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Ridurre l’uso di risorse idriche e terra tramite diete sostenibili e salutari

Un modello innovativo suggerisce come riorganizzare i sistemi alimentari per proteggere l’ambiente e migliorare la salute umana: lo studio del Politecnico di Milano su Nature Sustainability.

Milano16 gennaio 2025 – È possibile alimentare il pianeta con diete salutari riducendo l’uso di terra e acqua? Uno studio condotto da ricercatori del Glob3science Lab del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano e pubblicato su Nature Sustainability, propone un modello globale per ottimizzare l’uso delle risorse agricole e idriche, rendendo sostenibile l’adozione della dieta di riferimento EAT-Lancet.

La dieta EAT-Lancet è un modello alimentare basato su principi scientifici che mira a migliorare la salute umana e ridurre l’impatto ambientale della produzione alimentare. Essa prevede un equilibrio tra cibi di origine vegetale, come cereali integrali, frutta, verdura, legumi e frutta secca, e una quantità limitata di alimenti di origine animale. Tuttavia, fino ad oggi, non era chiaro come il sistema cibo dovesse essere riorganizzato affinché tale dieta potesse essere adottata su scala mondiale senza compromettere le risorse naturali.

Utilizzando un modello agro-idrologico integrato con analisi di ottimizzazione, i ricercatori hanno esplorato sei scenari dietetici specifici per paese. La redistribuzione delle colture e il miglioramento dei flussi commerciali potrebbero ridurre del 37-40% le aree coltivate globali e del 78% il consumo di acqua per irrigazione, consentendo al contempo di soddisfare gli obiettivi nutrizionali della dieta EAT-Lancet.

Il modello evidenzia che l’adozione globale di questa dieta richiederebbe un aumento del commercio alimentare internazionale, portando la quota di produzione destinata all’export dal 25% al 36%. Sul fronte economico, si stima un aumento del 4,5% dei costi alimentari, a fronte di significativi benefici ambientali e nutrizionali.

Questo studio dimostra che è possibile garantire diete salutari e sostenibili per tutti, proteggendo le risorse fondamentali del pianeta” afferma la professoressa Maria Cristina Rulli, coordinatrice dello studio. “La nostra ricerca suggerisce che una redistribuzione intelligente delle colture e una migliore gestione dei flussi commerciali potrebbero migliorare l’efficienza dell’uso delle risorse agricole e idriche su scala globale. Tutto questo però, per essere messo in atto, ha bisogno sia di politiche adeguate che sostengano tale riorganizzazione del sistema cibo anche economicamente sia di accettazione e condivisione sociale, nonché di processi di co-creazione coi produttori locali per ciò che attiene la redistribuzione delle colture.”

Lo studio, disponibile su Nature Sustainability, offre una roadmap concreta per un futuro alimentare più equo e sostenibile.

L’8 novembre scorso, Maria Cristina Rulli del Glob3science Lab del Politecnico di Milano e Paolo D’Odorico dell’Università della California, Berkeley, sono stati insigniti del Prince Sultan Bin Abdulaziz International Prize for Water (PSIPW) presso le Nazioni Unite. Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato per le loro analisi innovative sul legame acqua-energia-cibo, che offrono soluzioni concrete per una gestione sostenibile delle risorse idriche, rispondendo alle sfide globali di un mondo in continua evoluzione.

 

Rulli, M.C., Sardo, M., Ricciardi, L. et al. Meeting the EAT-Lancet ‘healthy’ diet target while protecting land and water resources, Nat Sustain (2024), DOI: https://doi.org/10.1038/s41893-024-01457-w

Politecnico di Milano in Piazza Leonardo da Vinci. Foto di Mænsard vokser, CC BY-SA 4.0
Ridurre l’uso di risorse idriche e terra tramite diete sostenibili e salutari: uno studio pubblicato su Nature Sustainability. Politecnico di Milano in Piazza Leonardo da Vinci. Foto di Mænsard vokser, CC BY-SA 4.0

Testo e immagini dall’Ufficio Relazioni Media del Politecnico di Milano

Dai germogli della salicornia un aiuto per il fegato: l’estratto dei germogli di Salicornia europaea può contribuire a prevenire la steatosi epatica, conosciuta anche come “fegato grasso”

Lo studio dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista Antioxidants realizzato nell’ambito del progetto europeo  HaloFarMs

 

L’estratto dei germogli di Salicornia europaea può contribuire a prevenire la steatosi epatica, conosciuta anche come “fegato grasso”, una condizione frequente e spesso asintomatica che però in alcuni casi può arrivare a compromettere l’organo e la sua funzionalità. A rivelare gli effetti protettivi di questa pianta mediterranea sempre più amata dagli chef è uno studio dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista Antioxidants e condotto nell’ambito del progetto europeo HaloFarMs.

Lo studio è stato condotto su modelli animali.

Per la prima volta scienziati e scienziate hanno dimostrato che le foglie più giovani di salicornia hanno livelli significativamente più alti di composti bioattivi, come polifenoli totali, flavonoidi, flavonoli e antociani rispetto a quelle più vecchie.

“Alla luce di questi risultati, la salicornia emerge come un alimento prezioso da inserire nei pasti, soprattutto per coloro che soffrono di malattie cardiovascolari, disturbi epatici e steatosi”, commenta la professoressa Annamaria Ranieri dell’Università di Pisa.

La salicornia è una pianta alofita, capace cioè di vivere in terreni salini e marginali in condizioni proibitive per la maggior parte della vegetazione. Qui la salicornia esercita una importantissima funzione ecologica: la sua capacità di estrarre i sali dal suolo serve infatti a contrastare l’impoverimento idrico dei terreni. Basti pensare che attualmente circa 18 milioni di ettari nel mondo, che corrispondono al 25% del totale delle terre irrigate nell’area Mediterranea e al 7% della superficie totale del pianeta, sono colpite dal fenomeno della salinità.

“Oltre a questo fondamentale ruolo ecosistemico, la salicornia è quindi un alimento che può avere una funzione importante nella dieta – continua Ranieri – come emerge dalla nostra ricerca gli estratti di questa pianta testati su modelli animali evidenziando un recupero completo dalla steatosi epatica”.

Lo studio sulla salicornia si è svolto nell’ambito di HaloFarMs, un progetto finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca e dal Programma PRIMA, la Partnership per l’innovazione del settore idrico e agro-alimentare nell’area mediterranea promossa dall’Unione Europa con la partecipazione di 19 paesi

Alla base di HaloFarMs c’è l’idea di sviluppare e ottimizzare nuovi sistemi di agricoltura sostenibile basati sull’uso delle piante alofite. Oltre a desalinizzare il suolo, le alofite vengono studiate per impiegarle nell’industria cosmetica, alimentare e veterinaria. L’adozione da parte degli agricoltori dei risultati del progetto ha così l’obiettivo di diminuire la salinizzazione del suolo, aumentare le rese dei terreni senza esaurire le risorse di acqua dolce, e diversificare le fonti di reddito.

 

Riferimenti bibliografici:

Souid, Aymen, Lucia Giambastiani, Antonella Castagna, Marco Santin, Fabio Vivarelli, Donatella Canistro, Camilla Morosini, Moreno Paolini, Paola Franchi, Marco Lucarini, and et al. 2024. “Assessment of the Antioxidant and Hypolipidemic Properties of Salicornia europaea for the Prevention of TAFLD in Rats”, Antioxidants 13, no. 5: 596, DOI: https://doi.org/10.3390/antiox13050596

Salicornia europaea. Foto dallo stagno di Cagliari
Salicornia europaea. Foto dallo stagno di Cagliari, di Marco Vinicio Olla, CC BY-SA 3.0

Testo dal Polo Comunicazione CIDIC – Centro per l’innovazione e la diffusione della cultura dell’Università di Pisa.

Funghi simbiotici inoculati sui semi, ecco come difendere i terreni dalle erbe infestanti

Nelle serre dell’Università di Pisa riprodotti i funghi autoctoni che verranno distribuiti agli agricoltori dei paesi del progetto europeo GOOD.

Per difendere i terreni dalle erbe infestanti e ridurre l’uso di erbicidi c’è una tecnica che consiste nell’inoculare i funghi simbiotici sui semi delle cover crops, cioè le colture usate per proteggere i terreni dall’erosione e aumentare la sostanza organica. Al fine di promuovere questa pratica, ricercatori e ricercatrici dei laboratori di Microbiologia dell’Università di Pisa hanno riprodotto nelle serre del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali i funghi autoctoni di vari paesi europei da distribuire agli agricoltori. L’attività rientra nel progetto europeo GOOD (AGrOecOlogy for weeDs) che proprio a Pisa il 28 al 29 maggio scorsi ha riunito i vari partner per il primo meeting ufficiale.

I partecipanti al First Annual Meeting del Progetto Europeo GOOD - Agroecology for weeds.
I partecipanti al First Annual Meeting del Progetto Europeo GOOD – Agroecology for weeds

“Gli scienziati arrivati a Pisa da undici paesi europei (Belgio, Cipro, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Olanda, Portogallo, Serbia, Spagna) hanno potuto visitare la nostra serra sperimentale dove si trovano oltre settanta vasi contenenti le piante “trappola” che utilizziamo per riprodurre i funghi simbiotici che poi vengono inoculati per incrementare l’abilità competitiva delle cover crops verso le erbe infestanti”,

spiega la professoressa Alessandra Turrini del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Ateneo pisano.

