scientificamente accurato e sempre appassionante i nuovi paradigmi legati alla produzione, distribuzione e consumo di cibo, con la consapevolezza che, soprattutto in ambito alimentare, cambiare non è solo necessario ma inevitabile.
Promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola con Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Regione Lombardia, Provincia di Mantova, Comune di Mantova e Camera di Commercio Cremona-Mantova-Pavia come partner istituzionali e con il patrocinio del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, anche nel 2025 il Festival proporrà riflessioni e confronti sulle grandi questioni che ruotano attorno al comparto agricolo e alimentare dando voce a scienziati, ricercatori, innovatori, agricoltori, rappresentantiaziendali e delle istituzioni e coinvolgendo attivamente cittadini, addetti ai lavori, esperti di settore e appassionati.
Dalle emergenze ambientali alle pressioni economiche, dalle trasformazioni sociali a quelle geopolitiche e culturali, dalle sfide tecnologiche alle innovazioni energetiche, una panoramica sui cambiamenti che si sono succeduti negli anni e che hanno preparato il terreno per quelli, sempre più rapidi, che accadono sotto i nostri occhi. Nella molteplicità di argomenti e prospettive a cui il Food&ScienceFestival da sempre guarda, il rapporto tra cibo e agricoltura sarà quindi messo in relazione con la tecnologia, il cambiamento climatico, la politica e l’economia, la lotta agli sprechi e la tutela della biodiversità, fino a inquadrare il settore alimentare dal punto di vista della comunicazione, del consumo, della sicurezza, del benessere e della salute.
Un programma ampio e politematico, che mette l’agricoltura al centro e segue con attenzione tutte le sue diramazioni.
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presentazione del 17 aprile, commento a cura di Giuseppe Fraccalvieri
Continua a crescere il Food&Science Festival e per il 2025, dopo l’edizione dell’anno scorso a tema Intrecci, ci riporta all’attualità dei CambiaMenti. Cambiamenti climatici innanzitutto, ma pure le sfide di un panorama socio-politico assai magmatico, che ha conseguenze su tutta la filiera agroalimentare. Cambiamenti che appunto richiedono di mettersi in gioco anche come mentalità e nelle nostre abitudini quotidiane.
Il festival, alla sua nona edizione, continua ad attrarre innanzitutto fasce di età più giovani, svolgendo quindi anche una funzione assai apprezzabile (e che altrove spesso sembra un obiettivo chimerico) di avvicinamento delle nuove generazioni al settore e alla scienza.
Nella presentazione di oggi 17 aprile sono intervenuti Alessandro Beduschi, Assessore all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste della Regione Lombardia; Andrea Murari, Assessore all’Ambietne e Pianificazione territoriale del Comune di Mantova; Alberto Cortesi, Presidente di Confagricoltura Mantova. Sono quindi intervenuti per Frame Divagazioni scientifiche, che cura la direzione scientifica del festival, Emiliano Audisio, Beatrice Mautino, Enrica Favaro. È stato quindi il turno dei partner, con Massimo Scaglia, Amministratore delegato di Syngenta; Vincenzo Galeotti, Consigliere della Sezione di Mantova del Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano; Renato Zaghini, Presidente del Consorzio Tutela Grana Padano; Marco Zanini, Segretario della Camera di Commercio di Cremona-Mantova-Pavia. A presentare il tutto, Alberto Agliotti.
Da sinistra: Andrea Murari, Alberto Cortesi, Alessandro Beduschi. Presenta Alberto Agliotti, sulla destra. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Da sinistra: Andrea Murari, Alberto Cortesi, Alessandro Beduschi. Presenta Alberto Agliotti, sulla destra. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Da sinistra: Andrea Murari, Alberto Cortesi, Alessandro Beduschi. Presenta Alberto Agliotti, sulla destra. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sulla sinistra, Emiliano Audisio. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sulla sinistra, Beatrice Mautino. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sulla sinistra, Beatrice Mautino. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sulla sinistra, Beatrice Mautino. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sulla sinistra, Enrica Favaro. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sulla sinistra, Massimo Scaglia. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sulla sinistra, Vincenzo Galeotti. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sulla sinistra, Renato Zaghini. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Sulla sinistra, Marco Zanini. Foto di Giuseppe Fraccalvieri
Nel primo intervento, Beduschi ha spiegato come il Food&Science sia “un antico amore”, una “proposta accolta da sempre con entusiasmo”. Una manifestazione in grado di sfatare miti, come quello di un settore che è sì radicato nella tradizione, quello agroalimentare, ma pure straordinariamente propenso all’evoluzione.
L’Assessore ha ricordato come non siano mancate critiche negli anni, che però sono servite come stimolo a fare e a trasformarsi completamente.
Il secondo intervento, quello di Murari, su questo “meraviglioso festival nella città dei festival”, ha posto l’accento sul tema dell’edizione, un tema “straordinariamente serio”. E parlare di cambiamenti in una fase nella quale l’ordine mondiale sta cambiando nei modi che vediamo rende difficile per chiunque provare a prevedere: la scelta del tema significa quindi l’essere sul pezzo. Per l’Assessore, caratteristica del Food&Science è proprio quella di andare al cuore delle cose, senza far passare un minuto a fare della retorica.
Un festival di caratura internazionale, in grado di costruire un dibattito pubblico fondato sui fatti, sulla conoscenza, sulla ricerca.
Ha infine evidenziato come sia proprio il cambiamento (anche nel settore primario) il modo con cui tenere in vita tradizione e le nostre radici, un cambiamento che però deve essere guidato, col metodo scientifico, perché non tutte le opinioni trovano uguale riscontro nella realtà fattuale.
L’obiettivo di costruire un futuro di pari dignità e ricchezza spinge con eventi come Food&Science
sulla voglia di fare innovazione e costruire comunità.
Anche Cortesi, nel suo intervento, si è soffermato sul tema CambiaMenti: quando si è cominciato a pensare alla presente edizione, non si pensava che ci potessero essere conseguenze come quelle delle ultime settimane. Più che un cambiamento, quello climatico appare come una rivoluzione e i singoli operatori nel settore possono ritrovarsi in una situazione di incapacità di adeguarsi a eventi su questa scala.
Dal punto di vista della società nella quale viviamo, se nei nostri tempi i valori democratici vengono messi in discussione, il festival vuole ancora una volta essere momento di scambio e di confronto, esponendo idee alle volte difficili da digerire, ma se avendo in mente la bussola della scienza ci si mette in discussione.
Dopo la politica, è il turno degli interventi per Frame Divagazioni scientifiche: Audisio ha sottolineato quanto la scienza sia importante per traghettarci e orientarci coi cambiamenti in atto. Un cambiamento che riguarda tutti.
La scienza non è però monolitica ed essa stessa si mette in dubbio: l’elemento del metodo scientifico non è tanto la certezza quanto piuttosto l’evidenza. La scienza non è chiusa in una torre d’avorio inaccessibile, ma dialoga, anche col mondo delle impres. Proprio il cibo ha una natura particolare, perché va a toccare vari aspetti sociali identitari, e con questa lente si va ad interpretare il cambiamento globale.
Il musicista e curatore non ha poi nascosto il compiacimento di un festival che forse dovrebbe contenersi un po’ e invece cresce ogni anno, andando ad integrarsi sempre più nel tessuto produttivo di questo territorio mantovano.
Il secondo intervento per Frame è quello di Mautino, che ha messo l’accento su come le sfide dei nostri tempi richiedano di investire nell’innovazione, e al contempo sulle difficoltà che la ricerca pubblica affronta.
Ha quindi elencato i tanti e importanti ospiti di questa nona edizione.
Nel terzo intervento per Frame, Favaro ha parlato innanzitutto dell’attenzione per le scuole e nuove generazioni. I laboratori sono centrali anche in questa edizione, con esperimenti, attività pratiche e il coinvolgimento del tessuto economico locale nel filone di successo, la scienza dei retrobottega.
È stato quindi il turno dei partner, tra cui Zanini ha ricordato con orgoglio l’aver visto nascere il Festival nella Camera di Commercio. Ha evidenziato come si tratti di un evento in grado di generare molto pubblico, di diventare fattore di attrazione. In quei giorni la città lascia un’immagine ai visitatori, che è anche quella di un festival giovane. Anche questo è un bene, perché il rinnovo generazionale è molto importante per tutto il settore.
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Food&Science Festival: presentato il programma della IX edizione
Più di 150 eventi con oltre 130 ospiti tra cui l’astronauta Paolo Nespoli, il divulgatore scientifico Adrian Fartade e la campionessa olimpica Valentina Vezzali
17 aprile 2025. Rapidi o molto lenti, progressivi o improvvisi, radicali o leggeri: qualunque sia la natura dei cambiamenti, l’unica certezza è che per affrontarli bisogna prima di tutto capirli. Per aiutare a farlo, fornendo strumenti, creando occasioni di dialogo e coinvolgendo protagonisti esperti, torna il Food&Science Festival, che ai Cambiamenti dedica la nona edizione, da venerdì 16 a domenica 18 maggio. Promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola, il Festival trasforma Mantova in un palcoscenico a cielo aperto in cui scienziati, accademici, divulgatori, addetti ai lavori ed esperti si confrontano e discutono sulle conseguenze e implicazioni che le trasformazioni nel consumo e nella produzione di cibo hanno sulle nostre tavole e nelle nostre vite.
Cambiamento climatico, tecnologia, economia, ma anche sicurezza e benessere alimentare, salute, equità sociale, tutela della biodiversità: per tre giorni il settore agroalimentare verrà esplorato da molteplici punti di vista grazie alla presenza di alcuni tra i principali esponenti del più attuale panorama scientifico e culturale. Tra i molti ospiti anche l’astronauta Paolo Nespoli e il divulgatore scientifico Adrian Fartade, protagonisti della conferenza serale del Food&Science Festival, Vittoria Brambilla, la ricercatrice di biologia vegetale dell’Università degli Studi di Milano che con “Ris8imo” ha dato il via alla prima sperimentazione italiana in campo aperto di piante di riso ottenute mediante TEA, le Tecniche di Evoluzione Assistita, Mario Pezzotti, commissario straordinario CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria), Antonello Pasini, fisico climatologo che con il suo blog “Il Kyoto fisso”, il primo in Italia dedicato al clima, ha vinto nel 2016 ilPremio nazionale di divulgazione scientifica, Annamaria Mazzoni del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici, l’agricoltore star del web Matteo Fiocco, in arte Matt the Farmer, con più di 450 mila iscritti sul suo canale YouTube, gli scrittori e giornalisti scientifici Silvia Bencivelli e Antonio Galdo, fondatore e direttore del sito nonsprecare.it che propone notizie, consigli e indicazioni per uno sviluppo sostenibile, e l’agronomo ed economista Andrea Segrè, docente di Politica agraria internazionale e comparata presso l’Università di Bologna.
Interdisciplinare e politematico, il programma del Food&Science Festival permetterà di portare alla luce i legami che alimentazione e scienza hanno con lo sport (con la campionessa olimpica Valentina Vezzali), l’arte (con Giovanni Carrada, autore e curatore di progetti e programmi di divulgazione scientifica che da anni progetta e realizza mostre ed esposizioni museali), la filosofia (con Simone Pollo, docente di Filosofia morale della Sapienza Università di Roma), la narrazione (con Ruggero Rollini, protagonista di una conferenza spettacolo sulla chimica) e persino l’archeologia (con Alice Testa, divulgatrice archeologica e Nicolò Scialpi, archeologo), attraverso più di 150 incontri con oltre 130 ospiti.
Dialoghi, tavole rotonde, laboratori, exhibit, visite guidate, laboratori, workshop e degustazioni per una tre giorni che coinvolgerà tutta la città di Mantova e alcuni dei suoi luoghi più suggestivi, tradizionali e non: il Teatro Sociale, la Loggia del grano (conferenze e mostre), l’Atrio degli Arcieri e il Porticato del Cortile d’Onore del Palazzo Ducale (conferenze), Piazza Leon Battista Alberti (conferenze, laboratori), Piazza Concordia, Piazza delle Erbe (laboratori e bookshop), Piazza Mantegna (incontri) e Piazza Marconi (laboratori), Sala delle lune e dei nodi (conferenze), Sala delle Virtù della Palazzina di Bosco Fontana, via Goito (laboratori e mostre) e il Lago Superiore (Chiosco Zanzara). Tutti gli eventi saranno gratuiti con registrazione obbligatoria sul sito del Festival.
Per approfondire
Di seguito un’esplorazione più ampia del vasto programma del Food&Science Festival 2025, le cui conferenze si articolano in 9 filoni tematici – Cambiamento climatico e adattamento agricolo; Tecnologie e innovazione; Transizione energetica; Governance e istituzioni politiche; Economia circolare e riduzione degli sprechi; Biodiversità e agroecologia; Comunicazione del cibo e nuovi stili di consumo; Equità sociale ed economica; Salute, cibo e nutrizione – pensati per analizzare icambiamenti dell’agricoltura in tutte le sue sfaccettature. Per i dettagli relativi a giorno, ora e luogo dei singoli appuntamenti, compresi quelli del programma scuole raccontati nella sezione dedicata, si rimanda alla sezione programma del sito del Festival, completamente rinnovato,e al programma cronologico della cartella stampa.
I filoni tematici
Cambiamento climatico e adattamento agricolo
La realtà è una, il cambiamento climatico, ma le soluzioni a cui l’agricoltura può rivolgersi per affrontarlo sono, per fortuna, molte. Studiosi attivi in campi diversi lavorano ogni giorno per idearne di nuove o migliorare quelle già sviluppate, uniti dall’obiettivo comune di risolvere nel modo più efficace possibile l’equazione che coinvolge ambiente, bisogni globali e necessità produttive.
Ognuno dalla propria prospettiva, ad affrontare il tema saranno, tra gli altri, il climatologo dell’Università di Torino Claudio Cassardo, responsabile scientifico di progetti nazionali e internazionali che offrirà una panoramica sull’evoluzione del clima e delle coltivazioni nei prossimi anni, Antonello Pasini, il fisico climatologo del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che a Mantova presenterà il suo nuovo La sfida climatica (Codice, 2025) e il filosofo Simone Pollo, componente del “National Biodiversity Future Center”, uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera, impegnato a Mantova a far luce sul rapporto complesso e ambivalente che lega uomo e animali a partire dal suo ultimo libro intitolato Considera gli animali (Laterza, 2025).
Guarda a una delle risorse fondamentali per l’agricoltura e non solo l’appuntamento dedicato all’acqua, in collaborazione con il Gruppo Tea. Con Annamaria Mazzoni, ricercatrice di economia ambientale dell’Istituto per la resilienza climatica del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, il centro di ricerca internazionale che studia l’interazione tra i cambiamenti climatici e la società, Elena Toth, docente di costruzioni idrauliche, marittime e idrologia presso il dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna ed Eleonora Campanelli, responsabile sostenibilità AqA del Gruppo Tea, si mette in luce l’importanza dell’Acqua che non si vede, cioè quella di falda, per poi ampliare lo sguardo con una riflessione generale su questa risorsa fondamentale e preziosa ma spesso data per scontata.
È arricchita dalla mostra fotografica dedicata alla biodiversità “I fiori del mulino” la presentazione, a cura di Barilla, del progetto “Carta del Mulino” per la sostenibilità della coltivazione di grano tenero, a cui partecipano Michele Zerbini (soft wheat and flour Purchasing Associate Director Barilla), Giovanni Causapruno (Business Development Director XFarm), Marco GorniSilvestrini (direttore OP Nazionale) e Marco Benedetti (responsabile Scientifico CINSA – Interuniversity National Consortium for Environmental Sciences), mentre ci si sposta ad analizzare il settore dell’olio con Tiziana Sarnari, Andrea Marchini e Gianfrancesco Petroni, i relatori della tavola rotonda Il valore dell’olio – Un mercato dai consumi in continua evoluzione, conferenza durante la quale verranno evidenziati i numeri del settore con una specifica degli oli DOP e biologici. (in collaborazione con Assoprol).
Porta invece a immergersi nella natura che circonda Mantova il dialogo tra Carlo Peraboni (docente di urbanistica del Politecnico di Milano) e il paesaggista Antonio Sagaria, dedicato al cambiamento del paesaggio tra campagna e città. Il luogo scelto per ospitare le loro riflessioni è infatti decisamente particolare e suggestivo: a bordo della motonave “Edron”, in navigazione sulle acque del Lago Superiore di Mantova (in collaborazione con Politecnico di Milano – Polo di Mantova).
Tecnologie e innovazione
Era il 13 maggio 2024 e nella campagna pavese di Mezzana Bigli venivano messe a dimora le prime piantine di Ris8imo, la varietà di riso geneticamente modificato per essere più resistente a malattie e parassiti: una rivoluzione in soli 28 metri quadri, la prima e unica in Italia. Purtroppo, le piante sono state sradicate e distrutte da ignoti ma la ricerca non si è fermata, anzi. A distanza di un anno, l’artefice della sperimentazione, Vittoria Brambilla, ne discute con i docenti dell’Università di Verona Mario Pezzotti, dirigente del Centro ricerca e innovazione della Fondazione Edmund Mach, e Sara Zenoni, genetista, riflettendo su limiti e traguardi della libertà di ricerca in ambito di genetica agraria. Non solo, perché nella stessa occasione, insieme anche ai docenti dell’Università di Torino Diana Massai (dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale) e Alessandro Bertero (vincitore nel 2021 del grant Career Development Award Armenise Harvard che promuove la ricerca di base in campo biomedico) e con Michele Fino, docente di fondamenti del diritto europeo dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ci sarà modo per ampliare il discorso anche rispetto alla ricerca sulla carne coltivata, alimento protagonista anche del panel in collaborazione con i Giovani di Confagricoltura – ANGA, a cui parteciperanno diversi esponenti delle Università di Milano e di Parma.
E dopo il riso, pomodori e patate, che non sono gli ingredienti di una ricetta ma i punti di partenza di due incontri dedicati a genetica, tecnologia e innovazione. Il primo con Alberto Acquadro, genetista dell’Università di Torino con cui ha guidato il progetto Prospect, un lavoro sull’editing genomico del pomodoroche attraverso il sistema Crispr-Cas9 modifica geni specifici del DNA della pianta ottenendo un cambiamento migliorativo che in natura richiederebbe centinaia, se non migliaia di anni; il secondo con Stefania De Pascale, docente di orticoltura e floricoltura dell’Università Federico II di Napoli e pioniera a livello internazionale degli studi sull’agricoltura spaziale, a partire dal suo libro Piantare patate su Marte (Aboca, 2024). Incontri che sembrano portarci nel futuro dell’alimentazione, come fanno anche Roberta Dameno e Paola Palestini, esperte del Centro di Ricerca “Best4Food” (che cura l’incontro) dell’Università di Milano-Bicocca: con loro andremo alla scoperta dei Novel food, di cui spiegheranno benefici, criticità e prospettive coinvolgendo il pubblico in un talk interattivo tra quiz e brainstorming.
Scienza e ricerca scientifica, pilastri del programma del Food&Science Festival, vengono poi discusse, indagate, rappresentate, durante la presentazione di Scienza chiara, scienza oscura (Il Mulino) del docente di chimica dei materiali dell’Università Milano Bicocca Gianfranco Pacchioni, con cui riflettere sui due volti della ricerca, quella pubblica e trasparente e quella delle Big Tech e militare, riservata e inaccessibile, per poi proseguire con altri appuntamenti. Per esempio, quello con Alessandra Scognamiglio, direttrice dell’Agrivoltaic Action Group dell’Agenzia Internazionale per l’energia, che approfondisce l’agrivoltaico, il sistema che integra la produzione di energia solare fotovoltaica con l’attività agricola, mentre di antibiotico resistenza discutono Loris Alborali, direttore Sanitario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia-Romagna, l’On. Carlo Maccari, relatore della normativa sulla tenuta dei farmaci in aziende zootecniche e Paolo Moroni, docente del dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano. Esperta agrifood del Governo danese in Italia, FrancescaZaccarelli dialoga invece con Alex Gobbi, microbiologo e ricercatore CREA a proposito di microrganismi buoni e poi con Luca Cerruti, fondatore di KelpEat, che crea snack e alimenti sani e sostenibili a base di alghe, a proposito delle nuove frontiere nell’agricoltura di precisione (entrambi gli incontri in collaborazione con l’Ambasciata di Danimarca in Italia).