I funghi simbiotici autoctoni riprodotti a Pisa saranno utilizzati per la concia del seme nei diversi living lab del progetto, dei veri e propri laboratori interattivi dove scienziati e scienziate portano avanti le ricerche insieme agli agricoltori.

L’obiettivo di GOOD è infatti trovare soluzioni innovative per gestire le erbe infestanti in Europa, aumentare la sostenibilità e resilienza degli agroecosistemi, promuovere la transizione agroecologica e ridurre la dipendenza dagli erbicidi, che rappresentano la seconda categoria di pesticidi più venduta in Europa.

Il meeting pisano è stato organizzato da docenti e staff del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali: Alessandra Turrini responsabile della Unità Operativa, Monica Agnolucci, Luciano Avio e Manuela Giovannetti, coadiuvati dai giovani collaboratori Matteo Bellanca, Eleonora Granata, Arianna Grassi e Irene Pagliarani.

Funghi simbiotici inoculati sui semi erbe infestanti  I partecipanti al First Annual Meeting del Progetto Europeo GOOD - Agroecology for weeds nella serra adibita alla riproduzione dei funghi simbionti autoctoni dei 16 Living Labs.
I partecipanti al First Annual Meeting del Progetto Europeo GOOD – Agroecology for weeds nella serra adibita alla riproduzione dei funghi simbionti autoctoni dei 16 Living Labs

Testo e foto dal Polo Comunicazione CIDIC – Centro per l’innovazione e la diffusione della cultura dell’Università di Pisa.

RICERCATORI DI UNITO SCOPRONO UN NUOVO MECCANISMO DI CONTROLLO DELLA FIORITURA CHE RIGUARDA GLI STRIGOLATTONI, ORMONI VEGETALI

Una ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences dimostra una nuova via di promozione della fioritura controllata dagli strigolattoni, ormoni vegetali da poco scoperti. La sperimentazione è stata condotta sulla pianta del pomodoro.

Un lavoro appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences USA, condotta da un gruppo di ricercatori e ricercatrici coordinati da Francesca Cardinale, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, ha indagato sull’effetto che l’ultima classe di ormoni vegetali in ordine di scoperta, gli strigolattoni, ha sulla fioritura. Il lavoro è stato condotto su una specie di grande interesse alimentare, il pomodoro, che è anche una pianta modello per studi molecolari.

La fioritura è una tappa fondamentale nello sviluppo della pianta, ed è un fattore cruciale sia negli ambienti naturali che nell’agricoltura. Per questi motivi è da sempre oggetto di studio, e c’è moltissimo interesse sui fattori interni alla pianta che le permettono di passare dallo stadio giovanile a quello adulto (una sorta di “pubertà”) aprendo la strada alla formazione dei fiori veri. Molti di tali fattori sono ormoni, piccole molecole mobili che influenzano l’attività di cellule e tessuti anche a distanza dal punto di produzione.

La ricerca ha dimostrato come gli strigolattoni siano in grado di promuovere la transizione della pianta dallo stadio giovanile a quello adulto, e lo sviluppo dei fiori.

“Ci occupiamo di queste molecole da diversi anni, da prima ancora che fossero identificate come ormoni”, spiega la Prof.ssa Francesca Cardinale, coordinatrice del gruppo di lavoro. “I primi effetti noti degli strigolattoni, che sono studiati ormai dagli anni ’60 del secolo scorso, sono in realtà associati a microrganismi e piante parassite presenti nella porzione di suolo intorno alla radice della pianta, la cosiddetta rizosfera. In questo spazio, in cui gli strigolattoni sono essudati dalle radici che li producono, essi vengono percepiti dai possibili partner, nei quali inducono cambiamenti che favoriscono l’interazione con la pianta – sia essa benefica o dannosa. Alla scoperta del loro ruolo ormonale, nel 2008, abbiamo cominciato ad investigare a fondo anche il loro ruolo in caso di stress ambientale, specialmente siccità. Durante questi studi, ci siamo accorti che piante di pomodoro geneticamente compromesse nella produzione di strigolattoni fiorivano poco e tardi, soprattutto in caso di stress. Abbiamo anche notato che il trattamento con strigolattoni di sintesi, o una iperattivazione della loro via biosintetica nelle foglie e fusto, portava a una fioritura precoce e più abbondante. Questa iperattivazione si può ottenere in maniera relativamente facile innestando un fusto in cui la produzione di strigolattoni è normale, su un portainnesto (radici) che invece sia difettoso. Il fusto percepisce la carenza radicale e attiva la produzione in loco; questa, a sua volta, stimola la fioritura”.

Partendo da queste osservazioni i ricercatori hanno cercato di capire più precisamente su quali tappe dello sviluppo riproduttivo si esercitasse l’azione degli strigolattoni, e dove si posizionassero nella rete molecolare di modulatori della fioritura. Si trattava di una via completamente nuova, o di una componente sconosciuta di vie già descritte? I difetti nella sintesi o percezione degli strigolattoni sono più evidenti in alcune specie come pomodoro, patata, petunia, alcune leguminose; come mai non succede la stessa cosa in altre specie?

“Abbiamo deciso di affrontare queste domande confrontando inizialmente l’espressione genica – specialmente per i geni correlati alla fioritura – in foglie di piante “normali” o con livelli ridotti di strigolattoni”, continua la Prof.ssa Francesca Cardinale. “Abbiamo così notato che alcune componenti specifiche erano alterate, e queste ci hanno fornito una prima pista di indagine; seguendola, siamo riusciti a gettare luce sulle principali connessioni tra questi ormoni e la rete di modulatori della fioritura noti, ormonali e non. Il quadro che ne deriva spiega anche probabilmente perché gli effetti sulla riproduzione sono più vistosi in certe specie: la carenza di strigolattoni, tra le altre cose, stimola la produzione delle gibberelline. E le gibberelline sono a loro volta ormoni con effetti diversi sulla fioritura a seconda della specie: in pomodoro la sfavoriscono, mentre in altre piante, come ad esempio il riso, la promuovono”.

La ricerca descrive un importante tassello nel controllo della fioritura in una pianta di interesse agronomico, e apre a sviluppi applicativi: ad esempio con pratiche di trattamento con strigolattoni contenuti in biostimolanti, o con l’adozione di specifiche combinazioni di innesto. Dato che gli strigolattoni sono anche importanti attori del processo di acclimatazione allo stress, sarà interessante valutare come questi tre fattori (stress, strigolattoni e fioritura) interagendo tra loro modellano la plasticità della pianta. In ultima analisi, infatti, è importante capire come le piante gestiscono il loro ciclo vitale sotto stress e come possiamo indirizzarne i processi, se vogliamo che continuino a fiorire e produrre per noi e l’ambiente pur confrontandosi con le temperature crescenti e l’incostante disponibilità di acqua a cui le stiamo obbligando.

strigolattoni fioritura fiori pomodoro
fiori di pomodoro

Testo dall’Ufficio Stampa Area Relazioni Esterne e con i Media Università degli Studi di Torino

FOOD&SCIENCE FESTIVAL: Intrecci – Ottava edizione | Mantova, 17 – 19 maggio 2024

Food&Science Festival: ecco l'ottava edizione dal 17 al 19 maggio 2024

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Food&Science Festival: ecco l'ottava edizione dal 17 al 19 maggio 2024 poster


Se il percorso è breve, significa anche che è migliore? Non è detto, soprattutto parlando di scienza. Mescolanze, ricombinazioni e contaminazioni determinano un continuo dialogo tra i saperi provocando accelerazioni, rallentamenti e deviazioni difficilmente prevedibili ma molto spesso positivi. È su questi fenomeni che riflette l’ottava edizione del Food&Science Festival, a Mantova da venerdì 17 a domenica 19 maggio, dedicata agli Intrecci tra alimentazione, scienza, agricoltura, tecnologia, ambiente e salute. Promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola, il Festival torna a dialogare con il proprio pubblico chiamando a raccolta scienziati, divulgatori, accademici ed esperti del panorama scientifico e culturale nazionale e internazionale per provare a immaginare il nostro futuro, a partire dal cibo.

Dalle conseguenze dell’emergenza climatica alla discussione sulle politiche agricole, dalla memoria di una forte tradizione produttiva alla nuova era della digital transformation, il viaggio nelle trame che legano settore agroalimentare e indagine scientifica si aprirà a incontri, tavole rotonde, focus tematici, eventi speciali, laboratori, mostre e visite guidate dove favorire l’incontro tra società, culture ed esperienze differenti attraverso la molteplicità di voci, prospettive e approcci creativi che contraddistinguono la manifestazione fin dalle sue prime edizioni.

Ad alternarsi nella tre giorni mantovana saranno professionisti di varie discipline che, insieme, dimostreranno con la propria presenza e il proprio lavoro la capillarità degli intrecci che legano settori diversi tra loro. Tra i molti, anche la columnist del “Washington Post” Tamar Haspel, che in un radicale cambio di vita è finita ad allevare ostriche a Cape Cod, Francesco Costa, giornalista e vicedirettore de “Il Post”, Oana Dima, executive manager del network europeo sull’agricoltura sostenibile tramite genome editing, il Premio Nobel per la Pace per le ricerche condotte sul cambiamento climatico Riccardo Valentini (in dialogo sabato alle 14.30 a Palazzo della Ragione con Alberto Mario Levi dell’Accademia Nazionale di Agricoltura), il chimico e divulgatore scientifico Dario Bressanini, Roberta Sonnino, docente di Sistemi alimentari sostenibili dell’Università del Surrey, Francesco Branca, direttore del dipartimento di nutrizione per la salute e lo sviluppo dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) di Ginevra, l’alpinista italiano Silvio Mondinelli, tra i pochissimi scalatori ad aver raggiunto tutte le quattordici vette più alte del mondo senza l’uso di ossigeno supplementare, e la food writer Sara Porro, vincitrice con Joe Bastianich del premio Bancarella della Cucina.

Non solo: animatori degli eventi speciali, parteciperanno anche i giornalisti scientifici Marco Ferrari e Roberta Villa, conduttori della Rassegna Stampa più amata di Mantova (venerdì e sabato, ore 9.30, Loggia del Grano), e Ruggero Rollini, YouTuber e divulgatore, “padrone di casa”, anzi di divano, su cui sabato e domenica intervista gli ospiti tra un incontro e l’altro.

Una molteplicità di prospettive su temi ampi e diversi in cui scienza e alimentazione si aprono a riflessioni su clima e tutela del suolo (con il vincitore del Glinka World Soil Prize della FAO Luca Montanarella), religione (con Giovanni Pernigotto, della Diocesi di Mantova), diritto (con Michele Fino, docente di Fondamenti del Diritto Europeo), psicologia (con la docente di psicologia dei consumi e della salute Guendalina Graffigna), chimica (con i divulgatori della pagina Il chimico sulla tavola, che smaschera tutti i falsi tentativi del mangiare per non mangiare, tra cibi “a zero calorie” e alimenti “light”, domenica alle ore 14.30 a Palazzo della Ragione), biodiversità (con Gabriele Guidi, comandante dei Carabinieri Forestali Forlì-Cesena, Federico Magnani dell’Università di Bologna e Gilmo Vianello, vicepresidente Accademia Nazionale di Agricoltura, sabato alle ore 15.15 a Palazzo della Ragione) e molto ancora.

Anche quest’anno l’inaugurazione ufficiale – alla presenza anche del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, in dialogo con il Presidente nazionale Confagricoltura Massimiliano Giansanti – avrà luogo venerdì alle ore 17 e vedrà alternarsi sul palco del Teatro Bibiena, la più prestigiosa cornice della manifestazione, esponenti del mondo politico e delle istituzioni. A dare il via all’ottava edizione, con il tradizionale taglio del nastro, il Presidente di Confagricoltura Mantova Alberto Cortesi, l’Assessore all’Agricoltura Sovranità Alimentare e Foreste di Regione Lombardia Alessandro Beduschi e il Sindaco del Comune di Mantova Mattia Palazzi che consegneranno il premio Agricoltura Mantovana ad una personalità di spicco del mondo scientifico, seguiti dai partecipanti della tavola rotonda moderati dal giornalista Claudio Cerasa in cui esponenti del mondo delle istituzioni affronteranno i temi più attuali in campo agroalimentare in vista delle imminenti elezioni europee.

Come di consueto, oltre al Teatro Scientifico Bibiena, saranno tanti i luoghi di Mantova coinvolti: Palazzo della Ragione, Loggia del Grano (rassegna stampa e conferenze), Piazza Leon Battista Alberti (conferenze, laboratori, bookshop, ufficio stampa e accoglienza relatori), Piazza Mantegna (incontri), Piazza delle Erbe (Infopoint e laboratori), Piazza Marconi, Piazza Concordia, Sala delle lune e dei nodi (conferenze), Sala delle Capriate (installazioni, laboratori e degustazioni) e Via Goito (laboratori), vie e piazze cittadine. Tutti gli eventi sono gratuiti con registrazione obbligatoria sul sito del Festival.

FOOD&SCIENCE FESTIVAL: Intrecci - Ottava edizione | Mantova, 17 – 19 maggio 2024

I FILONI DELLE CONFERENZE

Legàmi

È un mosaico multidisciplinare ed estremamente composito quello che emerge esplorando il primo dei filoni tematici del Food&Science Festival: ambiente, legislazione, cibo, salute, sport, nutrizione, solo per citarne alcuni, sono i temi affrontati nella sezione Legàmi attraverso confronti, dialoghi e incontri in cui a essere certo è solo il punto di partenza, mai l’arrivo. Per esempio: cosa lega un’editorialista del “Washington Post” a un allevamento di ostriche in Massachusetts? La singolare parabola di vita di Tamar Haspel, giornalista statunitense, vincitrice nel 2015 del James Beard Foundation Award, il riconoscimento a “talenti e risultati eccezionali” legati al mondo alimentare, nella categoria “Food-Related Colums”. Proprio come nel suo libro To Boldly Grow (G.P. Putnam’s Sons, 2022), a Mantova aiuterà il pubblico a “cambiare idea”: abbiamo la tentazione di pensare che tutte le nostre convinzioni siano basate sui fatti e che i fatti persuaderanno gli altri. Nessuna di queste cose è vera, soprattutto quando si parla di cibo, in cui le emozioni giocano un ruolo molto importante (sabato, ore 14.30, Teatro Bibiena). Di una particolare dieta si occupa invece un altro degli ospiti di questa ottava edizione, il direttore del dipartimento di nutrizione per la salute e lo sviluppo dell’OMS Francesco Branca che, in dialogo con Roberta Villa, mostrerà al pubblico la relazione tra dieta, anzi, “stile di vita” mediterraneo e ambiente mostrando in cosa consiste Una dieta sana e sostenibile, per tutti (sabato, ore 16, Teatro Bibiena).

Rimanendo in tema, Elena Dogliotti e Chiara Matilde Ferrari, biologhe nutrizioniste e supervisore scientifiche per Fondazione Umberto Veronesi (che cura l’incontro), esploreranno invece l’impatto delle scelte alimentari sul nostro pianeta e sulla nostra salute, coinvolgendo attivamente il pubblico partendo dalle domande “Ti sei mai interrogato su quali siano le scelte alimentari più sane per te e sostenibili per il pianeta? Che idea ti sei fatto?”. Tutti i partecipanti del Festival potranno scrivere le proprie risposte su un foglietto e imbucarle nella box che troveranno allo stand di registrazione (domenica, ore 16.30, Loggia del grano).

Tra gli ospiti, anche Luca Montanarella, tra i massimi scienziati esperti di suolo al mondo, invitato ad analizzare la zona che unisce tutela del suolo e transizione ecologica (sabato, ore 11.45, Teatro Bibiena), il Presidente della SIGA (Società Italiana Genetica Agraria) Silvio Salvi, a Mantova per ripercorrere i 70 anni dell’associazione scientifica nata con lo scopo di promuovere e valorizzare gli studi nel settore, e il duo Michele Morgante, direttore scientifico dell’Istituto di Genomica Applicata di Udine, Luciano Navarini, responsabile della ricerca e del coordinamento scientifico di Illycaffè Spa, con cui ricostruire la storia genetica dell’Arabica, la specie di caffè responsabile di oltre il 60% della produzione globale, grazie alla recente ricostruzione dei suoi cromosomi. Un risultato determinante per lo sviluppo di eventuali nuove varietà, più resistenti alle malattie o ai cambiamenti climatici, raccontato da chi ha contribuito attivamente al lavoro di ricostruzione e mappatura (sabato, ore 10.15, Teatro Bibiena). Genetica ma in campo animale è quella di cui parla Alessandro Bagnato, docente dell’Università degli Studi di Milano, che spiega cosa è davvero il miglioramento genetico in questo campo e perché Non si fanno animali a sei zampe! (domenica, ore 10.30, Loggia del grano).

Evoluzione e alimentazione si intrecciano anche nel racconto di Gabriella Morini, ricercatrice all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Davide Risso, senior research scientist per Tate & Lyle, co-autori di DeGustibus (Topic Edizioni, 2023) che mostrano come il gusto sia stato e continui a essere il protagonista del percorso evolutivo della specie, oltre che punto di contatto tra cultura, scienza e cucina (domenica ore 15.15, Piazza Leon Battista Alberti). Non solo: nell’equazione di cibo e scienza entra anche lo sport, portato sul palco del Festival da Silvio Mondinelli e Raffaella Scotto. Entrambi alpinisti, lui ha messo a segno tutte le quattordici vette più alte del mondo, lei è medico specialista in scienze dell’alimentazione: tra consigli utili e vissuto personale, insieme delineeranno il profilo della nutrizione corretta per frequentatori e amanti della montagna (sabato, ore 12.30, Loggia del grano). Dai paesaggi reali a quelli fantastici, Tito Faraci, uno dei più importanti sceneggiatori di fumetti italiani, porta a Mantova una domanda: come viene raccontato il cibo nei fumetti? Cosa mangiano gli abitanti di Topolinia? Quali manicaretti nasconde il ricettario di Nonna Papera? Domenica alle ore 11.45 al Teatro Bibiena risponde in dialogo con Dario Bressanini, chimico, grande appassionato del genere e autore, tra gli altri, proprio del fumetto Doctor Newtron (Feltrinelli Comics, 2023).