E ancora, ricerca, sperimentazione e tecnologie avanzate sono le basi su cui poggiano alcuni degli incontri in collaborazione o a cura di alcuni partner e sponsor del Festival. In ordine cronologico, ad aprire la panoramica sono due appuntamenti a cura di Syngenta: il primo, la presentazione delle “Sustainability Priorities”, l’approccio strategico e operativo – già lanciato a livello globale e presentato in Italia per la prima volta proprio al Food&Science Festival – che rappresenta il fulcro dell’impegno dell’azienda verso un’agricoltura sempre più sostenibile e responsabile, a cui parteciperanno Mauro Coatti, Head of Technical Support di Syngenta Italia, l’amministratore delegato di Syngenta Italia Massimo Scaglia, la responsabile delle relazioni internazionali di CSO Italia Simona Rubbi e altri ospiti; il secondo, l’immancabile Happy Science Hour, durante il quale i divulgatori Stefano Bertacchi, Marco Martinelli e Ruggero Rollini saranno protagonisti di tre panel dedicati a suolo, resistenze e TEA, insieme a ricercatori e altri ospiti del Festival: Vittoria Brambilla, Sara Zenoni, Beatrice Lecchi e Lorenzo Borghi.
Dedicato allo Smart Farmingè invece il panel proposto in collaborazione con Agrofarma – Federchimica: a intervenire saranno Chiara Cattaneo per Agrofarmae il docente del dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino Paolo Gay, moderati dal giornalista e docente del corso di Smart Farming del Politecnico di Milano Tommaso Cinquemani, in dialogo tra dati, robot e intelligenza artificiale in agricoltura.
A cura del Gruppo Saviola e in collaborazione con AIPSA – Associazione Italiana Produttori di Substrati di Coltivazione e Ammendanti, è invece il dialogo tra Patrizia Zaccheo (ricercatrice dell’Università degli Studi di Milano e componente del comitato scientifico AIPSA) e Francesca Rho (Innovation Manager e R&D Manager del Gruppo Saviola), che spiegheranno cosa c’è alla base di una produzione innovativa, più efficiente e sostenibile di substrati dando – metaforicamente – a ognuno il suo terriccio.
Completa la panoramica e vira verso la tecnologia a servizio dell’allevamento l’incontro in collaborazione con Regione Lombardia. Tra sensori intelligenti, intelligenza artificiale e big data, i docenti Patrizia Tassinari (Università di Bologna, dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari) e Francesco Maria Tangorra (Università di Milano, dipartimento di Medicina Veterinaria e Scienze Animali), spiegheranno come le innovazioni nella zootecnia di precisione possono significare miglioramenti nel benessere animale, nella sostenibilità e nella produttività, delineando il futuro del settore tra opportunità e sfide.
Transizione energetica
Dalle energie rinnovabili alla gestione delle emissioni climalteranti, l’agricoltura contribuisce alla transizione verso sistemi a basso impatto. Come possiamo integrare il solare e il biogas nelle aziende agricole? Quali strategie possono rendere le filiere più autosufficienti di fronte alle tensioni geopolitiche? Sono solo alcuni degli interrogativi sollevati durante gli incontri che affrontano il tema della transizione energetica.
Tra questi, Biochar e Biogas, con Lucrezia Lamastra (ricercatrice presso l’istituto di Chimica Agraria ed Ambientale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza che nell’ambito della sostenibilità ha coordinato progetti legati a diversi settori, da quello aziendale a quello vitivinicolo), Lorella Rossi (responsabile area tecnica presso CIB Consorzio Italiano per il Biogas) e Giovanni Sorlini (responsabile qualità, sicurezza e sviluppo sostenibile Inalca) che porteranno una riflessione sulle prospettive più evolute nel campo della circolarità (in collaborazione con Inalca), e Carbon farming, fertilizzazione integrata e nanomateriali per l’agricoltura. Le frontiere della sostenibilità con Andrea Ciurli (ricercatore dell’Università di Bologna), Giovanni Cabassi (primo ricercatore CREA, dipartimento Zootecnia e Acquacoltura) e Ilaria Falconi (tecnologo di ricerca III livello del CREA), (in collaborazione con Regione Lombardia).
Governance e istituzioni politiche
Dal sostegno alla competitività internazionale al ricambio generazionale, dalla Politica Agricola Comune dell’Unione Europea alla necessità di spingersi verso modelli ancora più sostenibili, le diramazioni che partono dal tema “Governance e istituzioni politiche” sono quelle che raccontano l’attualità del settore agricolo più da vicino.
Un viaggio nel presente e nel possibile futuro delle politiche agricole, condotto da rappresentanti delle istituzioni e professionisti di settore come il giornalista scientifico Antonio Galdo che a partire da Il mito infranto (Codice, 2025) spiega come distinguere la vera dalla falsa sostenibilità che ha reso il mondo più ingiusto (con il sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana), e i relatori del Forum delle EconomieAgrifood EXPerience a cura di UniCredit, parte delle iniziative del gruppo bancario a supporto delle imprese nei settori tradizionali del Made in Italy. A partire dall’analisi sul sistema agroalimentare nell’attuale contesto socioeconomico, si confronteranno, intervenendo sul tema, Alberto Cortesi, Presidente di Confagricoltura Mantova e Luisella Altare, Head of Corporate di UniCredit, che daranno avvio ai lavori, l’Assessore all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste della Regione Lombardia Alessandro Beduschi, Andrea Dossena, Associate Partner Prometeia, che si concentrerà sulla filiera italiana dell’Agrifood, Alessandro Tosi, Small Corporate Sales Italy UniCredit, sul nuovo approccio finanziario alle filiere agroalimentari, il gruppo formato da Simona Maretti, Direttrice ITS Academy Agroalimentare Sostenibile Mantova e Responsabile IFOA Mantova, Manuel Lugli, Amministratore Società Agricola Fondo Spinosa e Vice Presidente di Confagricoltura Mantova, Michelle Toninelli, studentessa del corso ITS per la Digital & Green Transition, e Lucia Castagna, Orientatrice e Tutor didattico del Corso ITS per la Digital & Green Transition e Presidente ANGA-Giovani di Confagricoltura Mantova, insieme per presentare la co-progettazione dei corsi con le imprese, in aderenza ai bisogni del settore e alla definizione dei profili, e Alberto Barbari, Investment Committee Member FoodSeed e Regional VP Italy Eatable Adventures, a cui spetta il compito di delineare soluzioni e programmi d’innovazione per l’ecosistema FoodTech e AgriTech.
È questo lo spazio in cui guardare il settore agricolo mettendo a fuoco gli aspetti sui quali riflessioni e cambiamenti sono necessari, ora più che mai. Ecco perché non può mancare nel ventaglio di argomenti trattati a Mantova un focus dedicato alla crisi delle uova che si sta verificando negli Stati Uniti, e su cui offre una panoramica Calogero Terregino, direttore del laboratorio di referenza europeo sull’aviaria dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, un panel dedicato al complesso e tormentato rapporto tra scienza e politica, su cui discuteranno Gianfranco Pacchioni e Michele Morgante, già protagonisti di altri appuntamenti, insieme al neuroscienziato Sergio Della Sala e un confronto sull’educazione finanziaria per l’agroalimentare che cambia, a cui partecipano Mario Camelia, docente del Dipartimento di Studi Aziendali e Giuridici dell’Università di Siena e Giulia Bettagno, manager nel settore vitivinicolo (a cura di Confagricoltura Siena).
Economia circolare e riduzione degli sprechi
Dalla valorizzazione degli scarti agricoli alla lotta agli sprechi alimentari, l’economia circolare offre soluzioni concrete per un’agricoltura più sostenibile. Come? Ce lo dicono i relatori di questa sezione: il fisico e divulgatore scientifico Alessio Perniola, che durante i suoi Intervalli di sostenibilità offrirà pillole dinamiche e coinvolgenti su temi cruciali della sostenibilità, esplorando il significato dell’Agenda 2030 e il ruolo delle nostre scelte quotidiane nel costruire un futuro più sostenibile (in collaborazione con Gruppo Tea); Luigi De Nardo, docente di Scienza e Tecnologia dei Materiali che spiegherà perché confezioniamo il cibo (a cura del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale del Politecnico di Milano); Chiara Vita, responsabile operativo del Laboratorio QUMAP (Qualità delle Merci e Affidabilità del Prodotto) della Fondazione PIN – Polo di Prato Università di Firenze (con cui l’incontro è in collaborazione) invitata a occuparsi, dialogando con Francesca Rho, di estratti naturali e a spiegare come l’attenzione crescente alla sostenibilità e all’economia circolare abbiano significato in questi anni un maggiore interesse nell’uso di sottoprodotti e scarti del settore agroalimentare e agroforestale per l’ottenimento di composti bioattivi utilizzati in una molteplicità di settore, tra cui quello agronomico (a cura del Gruppo Saviola). E proprio per sottolineare l’impegno portato avanti ogni anno in direzione di una sempre maggiore sostenibilità, il Food&Science Festival utilizza le segnaletiche Pannello Ecologico® 100% recycled wood di Gruppo Saviola, testimonianza tangibile di una concreta azione eco-etica.
Biodiversità e agroecologia
Conservare le varietà tradizionali all’agricoltura rigenerativa, preservare gli ecosistemi, arricchire i terreni e aumentare la resilienza delle colture sono alcuni dei benefici che derivano da approcci che assegnano un ruolo centrale al mantenimento della biodiversità. Della sua importanza discute Michele Freppaz, pedologo e nivologo dell’Università di Torino che invita ad alzare lo sguardo per mostrarci la montagna come “sentinella” dei cambiamenti climatici, ecosistema da preservare con cura e attenzione.
Un’incursione nel mondo della natura e dei suoi abitanti, dalle creature più grandi a quelle più piccole è invece quella proposta dall’entomologo e scrittore Gianumberto Accinelli e dalla giornalista scientifica Silvia Bencivelli, mentre di una specie ben più grande parleranno il Colonnello Alberto Ricci, comandante dei Carabinieri Forestali di Mantova e Cremona e Davide Meggiorini, naturalista del Gruppo Naturalistico Mantovano, che rifletteranno sul ritorno del lupo nel mantovano (a cura del Centro Nazionale Carabinieri Biodiversità Bosco Fontana). E se i loro incontri ci portano a vedere da vicino il regno della natura, Danilo Zagaria sposta l’attenzione da chi l’ambiente lo popola a chi lo studia e lo difende: è il caso di Rachel Carson, madre dell’ambientalismo americano e tra le prime a denunciare apertamente i danni provocati da fenomeni come deforestazione e antropizzazione incontrollata, di cui il biologo e divulgatore scientifico restituisce un vivido e affascinante ritratto.
Ultimi appuntamenti di questo filone, due talk in cui a mescolarsi con scienza, origine e sostenibilità sono suolo, clima e microbiota da una parte, e tradizione dall’altra. Il primo con Emma Sofia Lunghi, dottoranda del dipartimento di Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Milano-Bicocca e Stefania Pagliari, ricercatrice del dipartimento Biotecnologie e Bioscienze dello stesso Ateneo, con cui parliamo del Terroir nel piatto, scoprendo che non solo il vino ma anche alimenti come cacao e caffè portano l’impronta del loro ambiente d’origine, che influenza gusto e qualità (a cura di Best4Food), il secondo a cura dell’Istituto di Valorizzazione Aceti e Condimenti Italiani (IVACI), con cui scoprire che, quando parliamo di aceto, L’innovazione è una tradizione che si rinnova, insieme a Patrizia Marchi, presidente di IVACI, Armando de Nigris, viceministro dell’Ambiente, Barbara Cimmino, vicepresidente Confindustria per l’Export e l’Attrazione degli investimenti e Giovanni Gioia, presidente dei Giovani di Confagricoltura.
Comunicazione del cibo e nuovi stili di consumo
Una volta era solo “food”, poi sono arrivati i super-food, i novel-food, i functional-food, e orientarsi tra nomi, etichette e proprietà è diventata una sfida. È cambiata la comunicazione, e con lei le abitudini alimentari. In questa sezione, il Food&Science Festival racconta il cibo dalla parte di chi lo consuma, tra bisogno di trasparenza e richiesta di sostenibilità.
Fil-rouge di questa edizione, i cambiamenti nel mondo dell’agricoltura e dell’alimentazione entreranno in rapporto anche con la comunicazione digitale (con Matt the Farmer, seguitissimo da oltre mezzo milione di utenti sui suoi canali social dove racconta la vita, le difficoltà e le sfide di un giovane agricoltore), la psicologia (con Greta Durante, che insieme a Lorenzo Gagliardi gestisce e cura Non è la Zebra, il progetto di divulgazione scientifica che si occupa di scienze comportamentali e processi decisionali), i consumi (per esempio con Alessandro Di Flaviano, creatore della pagina “Rubricalimenti” che oggi ha superato i 110 mila follower, Simona Ruffino, esperta di neuromarketing, e Mauro Coatti, Agrofarma, che insieme guideranno il pubblico tra mode, strategie di marketing e tendenze d’acquisto durante un incontro in collaborazione con Agrofarma – Federchimica), le tendenze alimentari, quelle ormai consolidate e quelle più nuove. Per esempio, con Alberto Capatti, storico della gastronomia italiana, che a partire dal recentissimo Vegetariani. La storia italiana, SlowFood Editore, ricostruisce la storia del vegetarianismo dagli inizi del ‘900, conducendo alla scoperta delle radici di un fenomeno che riguarda oggi milioni di persone), o con i relatori di un appuntamento in cui dolce e salato si incontrano in modo nuovo e inaspettato: Gelato al Parmigiano Reggiano, dolce e un po’ salato con Giovanni Battista Mantelli, vera anima creativa di Venchi, Simone Ficarelli, responsabile Accademia Parmigiano Reggiano, e Luigi Odello, presidente del Centro Studi Assaggiatori, che stupiranno i presenti con un gelato dal gusto sorprendente (in collaborazione con Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano).
Alimentazione e chimica è invece il binomio esplorato da due coppie: la prima, formata dal “surfista iperattivo amante della cucina” Matteo Capone e dalla “creativa a suo agio con pennelli e parole” Chiara Biagini, insieme Il Chimico sulla tavola, cheandrà a fondo della prima innovazione chimica in campo alimentare, della scienza che c’è dietro e del suo impatto sul nostro modo di vivere, cioè la cottura; la seconda, con Beatrice Mautino e Stefano Bertacchi, che si concentreranno sull’avversione alla chimica e il pregiudizio per il quale tutto ciò che è “chimico” appare dannoso, al contrario di ciò che è – o crediamo sia – “naturale”, e quindi benefico (in collaborazione con Aispec – Federchimica).
Ma non finisce qui, perché in programma ci sono anche la coppia formata da Elena Dogliotti e Chiara Matilde Ferrari, biologhe nutrizioniste che mostrano come difendersi dai tranelli alimentari in un incontro in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi, e il terzetto formato dall’agronoma Alessandra BiondiBartolini, Lorenzo Biscontin che con la sua start-up innovativa Labhornet realizza soluzioni digitali in realtà immersive per il settore delle bevande alcoliche, e Marco Tebaldi, enologo fondatore dell’acceleratore di start-up innovative T-Farm, che ci portano a Zero gradi o poco più, quelli dei vini dealcolati o parzialmente dealcolati.
Equità sociale ed economica
Agricoltura, lavoro e società delimitano gli spazi in cui prendono vita gli incontri dedicati all’equità sociale ed economica. Tra i temi affrontati, il sostegno ai piccoli produttori, la necessità di salari e prezzi equi, il rafforzamento delle comunità rurali e la lotta alle disuguaglianze. Sfide complesse che richiedono nuovi modi di pensare: il Food&Science Festival prova a immaginarli attraverso incontri dedicati e panel tematici, come quello dedicato al cambiamento demografico e ai suoi effetti sulla produzione e il consumo nell’agroalimentare tenuto da Gabriele Canali, docente di economia e politica agro-alimentare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore di CREFIS il centro ricerche economiche delle filiere sostenibili dell’Ateneo (a cura di Levoni, in collaborazione con SMEA-Università Cattolica del Sacro Cuore – Cremona). Dall’Università di Milano Bicocca arriva invece Giovanna Fullin, altra presenza di questo filone tematico, che utilizza la propria esperienza e formazione in sociologia del lavoro per spiegarci cosa vuol dire, davvero, lavorare a contatto con i clienti, offrendo a partire dal suo saggio I clienti siamo noi (il Mulino, 2023) uno spaccato illuminante sul vissuto degli addetti alla clientela, nel difficile equilibrio tra le richieste del datore di lavoro e le esigenze delle persone che devono servire.
Salute, cibo e nutrizione
Inscindibili. Alimentazione e benessere sono il binomio per eccellenza quando si parla di come migliorare la nostra salute e quella del pianeta, perché spesso le migliori scelte alimentari si riflettono positivamente anche oltre la tavola. Lo sanno bene i relatori dell’ultimo blocco tematico, quello dedicato proprio a salute, cibo e nutrizione, invitati a esplorare ogni possibile contaminazione e collegamento tra questi elementi. Alcuni esempi? Il dialogo tra Andrea Segrè e Giorgio Patelli, provenienti da ambiti molto differenti – la politica agraria l’uno e la medicina oncologica l’altro -, che metteranno a disposizione del pubblico le proprie esperienze e conoscenze dialogando di alimentazione, sostenibilità, società e salute (in collaborazione con AIRC), quello tra i bioinformatici Ugo Ala e Christian Damasco, che racconteranno invece le relazioni tra cibo e patrimonio genetico e l’incontro con Gabriella Morini, ricercatrice dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, guida alla scoperta di come cambia il gusto.
Panel a più voci sarà poi quello condotto da Roberta Villa sui cambiamenti nello stile di vita di ciascuno, tra farmaci e app. A partecipare saranno Guendalina Graffigna, (docente di Psicologia dei Consumi e della Salute presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona e Direttore del Centro di Ricerca EngageMinds HUB – Consumer, Food & Health Engagement Research Center), Eugenio Santoro (responsabile del laboratorio di Informatica Medica dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS) ed Enzo Bonora (docente di Endocrinologia presso l’Università di Verona e Direttore della Divisione di Endocrinologia, Diabetologia e Malattie del Metabolismo presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona), relatore anche di un secondo incontro focalizzato sul rapporto tra diete e salute insieme ad Andrea Devecchi (medico specializzato in Scienza dell’Alimentazione e componente del gruppo giovani della Società Italiana di Nutrizione Umana).
Concentrato sull’analisi delle dipendenze e sulla guarigione da esse è il neuropsichiatra Augusto Consoli, mentre guardano alla convivenza tra farmaci e alimenti due farmacologi, Jessica Cusato e Dario Cattaneo. Dulcis in fundo, un appuntamento che unisce sport e nutrizione, i cui legami sono messi in luce da un professionista dell’alimentazione e da unacampionessa olimpica: Antonio Galatà e Valentina Vezzali (in collaborazione con Consorzio Tutela Grana Padano).
Gli eventi extra
Appuntamenti interdisciplinari che “sfuggono” ogni caratterizzazione, extra nel format e nel tema. Alcuni sono appuntamenti “storici” del Food&Science Festival, come la Rassegna stampa condotta dai giornalisti scientifici Marco Ferrari e RobertaVilla, che quest’anno si arricchisce della presenza del divulgatore Marco Martinelli (con il sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana), altri sono assolute novità. Tra queste, il format “Cosa resta”, ideato dall’esperto di diritto Michele Fino, che ha l’obiettivo di raccontare al pubblico cosa è rimasto attuale e cosa è irrimediabilmente cambiato. Al centro dell’appuntamento che porterà a Mantova c’è un libro che ha fatto scuola nel campo della divulgazione scientifica: Contro Natura (Rizzoli, 2015), che a distanza di 10 anni dalla prima pubblicazione sarà discusso insieme ai suoi autori, Beatrice Mautino e Dario Bressanini.
Partono invece da uscite recenti o recentissime gli incontri con Giacomo Moro Mauretto, in arte @EntropyforLife, da pochissimo in libreria con Quando siamo diventati italiani (Mondadori, 2025); Giovanni Carrada, autore di Perché non parli (Johan & Levi editore, 2025) e Sara Urbani, redattrice de Il Bo Live – la cui ultima uscita è La scienza nascosta dei luoghi d’Italia (2025) – ed esperta di editoria, cultura e linguaggi nel contesto della comunicazione scientifica, che insieme si confrontano su come raccontare l’inestimabile patrimonio culturale italiano perché diventi un bene custodito e conosciuto da tutti; Eva Munter, in arte @chimica_in_pillole, che in Storie Periodiche (Apogeo, 2024), trasforma la tavola periodica in un immenso poema epico, con aneddoti incredibili dietro ciascuna delle sue ordinate caselle. E se di chimica si occupa anche un altro amico del Festival, il comunicatore della scienza Ruggero Rollini, che racconta al pubblico “quello che le formule non dicono” durante la conferenza-spettacolo Sarò sintetico, ci fanno accomodare a tavola con Batman & Co. gli autori di Foodmetti, progetto editoriale che unisce cibo e fumetti, per la prima volta al Festival.
Altro incontro, altra tavola, questa volta nel passato. Ci fanno spazio A tavola con gli antenati Alice Testa e Nicolò Scialpi, divulgatrice di “storie di pietre e ossa” lei, archeologo e dottorando dell’Università di Ferrara lui. In coppia, guideranno il pubblico in un sorprendente viaggio indietro nel tempo per scoprire come i nostri antenati cacciavano e trasformavano le risorse naturali in pasti e, soprattutto, in che modo l’evoluzione tecnologica ha influenzato la nostra dieta e le strategie di sussistenza.
Immancabili poi i tour che accompagnano alla scoperta di Mantova e dei suoi dintorni. Per guardare con gli occhi della scienza le botteghe storiche cittadine tornano i tour della Scienza dei retrobottega in compagnia dei divulgatori Roberto Cighetti e Chiara Matilde Ferrari e della guida turistica Fiorenza Lodi (a cura di Confcommercio, Confesercenti e Confguide Mantova) e che quest’anno si arricchiscono del ciclo di laboratori e talk La bottega degli esperimenti, con gli artigiani delle botteghe cittadine, mentre una gita fuori porta lungo Riva della Madonna è quella a cura del Parco regionale del Mincio e Bioblitz Lombardia, che portano alla scoperta della Vita delle farfalle tra la riserva naturale Valli del Mincio e il Santuario delle Grazie.
Workshop e degustazioni
Non mancano mai all’appello, rappresentando occasioni uniche per partecipare davvero, non solo come pubblico, al Food&Science Festival: parliamo di workshop e degustazioni, gli ingredienti più vivaci dell’ampio menù della manifestazione. Partiamo dal cibo, anzi, partiamo dal formaggio, i cui segreti saranno al centro di diversi appuntamenti: quello con le divulgatrici scientifiche Antonella Losa e Giulia Tincani, che propongono un laboratorio interattivo tra gioco e degustazione per esplorare la storia, la scienza e i segreti dei formaggi; quello con Cornelio Marini, maestro assaggiatore di salumi e formaggi, che guiderà all’assaggio di alcune varietà di formaggio durante La Verticale (a cura di Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano); e quelli con Alessandra Biondi Bartolini, agronoma e il formatore Paolo Parisse, che si chiedono E se cambiassimo partner? affiancando al Grana Padano DOP il Marsala DOC, il Vermut IG e la Birra IGA, ePaola Calciolari, ambasciatrice dei sapori mantovani nel mondo, con cui sperimentare L’incontro perfetto tra tradizione e gusto, ovvero quello tra Grana Padano DOP e Mostarda Mantovana (tutti a cura di Consorzio Tutela Grana Padano).
E i condimenti? Non può mancare lo spazio riservato all’olio, raccontato e soprattutto gustato durante le degustazioni di olio DOP Umbria e biologico con cui dare Olio, al palato(a cura di Assoprol), mentre di Umami si occuperanno le food-writers Sara Porro e Myriam Sabolla durante il loro workshop dedicato al “quinto elemento del gusto”. Proprio come in un menù, spazio poi a drink, frutta e dolci: i primi, con il bartender Yuri Gelmini e Il Chimico sulla tavola, che illustrano le nuove frontiere dei cocktail NoLo, cioè a basso contenuto alcolico, in cui scienza e mixology si incontrano, i secondi durante il workshop sulla sferificazione della frutta con la pasticcera designer Nina Orria.
Per gli appassionati di giardinaggio,invece, il Festival ha il workshop perfetto: Vasi in evoluzione dove esplorare cambiamenti e sfide del giardinaggio sostenibile (a cura di Syngenta Flowers). Guidati dall’agronomo e paesaggista Antonio Sagaria e dal divulgatore Marco Martinelli, oltre a scoprire come il paradigma del giardinaggio stia cambiando per adattarsi alle nuove esigenze ambientali, i partecipanti avranno l’opportunità di mettere in pratica quanto appreso, costruendo il proprio vaso personalizzato sotto la guida esperta di due conduttori.
L’offerta dedicata a ragazze e ragazzi (e non solo)
Conoscere la scienza che c’è dietro e dentro l’alimentazione sperimentando e giocando. Anche quest’anno l’offerta formativa del Food&Science Festival dedicata a ragazze e ragazzi, studentesse e studenti è ampia e varia, e si compone di un doppio palinsesto fatto di incontri, laboratori e installazioni pensati per rispondere a domande, dubbi e interrogativi legati ai tanti temi affrontati. Incontri dedicati ai più giovani e non solo, perché in molti casi invitano tutto il pubblico a partecipare. Di seguito un approfondimento, ma tutti i dettagli su luoghi, svolgimento, target e modalità di prenotazione sono disponibili sul sito del festival a questo link: https://www.foodsciencefestival.it/scuole/
Laboratori e installazioni
Durante i laboratori del Food&Science Festival le domande sono tante, ma le risposte di più! Per esempio: come “costruire” un piatto ben bilanciato? A cosa stare attenti quando si fa la spesa? Come evitare gli sprechi alimentari? I più giovani potranno scoprirlo partecipando a Vivo sano. Alimentazione e salute a cura della Fondazione Umberto Veronesi, che con l’omonimo progetto si propone di promuovere l’importanza di una sana e corretta alimentazione per lo sviluppo e per mantenersi in salute. Un approccio simile viene proposto anche dalla Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro che attraverso i quiz e i giochi del laboratorio Cosa mangiamo veramente sottolinea come alla base della prevenzione di numerose malattie, compresi i tumori, ci sia una sana alimentazione e guida alla conoscenza dei nutrienti e delle caratteristiche che compongono gli alimenti.
E a proposito di caratteristiche… quali sono quelle dello zucchero? Quanti tipi ne esistono? Questo e molto altro è al centro di Zucchero & Co. L’importanza della dolcezza, mostra e laboratorio a cura della Cooperativa Ossigeno e Momic, in collaborazione con Eridania Italia S.p.a., grazie alla quale esplorare la chimica, la storia e la geografia dello zucchero, fare il punto su quello che ha da dire la ricerca medica in questo campo e imparare a distinguere le bufale dalle notizie attendibili.
Dallo zucchero al formaggio, due laboratori con degustazione ormai imperdibili a Mantova: il primo, a cura del Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano, che ci porta A scuola di Parmigiano Reggiano alla scoperta del suo meraviglioso mondo tra territorio, tradizione, gusto e benessere, il secondo, a cura del Consorzio Tutela Grana Padano, per ripercorrere le fasi di produzione del Grana Padano Dop: un tesoro da mangiare, imparando come si produce e da cosa derivano il suo sapore e profumo caratteristico.
Dopo averli prodotti, però, gli alimenti devono essere imballati. Il modo in cui questo processo avviene, estremamente interessante, viene raccontato dal Politecnico di Milano che attraverso due dei suoi dipartimenti ne offre due letture da prospettive diverse. Una, installazione a cura del dipartimento di Design, che mette a fuoco gli Spazi Gustosi, presentando i progetti per una nuova esperienza di alimentazione nei contesti scolastici tramite simulazioni di autoproduzione, consumo condiviso e gestione del rifiuto alimentare; l’altro, il laboratorio a cura del dipartimento DCMC (Chimica, Materiali e Ingegneria chimica), che avverte: Ehi, non rompere le scatole! In questo caso, infatti, la sfida alla costrizione di confezione di un uovo permetterà di apprendere le funzioni dell’imballaggio alimentare, la sua importanza e la corretta gestione del suo smaltimento.
Infine, per rimanere in tema scatole, arrivano al Food&ScienceFestival le Science in a box, per avere la scienza sempre a portata di mano: una serie di kit didattici progettati dall’Unità Relazioni con il Pubblico e Comunicazione integrata del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche in collaborazione con i ricercatori e le ricercatrici della rete scientifica per introdurre, approfondire o ripassare contenuti scientifici più o meno conosciuti, con l’obiettivo di ridurre la distanza percepita tra scienza e società e avvicinare le nuove generazioni alla scienza.
Gli incontri
Ambiente, agricoltura, salute e alimentazione sono i pilastri su cui si sviluppano gli incontri dedicati al pubblico più giovane. Partiamo dal primo, l’ambiente: per tutelarlo è necessario conoscerlo, nei suoi cambiamenti e nelle sue manifestazioni, da quelle più comuni come le piogge alle più impetuose come i cicloni. Per questo è importante stare A testa in su, come spiega Alessio Perniola durante la conferenza spettacolo in collaborazione con Gruppo Tea, uno show coinvolgente per guardare il cielo con occhi diversi e stimolare curiosità e partecipazione attiva grazie a esperimenti e dimostrazioni. Un po’ come succederà con Ecoradio, lo show-lab che invita ad accendere le frequenze della scienza per affrontare alcuni dei temi chiave della sostenibilità: dalle energie rinnovabili all’economia circolare, dal cambiamento climatico alle buone pratiche quotidiane, per capire come possiamo contribuire al futuro del pianeta con le nostre scelte di ogni giorno (entrambi a cura di Alessio Perniola e Multiversi).
È poi Deborah Piovan, imprenditrice agricola, a mettere al centro del discorso le opportunità e le sfide che l’agricoltura riserva alle nuove generazioni. A partire dalla propria esperienza, spiegherà come Coltivare il futuro guidando in un viaggio attraverso nuove tecnologie, sostenibilità e prospettive di lavoro che dimostra come questo mestiere possa rappresentare una scelta concreta e innovativa per il futuro (in collaborazione con Regione Lombardia).
Tra agricoltura e allevamento, andiamo verso la “Riscoperta” delle razze suine autoctone italiane e la valorizzazione dei loro prodotti con Gian Luigi Alfonso Restelli, responsabile divulgazione e formazione tecnica di Levoni (che cura l’incontro), pronto a far familiarizzare la platea di studentesse e studenti con le caratteristiche e peculiarità di queste razze, sottolineando le problematiche relative al loro allevamento, l’importanza del legame con il territorio e la necessità della loro salvaguardia ai fini del mantenimento della biodiversità.
Completano la panoramica due appuntamenti legati a cucina e alimentazione, ciascuno da un punto di vista diverso. Il primo, a cura del chimico Gabriele Pastori, che invita seguirlo tra Pentole e provette per capire quante e quali profonde connessioni legano chimica e cucina, il secondo con Enrica Favaro e Matteo Ghisolfi che invece tracciano La linea del cambiamento aiutando a definire i piccoli cambiamenti quotidiani che possono fare una grande differenza per la salute e il benessere, dando strategie pratiche e consigli concreti per metterli in pratica.
Il Festival è promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola. Si avvale di Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Regione Lombardia, Provincia di Mantova, Comune di Mantova, CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Camera di Commercio di Cremona-Mantova-Pavia, Confcommercio Mantova, Confesercenti della Lombardia Orientale, Fondazione Banca Agricola Mantovana, Fondazione BPA Poggio Rusco e Politecnico di Milano come partner istituzionali. Main partner sono Syngenta, Gruppo Tea, Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano e Consorzio Tutela Grana Padano; sponsor sono UniCredit, Levoni, Barilla, Agrofarma – Federchimica, Aispec – Federchimica e Inalca. Supporter Gruppo Saviola, Poste Italiane, Assoprol ed Eridania Italia. Sponsor tecnici De Simoni e Cucina da Manuale. Media partner ANSA, Rai Radio 3, Gruppo editoriale Athesis e AgroNotizie.
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Comunicazioni ufficiali, video e immagini (ove non indicato diversamente) dall’Ufficio stampa Ex Libris Comunicazione. Aggiornato il 28 marzo, il 17 aprile, il 15 e il 18 maggio 2025.
Ridurre l’uso di risorse idriche e terra tramite diete sostenibili e salutari
Un modello innovativo suggerisce come riorganizzare i sistemi alimentari per proteggere l’ambiente e migliorare la salute umana: lo studio del Politecnico di Milano su Nature Sustainability.
Milano, 16 gennaio 2025 – È possibile alimentare il pianeta con diete salutari riducendo l’uso di terra e acqua? Uno studio condotto da ricercatori del Glob3science Lab del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano e pubblicato su Nature Sustainability, propone un modello globale per ottimizzare l’uso delle risorse agricole e idriche, rendendo sostenibile l’adozione della dieta di riferimento EAT-Lancet.
La dieta EAT-Lancet è un modello alimentare basato su principi scientifici che mira a migliorare la salute umana e ridurre l’impatto ambientale della produzione alimentare. Essa prevede un equilibrio tra cibi di origine vegetale, come cereali integrali, frutta, verdura, legumi e frutta secca, e una quantità limitata di alimenti di origine animale. Tuttavia, fino ad oggi, non era chiaro come il sistema cibo dovesse essere riorganizzato affinché tale dieta potesse essere adottata su scala mondiale senza compromettere le risorse naturali.
Utilizzando un modello agro-idrologico integrato con analisi di ottimizzazione, i ricercatori hanno esplorato sei scenari dietetici specifici per paese. La redistribuzione delle colture e il miglioramento dei flussi commerciali potrebbero ridurre del 37-40% le aree coltivate globali e del 78% il consumo di acqua per irrigazione, consentendo al contempo di soddisfare gli obiettivi nutrizionali della dieta EAT-Lancet.
Il modello evidenzia che l’adozione globale di questa dieta richiederebbe un aumento del commercio alimentare internazionale, portando la quota di produzione destinata all’export dal 25% al 36%. Sul fronte economico, si stima un aumento del 4,5% dei costi alimentari, a fronte di significativi benefici ambientali e nutrizionali.
“Questo studio dimostra che è possibile garantire diete salutari e sostenibili per tutti, proteggendo le risorse fondamentali del pianeta” afferma la professoressa Maria Cristina Rulli, coordinatrice dello studio. “La nostra ricerca suggerisce che una redistribuzione intelligente delle colture e una migliore gestione dei flussi commerciali potrebbero migliorare l’efficienza dell’uso delle risorse agricole e idriche su scala globale. Tutto questo però, per essere messo in atto, ha bisogno sia di politiche adeguate che sostengano tale riorganizzazione del sistema cibo anche economicamente sia di accettazione e condivisione sociale, nonché di processi di co-creazione coi produttori locali per ciò che attiene la redistribuzione delle colture.”
Lo studio, disponibile su Nature Sustainability, offre una roadmap concreta per un futuro alimentare più equo e sostenibile.
L’8 novembre scorso, Maria Cristina Rulli del Glob3science Lab del Politecnico di Milano e Paolo D’Odorico dell’Università della California, Berkeley, sono stati insigniti del Prince Sultan Bin Abdulaziz International Prize for Water (PSIPW) presso le Nazioni Unite. Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato per le loro analisi innovative sul legame acqua-energia-cibo, che offrono soluzioni concrete per una gestione sostenibile delle risorse idriche, rispondendo alle sfide globali di un mondo in continua evoluzione.
Rulli, M.C., Sardo, M., Ricciardi, L. et al. Meeting the EAT-Lancet ‘healthy’ diet target while protecting land and water resources, Nat Sustain (2024), DOI: https://doi.org/10.1038/s41893-024-01457-w
Ridurre l’uso di risorse idriche e terra tramite diete sostenibili e salutari: uno studio pubblicato su Nature Sustainability. Politecnico di Milano in Piazza Leonardo da Vinci. Foto di Mænsard vokser, CC BY-SA 4.0
Testo e immagini dall’Ufficio Relazioni Media del Politecnico di Milano
Dai germogli della salicornia un aiuto per il fegato: l’estratto dei germogli di Salicornia europaea può contribuire a prevenire la steatosi epatica, conosciuta anche come “fegato grasso”
Lo studio dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista Antioxidants realizzato nell’ambito del progetto europeo HaloFarMs
L’estratto dei germogli di Salicornia europaea può contribuire a prevenire la steatosi epatica, conosciuta anche come “fegato grasso”, una condizione frequente e spesso asintomatica che però in alcuni casi può arrivare a compromettere l’organo e la sua funzionalità. A rivelare gli effetti protettivi di questa pianta mediterranea sempre più amata dagli chef è uno studio dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista Antioxidantse condotto nell’ambito del progetto europeo HaloFarMs.
Lo studio è stato condotto su modelli animali.
Per la prima volta scienziati e scienziate hanno dimostrato che le foglie più giovani di salicornia hanno livelli significativamente più alti di composti bioattivi, come polifenoli totali, flavonoidi, flavonoli e antociani rispetto a quelle più vecchie.
“Alla luce di questi risultati, la salicornia emerge come un alimento prezioso da inserire nei pasti, soprattutto per coloro che soffrono di malattie cardiovascolari, disturbi epatici e steatosi”, commenta la professoressa Annamaria Ranieri dell’Università di Pisa.
La salicornia è una pianta alofita, capace cioè di vivere in terreni salini e marginali in condizioni proibitive per la maggior parte della vegetazione. Qui la salicornia esercita una importantissima funzione ecologica: la sua capacità di estrarre i sali dal suolo serve infatti a contrastare l’impoverimento idrico dei terreni. Basti pensare che attualmente circa 18 milioni di ettari nel mondo, che corrispondono al 25% del totale delle terre irrigate nell’area Mediterranea e al 7% della superficie totale del pianeta, sono colpite dal fenomeno della salinità.
“Oltre a questo fondamentale ruolo ecosistemico, la salicornia è quindi un alimento che può avere una funzione importante nella dieta – continua Ranieri – come emerge dalla nostra ricerca gli estratti di questa pianta testati su modelli animali evidenziando un recupero completo dalla steatosi epatica”.
Lo studio sulla salicornia si è svolto nell’ambito di HaloFarMs, un progetto finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca e dal Programma PRIMA, la Partnership per l’innovazione del settore idrico e agro-alimentare nell’area mediterranea promossa dall’Unione Europa con la partecipazione di 19 paesi
Alla base di HaloFarMs c’è l’idea di sviluppare e ottimizzare nuovi sistemi di agricoltura sostenibile basati sull’uso delle piante alofite. Oltre a desalinizzare il suolo, le alofite vengono studiate per impiegarle nell’industria cosmetica, alimentare e veterinaria. L’adozione da parte degli agricoltori dei risultati del progetto ha così l’obiettivo di diminuire la salinizzazione del suolo, aumentare le rese dei terreni senza esaurire le risorse di acqua dolce, e diversificare le fonti di reddito.
Riferimenti bibliografici:
Souid, Aymen, Lucia Giambastiani, Antonella Castagna, Marco Santin, Fabio Vivarelli, Donatella Canistro, Camilla Morosini, Moreno Paolini, Paola Franchi, Marco Lucarini, and et al. 2024. “Assessment of the Antioxidant and Hypolipidemic Properties of Salicornia europaea for the Prevention of TAFLD in Rats”, Antioxidants 13, no. 5: 596, DOI: https://doi.org/10.3390/antiox13050596
Funghi simbiotici inoculati sui semi, ecco come difendere i terreni dalle erbe infestanti
Nelle serre dell’Università di Pisa riprodotti i funghi autoctoni che verranno distribuiti agli agricoltori dei paesi del progetto europeo GOOD.