Ai legami tra nutrizione e territorio, infine, guardano due appuntamenti: il primo è un percorso per conoscere le principali tappe dell’evoluzione e dello sviluppo dell’allevamento di suini nel territorio mantovano, insieme al responsabile divulgazione e formazione tecnica di Levoni (che cura l’evento) Gian Luigi Restelli, che presenterà in anteprima la nuova accademia Assaggezza (domenica, ore 16.45, Piazza Leon Battista Alberti); il secondo, sarà invece il racconto di Novant’anni anni di ricerca e innovazione, in tavola di un prodotto, quello del Parmigiano Reggiano, nel novantesimo anniversario della fondazione del Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano (che cura l’evento). Per l’occasione, domenica alle ore 14.30 alla Loggia del grano, verranno presentati a Mantova i diversi ambiti di ricerca che vedono il Parmigiano Reggiano come protagonista, insieme ad Andrea Devecchi e Valentina Pizzamiglio, Chief Technical Officer presso Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano.

Nell’ottica dell’integrazione fra saperi e mestieri diversi che da sempre caratterizza il Festival, ci sarà poi un dialogo in collaborazione con il Politecnico di Milano – che partecipa con alcune iniziative sviluppate nell’ambito del progetto di ricerca PNRR Onfoods – Research and Innovation for Sustainable Food and Nutrition – tra Silvia Falasco, dottoranda del dipartimento ABC, architettura, ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito, che sta lavorando per misurare l’impatto ambientale di alcuni prodotti tipici della filiera mantovana, come il melone e la pera e i rappresentanti dei consorzi agricoli coinvolti (domenica, ore 16, Piazza Leon Battista Alberti).

Radici

Tradizioni, memoria, trasformazioni. Che significato hanno queste parole nel dizionario del presente? Di quali stili di vita sono portatori, da dove arrivano, e come si stanno modificando? È un viaggio intorno al mondo, tra le storie e le epoche, quello raccontato dagli interpreti di Radici, il secondo filone tematico del Festival. Punto di partenza: gli Stati Uniti, il luogo che più di ogni altro ci mostra in anteprima cosa accadrà dalle nostre parti. In una panoramica “on the road” tra gli american dishes più popolari, lo fa scoprire al pubblico di Mantova il vicedirettore de “Il Post” Francesco Costa, guida d’eccezione verso e oltre la Frontiera degli Stati Uniti, come titola il suo più recente libro, uscito quest’anno per Mondadori (domenica, ore 10, Teatro Bibiena). Dagli USA all’India, ma anche all’Europa e all’Africa, si muove invece Alessandro Marzo Magno, narratore delle rotte dei Piatti senza frontiere: lo storico dell’alimentazione proporrà un giro intorno al mondo per dimostrare quante e quali sono le contaminazioni che ogni giorno portiamo a tavola, dalla pasta col pomodoro che di italiano ha ben poco, al gelato per cui dobbiamo ringraziare il mondo arabo (domenica, ore 10.15, Palazzo della Ragione).

Viaggio nel passato è invece quello della coppia formata da Roberta Villa e dalla storica medievalista Roberta Piccinni, sabato alle ore 15.15 in Piazza Leon Battista Alberti, cantrici del ruolo della donna nella cucina medievale, tra agricoltura e pastorizia (con il sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana), settore, quest’ultimo, che è anche il trait d’union degli intrecci di fibre intessuti da Luca Battaglini, docente di scienze e tecnologie animali all’Università di Torino, e Claudio Grisolini, dell’azienda di lana Tessilnova, che spiegano come le tradizioni siano fondamentali per mantenere il territorio addentrandosi nel campo della Traditional Ecological Knowledge, in cui coesistono e si sviluppano conoscenza indigena e conoscenze tradizionali delle risorse locali (domenica, ore 12.15, Loggia del grano). Rimanendo in tema di armonia tra uomo e natura, il direttore scientifico dell’Orto Botanico di Parma Renato Bruni e lo scienziato ed esperto di gestione forestale Giorgio Vacchiano spiegheranno quali strategie adottano le piante per sopravvivere e far fronte a una minaccia: non una, come facciamo troppo spesso noi esseri umani, ma tante e diverse tra loro, ognuna necessaria a coprire una piccola parte del problema e, insieme, capaci di risolverlo nella sua interezza (sabato, ore 17.30, Teatro Bibiena).

Proseguendo, sarà poi Amedeo Reyneri del dipartimento di scienze agrarie, forestali e alimentari dell’Università di Torino, ad andare Oltre il biologico per concentrarsi sull’agricoltura rigenerativa e illustrare i benefici di questo approccio emergente ma non ancora codificato a cui le istituzioni europee stanno iniziando ad interessarsi ma che necessita ancora di strumenti adatti e indagini valutative (sabato, ore 14.30, Piazza Leon Battista Alberti). Stesso argomento, quello dell’agricoltura rigenerativa, proposto anche nell’incontro attraverso cui Syngenta intende proseguire il proprio discorso sul tema: dopo averne identificato lo scorso anno definizioni e pratiche, verranno raccontate quest’anno al Food&Science Festival le esperienze concrete portate avanti da alcune aziende, testimonianze preziose per evidenziare non solo i punti di forza ma anche le eventuali criticità incontrate. Ne parleranno Massimo Scaglia Amministratore Syngenta Italia e Mauro Coatti, Technical support Head Syngenta Italia, insieme ad alcuni ospiti del mondo istituzionale, scientifico e del comparto agricolo, tra cui Francesco Manca, imprenditore agricolo e Luca Montanarella, componente del Joint Research Center della Commissione Europea (venerdì, ore 14.30, Palazzo della Ragione).

Parola chiave di questo secondo filone, alle radici comuni dell’equilibrio tra corpo e mente, guarda invece Augusto Consoli, neuropsichiatra infantile dell’ASL Città di Torino, chiamando l’attenzione sui disturbi alimentari come espressione non solo di disagio emotivo ma anche ricerca di pienezza che non riguarda la sfera fisica ma quella emotiva e valoriale (sabato, ore 11, Piazza Leon Battista Alberti). Una riflessione che non si esaurisce qui ma può espandersi fino ad entrare nel campo della filosofia, delle scienze sociali, persino della teologia spirituale, dove a riprendere le fila è un altro degli ospiti del Festival: Giovanni Pernigotto, responsabile del Tavolo del Bene Comune della Diocesi di Mantova, protagonista dell’incontro Contro la cultura dello scarto. Per un’etica della fiducia (sabato, ore 11.30, Sala delle Lune e dei Nodi).

Chiudono la panoramica Enrica Favaro, medico specializzanda in Scienze dell’Alimentazione, e Matteo Ghisolfi, performer e studente di medicina, conduttori di un divertente quiz interattivo per andare oltre il frigorifero di casa e sfatare miti comuni e false verità sull’alimentazione facendo ricorso ai più recenti studi ed evidenze scientifiche sul tema (venerdì, ore 11, Piazza Leon Battista Alberti, riservato alle scuole), e Mattia Garutti che porta a Mantova un messaggio: non è mai troppo presto per iniziare a fare prevenzione, seguire stili di vita sani e fare qualche controllo medico (sabato, ore 11.30, Loggia del grano).

Effetto farfalla

Un battito d’ali di una farfalla in Brasile può provocare un uragano in Texas?”. È il titolo dell’articolo con cui il fisico Edward Lorents descriveva nel 1972 l’Effetto farfalla, secondo cui minime variazioni nelle condizioni di un sistema possono produrre nel tempo conseguenze anche molto significative all’interno del sistema stesso. Casualità e causalità, responsabilità, scelte e i loro effetti: sono questi gli elementi messi in gioco nella terza declinazione tematica del Festival, che più di ogni altra contempla il ruolo svolto dall’errore come motore di cambiamento.

Lo sanno bene Piero Martin e Devis Bellucci, protagonisti di un appuntamento in cui il minimo comune multiplo è proprio lo sbaglio. Il primo, docente di fisica sperimentale all’Università di Padova, ne parlerà raccontando alcune delle curiose Storie di errori memorabili che compongono il suo più recente saggio (Laterza, 2024), mentre il secondo, docente di scienza e tecnologia dei materiali all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, metterà insieme “la lunga sequela di errori” raccolta nel recente Eppure non doveva affondare (Bollati Boringhieri, 2024) per dimostrare che una delle caratteristiche della Scienza non è l’infallibilità, ma la capacità di ripensare se stessa a partire da sbagli, inesattezze, ingenuità e sciocchezze che costellano il suo cammino (domenica, ore 17.30, Piazza Leon Battista Alberti). E di sbagli ce ne sarà sicuramente almeno più di uno nell’insieme di conoscenze che crediamo di avere sulla plastica. Per esempio: la bottiglietta di plastica è meglio della borraccia di alluminio? Siamo vicini o lontani al sogno di produrre plastica da materiali come mais o canna da zucchero? Parlando di riciclo, siamo messi bene o male? Nell’incontro a seguire, alle 18.15 sempre in Piazza Leon Battista Alberti, chiariscono ogni dubbio i divulgatori e ricercatori Simone Angioni, Stefano Bertacchi e Ruggero Rollini, autori del libro Quello che sai sulla plastica è sbagliato (Gribaudo, 2023).

Quello che sai sulla plastica è sbagliato – Intervista

E non poteva mancare nel filone Effetto farfalla un incontro dedicati a insetti, animali e ambiente. Si confronteranno sul tema Maurizio Casiraghi, ordinario di Zoologia ed evoluzione all’Università di Milano Bicocca, che si concentra sui piccoli esseri viventi indispensabili per la nostra vita e la biodiversità del nostro ambiente, e star del suo ultimo libro, Vite formidabili (Il Mulino, 2024), e Stefano Mazzotti, direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara, che dall’infinitesimamente piccolo alza lo sguardo verso altre Meravigliose creature (Il Mulino, 2024), portandoci alla scoperta di animali esotici in ambienti straordinari, dal Borneo alla Papua Nuova Guinea, facendo scorrere davanti ai nostri occhi una collezione di specie incredibili, ognuna delle quali rappresenta una valida ragione per impegnarsi, sempre e tanto, nella preservazione della biodiversità. Al Food&Science saranno insieme sabato alla Loggia del Grano alle ore 16.