Per difendere i terreni dalle erbe infestanti e ridurre l’uso di erbicidic’è una tecnica che consiste nell’inoculare i funghi simbiotici sui semi delle cover crops, cioè le colture usate per proteggere i terreni dall’erosione e aumentare la sostanza organica. Al fine di promuovere questa pratica, ricercatori e ricercatrici dei laboratori di Microbiologia dell’Università di Pisa hanno riprodotto nelle serre del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali i funghi autoctoni di vari paesi europei da distribuire agli agricoltori. L’attività rientra nel progetto europeo GOOD (AGrOecOlogy for weeDs) che proprio a Pisa il 28 al 29 maggio scorsi ha riunito i vari partner per il primo meeting ufficiale.
I partecipanti al First Annual Meeting del Progetto Europeo GOOD – Agroecology for weeds
“Gli scienziati arrivati a Pisa da undici paesi europei (Belgio, Cipro, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Olanda, Portogallo, Serbia, Spagna) hanno potuto visitare la nostra serra sperimentale dove si trovano oltre settanta vasi contenenti le piante “trappola” che utilizziamo per riprodurre i funghi simbiotici che poi vengono inoculati per incrementare l’abilità competitiva delle cover crops verso le erbe infestanti”,
spiega la professoressa Alessandra Turrini del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Ateneo pisano.
I funghi simbiotici autoctoni riprodotti a Pisa saranno utilizzati per la concia del seme nei diversi living lab del progetto, dei veri e propri laboratori interattivi dove scienziati e scienziate portano avanti le ricerche insieme agli agricoltori.
L’obiettivo di GOOD è infatti trovare soluzioni innovative per gestire le erbe infestanti in Europa, aumentare la sostenibilità e resilienza degli agroecosistemi, promuovere la transizione agroecologica e ridurre la dipendenza dagli erbicidi, che rappresentano la seconda categoria di pesticidi più venduta in Europa.
Il meeting pisano è stato organizzato da docenti e staff del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali: Alessandra Turrini responsabile della Unità Operativa, Monica Agnolucci, Luciano Avio e Manuela Giovannetti, coadiuvati dai giovani collaboratori Matteo Bellanca, Eleonora Granata, Arianna Grassi e Irene Pagliarani.
I partecipanti al First Annual Meeting del Progetto Europeo GOOD – Agroecology for weeds nella serra adibita alla riproduzione dei funghi simbionti autoctoni dei 16 Living Labs
Testo e foto dal Polo Comunicazione CIDIC – Centro per l’innovazione e la diffusione della cultura dell’Università di Pisa.
RICERCATORI DI UNITO SCOPRONO UN NUOVO MECCANISMO DI CONTROLLO DELLA FIORITURA CHE RIGUARDA GLI STRIGOLATTONI, ORMONI VEGETALI
Una ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences dimostra una nuova via di promozione della fioritura controllata dagli strigolattoni, ormoni vegetali da poco scoperti. La sperimentazione è stata condotta sulla pianta del pomodoro.
Un lavoro appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences USA, condotta da un gruppo di ricercatori e ricercatrici coordinati da Francesca Cardinale, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, ha indagato sull’effetto che l’ultima classe di ormoni vegetali in ordine di scoperta, gli strigolattoni, ha sulla fioritura. Il lavoro è stato condotto su una specie di grande interesse alimentare, il pomodoro, che è anche una pianta modello per studi molecolari.
La fioritura è una tappa fondamentale nello sviluppo della pianta, ed è un fattore cruciale sia negli ambienti naturali che nell’agricoltura. Per questi motivi è da sempre oggetto di studio, e c’è moltissimo interesse sui fattori interni alla pianta che le permettono di passare dallo stadio giovanile a quello adulto (una sorta di “pubertà”) aprendo la strada alla formazione dei fiori veri. Molti di tali fattori sono ormoni, piccole molecole mobili che influenzano l’attività di cellule e tessuti anche a distanza dal punto di produzione.
La ricerca ha dimostrato come gli strigolattoni siano in grado di promuovere la transizione della pianta dallo stadio giovanile a quello adulto, e lo sviluppo dei fiori.
“Ci occupiamo di queste molecole da diversi anni, da prima ancora che fossero identificate come ormoni”, spiega la Prof.ssa Francesca Cardinale, coordinatrice del gruppo di lavoro. “I primi effetti noti degli strigolattoni, che sono studiati ormai dagli anni ’60 del secolo scorso, sono in realtà associati a microrganismi e piante parassite presenti nella porzione di suolo intorno alla radice della pianta, la cosiddetta rizosfera. In questo spazio, in cui gli strigolattoni sono essudati dalle radici che li producono, essi vengono percepiti dai possibili partner, nei quali inducono cambiamenti che favoriscono l’interazione con la pianta – sia essa benefica o dannosa. Alla scoperta del loro ruolo ormonale, nel 2008, abbiamo cominciato ad investigare a fondo anche il loro ruolo in caso di stress ambientale, specialmente siccità. Durante questi studi, ci siamo accorti che piante di pomodoro geneticamente compromesse nella produzione di strigolattoni fiorivano poco e tardi, soprattutto in caso di stress. Abbiamo anche notato che il trattamento con strigolattoni di sintesi, o una iperattivazione della loro via biosintetica nelle foglie e fusto, portava a una fioritura precoce e più abbondante. Questa iperattivazione si può ottenere in maniera relativamente facile innestando un fusto in cui la produzione di strigolattoni è normale, su un portainnesto (radici) che invece sia difettoso. Il fusto percepisce la carenza radicale e attiva la produzione in loco; questa, a sua volta, stimola la fioritura”.
Partendo da queste osservazioni i ricercatori hanno cercato di capire più precisamente su quali tappe dello sviluppo riproduttivo si esercitasse l’azione degli strigolattoni, e dove si posizionassero nella rete molecolare di modulatori della fioritura. Si trattava di una via completamente nuova, o di una componente sconosciuta di vie già descritte? I difetti nella sintesi o percezione degli strigolattoni sono più evidenti in alcune specie come pomodoro, patata, petunia, alcune leguminose; come mai non succede la stessa cosa in altre specie?
“Abbiamo deciso di affrontare queste domande confrontando inizialmente l’espressione genica – specialmente per i geni correlati alla fioritura – in foglie di piante “normali” o con livelli ridotti di strigolattoni”, continua la Prof.ssa Francesca Cardinale. “Abbiamo così notato che alcune componenti specifiche erano alterate, e queste ci hanno fornito una prima pista di indagine; seguendola, siamo riusciti a gettare luce sulle principali connessioni tra questi ormoni e la rete di modulatori della fioritura noti, ormonali e non. Il quadro che ne deriva spiega anche probabilmente perché gli effetti sulla riproduzione sono più vistosi in certe specie: la carenza di strigolattoni, tra le altre cose, stimola la produzione delle gibberelline. E le gibberelline sono a loro volta ormoni con effetti diversi sulla fioritura a seconda della specie: in pomodoro la sfavoriscono, mentre in altre piante, come ad esempio il riso, la promuovono”.
La ricerca descrive un importante tassello nel controllo della fioritura in una pianta di interesse agronomico, e apre a sviluppi applicativi: ad esempio con pratiche di trattamento con strigolattoni contenuti in biostimolanti, o con l’adozione di specifiche combinazioni di innesto. Dato che gli strigolattoni sono anche importanti attori del processo di acclimatazione allo stress, sarà interessante valutare come questi tre fattori (stress, strigolattoni e fioritura) interagendo tra loro modellano la plasticità della pianta. In ultima analisi, infatti, è importante capire come le piante gestiscono il loro ciclo vitale sotto stress e come possiamo indirizzarne i processi, se vogliamo che continuino a fiorire e produrre per noi e l’ambiente pur confrontandosi con le temperature crescenti e l’incostante disponibilità di acqua a cui le stiamo obbligando.
fiori di pomodoro
Testo dall’Ufficio Stampa Area Relazioni Esterne e con i Media Università degli Studi di Torino
FOOD&SCIENCE FESTIVAL: Intrecci – Ottava edizione | Mantova, 17 – 19 maggio 2024
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Se il percorso è breve, significa anche che è migliore? Non è detto, soprattutto parlando di scienza. Mescolanze, ricombinazioni e contaminazioni determinano un continuo dialogo tra i saperi provocando accelerazioni, rallentamenti e deviazioni difficilmente prevedibili ma molto spesso positivi. È su questi fenomeni che riflette l’ottava edizione del Food&Science Festival, a Mantova da venerdì 17 a domenica 19 maggio, dedicata agli Intrecci tra alimentazione, scienza, agricoltura, tecnologia, ambiente e salute. Promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola, il Festivaltornaa dialogare con il proprio pubblico chiamando a raccolta scienziati, divulgatori, accademici ed esperti del panorama scientifico e culturale nazionale e internazionale per provare a immaginare il nostro futuro, a partire dal cibo.
Dalle conseguenze dell’emergenza climatica alla discussione sulle politiche agricole, dalla memoria di una forte tradizione produttiva alla nuova era della digital transformation, il viaggio nelle trame che legano settore agroalimentare e indagine scientifica si aprirà a incontri, tavole rotonde, focus tematici, eventi speciali, laboratori, mostre e visite guidate dove favorire l’incontro tra società, culture ed esperienze differenti attraverso la molteplicità di voci, prospettive e approcci creativi che contraddistinguono la manifestazione fin dalle sue prime edizioni.
Ad alternarsi nella tre giorni mantovana saranno professionisti di varie discipline che, insieme, dimostreranno con la propria presenza e il proprio lavoro la capillarità degli intrecci che legano settori diversi tra loro. Tra i molti, anche la columnist del “Washington Post” Tamar Haspel, che in un radicale cambio di vita è finita ad allevare ostriche a Cape Cod, Francesco Costa, giornalista e vicedirettore de “Il Post”, Oana Dima, executive manager del network europeo sull’agricoltura sostenibile tramite genome editing, il Premio Nobel per la Pace per le ricerche condotte sul cambiamento climatico Riccardo Valentini (in dialogo sabato alle 14.30 a Palazzo della Ragione con Alberto Mario Levi dell’Accademia Nazionale di Agricoltura), il chimico e divulgatore scientifico Dario Bressanini, Roberta Sonnino, docente di Sistemi alimentari sostenibili dell’Università del Surrey, Francesco Branca, direttore del dipartimento di nutrizione per la salute e lo sviluppo dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) di Ginevra, l’alpinista italiano Silvio Mondinelli, tra i pochissimi scalatori ad aver raggiunto tutte le quattordici vette più alte del mondo senza l’uso di ossigeno supplementare, e la food writer Sara Porro, vincitrice con Joe Bastianich del premio Bancarella della Cucina.
Non solo: animatori degli eventi speciali, parteciperanno anche i giornalisti scientifici Marco Ferrari e Roberta Villa, conduttori della Rassegna Stampa più amata di Mantova (venerdì e sabato, ore 9.30, Loggia del Grano), e Ruggero Rollini, YouTuber e divulgatore, “padrone di casa”, anzi di divano, su cui sabato e domenica intervista gli ospiti tra un incontro e l’altro.
Una molteplicità di prospettive su temi ampi e diversi in cui scienza e alimentazione si aprono a riflessioni su clima e tutela del suolo (con il vincitore del Glinka World Soil Prize della FAO Luca Montanarella), religione (con Giovanni Pernigotto, della Diocesi di Mantova), diritto (con Michele Fino, docente di Fondamenti del Diritto Europeo), psicologia (con la docente di psicologia dei consumi e della salute Guendalina Graffigna), chimica (con i divulgatori della pagina Il chimico sulla tavola, che smaschera tutti i falsi tentativi del mangiare per non mangiare, tra cibi “a zero calorie” e alimenti “light”, domenica alle ore 14.30 a Palazzo della Ragione), biodiversità (con Gabriele Guidi, comandante dei Carabinieri Forestali Forlì-Cesena, Federico Magnani dell’Università di Bologna e Gilmo Vianello, vicepresidente Accademia Nazionale di Agricoltura, sabato alle ore 15.15 a Palazzo della Ragione) e molto ancora.
Anche quest’anno l’inaugurazione ufficiale – alla presenza anche del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, in dialogo con il Presidente nazionale Confagricoltura Massimiliano Giansanti – avrà luogo venerdì alle ore 17 e vedrà alternarsi sul palco del Teatro Bibiena, la più prestigiosa cornice della manifestazione, esponenti del mondo politico e delle istituzioni. A dare il via all’ottava edizione, con il tradizionale taglio del nastro, il Presidente di Confagricoltura Mantova Alberto Cortesi, l’Assessore all’Agricoltura Sovranità Alimentare e Foreste di Regione Lombardia Alessandro Beduschi e il Sindaco del Comune di Mantova Mattia Palazzi che consegneranno il premio Agricoltura Mantovana ad una personalità di spicco del mondo scientifico, seguiti dai partecipanti della tavola rotonda moderati dal giornalista Claudio Cerasa in cui esponenti del mondo delle istituzioni affronteranno i temi più attuali in campo agroalimentare in vista delle imminenti elezioni europee.
Come di consueto, oltre al Teatro Scientifico Bibiena, saranno tanti i luoghi di Mantova coinvolti: Palazzo della Ragione, Loggia del Grano (rassegna stampa e conferenze), Piazza Leon Battista Alberti (conferenze, laboratori, bookshop, ufficio stampa e accoglienza relatori), Piazza Mantegna (incontri), Piazza delle Erbe (Infopoint e laboratori), Piazza Marconi, Piazza Concordia, Sala delle lune e dei nodi (conferenze), Sala delle Capriate (installazioni, laboratori e degustazioni) e Via Goito (laboratori), vie e piazze cittadine. Tutti gli eventi sono gratuiti con registrazione obbligatoria sul sito del Festival.
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I FILONI DELLE CONFERENZE
Legàmi
È un mosaico multidisciplinare ed estremamente composito quello che emerge esplorando il primo dei filoni tematici del Food&Science Festival: ambiente, legislazione, cibo, salute, sport, nutrizione, solo per citarne alcuni, sono i temi affrontati nella sezione Legàmi attraverso confronti, dialoghi e incontri in cui a essere certo è solo il punto di partenza, mai l’arrivo. Per esempio: cosa lega un’editorialista del “Washington Post” a un allevamento di ostriche in Massachusetts? La singolare parabola di vita di Tamar Haspel, giornalista statunitense, vincitrice nel 2015 del James Beard Foundation Award, il riconoscimento a “talenti e risultati eccezionali” legati al mondo alimentare, nella categoria “Food-Related Colums”. Proprio come nel suo libro To Boldly Grow (G.P. Putnam’s Sons, 2022), a Mantova aiuterà il pubblico a “cambiare idea”: abbiamo la tentazione di pensare che tutte le nostre convinzioni siano basate sui fatti e che i fatti persuaderanno gli altri. Nessuna di queste cose è vera, soprattutto quando si parla di cibo, in cui le emozioni giocano un ruolo molto importante (sabato, ore 14.30, Teatro Bibiena). Di una particolare dieta si occupa invece un altro degli ospiti di questa ottava edizione, il direttore del dipartimento di nutrizione per la salute e lo sviluppo dell’OMS Francesco Branca che, in dialogo con Roberta Villa, mostrerà al pubblico la relazione tra dieta, anzi, “stile di vita” mediterraneo e ambiente mostrando in cosa consiste Una dieta sana e sostenibile, per tutti (sabato, ore 16, Teatro Bibiena).
Rimanendo in tema, Elena Dogliotti e Chiara Matilde Ferrari, biologhe nutrizioniste e supervisore scientifiche per Fondazione Umberto Veronesi (che cura l’incontro), esploreranno invece l’impatto delle scelte alimentari sul nostro pianeta e sulla nostra salute, coinvolgendo attivamente il pubblico partendo dalle domande “Ti sei mai interrogato su quali siano le scelte alimentari più sane per te e sostenibili per il pianeta? Che idea ti sei fatto?”. Tutti i partecipanti del Festival potranno scrivere le proprie risposte su un foglietto e imbucarle nella box che troveranno allo stand di registrazione (domenica, ore 16.30, Loggia del grano).
Tra gli ospiti, anche Luca Montanarella, tra i massimi scienziati esperti di suolo al mondo, invitato ad analizzare la zona che unisce tutela del suolo e transizione ecologica (sabato, ore 11.45, Teatro Bibiena), il Presidente della SIGA (Società Italiana Genetica Agraria) Silvio Salvi, a Mantova per ripercorrere i 70 anni dell’associazione scientifica nata con lo scopo di promuovere e valorizzare gli studi nel settore, e il duo Michele Morgante, direttore scientifico dell’Istituto di Genomica Applicata di Udine, Luciano Navarini, responsabile della ricerca e del coordinamento scientifico di Illycaffè Spa, con cui ricostruire la storia genetica dell’Arabica, la specie di caffè responsabile di oltre il 60% della produzione globale, grazie alla recente ricostruzione dei suoi cromosomi. Un risultato determinante per lo sviluppo di eventuali nuove varietà, più resistenti alle malattie o ai cambiamenti climatici, raccontato da chi ha contribuito attivamente al lavoro di ricostruzione e mappatura (sabato, ore 10.15, Teatro Bibiena). Genetica ma in campo animale è quella di cui parla Alessandro Bagnato, docente dell’Università degli Studi di Milano, che spiega cosa è davvero il miglioramento genetico in questo campo e perché Non si fanno animali a sei zampe! (domenica, ore 10.30, Loggia del grano).
Evoluzione e alimentazione si intrecciano anche nel racconto di Gabriella Morini, ricercatrice all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzoe Davide Risso, senior research scientist per Tate & Lyle, co-autori di DeGustibus (Topic Edizioni, 2023) che mostrano come il gusto sia stato e continui a essere il protagonista del percorso evolutivo della specie, oltre che punto di contatto tra cultura, scienza e cucina (domenica ore 15.15, Piazza Leon Battista Alberti). Non solo: nell’equazione di cibo e scienza entra anche lo sport, portato sul palco del Festival da Silvio Mondinelli e Raffaella Scotto. Entrambi alpinisti, lui ha messo a segno tutte le quattordici vette più alte del mondo, lei è medico specialista in scienze dell’alimentazione: tra consigli utili e vissuto personale, insieme delineeranno il profilo della nutrizione corretta per frequentatori e amanti della montagna (sabato, ore 12.30, Loggia del grano). Dai paesaggi reali a quelli fantastici, Tito Faraci, uno dei più importanti sceneggiatori di fumetti italiani, porta a Mantova una domanda: come viene raccontato il cibo nei fumetti? Cosa mangiano gli abitanti di Topolinia? Quali manicaretti nasconde il ricettario di Nonna Papera? Domenica alle ore 11.45 al Teatro Bibiena risponde in dialogo con Dario Bressanini, chimico, grande appassionato del genere e autore, tra gli altri, proprio del fumetto Doctor Newtron (Feltrinelli Comics, 2023).
Ai legami tra nutrizione e territorio, infine, guardano due appuntamenti: il primo è un percorso per conoscere le principali tappe dell’evoluzione e dello sviluppo dell’allevamento di suini nel territorio mantovano, insieme al responsabile divulgazione e formazione tecnica di Levoni (che cura l’evento) Gian Luigi Restelli, che presenterà in anteprima la nuova accademia Assaggezza (domenica, ore 16.45, Piazza Leon Battista Alberti); il secondo, sarà invece il racconto di Novant’anni anni di ricerca e innovazione, in tavola di un prodotto, quello del Parmigiano Reggiano, nel novantesimo anniversario della fondazione del Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano (che cura l’evento). Per l’occasione, domenica alle ore 14.30 alla Loggia del grano, verranno presentati a Mantova i diversi ambiti di ricerca che vedono il Parmigiano Reggiano come protagonista, insieme ad Andrea Devecchi e Valentina Pizzamiglio,Chief Technical Officer presso Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano.
Nell’ottica dell’integrazione fra saperi e mestieri diversi che da sempre caratterizza il Festival, ci sarà poi un dialogo in collaborazione con il Politecnico di Milano – che partecipa con alcune iniziative sviluppate nell’ambito del progetto di ricerca PNRR Onfoods – Research and Innovation for Sustainable Food and Nutrition – tra Silvia Falasco, dottoranda del dipartimento ABC, architettura, ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito, che sta lavorando per misurare l’impatto ambientale di alcuni prodotti tipici della filiera mantovana, come il melone e la pera e i rappresentanti dei consorzi agricoli coinvolti (domenica, ore 16, Piazza Leon Battista Alberti).
Radici
Tradizioni, memoria, trasformazioni. Che significato hanno queste parole nel dizionario del presente? Di quali stili di vita sono portatori, da dove arrivano, e come si stanno modificando? È un viaggio intorno al mondo, tra le storie e le epoche,quello raccontato dagli interpreti di Radici, il secondo filone tematico del Festival. Punto di partenza: gli Stati Uniti, il luogo che più di ogni altro ci mostra in anteprima cosa accadrà dalle nostre parti. In una panoramica “on the road” tra gli american dishes più popolari, lo fa scoprire al pubblico di Mantova il vicedirettore de “Il Post” Francesco Costa, guida d’eccezione verso e oltre la Frontiera degli Stati Uniti, come titola il suo più recente libro, uscito quest’anno per Mondadori (domenica, ore 10, Teatro Bibiena). Dagli USA all’India, ma anche all’Europa e all’Africa, si muove invece Alessandro Marzo Magno, narratore delle rotte dei Piatti senza frontiere: lo storico dell’alimentazione proporrà un giro intorno al mondo per dimostrare quante e quali sono le contaminazioni che ogni giorno portiamo a tavola, dalla pasta col pomodoro che di italiano ha ben poco, al gelato per cui dobbiamo ringraziare il mondo arabo (domenica, ore 10.15, Palazzo della Ragione).
Viaggio nel passato è invece quello della coppia formata da Roberta Villa e dalla storica medievalista Roberta Piccinni, sabato alle ore 15.15 in Piazza Leon Battista Alberti, cantrici del ruolo della donna nella cucina medievale, tra agricoltura e pastorizia (con il sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana), settore, quest’ultimo, che è anche il trait d’union degli intrecci di fibre intessuti da Luca Battaglini, docente di scienze e tecnologie animali all’Università di Torino, e Claudio Grisolini, dell’azienda di lana Tessilnova, che spiegano come le tradizioni siano fondamentali per mantenere il territorio addentrandosi nel campo della Traditional Ecological Knowledge, in cui coesistono e si sviluppano conoscenza indigena e conoscenze tradizionali delle risorse locali (domenica, ore 12.15, Loggia del grano). Rimanendo in tema di armonia tra uomo e natura, il direttore scientifico dell’Orto Botanico di Parma Renato Bruni e lo scienziato ed esperto di gestione forestale Giorgio Vacchiano spiegheranno quali strategie adottano le piante per sopravvivere e far fronte a una minaccia: non una, come facciamo troppo spesso noi esseri umani, ma tante e diverse tra loro, ognuna necessaria a coprire una piccola parte del problema e, insieme, capaci di risolverlo nella sua interezza (sabato, ore 17.30, Teatro Bibiena).
Proseguendo, sarà poi Amedeo Reyneri del dipartimento di scienze agrarie, forestali e alimentari dell’Università di Torino, ad andare Oltre il biologico per concentrarsi sull’agricoltura rigenerativa e illustrare i benefici di questo approccio emergente ma non ancora codificato a cui le istituzioni europee stanno iniziando ad interessarsi ma che necessita ancora di strumenti adatti e indagini valutative (sabato, ore 14.30, Piazza Leon Battista Alberti). Stesso argomento, quello dell’agricoltura rigenerativa, proposto anche nell’incontro attraverso cui Syngenta intende proseguire il proprio discorso sul tema: dopo averne identificato lo scorso anno definizioni e pratiche, verranno raccontate quest’anno al Food&Science Festival le esperienze concrete portate avanti da alcune aziende, testimonianze preziose per evidenziare non solo i punti di forza ma anche le eventuali criticità incontrate. Ne parleranno Massimo Scaglia Amministratore Syngenta Italia e Mauro Coatti, Technical support Head Syngenta Italia, insieme ad alcuni ospiti del mondo istituzionale, scientifico e del comparto agricolo, tra cui Francesco Manca, imprenditore agricolo e Luca Montanarella, componente del Joint Research Center della Commissione Europea (venerdì, ore 14.30, Palazzo della Ragione).
Parola chiave di questo secondo filone, alle radici comuni dell’equilibrio tra corpo e mente, guarda invece Augusto Consoli, neuropsichiatra infantile dell’ASL Città di Torino, chiamando l’attenzione sui disturbi alimentari come espressione non solo di disagio emotivo ma anche ricerca di pienezza che non riguarda la sfera fisica ma quella emotiva e valoriale (sabato, ore 11, Piazza Leon Battista Alberti). Una riflessione che non si esaurisce qui ma può espandersi fino ad entrare nel campo della filosofia, delle scienze sociali, persino della teologia spirituale, dove a riprendere le fila è un altro degli ospiti del Festival: Giovanni Pernigotto, responsabile del Tavolo del Bene Comune della Diocesi di Mantova, protagonista dell’incontro Contro la cultura dello scarto. Per un’etica della fiducia (sabato, ore 11.30, Sala delle Lune e dei Nodi).
Chiudono la panoramica Enrica Favaro, medico specializzanda in Scienze dell’Alimentazione, e Matteo Ghisolfi, performer e studente di medicina, conduttori di un divertente quiz interattivo per andare oltre il frigorifero di casa e sfatare miti comuni e false verità sull’alimentazione facendo ricorso ai più recenti studi ed evidenze scientifiche sul tema (venerdì, ore 11, Piazza Leon Battista Alberti, riservato alle scuole), e Mattia Garutti che porta a Mantova un messaggio: non è mai troppo presto per iniziare a fare prevenzione, seguire stili di vita sani e fare qualche controllo medico (sabato, ore 11.30, Loggia del grano).
Effetto farfalla
“Un battito d’ali di una farfalla in Brasile può provocare un uragano in Texas?”. È il titolo dell’articolo con cui il fisico Edward Lorents descriveva nel 1972 l’Effetto farfalla, secondo cui minime variazioni nelle condizioni di un sistema possono produrre nel tempo conseguenze anche molto significative all’interno del sistema stesso. Casualità e causalità, responsabilità, scelte e i loro effetti: sono questi gli elementi messi in gioco nella terza declinazione tematica del Festival, che più di ogni altra contempla il ruolo svolto dall’errore come motore di cambiamento.
Lo sanno bene Piero Martin e Devis Bellucci, protagonisti di un appuntamento in cui il minimo comune multiplo è proprio lo sbaglio. Il primo, docente di fisica sperimentale all’Università di Padova, ne parlerà raccontando alcune delle curiose Storie di errori memorabili che compongono il suo più recente saggio (Laterza, 2024), mentre il secondo, docente di scienza e tecnologia dei materiali all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, metterà insieme “la lunga sequela di errori” raccolta nel recente Eppure non doveva affondare (Bollati Boringhieri, 2024) per dimostrare che una delle caratteristiche della Scienza non è l’infallibilità, ma la capacità di ripensare se stessa a partire da sbagli, inesattezze, ingenuità e sciocchezze che costellano il suo cammino (domenica, ore 17.30, Piazza Leon Battista Alberti). E di sbagli ce ne sarà sicuramente almeno più di uno nell’insieme di conoscenze che crediamo di avere sulla plastica. Per esempio: la bottiglietta di plastica è meglio della borraccia di alluminio? Siamo vicini o lontani al sogno di produrre plastica da materiali come mais o canna da zucchero? Parlando di riciclo, siamo messi bene o male? Nell’incontro a seguire, alle 18.15 sempre in Piazza Leon Battista Alberti, chiariscono ogni dubbio i divulgatori e ricercatori Simone Angioni, Stefano Bertacchi e Ruggero Rollini, autori del libro Quello che sai sulla plastica è sbagliato (Gribaudo, 2023).
E non poteva mancare nel filone Effetto farfalla un incontro dedicati a insetti, animali e ambiente. Si confronteranno sul tema Maurizio Casiraghi,ordinario di Zoologia ed evoluzione all’Università di Milano Bicocca, che si concentra sui piccoli esseri viventi indispensabili per la nostra vita e la biodiversità del nostro ambiente, e star del suo ultimo libro, Vite formidabili (Il Mulino, 2024), e Stefano Mazzotti, direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara, che dall’infinitesimamente piccolo alza lo sguardo verso altre Meravigliose creature (Il Mulino, 2024), portandoci alla scoperta di animali esotici in ambienti straordinari, dal Borneo alla Papua Nuova Guinea, facendo scorrere davanti ai nostri occhi una collezione di specie incredibili, ognuna delle quali rappresenta una valida ragione per impegnarsi, sempre e tanto, nella preservazione della biodiversità. Al Food&Science saranno insieme sabato alla Loggia del Grano alle ore 16.
Lontana dal regno animale ma vicina a clima e ambiente, la docente di Sistemi alimentari sostenibili dell’Università del Surrey Roberta Sonnino, autrice principale del Quadro della FAO per l’Agenda Alimentare Urbana torna a mettere al centro il cibo inserendosi in questo contesto attraverso riflessioni ampie che si intrecceranno a quelle riguardanti ricerca, politica e sostenibilitàdei sistemi alimentari, fattori chiave del Green Deal Europeo e di strategie come Farm-to-Fork. Arricchiscono la panoramica gli esempi pratici vicini al nostro quotidiano portati da Anna Meroni, Marta Corubolo, Lucia Viganego e Daniela De Sainz del dipartimento di Design del Politecnico di Milano, che stanno progettando scenari di prossimità, collaborazione e trasversalità per il sistema urbano Milanese (sabato, ore 11.15, Palazzo della Ragione). Il rapporto, le cause e le conseguenze del clima che cambia l’energia, che cambia il clima, saranno invece al centro del dibattito a tre voci tra Anna Caponi, ricercatrice presso il laboratorio di Interaction Design dell’Università degli Studi di Siena, Roberto Mezzalama, docente dell’Università di Torino e Sofia Pasotto, attivista climatica, attesi domenica alle ore 16.30 a Palazzo della Ragione.
Salute delle piante e sicurezza alimentare nell’incontro di sabato alla Loggia del Grano, aperto dall’intervento di Alex Gobbi, Interim Scientific Officer dell’EFSA – Autorità europea per la sicurezza alimentare (ore 11.15) e seguito dal confronto volto a sottolineare la complessità delle questioni agricole e della ricerca legata al rapporto tra scienza e agricoltura, soprattutto nell’ambito della difesa delle colture, a cui alle ore 11.45 parteciperanno Massimiliano Giansanti, Presidente nazionale di Confagricoltura e Paolo Tassani, Presidente di Federchimica – Agrofarma (in collaborazione con Federchimica – Agrofarma).
Completano il quadro di questa sezione Enrica Savoia, Olimpia Cabrini e Laura Maccarana, le relatrici del panel La misura del tempo delle donne in agricoltura, a cura di QdL – Quelle del Latte, che aggiungono il tassello della gestione d’impresa declinata al femminile (sabato, ore 12.30, Piazza Leon Battista Alberti), e il doppio appuntamento riservato alle scuole di venerdì mattina alla Loggia del grano (ore 9 e ore 10.45) Smogville. Fino all’ultimo respiro, a cura di Fondazione Umberto Veronesi.
Intrighi
Niente caratterizza il nostro secolo quanto la progressiva e inarrestabile velocità della comunicazione; l’informazione prodotta viaggia rapida, molto spesso incontrollata e a volte incontrollabile, distorcendosi nel tragitto. Nasce con l’intento di “raddrizzarla” il contenitore tematico Intrighi, metaforico luogo in cui approfondire le dinamiche che regolano fake news, lobbying e fact-checking mentre si danno battaglia intorno e sopra le nostre tavole. Perché spesso è proprio qui, sul cibo, che tutto converge: economia e società, psicologia e benessere, naturale e artificiale.
Tra gli altri, lo spiega con precisione e semplicità Andrea Devecchi: medico e specialista in scienze dell’alimentazione, arriva a Mantova per fare chiarezza sul digiuno intermittente e le altre diete strambe in un’operazione di “divulgazione medica” a metà tra fact-checking e debunking (domenica, ore 11, Palazzo della Ragione). Stesso approccio per Alessandro Mustazzolu, che domenica alle ore 10 in Piazza Leon Battista Alberti sfata miti e false credenze armato di evidenze scientifiche. Di contaminazione in contaminazione, dalle uova alla salmonella, dalle confetture al botulino, il giovane e brillante microbiologo, divulgatore scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità, offrirà al pubblico un punto di vista originale, completo e corretto per aiutare a rispondere a chiunque dica che “si è sempre fatto così”, o, come recita il titolo del suo recentissimo libro Non è mai morto nessuno (Gribaudo, 2024).
Da una prospettiva psicologica e comportamentale si sviluppano invece i successivi tre incontri con altrettanti professionisti del settore. Il primo è Andrea Pezzana, direttore della struttura complessa di nutrizione clinica della ASL Città di Torino, che parte dagli effetti delle “bufale” alimentari sul mercato e le mette in relazione con i concetti di Intoxication e Infoxication, termine coniato negli anni ’90 per descrivere la sindrome – già allora preoccupante – dell’intossicazione da eccessiva informazione (sabato, ore 12.15, Palazzo della Ragione). E allora, come orientarsi e fare ordine nel disordine informativo in cui ci troviamo? Risponde Roberta Villa nel suo Controglossario di medicina (Gribaudo, 2023), viaggio tra le parole che crediamo di conoscere dalla A di abbronzatura (che non è un marchio di salute) alla Z di zucchero (che non è un veleno), aiutando il pubblico a non lasciarsi ingannare né dai preconcetti né dalle trappole di chi, fingendo di parlare di scienza, fa invece i propri interessi (domenica, ore 10.45, Piazza Leon Battista Alberti).
I processi mentali che sottendono ai consumi alimentari e ai processi decisionali sonoinvece rispettivamente affrontati da Guendalina Graffigna, docente di Psicologia dei Consumi e della Salute presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza (sabato, ore 10.30, Palazzo della Ragione) e dal duo di divulgatori scientifici Non è la Zebra,con cui (ri)conoscere le distorsioni cognitive che ci guidano nelle scelte, persino quelle al ristorante (venerdì, ore 9, Piazza Leon Battista Alberti riservato alle scuole e domenica alle ore 12.30 a Palazzo della Ragione per il resto del pubblico). E parlando di cucina, pietanze e ristoranti… quando è successo che tutto è diventato improvvisamente gourmet? In una notte, risponde Sara Porro, tanto è stata improvvisa la transizione. Domenica alle 11.30 in Piazza Leon Battista Alberti, con voce divertita e divertente, l’autrice di La notte in cui tutto divenne gourmet (Einaudi, 2023) e la semiologa Simona Stano tracciano un’attenta ricognizione che intreccia linguaggio, marketing, economia e storytelling mettendo in campo, anzi a tavola, alcuni degli ingredienti utilizzati anche da un altro ospite del Festival, Michele Fino. Docente di fondamenti del diritto Europeo, Food Law ed ecologia giuridica presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, divulgatore giuridico, presenta il suo ultimo libro, Non me la bevo (Mondadori, 2024), coraggiosa azione di debunking delle mode e delle leggende che il marketing ha sapientemente “versato” nei calici del vino che acquistiamo e consumiamo (sabato, ore 17.45, Piazza Leon Battista Alberti). Accanto a lui, il degustatore Armando Castagno, ideatore e direttore di corsi di approfondimento per l’Associazione Italiana Sommelier. Un simile approccio analitico e divulgativo su una materia complessa come l’utilizzo della chimica nella filiera agroalimentare è quello che viene utilizzato anche nell’incontro, in collaborazione con Federchimica – Agrofarma e Federchimica – Aispec,rivolto al processo che porta dal campo al piatto: a spiegarne tutti i passaggi saranno gli esperti divulgatori di Non è la zebra e Il chimico sulla tavola (sabato, ore 16, Piazza Leon Battista Alberti).
Infine, con Ernesto Dezza, trova spazio in questa sezione la teologia, sempre esplora dal punto di vista dei temi cari al Festival. Docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è pronto a proporre una riflessione antropologica e filosofica sul cibo provocatoriamente intitolata Il frutto proibito, percorso letterario attraverso quattro episodi eloquenti – la mela dell’Eden, la ciliegia della Svizzera, le pere del Nord Africa e l’uva di Assisi – di una storia gustosa e affascinante (domenica, ore 11.45, Palazzo della Ragione).
Innesti
Introdurre nuovi elementi in insiemi preesistenti per creare contaminazioni e sperimentare nuove convivenze: a questo servono gli Innesti. Il quinto filone del Food&Science Festival indaga il rapporto tra enti pubblici e privati nel campo della ricerca e degli investimenti, domandando ai propri interlocutori quale sia il modo migliore per contribuire alla valorizzazione e al sostegno di realtà locali e territoriali. E infatti, la ricerca pubblica e privata, intreccio ormai indissolubile, è al centro del dialogo tra Camilla Corsi, responsabile mondiale della ricerca Crop Protection di Syngenta, e Alessandra Pesce, dirigente di ricerca CREA,chesabato alle 10.30 alla Loggia del grano approfondiranno le dinamiche tra il pubblico e il privato e come l’uno non possa fare a meno dell’altro per far sì che la ricerca possa progredire in maniera sempre più efficace (in collaborazione con Syngenta). Proseguendo, sarà poi il trio formato da Oana Dima, executive manager dell’EU SAGE network, ovvero il network europeo sull’agricoltura sostenibile attraverso l’editing genomico, Vittoria Brambilla, ricercatrice del dipartimento di scienze agrarie e ambientali dell’Università degli Studi di Milano, Federico Radice Fossati, imprenditore agricolo, e Mario Pezzotti, docente di genetica agraria dell’Università di Verona, a portare sul piano scientifico il dibattito sulle biotecnologie e genome editing in Italia e in Europa, esortando tutti a scendere In campo! (domenica, ore 14.30, Teatro Bibiena)
Degli innesti tra tecnologia, alimentazione e ricerca ci racconterà una innovativa start-up con sede in Puglia: Foreverland che ha sviluppato un prodotto dal gusto molto simile al cioccolato ma derivato dalla carruba, quindi dal profilo più sostenibile e locale, oltre che economicamente vantaggioso. Ne parlano Giuseppe D’Alessandro e Massimo Sabatini, concentrandosi sull’approccio che ne valorizza la circolarità, simile a quello che riguarda le biomasse ottenute da scarti agro-alimentari: nell’incontro in collaborazione con il Politecnico di Milano che entra in questo filone si concentreranno sul tema – proponendo ricerche, esempi di applicazioni concrete e rispondendo alle domande del pubblico – ricercatori e studiosi come Arianna Rossetti, del dipartimento di chimica, materiali e ingegneria chimica “G. Natta”, Giulia Valentini e Giovanni Scotti del dipartimento di ingegneria gestionale del Politecnico di Milano che racconteranno di come si misurano e valorizzano le eccedenze e gli sprechi nelle filiere in un’ottica di Circular Economy (sabato, ore 16.15, Loggia del grano).
Innesto virtuoso è quello di cui si fa interprete Massimiliano Giansanti, che sabato alle 10 in Sala delle Lune e dei Nodi racconterà nascita e obiettivi di Mediterranea, la nuova associazione frutto dell’alleanza tra Confagricoltura e Unione Italiana Food, che unisce il mondo della trasformazione industriale e del settore primario mettendo al centro il modello mediterraneo e le sue filiere con l’obiettivo di aumentare efficienza produttiva, competitività sui mercati, sostenibilità, logistica e stoccaggio. Ultimo appuntamento della sezione, anche in ordine cronologico, quello di domenica alle ore 15.30: Fabio Antonelli, Head of OpenIoT Research Unit di Fondazione Bruno Kessler – FBK, Maria CristinaRulli, docente di idrologia e ingegneria delle acque e co-coordinatore del nucleo transdisciplinare “Food Sustainability Research and INnovation Group (Food RING)” del Politecnico di Milano, e MassimoGalli, direttore del consorzio di bonifica del territorio del Mincio spiegano come irrigare tra siccità, nubifragi e tempeste (Loggia del grano).
Incroci
Nel prossimo futuro andremo ancora dai dietologi o basterà chiedere a ChatGPT di fornirci delle indicazioni alimentari? Chi preparerà la dieta migliore, la persona o il flusso di dati? A confrontare la professione umana con i modelli di intelligenza artificiale saranno i bioinformatici Ugo Ala e Christian Damasco, in un dialogo che si inserisce nel filone dedicato agli Incroci (sabato, ore 15, Sala delle Lune e dei Nodi), punti di intersezione fra tradizione e innovazione che definiscono le potenzialità della digital transformation e dell’agricoltura 4.0, passando per una riflessione sull’organizzazione delle filiere.