Lontana dal regno animale ma vicina a clima e ambiente, la docente di Sistemi alimentari sostenibili dell’Università del Surrey Roberta Sonnino, autrice principale del Quadro della FAO per l’Agenda Alimentare Urbana torna a mettere al centro il cibo inserendosi in questo contesto attraverso riflessioni ampie che si intrecceranno a quelle riguardanti ricerca, politica e sostenibilità dei sistemi alimentari, fattori chiave del Green Deal Europeo e di strategie come Farm-to-Fork. Arricchiscono la panoramica gli esempi pratici vicini al nostro quotidiano portati da Anna Meroni, Marta Corubolo, Lucia Viganego e Daniela De Sainz del dipartimento di Design del Politecnico di Milano, che stanno progettando scenari di prossimità, collaborazione e trasversalità per il sistema urbano Milanese (sabato, ore 11.15, Palazzo della Ragione). Il rapporto, le cause e le conseguenze del clima che cambia l’energia, che cambia il clima, saranno invece al centro del dibattito a tre voci tra Anna Caponi, ricercatrice presso il laboratorio di Interaction Design dell’Università degli Studi di Siena, Roberto Mezzalama, docente dell’Università di Torino e Sofia Pasotto, attivista climatica, attesi domenica alle ore 16.30 a Palazzo della Ragione.

Salute delle piante e sicurezza alimentare nell’incontro di sabato alla Loggia del Grano, aperto dall’intervento di Alex Gobbi, Interim Scientific Officer dell’EFSA – Autorità europea per la sicurezza alimentare (ore 11.15) e seguito dal confronto volto a sottolineare la complessità delle questioni agricole e della ricerca legata al rapporto tra scienza e agricoltura, soprattutto nell’ambito della difesa delle colture, a cui alle ore 11.45 parteciperanno Massimiliano Giansanti, Presidente nazionale di Confagricoltura e Paolo Tassani, Presidente di Federchimica – Agrofarma (in collaborazione con Federchimica – Agrofarma).

Completano il quadro di questa sezione Enrica Savoia, Olimpia Cabrini e Laura Maccarana, le relatrici del panel La misura del tempo delle donne in agricoltura, a cura di QdL – Quelle del Latte, che aggiungono il tassello della gestione d’impresa declinata al femminile (sabato, ore 12.30, Piazza Leon Battista Alberti), e il doppio appuntamento riservato alle scuole di venerdì mattina alla Loggia del grano (ore 9 e ore 10.45) Smogville. Fino all’ultimo respiro, a cura di Fondazione Umberto Veronesi.

Intrighi

Niente caratterizza il nostro secolo quanto la progressiva e inarrestabile velocità della comunicazione; l’informazione prodotta viaggia rapida, molto spesso incontrollata e a volte incontrollabile, distorcendosi nel tragitto. Nasce con l’intento di “raddrizzarla” il contenitore tematico Intrighi, metaforico luogo in cui approfondire le dinamiche che regolano fake news, lobbying e fact-checking mentre si danno battaglia intorno e sopra le nostre tavole. Perché spesso è proprio qui, sul cibo, che tutto converge: economia e società, psicologia e benessere, naturale e artificiale.

Tra gli altri, lo spiega con precisione e semplicità Andrea Devecchi: medico e specialista in scienze dell’alimentazione, arriva a Mantova per fare chiarezza sul digiuno intermittente e le altre diete strambe in un’operazione di “divulgazione medica” a metà tra fact-checking e debunking (domenica, ore 11, Palazzo della Ragione). Stesso approccio per Alessandro Mustazzolu, che domenica alle ore 10 in Piazza Leon Battista Alberti sfata miti e false credenze armato di evidenze scientifiche. Di contaminazione in contaminazione, dalle uova alla salmonella, dalle confetture al botulino, il giovane e brillante microbiologo, divulgatore scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità, offrirà al pubblico un punto di vista originale, completo e corretto per aiutare a rispondere a chiunque dica che “si è sempre fatto così”, o, come recita il titolo del suo recentissimo libro Non è mai morto nessuno (Gribaudo, 2024).

Da una prospettiva psicologica e comportamentale si sviluppano invece i successivi tre incontri con altrettanti professionisti del settore. Il primo è Andrea Pezzana, direttore della struttura complessa di nutrizione clinica della ASL Città di Torino, che parte dagli effetti delle “bufale” alimentari sul mercato e le mette in relazione con i concetti di Intoxication e Infoxication, termine coniato negli anni ’90 per descrivere la sindrome – già allora preoccupante – dell’intossicazione da eccessiva informazione (sabato, ore 12.15, Palazzo della Ragione). E allora, come orientarsi e fare ordine nel disordine informativo in cui ci troviamo? Risponde Roberta Villa nel suo Controglossario di medicina (Gribaudo, 2023), viaggio tra le parole che crediamo di conoscere dalla A di abbronzatura (che non è un marchio di salute) alla Z di zucchero (che non è un veleno), aiutando il pubblico a non lasciarsi ingannare né dai preconcetti né dalle trappole di chi, fingendo di parlare di scienza, fa invece i propri interessi (domenica, ore 10.45, Piazza Leon Battista Alberti).

I processi mentali che sottendono ai consumi alimentari e ai processi decisionali sono invece rispettivamente affrontati da Guendalina Graffigna, docente di Psicologia dei Consumi e della Salute presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza (sabato, ore 10.30, Palazzo della Ragione) e dal duo di divulgatori scientifici Non è la Zebra, con cui (ri)conoscere le distorsioni cognitive che ci guidano nelle scelte, persino quelle al ristorante (venerdì, ore 9, Piazza Leon Battista Alberti riservato alle scuole e domenica alle ore 12.30 a Palazzo della Ragione per il resto del pubblico). E parlando di cucina, pietanze e ristoranti… quando è successo che tutto è diventato improvvisamente gourmet? In una notte, risponde Sara Porro, tanto è stata improvvisa la transizione. Domenica alle 11.30 in Piazza Leon Battista Alberti, con voce divertita e divertente, l’autrice di La notte in cui tutto divenne gourmet (Einaudi, 2023) e la semiologa Simona Stano tracciano un’attenta ricognizione che intreccia linguaggio, marketing, economia e storytelling mettendo in campo, anzi a tavola, alcuni degli ingredienti utilizzati anche da un altro ospite del Festival, Michele Fino. Docente di fondamenti del diritto Europeo, Food Law ed ecologia giuridica presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, divulgatore giuridico, presenta il suo ultimo libro, Non me la bevo (Mondadori, 2024), coraggiosa azione di debunking delle mode e delle leggende che il marketing ha sapientemente “versato” nei calici del vino che acquistiamo e consumiamo (sabato, ore 17.45, Piazza Leon Battista Alberti). Accanto a lui, il degustatore Armando Castagno, ideatore e direttore di corsi di approfondimento per l’Associazione Italiana Sommelier. Un simile approccio analitico e divulgativo su una materia complessa come l’utilizzo della chimica nella filiera agroalimentare è quello che viene utilizzato anche nell’incontro, in collaborazione con Federchimica – Agrofarma e Federchimica – Aispec, rivolto al processo che porta dal campo al piatto: a spiegarne tutti i passaggi saranno gli esperti divulgatori di Non è la zebra e Il chimico sulla tavola (sabato, ore 16, Piazza Leon Battista Alberti).

Infine, con Ernesto Dezza, trova spazio in questa sezione la teologia, sempre esplora dal punto di vista dei temi cari al Festival. Docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è pronto a proporre una riflessione antropologica e filosofica sul cibo provocatoriamente intitolata Il frutto proibito, percorso letterario attraverso quattro episodi eloquenti – la mela dell’Eden, la ciliegia della Svizzera, le pere del Nord Africa e l’uva di Assisi – di una storia gustosa e affascinante (domenica, ore 11.45, Palazzo della Ragione).