In perfetta armonia con questa visione, la sezione vede la partecipazione di ospiti come i ricercatori Marco Sozzi, del dipartimento di territorio e sistemi agro-forestali dell’Università di Padova, e Angelo Bratta, dell’Istituto Italiano di Tecnologia, che mettono insieme Intelligenza artificiale e riconoscimento dello scarto alimentare (domenica, ore 15.30, Palazzo della Ragione), Fabio Abeni, dirigente del Centro di ricerca Zootecnia e Acquacoltura del CREA, in un incontro focalizzato sulla tecnologia applicata alla zootecnia (sabato, ore 15.45, Loggia del grano), e il duo formato da Silvia Massa dell’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e Roberta Paradiso, docente dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e componente del team di ricerca del dipartimento di agraria impegnato in progetti dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), sulla coltivazione di piante in sistemi biorigenerativi per il supporto allavita nello spazio (sabato, ore 10.30, Piazza Leon Battista Alberti).
Parte invece dai dati – dalla loro interpretazione, dal loro ruolo e dal loro uso – l’appuntamento dedicato alla filiera latto-casearia, settore complesso che sta vivendo una fase di grande trasformazione su diversi fronti, dall’ambientale al tecnologico, dal socioculturale al geopolitico. A interessarsi dell’argomento spiegando come i dati possono aiutare a leggere questo mondo e il suo impatto nelle nostre vite saranno Alberto Lancellotti (senior analyst – dairy and supply chain inputs, CLAL) Mirco De Vincenzi (senior analyst – dairy, CLAL) e Ester Venturelli (analyst – Animal Feed CLAL.it). A seguire, un confronto tra Simona Caselli, presidente Granlatte, e Stefano Berni, direttore generale Consorzio Tutela Grana Padano (sabato, dalle ore 14.30, Loggia del Grano).
Trame
Trappole, sfide e opportunità. In un gioco di luci e ombre che rimodella continuamente le identità produttive e culturali del nostro tempo, l’ultimo contenitore tematico del Food&Science Festival districa le Tramedelle recenti politiche agricole e di strategie come la Farm-to-Fork, di urgente attuazione.
A sciogliere i primi nodi su questi temi, i docenti dell’Università di Parma Daniele Del Rio, prorettore alla ricerca e al trasferimento tecnologico e coordinatore del progetto ONFOODS, e Tommaso Ganino, in rappresentanza del progetto AGRITECH, in un incontro volto a spiegare l’uso dei fondi del PNRR nel settore alimentare (domenica, ore 12.15, Piazza Leon Battista Alberti) e Sandro Zinani, policy & mobilization manager dell’organizzazione non profit “The Good Lobby”, che, insieme alla responsabile dei rapporti istituzionali UE e internazionali di Confagricoltura Cristina Tinelli, cercherà di rispondere alla domanda Che cosa fa un lobbista? (domenica, ore 14.30, Piazza Leon Battista Alberti).
Sposta invece l’attenzione sul clima il comunicatore della scienza e componente del Climate Media Center Italia Antonio Scalari, che invita gli studenti delle scuole di Mantova a riflettere su un fenomeno indicativo del cambiamento climatico: la scomparsa dell’inverno. Quali sono gli scenari che potrebbero presentarsi se non interveniamo? Cosa dice la scienza? Appuntamento a Mantova per approfondire (venerdì, ore 10, Piazza Leon Battista Alberti).
Nel filone che riguarda gli scambi e le connessionitra innovazione e identità, un dialogo a tre voci che parte da uno degli alimenti base della dieta mediterranea e della nostra produzione agricola: l’olio extravergine d’oliva. Cosa lo rende un’eccellenza? Quali sono gli aspetti qualitativi e nutrizionali da tenere presenti, e in che maniera la tecnologia può favorire il suo miglioramento? Le risposte arriveranno sabato alle ore 17.30 alla Loggia del grano da tre punti di vista diversi e complementari: l’agronomo Luca Sebastiani, docente di arboricoltura generale e coltivazioni arboree presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Accademico dell’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio di Spoleto, il nutrizionista Andrea Pezzana e il tecnologo alimentare Davide Nucciarelli, dottorando presso il dipartimento di scienze agrarie alimentari e ambientali dell’Università degli Studi di Perugia (in collaborazione con Costa d’Oro). Gianfrancesco Petroni, Assoprol Umbria, si farà portavoce delle iniziative di divulgazione dell’associazione con l’obiettivo di aumentare la percezione di qualità degli oli certificati DOP UMBRIA, BIO e SQNPI nel consumatore, permettendogli di avvicinarsi al mondo rurale in maniera consapevole, affermando così il valore insito nell’intera filiera olivicola.
Sempre a tema olivicolo, ma non solo, Claudio Rossi dell’Università di Siena arriva al Festival tracciando i Percorsi del Gusto: durante l’appuntamento che lo vede protagonista, traccerà i confini dei metodi sperimentali utilizzati per mappare l’origine geografica dei vini e degli oli di qualità,spiegando come si determinano – e cosa identificano – i parametri adottati per definire le produzioni di alta qualità (sabato, Piazza Leon Battista Alberti, ore 11.45).
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SPETTACOLI, MOSTRE, INSTALLAZIONI
Fedele al suo carattere multidisciplinare e alla vocazione di apertura verso tutti i tipi di pubblico, bambini e ragazzi, esperti, neofiti o appassionati di cibo, scienza e agricoltura, il Food&Science Festival propone anche spettacoli, mostre e installazioni. Tra queste: Inquinamento e salute, a cura della Fondazione Umberto Veronesi, per approfondire il tema dell’inquinamento dell’aria, conoscere gli inquinanti presenti in atmosfera, le principali fonti da cui provengono e fare chiarezza sugli impatti per la nostra salute; Spazi gustosi, dove interagire e meravigliarsi con i progetti di studenti e ricercatori del dipartimento di Design del Politecnico di Milano (che cura l’installazione), per una nuova esperienza di alimentazione nei contesti scolastici e Gusto sostenibile, il viaggio verso la consapevolezza ambientale proposto questa volta dal dipartimento ABC del Politecnico, che si configura come esperienza interattiva in cui valutare il proprio stile alimentare e le implicazioni alimentari delle proprie scelte.
Come da tradizione, sabato sera il Food&Science Festival arricchisce la propria offerta con uno spettacolo in cui questa volta si potranno sperimentare gli intrecci tra musica, danza e acrobazia. Il Posto, una delle principali compagnie di danza verticale, si esibisce portando la magia e la tecnica delle evoluzioni aeree tra i palazzi storici di Mantova, che per una notte diventano esclusivo palcoscenico a cielo aperto. Una nuova lettura dell’architettura e dell’arte che vede la musica come co-protagonista e che stupirà il pubblico accompagnandolo in uno spettacolo unico (Palazzo Vescovile, ore 21, in collaborazione con Trame Sonore).
LABORATORI E VISITE GUIDATE, DEGUSTAZIONI E SHOW COOKING
Parte fondamentale della proposta del Food&Science Festival, laboratori e degustazioni cattureranno l’attenzione di adulti e ragazzi offrendo momenti per approfondire divertendosi alcuni aspetti della scienza che innova e indirizza la produzione alimentare senza mai dimenticare il benessere e la salute. Arriva a Mantova a ricordarlo la Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro che cura Bilanciamoci, il momento di approfondimento in cui parlare attraverso il gioco e il dialogo di quanto sia fondamentale mantenere un’alimentazione sana ed equilibrata nella prevenzione di molte malattie, che non vieti nessun cibo ma stimoli alla conoscenza e al corretto consumo.
Gioco e dialogo sono ricorrenti anche negli appuntamenti in collaborazione con Regione Lombardia, che sfida gli alunni delle scuole cittadine a calarsi nei panni di Bio detective per andare alla ricerca del colpevole di un reato gravissimo: aver rubato il buon cibo. In Piazza Leon Battista Alberti si cercheranno prove e indizi, si condurranno esperimenti dal vivo, quiz e attività per arrivare a risolvere il crimine e imparare come, per essere definito buono, il cibo debba anche essere sano, sicuro e sostenibile. Ma non saranno solo i partecipanti dell’indagine a impararlo: tutti coloro che verranno intercettati dai Bio-Vélo potranno scoprire segreti e curiosità legate ad agricoltura e allevamento biologico attraverso piccole sfide e simpatiche gag, dall’uso delle clessidre ad acqua per spiegare il tempo della terra e delle colture all’amuleto sul benessere animale, ricevendo materiale promozionale del progetto “Mio Tuo Bio” e l’augurio di seguire il più possibile i consigli appena ricevuti. Due occasioni, entrambe a cura di Multiversi, per approfondire il tema unendo al divertimento l’accuratezza scientifica. Appuntamento poi con Verde in Movimento, Costruisci il tuo BioOrto da passeggio (a cura di HORTUS. Agricoltura Sociale) per imparare i fondamenti dell’agricoltura biologica per creare un piccolo orto da portare a casa, insieme al divulgatore scientifico Marco Martinelli.
Ma qual è l’elemento necessario a ogni coltivazione? L’acqua, come sa bene il Gruppo Tea che collabora alla realizzazione del laboratorio Una goccia alla volta! a cura di Alkémica Cooperativa Sociale onlus. In piazza Erbe, tanti momenti per sperimentare, osservare e conoscere, in modo chiaro e divertente, l’acqua e le sue caratteristiche, riflettendo anche sull’importanza di non sprecarla e spiegando alcuni dei passaggi dell’Agenda 2030 dell’ONU che si prefigge di permettere a tutti i popoli l’accesso a questa inestimabile risorsa.
Parlando di laboratori e degustazioni, immancabile la presenza dei Consorzi, che portano a Mantova tutto il sapore di latte e formaggio: il Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano arriva in Piazza Marconi con tre appuntamenti, uno riservato alle scuole e due aperti a tutto il pubblico del Festival. Il primo, a scuola di Parmigiano Reggiano sarà un viaggio alla scoperta del meraviglioso mondo del Parmigiano Reggiano, tra territorio, tradizione e benessere, mentre i successivi due porteranno ad assaggiare 3 stagionature diverse e gustosissime durante La Verticale e a sperimentare accostamenti dal sapore inaspettato sprigionati dall’incontro tra Parmigiano Reggiano e birra. Riservato alle scuole primarie è anche uno dei tre appuntamenti laboratoriali che propone il Consorzio Tutela Grana Padano in Piazza Concordia. Grana Padano DOP: un tesoro da mangiare sarà l’occasione per vedere con i propri occhi come si fa il formaggio Grana Padano, cosa gli conferisce il sapore e profumo caratteristico e molti altri segreti ancora, svelati ripercorrendo il processo di produzione di questo formaggio attraverso il gioco e l’esplorazione multisensoriale. Aperti a tutti sono invece la Sfida dei sensi tra Grana Padano e vino lanciata dall’agronoma Alessandra Biondi Bartolini e dal formatore del Consorzio Tutela Grana Padano Paolo Parisse, che guidano alla ricerca dell’equilibrio gustativo tra queste due produzioni millenarie, e Grana Padano DOP: Il laboratorio dei Sensi, in cui imparare a conoscere ed apprezzare un formaggio nutriente, equilibrato adatto a tutte le età. Ma non finisce qui, perché è previsto anche uno speciale Show Cooking pensato per esplorare le radici gastronomiche dei piatti della tradizione mantovana, mettendo sempre al centro il formaggio Grana Padano: un’occasione unica per immergersi nella cultura gastronomica locale e assaporare i suoi tesori più preziosi, in compagnia degli esperti Elisabetta Arcari e Giacomo Cecchin.
Ancora a tema latte, non manca all’appello Granarolo, che completa l’offerta del Festival con i laboratori degustativi The Milk Show e Sapore di Latte, adatti a grandi e piccini. Due occasioni per percorrere passo dopo passo le tappe della filiera, alla scoperta di latte e formaggio, panna e burro, ma anche per intraprendere una vera e propria esperienza sensoriale attraverso i profumi, i sapori, le consistenze e le forme che caratterizzano il processo di caseificazione.
Rimanendo in tema alimentare ma spostandoci dai latticini alla norcineria, Levoni porta al Food&Science Festival il meglio della propria produzione per creare e far gustare vari tipi di pizza e panini gourmet, realizzati con ingredienti particolari e accostamenti insoliti. Accompagnato dal Brand Ambassador Giovanni Araldi, ilpubblico potrà prima partire per un vero e proprio Viaggio gastronomico tra due fette di pane insieme al content creator esperto del mondo della cucina Stefano Cavada, e poi spostarsi nel mondo dei lievitati in cui L’arte bianca incontra la salumeria con Petra Antolini, titolare e pizzaiola della pizzeria “Settimo Cielo” a Settimo di Pescantina, che creerà topping d’eccellenza in grado di esaltare le caratteristiche organolettiche di ogni prodotto e creare ricette indimenticabili.
Allenamento percettivo è invece quello proposto dalla biologa Maria Lucia Piana, che porta a Mantova una delle trame più importanti e riconoscibili del mondo animale: quella dell’alveare. Con lei si potranno scoprire tutti gli intrecci dei sensi che si formano quando parliamo, assaggiamo, sperimentiamo il cibo, e non uno qualunque in questo caso, bensì il miele, che sorprenderà tutti per la sua grande varietà.
Tra assaggi e viaggi sensoriali non può mancare l’olio: in un percorso tra varietà e sapori daremo Olio, al palato con due laboratori di degustazione, uno a cura di Assoprol e un altro a cura di Costa d’Oro, dedicati a uno dei pilastri della nostra alimentazione. Ma non finisce qui, perché il Food&ScienceFestival invita tutto il pubblico a mettersi alla prova con due workshop: uno di pasticceria, con la pasticcera Anna Orria, per mettersi alla prova tra farina, zucchero e lievito e uno con le food-writers Sara Porro e Myriam Sabolla dal titolo “cinematrografico” A qualcuno piace caldo.
E cosa c’è di meglio che abbinare a ogni cibo il giusto calice di vino, o il cocktail perfetto? Farlo non sarà più un problema grazie a due appuntamenti a tema: che duro quel tannino!, il laboratorio sui vini tenuto da Alessandra Biondi Bartolini e lascienza dei cocktail con Renato Bruni, curatore dell’incontro, professore di Botanica e Biologia farmaceutica presso il dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università di Parma, e Yuri Gelmini, bartender, nominato Bartender dell’Anno ai Barawards 2020.
Ospite della città di Mantova, il Food&Science Festival vede inoltre nelle sue botteghe storiche il luogo perfetto in cui far dialogare divulgazione scientifica, cibo, storia e arte: torna infatti anche in questa ottava edizione il sempre partecipato format della Scienza dei retrobottega, il tour per la città in compagnia di proprietari di bottega, divulgatori scientifici e guide turistiche in cui le moderne spiegazioni scientifiche fanno da corollario alla tradizione delle botteghe nello scoprire i segreti di alcuni luoghi storici di Mantova e dei suoi misteriosi intrecci. A condurre le passeggiate, realizzate in collaborazione con Confcommercio, Confesercenti e ConfguideMantova, i divulgatori scientifici Roberto Cighetti e Chiara Ferrari e la guida turistica Fiorenza Lodi.
Chiude la sezione, un viaggio tra i fornelli che fa tornare indietro nel tempo, con il sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana: con lo chef Elisabetta Arcari, lo Show Cooking a tema Medioevo in cui assaggiare cibi ispirati a quell’epoca storica accompagnati dal racconto dallo storico specializzato in storia dell’alimentazione Alessandro Marzo Magno; un momento conviviale in cui si uniscono scienza, storia, cibo e conoscenza, espressione di quel virtuoso mix di saperi che da otto edizioni è una costante del Food&Science Festival.
E INOLTRE…
Occasioni per guardare i legami tra cibo e scienza da prospettive e angolazioni diverse, gli incontri della tre giorni mantovana faranno sì che la produzione alimentare entri in contatto con ambiti diversi e ampi come ricerca, tecnologia, sostenibilità, innovazione ed economia, senza tralasciare nessuno degli aspetti che riguardano la filiera agroalimentare.
Si parte con l’appuntamento, in collaborazione con il Gruppo Tea, che mette in relazione sostenibilità e consumo idrico responsabile analizzati attraverso un panel a più voci e un quiz interattivo con cui coinvolgere il pubblico. A intervenire saranno, tra gli altri, Eleonora Campanelli, responsabile sostenibilità e qualità tecnica di AqA, Gruppo Tea, Alessandro Armillotta, Ceo e co-founder di AWorld, la piattaforma e App a supporto della campagna delle Nazioni Unite per le azioni individuali sul cambiamento climatico e la sostenibilità ActNow, che aiuta i cittadini ad avere comportamenti e abitudini sostenibili, anche rispetto al consumo di acqua, e non solo e la giornalista di “Altroconsumo” Stefania Villa (sabato, ore 17, Piazza Leon Battista Alberti).
E parlando di economia, torna l’Agrifood EXPerience, il Forum delle economie a cura di UniCredit in programma venerdì alle 10.30 nell’elegante cornice del Teatro Bibiena. Dopo gli appuntamenti già proposti nelle ultime due edizioni, il 2024 vede il Gruppo concentrarsi su Competenze e nuove tecnologie, dimensione sociale e finanza, proponendo un ulteriore momento di confronto sulle prospettive e le opportunità del settore agroalimentare, oggi uno tra i più rilevanti comparti del Made in Italy, alla luce delle sfide richieste dall’attuale scenario globale. Per stimolare il confronto e individuare strategie di sviluppo percorribili e sostenibili, saranno coinvolti esperti e imprenditori come Alberto Cortesi (Presidente Confagricoltura Mantova), Luisella Altare (Head of Corporate UniCredit), AndreaDossena (Senior Specialist Prometeia), AlessandroTosi (Corporate UniCredit), SimonaMaretti (Responsabile IFOA Sede di Mantova – Project Manager ITS Academy Agroalimentare Sostenibile Mantova), MatteoLasagna (Vicepresidente Nazionale Confagricoltura), RobertaConti (Titolare San Giorgio Società Agricola), Alberto Barbari (Program Director “Foodseed” e Regional VP Italy “Eatable Adventures”)e ClaudioRambelli (Presidente Slow Food Lombardia).
Agricoltura rigenerativa e gestione responsabile delle risorse sono centrali anche nella ricerca promossa da Inalca, presentata a Mantova nel pomeriggio di sabato. Moderati da Gianluca Dotti, giornalista e comunicatore scientifico, i rappresentanti di Inalca (Gruppo Cremonini), Corteva e dell’Università di Piacenza ragioneranno sul tema dell’impatto di pratiche agronomiche innovativeper la produzione di foraggio destinato agli allevamenti bovini, evidenziando come sia necessario promuovere un modello che generi una riduzione delle emissioni, favorisca una migliore produttività delle colture, porti a ottimizzare l’uso dei fertilizzanti e a migliorare la gestione del suolo incrementando il processo di sequestro di carbonio (sabato, ore 16, Palazzo della Ragione).
Infine, rivolto al grande pubblico sarà l’ormai famoso Happy Science Hour, portato a Mantova da Syngenta, l’aperitivo, guidato come ogni anno da Alberto Agliotti, che coinvolge chiunque voglia approfondire alcuni dei temi rilevanti sull’innovazione grazie al prezioso coinvolgimento di alcuni dei protagonisti della ricerca e divulgazione scientifica italiane come Simone Angioni, Elisa Barbisan, StefanoBertacchi, Camilla Corsi, Giovanni De Caro, Marco Martinelli, Juan Fernando Mejia De Los Rios, Mirko Piani, Ruggero Rollini, Claudio Screpanti (sabato, ore 17.30, Palazzo della Ragione). Come ormai da tradizione, non mancheranno a fare da cornice a questi e a tutti gli appuntamenti del centro cittadino le varietà floreali di Syngenta Flowers Italia, che decoreranno i principali luoghi del Festival per l’intero fine settimana.
Il Festival è promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola. Si avvale di Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Regione Lombardia, Provincia di Mantova, Comune di Mantova, SIGA – Società Italiana di Genetica Agraria, Camera di Commercio di Mantova, Confcommercio Mantova, Confesercenti della Lombardia Orientale (che supporta il Festival attraverso convenzioni ad hoc), Fondazione Banca Agricola Mantovana, Fondazione BPA Poggio Rusco e Politecnico di Milano come partner istituzionali. Main partner sono Syngenta, Gruppo Tea, Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano e Consorzio Tutela Grana Padano; sponsor sono UniCredit, Levoni, Granarolo, Agrofarma – Federchimica e Aispec – Federchimica, Inalca, Assoprol-Costa d’Oro. Sponsor tecnici Gruppo Saviola, De Simoni, Mynet, Cucina da Manuale, Gruppo Bossoni e Agricar. Media partner Gruppo editoriale Athesis, AgroNotizie, Rai Radio 3, Radio Pico e Affari Italiani.
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16 maggio 2024. Inizia domani, venerdì 17, il Food&Science Festival, la manifestazione promossa da Confagricoltura Mantova, ideata da FRAME-Divagazioni scientifiche e organizzata da MantovaAgricola che per tre giorni, fino a domenica 19, racconta gli intrecci – tema dell’ottava edizione – tra cibo e scienza. Oltre 140 appuntamenti a partire dalle 9 di domani mattina, con tre appuntamenti in Piazza Leon Battista Alberti, riservati alle scuole: il primo con i divulgatori scientifici famosi con il nome Non è la Zebra che racconteranno le distorsioni cognitive al ristorante, il secondo con Antonio Scalari, componente del Climate Media Center Italia, pronto a far riflettere sul cambiamento climatico durante La scomparsa dell’inverno (ore 10), e il terzo con la coppia formata da Enrica Favaro, medico specializzanda in Scienze dell’Alimentazione e Matteo Ghisolfi, performer e studente di medicina, che guideranno il pubblico di studenti in un viaggio ironico e divertente nel mondo della nutrizione invitando tutti a mettersi alla prova con un quiz interattivo per capire meglio come le scelte alimentari influenzino la nostra salute (ore 11).
Economia, tecnologia e settore primario si incontrano alle 10.30 al Teatro Bibiena durante il Forum delle Economie, Agrifood EXPerience a cura di UniCredit: di come nutrire il futuro tra competenze e nuove tecnologie parleranno Alberto Cortesi, Presidente Confagricoltura Mantova, Luisella Altare, Head of Corporate UniCredit, Andrea Dossena, Senior Specialist Prometeia, Alessandro Tosi, Corporate UniCredit, Simona Maretti, Direttrice del ITS Agroalimentare sostenibile, Matteo Lasagna, Vicepresidente nazionale Confagricoltura, Roberta Conti, Titolare San Giorgio Società Agricola, Alberto Barbari, Program Director “Foodseed” e Regional VP Italy “Eatable Adventures” e Claudio Rambelli, Presidente Slow Food Lombardia.
A cura di Syngenta è invece il primo incontro pomeridiano, Open Science: dopo l’esperienza dello scorso anno, appuntamento a Palazzo della Ragione alle 14.30 con Massimo Scaglia, Amministratore Syngenta Italia, Mauro Coatti, Technical Support Head Syngenta Italia, Francesco Manca, imprenditore agricolo e Luca Montanarella, componente del Joint Research Center della Commissione Europea per proseguire il viaggio sul tema dell’Agricoltura Rigenerativa e raccontare le esperienze concrete portate avanti dal alcune aziende del settore, tra traguardi e criticità affrontate.
Come da tradizione, infine, in programma alle 17 al Teatro Bibiena l’inaugurazione ufficiale dell’ottava edizione: a partecipare saranno Alberto Cortesi, Presidente di Confagricoltura Mantova, Alessandro Beduschi, Assessore all’Agricoltura Sovranità Alimentare e Foreste di Regione Lombardia e Mattia Palazzi, Sindaco del Comune di Mantova, presentati da Alberto Agliotti, FRAME-Divagazioni scientifiche per il tradizionale taglio del nastro; il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, in collegamento,e il Presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, moderati in dialogo dal direttore de “Il Foglio” Claudio Cerasa; Caterina Avanza, Responsabile agricoltura per Azione, Roberto Cota, Forza Italia, Angelo Ciocca, Europarlamentare per Lega, Michele Antonio Fino, Professore associato di Fondamenti del Diritto Europeo nell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Carlo Fidanza, Europarlamentare Fratelli d’Italia, Silvia Fregolent, Senatrice Italia Viva, capogruppo commissione Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica e Irene Tinagli, Presidente della Commissione Problemi Economici e Monetari del Parlamento Europeo, vicesegretaria vicaria del Partito Democratico, che moderati da Emiliano Audisio, FRAME-Divagazioni scientifiche, risponderanno alla domanda In che direzione va l’Europa? in ambito agroalimentare, e Deborah Piovan, presidente della Federazione Nazionale Proteoleanginose di Confagricoltura, a cui sarà consegnato il premio “Agricoltura mantovana”, presentata da Beatrice Mautino, FRAME-Divagazioni scientifiche.
E INOLTRE…
Non solo conferenze e panel di approfondimento, ma anche mostre, installazioni e laboratori. Tra questi, Spazi gustosi, l’installazione a cura del dipartimento di Design del Politecnico di Milano in via Goito, i laboratori Smogville. Fino all’ultimo respiro a cura di Fondazione Umberto Veronesi alla Loggia del grano, Bilanciamoci, in Piazza Erbe, a cura di Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, Bio-detective, a cura di Multiversi e in collaborazione con Regione Lombardia in Piazza Leon Battista Alberti e Una goccia alla volta!a cura di Alkémica Cooperativa Sociale onlus in collaborazione con Gruppo Tea in Piazza Erbe.
Degustazioni gustose quelle a cura di Consorzio Tutela Grana Padano (Grana Padano DOP: un tesoro da mangiare) in Piazza Concordia, Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano (A scuola di Parmigiano Reggiano) in Piazza Marconi e Granarolo (The Milk show – Giochi e laboratori sulla magia del latte) in Piazza Leon Battista Alberti.
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Taglio del nastro per l’ottava edizione del Food&Science Festival che inaugura oggi ufficialmente. Interviene in collegamento il ministro Francesco Lollobrigida
17 maggio 2024. Dal palco del Teatro Bibiena si è ufficialmente aperto il Food&Science Festival, che fino a domenica 19 renderà Mantova il centro del dialogo sugli Intrecci tra agricoltura, cibo e scienza. Promossa da Confagricoltura Mantova, ideata da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzata da Mantova Agricola, la tre giorni mantovana aggiunge un ulteriore tassello, l’ottavo, in direzione della promozione di quell’approfondimento aperto, scientificamente accurato e inclusivo intorno al settore primario e alle sue innovazioni – l’ultima, su tutti i giornali, quella del trapianto di un riso geneticamente modificato con le nuove tecniche di editing genomico – di cui è pioniera e che dal 2017 continua a sviluppare coinvolgendo ogni anno scienziati, esperti di settore, esponenti delle istituzioni, divulgatori e professionisti nazionali e internazionali.
A partecipare all’inaugurazione dell’edizione 2024 anche il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, in collegamento video, in dialogo con il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, moderati dal direttore de “Il Foglio” Claudio Cerasa.
“Abbiamo la possibilità di superare gli squilibri di mercato facendo sintesi sugli obiettivi che ci poniamo – ha dichiarato Giansanti – Per questo dobbiamo costruire modello agricolo per i prossimi vent’anni, tutti insieme, basandoci su innovazione, digitalizzazione, capacità di vincere lo stress causato dal cambiamento climatico” ha proseguito, evidenziando poi il ruolo del Festival come motore di innovazione e dialogo. “Sono soddisfatto che a Mantova abbia dato il via a una nuova visione di agricoltura con il Food&Science Festival, a cui non sono mai mancato. E la sperimentazione del riso a Pavia dimostra che la Lombardia sia all’avanguardia da questo punto di vista”.
Come da tradizione, sul palco per i saluti di apertura e il taglio del nastro, presentati da Alberto Agliotti (FRAME-Divagazioni scientifiche). il presidente di Confagricoltura Mantova Alberto Cortesi, che ha espresso grande soddisfazione per la strada percorsa dalla manifestazione, ormai un punto di riferimento e un unicum in Italia, l’Assessore all’Agricoltura, alla Sovranità Alimentare e alle Foreste di Regione Lombardia Alessandro Beduschi, che in più occasioni ha raccontato di come il Food&Science Festival abbia dato un impulso al progresso e alle tecnologie in campo agricolo, proprio a partire dall’uso delle TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita), e il Sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, sostenitore del Festival fin dalla prima edizione, da sempre convinto del valore scientifico e culturale rivestito per la città e il territorio tutto.
Tra i momenti in scaletta, la consegna del Premio “Agricoltura Mantovana” a Deborah Piovan, Presidente della Federazione Nazionale Proteoleginose di Confagricoltura, presentata da Beatrice Mautino (FRAME-Divagazioni scientifiche) che sul palco, proprio con l’occasione dell’avvio della sperimentazione delle TEA in Italia, ha ripercorso gli intrecci sviluppati in questi otto anni di Festival sul tema tra agricoltori, scienziati e divulgatori, che insieme hanno contribuito, e continueranno a farlo, a costruire un dialogo positivo e costruttivo attorno a questo e altri temi di interesse e attualità.
Infine, il panel a più voci tra Caterina Avanza (Responsabile agricoltura per Azione), Angelo Ciocca (Europarlamentare per Lega), Michele Antonio Fino, (professore associato di Fondamenti del Diritto Europeo nell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo), Carlo Fidanza (Europarlamentare Fratelli d’Italia), Silvia Fregolent (Senatrice Italia Viva, capogruppo commissione Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica) e Irene Tinagli (Presidente della Commissione Problemi Economici e Monetari del Parlamento Europeo, vicesegretaria vicaria del Partito Democratico), moderati da Emiliano Audisio (FRAME-Divagazioni scientifiche) a confronto sulle politiche agricole e il futuro del settore nel contesto europeo.
Dopo l’inaugurazione di oggi, interrotta per qualche minuto dalle proteste di alcuni componenti di associazioni animaliste, domani il Festival entra nel vivo degli oltre 140 appuntamenti – tra cui quello con Vittoria Brambilla, botanica all’università degli Studi di Milano, a capo del team che ha ottenuto la nuova varietà di riso, Federico Radice Fossati, Mario Pezzotti e Oana Dima, executive manager dell’EU-SAGE, il network che raccoglie gli scienziati per l’editing di più di 100 istituzioni europee – in cui esplorare scienza e cibo attraverso le lenti della tecnologia, dell’ambiente, della ricerca, della produzione alimentare e non solo: dialoghi, conferenze, laboratori, mostre, degustazioni, spettacoli, panel a più voci e visiteguidate per continuare ad approfondire la scienza che è alla base e gira intorno all’alimentazione.
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Si chiude oggi il Food&Science Festival 2024, che festeggia il successo dell’ottava edizione e dà già appuntamento alla nona.
19 maggio 2024. Con più di 140 appuntamenti seguitissimi e diversi sold-out si chiude oggi il Food&Science Festival, l’appuntamento promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME-Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola ormai immancabile nell’agenda delle manifestazioni di maggior rilievo. Arrivato all’ottava edizione, il Festival contribuisce a indirizzare e sviluppare il dibattito nazionale attorno al settore primario e al suo legame con scienza, ricerca e innovazione,– l’ultima, su tutti i giornali, quella del trapianto di un riso geneticamente modificato con le TEA, le nuove tecniche di editing genomico, di cui al Festival si è sempre discusso e si continua a parlare ancora durante alcuni degli eventi di oggi – promuovendo un dialogo costruttivo, scientificamenteaccurato e inclusivo attorno ai temi di maggior rilievo e attualità.
Un impegno portato avanti con determinazione e costanza, come spiega il presidente di Confagricoltura Mantova Alberto Cortesi: “Il Festival continua a promuovere, e continuerà a farlo, un dialogo aperto e inclusivo, anche su posizioni divergenti e idee distanti dalle nostre, che è insieme la nostra cifra distintiva e la chiave di un successo che cresce anno dopo anno. In un momento di incertezza geopolitica in cui emergono nuovi player a cui rispondere, come il Brasile e la Cina, attraverso il Food&Science Festival sentiamo di fare la nostra parte per indirizzare l’agenda di settore. Lo abbiamo fatto con le TEA, accendendo le luci del dibattito politico sulla necessità della ricerca in questo settore e ne festeggiamo quest’anno i risultati: è un’attestazione importante del lavoro che stiamo facendo e che ha sottolineato anche l’Assessore Beduschi dal palco del Teatro Bibiena”.
Anche quest’anno Mantova ha accolto più di 160 ospiti tra scienziati, esperti di settore, esponenti delle istituzioni, divulgatori e professionisti nazionali e internazionali che hanno incontrato il pubblico della città e quello arrivato per seguire gli eventi, condividendo visioni plurali, esperienza e conoscenze, in un clima sempre festoso e coinvolgente.
“Il Food&Science Festival si è confermato ancora una volta un evento di altissimo valore, capace di attrarre un pubblico vasto e di ogni età, dai professionisti del settore agli appassionati di scienza e agricoltura fino ai più giovani e agli studenti” dichiara in proposito Mattia Palazzi, sindaco di Mantova. “Un ringraziamento speciale va a tutti i partecipanti, agli organizzatori, ai volontari e ai cittadini di Mantova che hanno reso possibile questo straordinario evento. La nostra città si è confermata centro nevralgico del dialogo tra agricoltura, cibo e scienza e ha dimostrato, ancora una volta, di saper accogliere e promuovere iniziative di grande respiro culturale e scientifico, contribuendo a costruire un futuro più innovativo e sostenibile”.
Un pubblico interessato e attento, che ha seguito il Festival anche sui social: nei giorni del Festival e nel mese precedente la copertura su Facebook e Instagram ha raggiunto oltre 1 milione e 200 mila utenti complessivi, vedendo Instagram sfiorare la quota di 900 mila impression, con una crescita costante delle interazioni e dei follower, mentre X e TikTok hanno registrato, rispettivamente, circa 10 mila e 15 mila visualizzazioni.
Gli intrecci del Food&Science Festival, tema di questa edizione, hanno permesso di stabilire collegamenti e intessere legami tra temi tanto diversi quanto connessi, tutti analizzati attraverso le lenti della scienza, della sostenibilità, della produzione e del consumo alimentare: tra i molti, ne hanno parlato le due ospiti internazionali di questa edizione, la columnist del “Washington Post” Tamar Haspel e l’executive manager dell’EU SAGE network (il network europeo degli scienziati che lavorano sul genome editing) Oana Dima,le ricercatrici Silvia Massa e Roberta Paradiso, insieme sul tema della coltivazione di piante in orbita, Roberta Sonnino, docente dell’Università del Surrey, interpellata su possibili sistemi alimentari sostenibili alternativi, Michele Antonio Fino, docente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo sulle fake news che circondano il vino e il mercato vinicolo, Vittoria Brambilla botanica all’università degli Studi di Milano, a capo del team che ha ottenuto l’autorizzazione al trapianto della nuova varietà di riso ottenuto con le TEA, il Ris8imo, il direttore del dipartimento di nutrizione per la salute e lo sviluppo dell’OMS Francesco Branca e il Premio Nobel per la Pace per le ricerche condotte sul cambiamento climatico Riccardo Valentini, protagonisti di incontri che hanno catturato l’attenzione di tutti i partecipanti.
Non solo: grande attesa per gli incontri del vicedirettore de “Il Post” Francesco Costa, per cui fin dalle 9 di mattina il pubblico si è messo in coda davanti al , per il dialogo tra il chimico e divulgatore scientifico Dario Bressanini e lo sceneggiatore di fumetti Tito Faraci, anche questo uno dei molti sold-out, come anche per il viaggio tra i piatti senza frontiere di Alessandro Marzo Magno, quello tra le notizie del giorno raccontate dai giornalisti scientifici Roberta Villa e Marco Ferrari e quello tra le note e la danza che hanno incantato Piazza Sordello durante lo spettacolo del sabato sera Note verticali! con l’Ensemble dell’Orchestra da Camera di Mantova e la compagnia di danza verticale Il Posto, in collaborazione con Trame Sonore.
Proposte multidisciplinari e occasioni per scoprire o riscoprire tipicità e segreti del territorio, tra presente e passato, come nel caso delle visite guidate realizzate in collaborazione con Confcommercio, Confesercenti e Confguide Mantova e del viaggio in una cucina medievale realizzato con il sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana, concentrarci sulle nostre abitudini di consumo, grazie al Politecnico di Milano – che partecipa con alcune iniziative sviluppate nell’ambito del progetto di ricerca PNRR Onfoods – Research and Innovation for Sustainable Food and Nutrition, e sulle evoluzioni del nostro modo di abitare e coltivare la terra, ad esempio sperimentando in prima persona cosa voglia dire fare un orto grazie alla Regione Lombardia con l’iniziativa Verde in Movimento, costruisci il tuo BioOrto da passeggio (a cura di HORTUS. Agricoltura Sociale).
Riflessioni attuali e necessarie, sviluppate anche negli appuntamenti che hanno coinvolto i main partner del Festival, come Syngenta, a Mantova con gli immancabili Open Science e Happy Science Hour, insieme a ricercatori e divulgatori, ma concentrata anche sul binomio tra ricerca pubblica e privata e il Gruppo Tea, che ha messo in relazione sostenibilità e consumo idrico responsabile durante il panel Goccia a goccia e coinvolgendo il pubblico nel laboratorio Una goccia alla volta (a cura di Alkémica Cooperativa Sociale onlus). E parlando di laboratori, impossibile non citare i tantissimi che hanno coinvolto i due consorzi sempre accanto al Food&Science Festival: il Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano che a Mantova ha anche festeggiato il 90esimo anniversario della propria nascita, esplorando le caratteristiche nutrizionali del Parmigiano Reggiano e scoprendo le tecnologie che hanno portato al suo miglioramento, e il Consorzio Tutela Grana Padano, che ha esplorato le radici gastronomiche dei piatti della tradizione mantovana, mettendo sempre al centro il formaggio Grana Padano, durante uno speciale Show Cooking in cui immergersi nella cultura gastronomica locale e assaporare i suoi tesori più preziosi.
Occasioni per gustare prodotti e tipicità anche quelle offerti da Levoni durante il Viaggio gastronomico tra due fette di pane e nell’universo della pizza, da Granarolo con i laboratori per meravigliarsi davanti alla Magia del latte, e da Assoprol e Costa d’Oro che hanno portato il pubblico a dare Olio, al palato. Alimentazione al centro ma da punti di vista diversi, durante gli incontri a cura di UniCredit, che nel primo giorno di Festival è tornata con al Festival con l’Agrifood EXPerience, durante il quale i tanti relatori coinvolti hanno potuto concentrarsi sulle prospettive e le opportunità del settore agroalimentare, Inalca, che si è concentrata sull’agricoltura rigenerativa per ridurre l’impatto ambientale della zootecnia, e di Federchimica – Agrofarma e Federchimica – Aispec, che hanno invece portato avanti un’occasione di debunking smontando le fake news, dal campo al piatto.
Il Festival prosegue ancora nel pomeriggio con moltissimi appuntamenti e dà appuntamento a maggio 2025 con la nona edizione.
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Da otto anni a questa parte, il Food&Science Festival si conquista uno spazio sempre più importante nell’ambito della comunicazione di quel vivacissimo spazio di discussione tra agroalimentare e scienza, anticipando tendenze e ragionamenti nella discussione pubblica degli anni a venire.
Questa ottava edizione si svolge dal 17 al 19 maggio 2024 e diversi eventi sono in contemporanea, per cui li si citerà in maniera non sistematica.
La manifestazione gode sempre più del sostegno dell’ambizioso tessuto economico mantovano: l’inaugurazione quest’anno – al Teatro Scientifico del Bibiena – è stata influenzata dalle prossime elezioni europee.
Presentati da Alberto Agliotti, sono intervenuti il Presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi, Alessandro Beduschi, Assessore all’Agricoltura, alla Sovranità Alimentare e alle Foreste di Regione Lombardia, quindi il Sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, e poi il Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in dialogo infine col Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, con la moderazione di Claudio Cerasa.