Innesti

Introdurre nuovi elementi in insiemi preesistenti per creare contaminazioni e sperimentare nuove convivenze: a questo servono gli Innesti. Il quinto filone del Food&Science Festival indaga il rapporto tra enti pubblici e privati nel campo della ricerca e degli investimenti, domandando ai propri interlocutori quale sia il modo migliore per contribuire alla valorizzazione e al sostegno di realtà locali e territoriali. E infatti, la ricerca pubblica e privata, intreccio ormai indissolubile, è al centro del dialogo tra Camilla Corsi, responsabile mondiale della ricerca Crop Protection di Syngenta, e Alessandra Pesce, dirigente di ricerca CREA, che sabato alle 10.30 alla Loggia del grano approfondiranno le dinamiche tra il pubblico e il privato e come l’uno non possa fare a meno dell’altro per far sì che la ricerca possa progredire in maniera sempre più efficace (in collaborazione con Syngenta). Proseguendo, sarà poi il trio formato da Oana Dima, executive manager dell’EU SAGE network, ovvero il network europeo sull’agricoltura sostenibile attraverso l’editing genomico, Vittoria Brambilla, ricercatrice del dipartimento di scienze agrarie e ambientali dell’Università degli Studi di Milano, Federico Radice Fossati, imprenditore agricolo, e Mario Pezzotti, docente di genetica agraria dell’Università di Verona, a portare sul piano scientifico il dibattito sulle biotecnologie e genome editing in Italia e in Europa, esortando tutti a scendere In campo! (domenica, ore 14.30, Teatro Bibiena)

Degli innesti tra tecnologia, alimentazione e ricerca ci racconterà una innovativa start-up con sede in Puglia: Foreverland che ha sviluppato un prodotto dal gusto molto simile al cioccolato ma derivato dalla carruba, quindi dal profilo più sostenibile e locale, oltre che economicamente vantaggioso. Ne parlano Giuseppe D’Alessandro e Massimo Sabatini, concentrandosi sull’approccio che ne valorizza la circolarità, simile a quello che riguarda le biomasse ottenute da scarti agro-alimentari: nell’incontro in collaborazione con il Politecnico di Milano che entra in questo filone si concentreranno sul tema – proponendo ricerche, esempi di applicazioni concrete e rispondendo alle domande del pubblico – ricercatori e studiosi come Arianna Rossetti, del dipartimento di chimica, materiali e ingegneria chimica “G. Natta”, Giulia Valentini e Giovanni Scotti del dipartimento di ingegneria gestionale del Politecnico di Milano che racconteranno di come si misurano e valorizzano le eccedenze e gli sprechi nelle filiere in un’ottica di Circular Economy (sabato, ore 16.15, Loggia del grano).

Innesto virtuoso è quello di cui si fa interprete Massimiliano Giansanti, che sabato alle 10 in Sala delle Lune e dei Nodi racconterà nascita e obiettivi di Mediterranea, la nuova associazione frutto dell’alleanza tra Confagricoltura e Unione Italiana Food, che unisce il mondo della trasformazione industriale e del settore primario mettendo al centro il modello mediterraneo e le sue filiere con l’obiettivo di aumentare efficienza produttiva, competitività sui mercati, sostenibilità, logistica e stoccaggio. Ultimo appuntamento della sezione, anche in ordine cronologico, quello di domenica alle ore 15.30: Fabio Antonelli, Head of OpenIoT Research Unit di Fondazione Bruno Kessler – FBK, Maria Cristina Rulli, docente di idrologia e ingegneria delle acque e co-coordinatore del nucleo transdisciplinare “Food Sustainability Research and INnovation Group (Food RING)” del Politecnico di Milano, e Massimo Galli, direttore del consorzio di bonifica del territorio del Mincio spiegano come irrigare tra siccità, nubifragi e tempeste (Loggia del grano).

Incroci

Nel prossimo futuro andremo ancora dai dietologi o basterà chiedere a ChatGPT di fornirci delle indicazioni alimentari? Chi preparerà la dieta migliore, la persona o il flusso di dati? A confrontare la professione umana con i modelli di intelligenza artificiale saranno i bioinformatici Ugo Ala e Christian Damasco, in un dialogo che si inserisce nel filone dedicato agli Incroci (sabato, ore 15, Sala delle Lune e dei Nodi), punti di intersezione fra tradizione e innovazione che definiscono le potenzialità della digital transformation e dell’agricoltura 4.0, passando per una riflessione sull’organizzazione delle filiere.

In perfetta armonia con questa visione, la sezione vede la partecipazione di ospiti come i ricercatori Marco Sozzi, del dipartimento di territorio e sistemi agro-forestali dell’Università di Padova, e Angelo Bratta, dell’Istituto Italiano di Tecnologia, che mettono insieme Intelligenza artificiale e riconoscimento dello scarto alimentare (domenica, ore 15.30, Palazzo della Ragione), Fabio Abeni, dirigente del Centro di ricerca Zootecnia e Acquacoltura del CREA, in un incontro focalizzato sulla tecnologia applicata alla zootecnia (sabato, ore 15.45, Loggia del grano), e il duo formato da Silvia Massa dell’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e Roberta Paradiso, docente dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e componente del team di ricerca del dipartimento di agraria impegnato in progetti dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), sulla coltivazione di piante in sistemi biorigenerativi per il supporto alla vita nello spazio (sabato, ore 10.30, Piazza Leon Battista Alberti).

Parte invece dai dati – dalla loro interpretazione, dal loro ruolo e dal loro uso – l’appuntamento dedicato alla filiera latto-casearia, settore complesso che sta vivendo una fase di grande trasformazione su diversi fronti, dall’ambientale al tecnologico, dal socioculturale al geopolitico. A interessarsi dell’argomento spiegando come i dati possono aiutare a leggere questo mondo e il suo impatto nelle nostre vite saranno Alberto Lancellotti (senior analyst – dairy and supply chain inputs, CLAL) Mirco De Vincenzi (senior analyst – dairy, CLAL) e Ester Venturelli (analyst – Animal Feed CLAL.it). A seguire, un confronto tra Simona Caselli, presidente Granlatte, e Stefano Berni, direttore generale Consorzio Tutela Grana Padano (sabato, dalle ore 14.30, Loggia del Grano).

Trame

Trappole, sfide e opportunità. In un gioco di luci e ombre che rimodella continuamente le identità produttive e culturali del nostro tempo, l’ultimo contenitore tematico del Food&Science Festival districa le Trame delle recenti politiche agricole e di strategie come la Farm-to-Fork, di urgente attuazione.

A sciogliere i primi nodi su questi temi, i docenti dell’Università di Parma Daniele Del Rio, prorettore alla ricerca e al trasferimento tecnologico e coordinatore del progetto ONFOODS, e Tommaso Ganino, in rappresentanza del progetto AGRITECH, in un incontro volto a spiegare l’uso dei fondi del PNRR nel settore alimentare (domenica, ore 12.15, Piazza Leon Battista Alberti) e Sandro Zinani, policy & mobilization manager dell’organizzazione non profit “The Good Lobby”, che, insieme alla responsabile dei rapporti istituzionali UE e internazionali di Confagricoltura Cristina Tinelli, cercherà di rispondere alla domanda Che cosa fa un lobbista? (domenica, ore 14.30, Piazza Leon Battista Alberti).

Sposta invece l’attenzione sul clima il comunicatore della scienza e componente del Climate Media Center Italia Antonio Scalari, che invita gli studenti delle scuole di Mantova a riflettere su un fenomeno indicativo del cambiamento climatico: la scomparsa dell’inverno. Quali sono gli scenari che potrebbero presentarsi se non interveniamo? Cosa dice la scienza? Appuntamento a Mantova per approfondire (venerdì, ore 10, Piazza Leon Battista Alberti).

Nel filone che riguarda gli scambi e le connessioni tra innovazione e identità, un dialogo a tre voci che parte da uno degli alimenti base della dieta mediterranea e della nostra produzione agricola: l’olio extravergine d’oliva. Cosa lo rende un’eccellenza? Quali sono gli aspetti qualitativi e nutrizionali da tenere presenti, e in che maniera la tecnologia può favorire il suo miglioramento? Le risposte arriveranno sabato alle ore 17.30 alla Loggia del grano da tre punti di vista diversi e complementari: l’agronomo Luca Sebastiani, docente di arboricoltura generale e coltivazioni arboree presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Accademico dell’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio di Spoleto, il nutrizionista Andrea Pezzana e il tecnologo alimentare Davide Nucciarelli, dottorando presso il dipartimento di scienze agrarie alimentari e ambientali dell’Università degli Studi di Perugia (in collaborazione con Costa d’Oro). Gianfrancesco Petroni, Assoprol Umbria, si farà portavoce delle iniziative di divulgazione dell’associazione con l’obiettivo di aumentare la percezione di qualità degli oli certificati DOP UMBRIA, BIO e SQNPI nel consumatore, permettendogli di avvicinarsi al mondo rurale in maniera consapevole, affermando così il valore insito nell’intera filiera olivicola.

Sempre a tema olivicolo, ma non solo, Claudio Rossi dell’Università di Siena arriva al Festival tracciando i Percorsi del Gusto: durante l’appuntamento che lo vede protagonista, traccerà i confini dei metodi sperimentali utilizzati per mappare l’origine geografica dei vini e degli oli di qualità, spiegando come si determinano – e cosa identificano – i parametri adottati per definire le produzioni di alta qualità (sabato, Piazza Leon Battista Alberti, ore 11.45).


SPETTACOLI, MOSTRE, INSTALLAZIONI

Fedele al suo carattere multidisciplinare e alla vocazione di apertura verso tutti i tipi di pubblico, bambini e ragazzi, esperti, neofiti o appassionati di cibo, scienza e agricoltura, il Food&Science Festival propone anche spettacoli, mostre e installazioni. Tra queste: Inquinamento e salute, a cura della Fondazione Umberto Veronesi, per approfondire il tema dell’inquinamento dell’aria, conoscere gli inquinanti presenti in atmosfera, le principali fonti da cui provengono e fare chiarezza sugli impatti per la nostra salute; Spazi gustosi, dove interagire e meravigliarsi con i progetti di studenti e ricercatori del dipartimento di Design del Politecnico di Milano (che cura l’installazione), per una nuova esperienza di alimentazione nei contesti scolastici e Gusto sostenibile, il viaggio verso la consapevolezza ambientale proposto questa volta dal dipartimento ABC del Politecnico, che si configura come esperienza interattiva in cui valutare il proprio stile alimentare e le implicazioni alimentari delle proprie scelte.

Come da tradizione, sabato sera il Food&Science Festival arricchisce la propria offerta con uno spettacolo in cui questa volta si potranno sperimentare gli intrecci tra musica, danza e acrobazia. Il Posto, una delle principali compagnie di danza verticale, si esibisce portando la magia e la tecnica delle evoluzioni aeree tra i palazzi storici di Mantova, che per una notte diventano esclusivo palcoscenico a cielo aperto. Una nuova lettura dell’architettura e dell’arte che vede la musica come co-protagonista e che stupirà il pubblico accompagnandolo in uno spettacolo unico (Palazzo Vescovile, ore 21, in collaborazione con Trame Sonore).

LABORATORI E VISITE GUIDATE, DEGUSTAZIONI E SHOW COOKING

Parte fondamentale della proposta del Food&Science Festival, laboratori e degustazioni cattureranno l’attenzione di adulti e ragazzi offrendo momenti per approfondire divertendosi alcuni aspetti della scienza che innova e indirizza la produzione alimentare senza mai dimenticare il benessere e la salute. Arriva a Mantova a ricordarlo la Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro che cura Bilanciamoci, il momento di approfondimento in cui parlare attraverso il gioco e il dialogo di quanto sia fondamentale mantenere un’alimentazione sana ed equilibrata nella prevenzione di molte malattie, che non vieti nessun cibo ma stimoli alla conoscenza e al corretto consumo.

Gioco e dialogo sono ricorrenti anche negli appuntamenti in collaborazione con Regione Lombardia, che sfida gli alunni delle scuole cittadine a calarsi nei panni di Bio detective per andare alla ricerca del colpevole di un reato gravissimo: aver rubato il buon cibo. In Piazza Leon Battista Alberti si cercheranno prove e indizi, si condurranno esperimenti dal vivo, quiz e attività per arrivare a risolvere il crimine e imparare come, per essere definito buono, il cibo debba anche essere sano, sicuro e sostenibile. Ma non saranno solo i partecipanti dell’indagine a impararlo: tutti coloro che verranno intercettati dai Bio-Vélo potranno scoprire segreti e curiosità legate ad agricoltura e allevamento biologico attraverso piccole sfide e simpatiche gag, dall’uso delle clessidre ad acqua per spiegare il tempo della terra e delle colture all’amuleto sul benessere animale, ricevendo materiale promozionale del progetto “Mio Tuo Bio” e l’augurio di seguire il più possibile i consigli appena ricevuti. Due occasioni, entrambe a cura di Multiversi, per approfondire il tema unendo al divertimento l’accuratezza scientifica. Appuntamento poi con Verde in Movimento, Costruisci il tuo BioOrto da passeggio (a cura di HORTUS. Agricoltura Sociale) per imparare i fondamenti dell’agricoltura biologica per creare un piccolo orto da portare a casa, insieme al divulgatore scientifico Marco Martinelli.

Ma qual è l’elemento necessario a ogni coltivazione? L’acqua, come sa bene il Gruppo Tea che collabora alla realizzazione del laboratorio Una goccia alla volta! a cura di Alkémica Cooperativa Sociale onlus. In piazza Erbe, tanti momenti per sperimentare, osservare e conoscere, in modo chiaro e divertente, l’acqua e le sue caratteristiche, riflettendo anche sull’importanza di non sprecarla e spiegando alcuni dei passaggi dell’Agenda 2030 dell’ONU che si prefigge di permettere a tutti i popoli l’accesso a questa inestimabile risorsa.

Parlando di laboratori e degustazioni, immancabile la presenza dei Consorzi, che portano a Mantova tutto il sapore di latte e formaggio: il Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano arriva in Piazza Marconi con tre appuntamenti, uno riservato alle scuole e due aperti a tutto il pubblico del Festival. Il primo, a scuola di Parmigiano Reggiano sarà un viaggio alla scoperta del meraviglioso mondo del Parmigiano Reggiano, tra territorio, tradizione e benessere, mentre i successivi due porteranno ad assaggiare 3 stagionature diverse e gustosissime durante La Verticale e a sperimentare accostamenti dal sapore inaspettato sprigionati dall’incontro tra Parmigiano Reggiano e birra. Riservato alle scuole primarie è anche uno dei tre appuntamenti laboratoriali che propone il Consorzio Tutela Grana Padano in Piazza Concordia. Grana Padano DOP: un tesoro da mangiare sarà l’occasione per vedere con i propri occhi come si fa il formaggio Grana Padano, cosa gli conferisce il sapore e profumo caratteristico e molti altri segreti ancora, svelati ripercorrendo il processo di produzione di questo formaggio attraverso il gioco e l’esplorazione multisensoriale. Aperti a tutti sono invece la Sfida dei sensi tra Grana Padano e vino lanciata dall’agronoma Alessandra Biondi Bartolini e dal formatore del Consorzio Tutela Grana Padano Paolo Parisse, che guidano alla ricerca dell’equilibrio gustativo tra queste due produzioni millenarie, e Grana Padano DOP: Il laboratorio dei Sensi, in cui imparare a conoscere ed apprezzare un formaggio nutriente, equilibrato adatto a tutte le età. Ma non finisce qui, perché è previsto anche uno speciale Show Cooking pensato per esplorare le radici gastronomiche dei piatti della tradizione mantovana, mettendo sempre al centro il formaggio Grana Padano: un’occasione unica per immergersi nella cultura gastronomica locale e assaporare i suoi tesori più preziosi, in compagnia degli esperti Elisabetta Arcari e Giacomo Cecchin.

Ancora a tema latte, non manca all’appello Granarolo, che completa l’offerta del Festival con i laboratori degustativi The Milk Show e Sapore di Latte, adatti a grandi e piccini. Due occasioni per percorrere passo dopo passo le tappe della filiera, alla scoperta di latte e formaggio, panna e burro, ma anche per intraprendere una vera e propria esperienza sensoriale attraverso i profumi, i sapori, le consistenze e le forme che caratterizzano il processo di caseificazione.

Rimanendo in tema alimentare ma spostandoci dai latticini alla norcineria, Levoni porta al Food&Science Festival il meglio della propria produzione per creare e far gustare vari tipi di pizza e panini gourmet, realizzati con ingredienti particolari e accostamenti insoliti. Accompagnato dal Brand Ambassador Giovanni Araldi, il pubblico potrà prima partire per un vero e proprio Viaggio gastronomico tra due fette di pane insieme al content creator esperto del mondo della cucina Stefano Cavada, e poi spostarsi nel mondo dei lievitati in cui L’arte bianca incontra la salumeria con Petra Antolini, titolare e pizzaiola della pizzeria “Settimo Cielo” a Settimo di Pescantina, che creerà topping d’eccellenza in grado di esaltare le caratteristiche organolettiche di ogni prodotto e creare ricette indimenticabili.

Allenamento percettivo è invece quello proposto dalla biologa Maria Lucia Piana, che porta a Mantova una delle trame più importanti e riconoscibili del mondo animale: quella dell’alveare. Con lei si potranno scoprire tutti gli intrecci dei sensi che si formano quando parliamo, assaggiamo, sperimentiamo il cibo, e non uno qualunque in questo caso, bensì il miele, che sorprenderà tutti per la sua grande varietà.

Tra assaggi e viaggi sensoriali non può mancare l’olio: in un percorso tra varietà e sapori daremo Olio, al palato con due laboratori di degustazione, uno a cura di Assoprol e un altro a cura di Costa d’Oro, dedicati a uno dei pilastri della nostra alimentazione. Ma non finisce qui, perché il Food&Science Festival invita tutto il pubblico a mettersi alla prova con due workshop: uno di pasticceria, con la pasticcera Anna Orria, per mettersi alla prova tra farina, zucchero e lievito e uno con le food-writers Sara Porro e Myriam Sabolla dal titolo “cinematrografico” A qualcuno piace caldo.

E cosa c’è di meglio che abbinare a ogni cibo il giusto calice di vino, o il cocktail perfetto? Farlo non sarà più un problema grazie a due appuntamenti a tema: che duro quel tannino!, il laboratorio sui vini tenuto da Alessandra Biondi Bartolini e la scienza dei cocktail con Renato Bruni, curatore dell’incontro, professore di Botanica e Biologia farmaceutica presso il dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università di Parma, e Yuri Gelmini, bartender, nominato Bartender dell’Anno ai Barawards 2020.

Ospite della città di Mantova, il Food&Science Festival vede inoltre nelle sue botteghe storiche il luogo perfetto in cui far dialogare divulgazione scientifica, cibo, storia e arte: torna infatti anche in questa ottava edizione il sempre partecipato format della Scienza dei retrobottega, il tour per la città in compagnia di proprietari di bottega, divulgatori scientifici e guide turistiche in cui le moderne spiegazioni scientifiche fanno da corollario alla tradizione delle botteghe nello scoprire i segreti di alcuni luoghi storici di Mantova e dei suoi misteriosi intrecci. A condurre le passeggiate, realizzate in collaborazione con Confcommercio, Confesercenti e Confguide Mantova, i divulgatori scientifici Roberto Cighetti e Chiara Ferrari e la guida turistica Fiorenza Lodi.

Chiude la sezione, un viaggio tra i fornelli che fa tornare indietro nel tempo, con il sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana: con lo chef Elisabetta Arcari, lo Show Cooking a tema Medioevo in cui assaggiare cibi ispirati a quell’epoca storica accompagnati dal racconto dallo storico specializzato in storia dell’alimentazione Alessandro Marzo Magno; un momento conviviale in cui si uniscono scienza, storia, cibo e conoscenza, espressione di quel virtuoso mix di saperi che da otto edizioni è una costante del Food&Science Festival.