L’intervento di Lollobrigida ha visto l’arrivo di alcuni attivisti animalisti, che dal balcone del Teatro Bibiena hanno esposto uno striscione, protestando contro la manifestazione. Con la loro interruzione non è stato possibile intendere gran parte del discorso del Ministro.
Dopo il taglio del nastro, è seguito uno spazio di rapido confronto sulla direzione che sta prendendo l’Europa: Caterina Avanza (Azione), la senatrice Silvia Fregolent (Italia Viva), e gli europarlamentari Angelo Ciocca (Lega), Carlo Fidanza (Fratelli d’Italia) e la Presidentessa della Commissione Problemi Economici e Monetari del Parlamento Europeo Irene Tinagli (Partito Democratico).
Infine, un intervento del professor Michele Antonio Fino.
Al di là delle diverse posizioni sui temi trattati, il punto di partenza è la consapevolezza che ormai il settore agroalimentare è forte, di primissimo piano e trainante nell’economia del nostro Paese, nonostante le tante crisi di questi anni. La posizione di forza italiana non è però un dato da dare per scontato, viste le difficoltà e la la forza crescente di Paesi emergenti nel settore e la complessità delle sfide nell’attuale quadro geopolitico.
Il settore può anche mostrare la sua sensibilità verso temi ambientali e di valorizzazione del territorio: il dato delle risorse rinnovabili è ormai acquisito e punta a nuovi obiettivi, mentre l’agricoltura con l’indotto a monte e a valle permette la vita nei territori lontani dalle città, nella gestione delle aree interne. Confagricoltura ha sottolineato come siano sue grandi battaglie quelle della transizione energetica e ambientale e d’altra parte ci si è chiesti, “chi più degli agricoltori ha interesse alla sostenibilità ambientale?” Gli eventi di queste settimane, i problemi legati ai rischi del cambiamento climatico testimoniano come la preoccupazione sia giusta. Similmente, anche il ripristino delle foreste è una priorità.
Altre sfide: quella dell’incentivare i produttori virtuosi, quella delle infrastrutture digitali, del far valere le proprie ragioni in Europa, dell’idea di one health, sintetizzata nel finale proprio da Giansanti: Cibo buono = salute.
A seguire, l’intervento di Beatrice Mautino ci ha parlato di genetica agraria, altro tema che sta trovando rilevanza sui giornali proprio in questi giorni. In conclusione, il Premio Agricoltura Mantovana, consegnato a Deborah Piovan.
Gallery della prima giornata con foto di Giuseppe Fraccalvieri
Nella seconda giornata di sabato 18 maggio si comincia con la rassegna stampa, con Marco Ferrari e Roberta Villa. I temi della giornata erano tanti e nel complesso permettono di cogliere gli ultimi sviluppi in ambito agroalimentare, sotto le più varie sfaccettature.
Nel panel Piante in orbita, con la ricercatrice ENEA Silvia Massa e la docente dell’Università di Napoli Roberta Paradiso, si è andati proprio a parlare di uno di questi sviluppi, tra i più recenti e importanti. Si comincia sfatando un pregiudizio duro a morire, quello per cui le attività nello spazio siano prive di utilità pratica; è in realtà da sempre vero il contrario, ma in questo caso le relatrici hanno sottolineato come le tecnologie qui applicate possano avere un’immediata ricaduta a terra.
La docente ha spiegato come lo “space food” abbia fatto grandi progressi negli ultimi anni, rispetto a quando poteva essere, ad esempio, in un formato simile a quello del dentifricio (l’esigenza di fondo è quella di un cibo che non venga aspirato o finisca dove non deve finire). Oggi arrivano in orbita anche caffè e insalata, grazie alle tecnologie italiane, e questo è un grande conforto psicologico per gli astronauti, per quanto questi ultimi non possano lì percepire i sapori.
La ricercatrice è invece partita dal presupposto delle condizioni ostili nelle quali operano gli astronauti, a rischio di malattie degenerative e neoplastiche, con alterazioni nel gusto, nell’olfatto, nel calcio delle ossa. Le piante, ad esempio i pomodori, vanno a tamponare queste problematiche.
Dall’altra parte le piante “in orbita” si trovano a dover fornire il maggior output possibile a fronte di un minor input; le piante sono quindi più piccole di quelle di partenza. Si fa strada anche il concetto di food without field, cioè di cellule vegetali coltivate in laboratorio e non nel campo (similmente al concetto di carne coltivata, e anzi i vegetali si prestano anche meglio allo scopo).
Le tecnologie comunque maturano continuamente, e con la roadmap per il ritorno sulla Luna nel 2030, con missioni umanizzate, sappiamo che il nostro satellite sarà una tappa importantissima per le prime vere coltivazioni in situ di piante. Nel frattempo, le coltivazioni nella bassa orbita terrestre sono già realtà, e possiamo coltivare in condizioni diverse rispetto a quelle solite, addirittura sostituendo alla luce solare una luce LED adatta.
A Palazzo della Ragione si parla invece della rivoluzione del cibo, in particolare con riguardo ai sistemi alimentari. Diamo sempre per scontato, infatti (e questo era persino più vero in passato) che quello attuale (con una base capitalista e consumista) non sia alterabile.
L’altro presupposto essenziale da considerare è che il vero costo del cibo non è il prezzo, ma il complesso di costi sociali e ambientali che derivano dalle produzioni (per cui un prodotto che costa poco sugli scaffali può avere un impatto gravissimo per altri versi). Ripensare il cibo e il sistema alimentare è perciò una necessità, perché questi sistemi non si sono rivelati resilienti, ma al contrario molto fragili: ne abbiamo avuto una dimostrazione proprio durante la pandemia.
Di questi temi fondamentali ha parlato la professoressa Roberta Sonnino, da 30 anni nel Regno Unito.
Lo sforzo che dobbiamo fare tutti insieme è quindi quello di pensare al cibo come sistema, che in un sistema capitalista come il nostro risulta in un intreccio di relazioni di potere. C’è da capire che la fame nel mondo non è mai un problema isolato, ma un sintomo di problemi socio-ecologici più ampi. Non si può perciò intervenire in maniera isolata ma in maniera sistemica.
E non si tratta di teoria in astratto, ma esempi ne vediamo nelle città, e anche a Mantova. Sono difatti innanzitutto le città che rispondono alla crisi, che magari hanno già assessori dedicati al cibo.
Esempi europei vengono da Riga (col gas da rifiuti sfruttato nelle serre, esempio di economia circolare) e da Lisbona (dove gli orti urbani risollevano dalla povertà), dove questi luoghi innovativi diventano centri di aggregazione.
Siamo talvolta di fronte a un nuovo localismo, che vede a Barcellona un Parco Agricolo che fa da contraltare all’espansione urbana, mentre a Berlino si cerca di riconnettere la città con la campagna, con una strategia alimentare ben precisa.
Un localismo che vede d’altra parte il problema dell’inerzia dei governi dei diversi Paesi nella politica alimentare, un’inerzia che dovrebbe invece muovere verso investimenti nelle infrastrutture, verso sforzi di regolamentazione e legislazione.
La trasformazione del sistema alimentare diventa insomma processo di democratizzazione.
Nella seconda parte del segmento, Marta Corubolo (che si occupa di design applicato anche all’alimentazione e alla sostenibilità), ha delineato scenari alimentari alternativi, reti alimentari alternative future. Anche qui gli esempi sono concreti, come quello della spesa sospesa. Milano si mostra come città che ragiona sul cibo da dieci anni, con dati positivi.
Un numero importante delle conferenze della giornata son state (più o meno esplicitamente) dedicate al problema delle fake news in ambito agroalimentare. Un problema che si ripresenta spesso e volentieri nella vita di tutti noi.
Si è parlato di infoxication nello spazio presentato da Beatrice Mautino e con relatore Andrea Pezzana, direttore della Struttura complessa di Nutrizione clinica della ASL di Torino. Le premesse qui son state molte, a partire dalla dieta mediterranea che non ci appartiene più, nonostante i proclami, fino alla malnutrizione, che può essere per eccesso, per difetto, o per deficit di determinati nutritivi.
Il cibo è un imbuto nel quale confluiscono tante criticità del nostro tempo e le fake news son sempre in agguato: una ricetta per difendersi richiede rispetto, sensibilità, attenzione.
Parla da sé il titolo del panel tenuto al Teatro Bibiena dalla giornalista Tamar Haspel, nutrire il dubbio: e in effetti, in un’epoca di polarizzazione sempre più estrema, il suo intervento è una boccata di aria fresca che ci invita a metterci in gioco e ad avere un atteggiamento costruttivo verso gli altri, specie verso chi la pensa in maniera diametralmente opposta rispetto a noi.
Tamar Haspel “parla solo di cose che comprende”, e lo fa in maniera che è al contempo brillante e non banale. Ci mostra esempi per i quali la gente non cambia idea quando le vengono presentati i fatti. A cominciare dal cambiamento climatico: quanto più ne sappiamo, tanto più cresce la polarizzazione. Similmente abbiamo visto fenomeni del genere coi vaccini.
La scienza non ti protegge in questo: quello che si può fare invece è cercare di costruire un dialogo.
Ci ha condotto invece in un viaggio al femminile in una cucina medievale la professoressa e storica medievista Gabriella Piccinni, accompagnata da Roberta Villa. È importante parlare di Medioevo e di donne senza pregiudizi su quell’epoca, ma basandosi su quello che davvero quel tempo ci racconta.
Ne vien fuori un quadro che a partire dal focolare, grande luogo di trasmissione, ci racconta di donne che non erano chiuse in casa, che potevano venire apprezzate anche per le loro doti intellettuali, che erano attive nel mondo economico e avevano dei loro spazi. È un mondo fatto anche di scienza, che ci permette di cogliere anche peculiarità del nostro Paese, come il gusto per l’amaro che potrebbe derivare proprio dalla ricerca delle erbe da parte delle donne.
Nell’incontro – sempre sul tema delle fake news – che ha visto Beatrice Mautino insieme al duo di divulgazione Il chimico sulla tavola e a quello di carattere cognitivo Non è la zebra. Focus su quegli articoli di giornale che hanno affrontato temi in ambito agroalimentare in maniera sensazionalistica o fornendo informazioni erronee.
Non poteva mancare l’Happy Science Hour in ambito agroalimentare con i divulgatori Simone Angioni, Marco Martinelli, Stefano Bertacchi e Ruggero Rollini, e il giro tra i negozi della città di Mantova con la scienza dei retrobottega, protagonisti anche quest’anno Roberto Cighetti, Chiara Ferrari e Fiorenza Lodi.
Bel tempo anche nella terza e ultima giornata del Festival, domenica 19 maggio, al Teatro Bibiena c’è la fila per il giornalista Francesco Costa coi colleghi del Post Emanuele Menietti e Beatrice Mautino. Una chiacchierata che riprende grosso modo i temi che Costa presenta nel suo podcast e sul suo canale YouTube. Per i fan più sfegatati l’occasione di vederlo dal vivo, per tutti gli altri sicuramente uno spaccato non banale né stereotipato sugli Stati Uniti, con una certa attenzione per il cibo locale.
Nel panel sulla mitologia gourmet, con Sara Porro e la semiologa Simona Stano, si è andati a trattare l’evoluzione negli ultimi decenni del nostro modo di vedere il cibo.
Sempre al Bibiena fila interminabile per Dario Bressanini, che – insieme al grande sceneggiatore Tito Faraci – ha mescolato le sue grandi passioni, trattando il tema del cibo nei fumetti.
Si è parlato del senso del gusto (nell’uomo come negli animali) invece con la professoressa Gabriella Morini e il ricercatore Davide Risso. Un tema di grande estensione che spazia dall’abitudine al piccante, all’umami, fino all’esperienza spiacevole del COVID-19.
Il duo Il chimico sulla tavola ha poi trattato del mangiare per non mangiare, ovvero di tutti quei modi che abbiamo oggi (molto più che in passato) per avere un cibo ad esempio meno calorico.
A Piazza Leon Battista Alberti si è passati dal parlare della pera mantovana con la dottoranda Silvia Falasco, fino alla storia del maiale e del suino mantovano in particolare. In questo secondo incontro con Gian Luigi Restelli di Levoni, nuovo intervento degli attivisti animalisti.
Con i professori Devis Bellucci e Piero Martin si prova a riguadagnare una parte del senso della natura umana attraverso la cultura dell’errore, invece.
Il festival si è concluso col trio Simone Angioni, Stefano Bertacchi e Ruggero Rollinii, che hanno risposto alle domande e alle curiosità del pubblico sulla plastica.
Comunicazioni ufficiali (tutto tranne il racconto del festival e immagini (ove non indicato diversamente) dall’Ufficio Stampa Ex Libris Comunicazione, Food & Science Festival.
Pubblicata su «Nature Communications» una ricerca dell’Università di Padova che dimostra che i frutti impollinati da animali hanno una qualità superiore del 23%.
Gli organismi impollinatori sono fondamentali per la riproduzione di molte specie di piante, incluse molte colture utilizzate nell’alimentazione umana, come frutta e verdura.
In ambienti temperati, gli impollinatori sono soprattutto insetti come api, farfalle, molti ditteri e alcuni coleotteri, mentre nelle regioni tropicali e subtropicali gli impollinatori includono anche uccelli, pipistrelli e alcuni mammiferi.
Negli ultimi decenni si sta assistendo a un declino globale della diversità e dell’abbondanza di molte specie di impollinatori e per questo motivo gli sforzi in ambito scientifico si sono concentrati sulla quantificazione dell’importanza di questi organismi in agricoltura, con la pubblicazione di numerosi studi sperimentali sul loro effetto su resa, stabilità della produzione e qualità delle colture.
L’impollinazione: animale, “naturale” è meglio: in foto, api. Foto di Elena Gazzea
La ricerca dal titolo Global meta-analysis shows reduced quality of food crops under inadequate animal pollination, appena pubblicato sulla rivista «Nature Communications» da Elena Gazzea e Lorenzo Marini del Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse Naturali e Ambiente (DAFNAE) dell’Università di Padovasi è posta l’obiettivo di quantificare, per la prima volta su scala globale, l’effetto degli impollinatori sulla qualità delle colture attraverso una meta-analisi, una tecnica statistica che permette la sintesi quantitativa della letteratura esistente su un tema.
I dati sono stati raccolti tramite una ricerca bibliografica sui principali database di pubblicazioni scientifiche: sono stati utilizzati i dati di 190 studi indipendenti condotti in 48 paesi del mondo e su 48 colture diverse. L’effetto dell’impollinazione animale è stato quantificato confrontando le differenze di qualità – forma, dimensione, aspetto, sapore e proprietà nutritive – dei frutti prodotti con e senza gli impollinatori.
Fragola. Difetti estetici di forma e dimensione derivanti da un’inadeguata impollinazione animale. Foto di Paolo Paolucci
I risultati indicano che l’impollinazione animale ha un ruolo fondamentale nel determinare la qualità delle produzioni agricole. I frutti impollinati da animali hanno in media una qualità migliore del 23%: ciò significa che quasi un quarto della qualità di un frutto dipende dalla presenza di animali impollinatori.
Questi ultimi influenzano positivamente soprattutto le caratteristiche organolettiche – come forma e dimensione – della frutta e della verdura e quelle legate alla loro durabilità dopo la raccolta, contribuendo invece in misura minore alle loro proprietà nutritive e al sapore. I benefici dell’impollinazione animale sulla qualità sono indipendenti dalle regioni geografiche e dalla specie di impollinatore. Le analisi dei dati hanno inoltre evidenziato segnali di impollinazione non ottimale, potenzialmente derivante dal declino degli impollinatori nei paesaggi agricoli, che potrebbe compromettere la qualità delle produzioni. Generalmente, però, l’utilizzo di impollinatori gestiti come l’ape mellifera, sia in campo che in colture protette, permette di mantenere la produzione di frutta e verdura della massima qualità.
Immagini esemplificative che mostrano come viene studiato l’effetto degli impollinatori sulla qualità delle colture negli esperimenti sintetizzati dalla ricerca. Da sinistra a destra: esclusione di impollinatori, impollinazione animale libera, impollinazione manuale. Foto di Elena Gazzea
«I risultati del nostro studio hanno delle implicazioni molto importanti per il settore agroalimentare – spiega Lorenzo Marini, autore dello studio –. La qualità dei prodotti alimentari non processati come frutta e verdura si basa su standard che sono legati soprattutto al loro aspetto estetico e alla loro durata di conservazione. La produzione di frutta e verdura che devia dalla normalità come conseguenza di un’impollinazione non ottimale ha delle ripercussioni su tutta la catena di produzione agricola, dal reddito degli agricoltori alla decisione del consumatore di acquistare o meno il prodotto».
Lorenzo Marini
La produzione di frutti imperfetti e poco durevoli, quindi, aumenta lo spreco di alimenti ricchi di sostanze nutritive e pesa sulla conversione di terre agricole che compensino la mancata produzione di qualità soddisfacente per il mercato agroalimentare.
«Il declino globale degli impollinatori minaccia non soltanto la resa e la sua stabilità spaziale e temporale, ma rischia anche di compromettere la qualità della produzione agricola. La relazione tra impollinazione animale e spreco alimentare è stata finora quasi ignorata dalle politiche agroalimentari, sebbene abbia delle importanti implicazioni economiche, sociali e ambientali, specialmente in un’epoca in cui c’è un consumo globale subottimale di alimenti ricchi di sostanze nutritive» spiega Elena Gazzea, prima autrice dello studio.
Elena Gazzea
Lo studio ha infine rilevato delle lacune nella conoscenza scientifica attuale, evidenziando alcune opportunità di ricerca futura per comprendere meglio le relazioni tra impollinatori e produzione agroalimentare sostenibile.
BIOSUVEG, COME COLTIVARE FRUTTA E VERDURA CON MENO ACQUA E FERTILIZZANTI
BIOSUVEG, progetto di ricerca europeo finanziato da EIT Food e coordinato dal Prof. Andrea Schubert, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, ha messo a punto un biostimolante innovativo che aiuta la crescita e la produzione delle piante in ambienti aridi.
La sostenibilità in agricoltura è un valore sempre più citato e ricercato, ma non sempre è facile identificare soluzioni che vadano in questa direzione mantenendo la soddisfazione dei consumatori. La riduzione dell’apporto di acqua e fertilizzanti è una componente essenziale della sostenibilità. Il cambiamento climatico ci pone di fronte a lunghi periodi di siccità in cui l’acqua diventa risorsa rara e costosa, mentre i fertilizzanti sono sempre meno disponibili per cause naturali e geopolitiche, come la guerra in Ucraina.
Il progetto di ricerca europeo BIOSUVEG, finanziato da EIT Food e coordinato dal Prof. Andrea Schubert, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, e che vede la collaborazione del PlantStressLab dell’Università di Torino e della start-up StrigoLab, ha messo a punto un biostimolante innovativo che aiuta la crescita e la produzione delle piante, in particolare quella del pomodoro, in ambienti meno ricchi di acqua e sostanze fertilizzanti.
I biostimolanti sono prodotti di origine naturale, somministrati a basse concentrazioni, che favoriscono specifici processi biologici e aiutano la crescita delle piante. Il principio attivo del biostimolante sviluppato nel progetto BIOSUVEG viene ottenuto attraverso un procedimento innovativo, brevettato da StrigoLab, e contiene strigolattoni, ormoni di recente scoperta, con i quali è possibile controllare la crescita e la resistenza allo stress combinato da siccità e carenza di elementi nutritivi nelle piante.
I ricercatori dell’Università di Torino e di StrigoLab stanno svolgendo le prove sperimentali necessarie a ottimizzarne la formulazione e le modalità d’uso, con la prospettiva di inserire sul mercato un prodotto innovativo ed efficace per l’agricoltura. L’obiettivo è di ottenere un incremento della produzione superiore al 10% in pomodoro e peperone in condizioni di ridotta disponibilità di acqua e di fosfato.
“La disponibilità di acqua – dichiara Andrea Schubert– sta diventando poco affidabile anche in zone temperate umide come la Pianura Padana, e i fertilizzanti fosfatici sono in via di esaurimento a livello mondiale. Sviluppare delle tecniche che mantengano la produzione anche quando queste risorse sono meno disponibili è una chiave della sicurezza alimentare per il futuro”.
Testo dall’Area Relazioni Esterne e con i Media dell’Università degli Studi di Torino