E INOLTRE…

Occasioni per guardare i legami tra cibo e scienza da prospettive e angolazioni diverse, gli incontri della tre giorni mantovana faranno sì che la produzione alimentare entri in contatto con ambiti diversi e ampi come ricerca, tecnologia, sostenibilità, innovazione ed economia, senza tralasciare nessuno degli aspetti che riguardano la filiera agroalimentare.

Si parte con l’appuntamento, in collaborazione con il Gruppo Tea, che mette in relazione sostenibilità e consumo idrico responsabile analizzati attraverso un panel a più voci e un quiz interattivo con cui coinvolgere il pubblico. A intervenire saranno, tra gli altri, Eleonora Campanelli, responsabile sostenibilità e qualità tecnica di AqA, Gruppo Tea, Alessandro Armillotta, Ceo e co-founder di AWorld, la piattaforma e App a supporto della campagna delle Nazioni Unite per le azioni individuali sul cambiamento climatico e la sostenibilità ActNow, che aiuta i cittadini ad avere comportamenti e abitudini sostenibili, anche rispetto al consumo di acqua, e non solo e la giornalista di “Altroconsumo” Stefania Villa (sabato, ore 17, Piazza Leon Battista Alberti).

E parlando di economia, torna l’Agrifood EXPerience, il Forum delle economie a cura di UniCredit in programma venerdì alle 10.30 nell’elegante cornice del Teatro Bibiena. Dopo gli appuntamenti già proposti nelle ultime due edizioni, il 2024 vede il Gruppo concentrarsi su Competenze e nuove tecnologie, dimensione sociale e finanza, proponendo un ulteriore momento di confronto sulle prospettive e le opportunità del settore agroalimentare, oggi uno tra i più rilevanti comparti del Made in Italy, alla luce delle sfide richieste dall’attuale scenario globale. Per stimolare il confronto e individuare strategie di sviluppo percorribili e sostenibili, saranno coinvolti esperti e imprenditori come Alberto Cortesi (Presidente Confagricoltura Mantova), Luisella Altare (Head of Corporate UniCredit), Andrea Dossena (Senior Specialist Prometeia), Alessandro Tosi (Corporate UniCredit), Simona Maretti (Responsabile IFOA Sede di Mantova – Project Manager ITS Academy Agroalimentare Sostenibile Mantova), Matteo Lasagna (Vicepresidente Nazionale Confagricoltura), Roberta Conti (Titolare San Giorgio Società Agricola), Alberto Barbari (Program Director “Foodseed” e Regional VP Italy “Eatable Adventures”) e Claudio Rambelli (Presidente Slow Food Lombardia).

Agricoltura rigenerativa e gestione responsabile delle risorse sono centrali anche nella ricerca promossa da Inalca, presentata a Mantova nel pomeriggio di sabato. Moderati da Gianluca Dotti, giornalista e comunicatore scientifico, i rappresentanti di Inalca (Gruppo Cremonini), Corteva e dell’Università di Piacenza ragioneranno sul tema dell’impatto di pratiche agronomiche innovative per la produzione di foraggio destinato agli allevamenti bovini, evidenziando come sia necessario promuovere un modello che generi una riduzione delle emissioni, favorisca una migliore produttività delle colture, porti a ottimizzare l’uso dei fertilizzanti e a migliorare la gestione del suolo incrementando il processo di sequestro di carbonio (sabato, ore 16, Palazzo della Ragione).

Infine, rivolto al grande pubblico sarà l’ormai famoso Happy Science Hour, portato a Mantova da Syngenta, l’aperitivo, guidato come ogni anno da Alberto Agliotti, che coinvolge chiunque voglia approfondire alcuni dei temi rilevanti sull’innovazione grazie al prezioso coinvolgimento di alcuni dei protagonisti della ricerca e divulgazione scientifica italiane come Simone Angioni, Elisa Barbisan, Stefano Bertacchi, Camilla Corsi, Giovanni De Caro, Marco Martinelli, Juan Fernando Mejia De Los Rios, Mirko Piani, Ruggero Rollini, Claudio Screpanti (sabato, ore 17.30, Palazzo della Ragione). Come ormai da tradizione, non mancheranno a fare da cornice a questi e a tutti gli appuntamenti del centro cittadino le varietà floreali di Syngenta Flowers Italia, che decoreranno i principali luoghi del Festival per l’intero fine settimana.

Il Festival è promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola. Si avvale di Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Regione Lombardia, Provincia di Mantova, Comune di MantovaSIGA – Società Italiana di Genetica Agraria, Camera di Commercio di Mantova, Confcommercio Mantova, Confesercenti della Lombardia Orientale (che supporta il Festival attraverso convenzioni ad hoc), Fondazione Banca Agricola Mantovana, Fondazione BPA Poggio Rusco e Politecnico di Milano come partner istituzionali. Main partner sono Syngenta, Gruppo Tea, Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano e Consorzio Tutela Grana Padano; sponsor sono UniCredit, Levoni, Granarolo, Agrofarma – Federchimica e Aispec – Federchimica, Inalca, Assoprol-Costa d’Oro. Sponsor tecnici Gruppo Saviola, De Simoni, Mynet, Cucina da Manuale, Gruppo Bossoni e Agricar. Media partner Gruppo editoriale Athesis, AgroNotizie, Rai Radio 3, Radio Pico e Affari Italiani.

16 maggio 2024. Inizia domani, venerdì 17, il Food&Science Festival, la manifestazione promossa da Confagricoltura Mantova, ideata da FRAME-Divagazioni scientifiche e organizzata da Mantova Agricola che per tre giorni, fino a domenica 19, racconta gli intrecci – tema dell’ottava edizione – tra cibo e scienza. Oltre 140 appuntamenti a partire dalle 9 di domani mattina, con tre appuntamenti in Piazza Leon Battista Alberti, riservati alle scuole: il primo con i divulgatori scientifici famosi con il nome Non è la Zebra che racconteranno le distorsioni cognitive al ristorante, il secondo con Antonio Scalari, componente del Climate Media Center Italia, pronto a far riflettere sul cambiamento climatico durante La scomparsa dell’inverno (ore 10), e il terzo con la coppia formata da Enrica Favaro, medico specializzanda in Scienze dell’Alimentazione e Matteo Ghisolfi, performer e studente di medicina, che guideranno il pubblico di studenti in un viaggio ironico e divertente nel mondo della nutrizione invitando tutti a mettersi alla prova con un quiz interattivo per capire meglio come le scelte alimentari influenzino la nostra salute (ore 11).

Economia, tecnologia e settore primario si incontrano alle 10.30 al Teatro Bibiena durante il Forum delle Economie, Agrifood EXPerience a cura di UniCredit: di come nutrire il futuro tra competenze e nuove tecnologie parleranno Alberto Cortesi, Presidente Confagricoltura Mantova, Luisella Altare, Head of Corporate UniCredit, Andrea Dossena, Senior Specialist Prometeia, Alessandro Tosi, Corporate UniCredit, Simona Maretti, Direttrice del ITS Agroalimentare sostenibile, Matteo Lasagna, Vicepresidente nazionale Confagricoltura, Roberta Conti, Titolare San Giorgio Società Agricola, Alberto Barbari, Program Director “Foodseed” e Regional VP Italy “Eatable Adventures” e Claudio Rambelli, Presidente Slow Food Lombardia.

A cura di Syngenta è invece il primo incontro pomeridiano, Open Science: dopo l’esperienza dello scorso anno, appuntamento a Palazzo della Ragione alle 14.30 con Massimo Scaglia, Amministratore Syngenta Italia, Mauro Coatti, Technical Support Head Syngenta Italia, Francesco Manca, imprenditore agricolo e Luca Montanarella, componente del Joint Research Center della Commissione Europea per proseguire il viaggio sul tema dell’Agricoltura Rigenerativa e raccontare le esperienze concrete portate avanti dal alcune aziende del settore, tra traguardi e criticità affrontate.

Come da tradizione, infine, in programma alle 17 al Teatro Bibiena l’inaugurazione ufficiale dell’ottava edizione: a partecipare saranno Alberto Cortesi, Presidente di Confagricoltura Mantova, Alessandro Beduschi, Assessore all’Agricoltura Sovranità Alimentare e Foreste di Regione Lombardia e Mattia Palazzi, Sindaco del Comune di Mantova, presentati da Alberto Agliotti, FRAME-Divagazioni scientifiche per il tradizionale taglio del nastro; il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, in collegamento, e il Presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, moderati in dialogo dal direttore de “Il Foglio” Claudio CerasaCaterina Avanza, Responsabile agricoltura per Azione, Roberto Cota, Forza Italia, Angelo Ciocca, Europarlamentare per Lega, Michele Antonio Fino, Professore associato di Fondamenti del Diritto Europeo nell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Carlo Fidanza, Europarlamentare Fratelli d’Italia, Silvia Fregolent, Senatrice Italia Viva, capogruppo commissione Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica e Irene Tinagli, Presidente della Commissione Problemi Economici e Monetari del Parlamento Europeo, vicesegretaria vicaria del Partito Democratico, che moderati da Emiliano Audisio, FRAME-Divagazioni scientifiche, risponderanno alla domanda In che direzione va l’Europa? in ambito agroalimentare, e Deborah Piovan, presidente della Federazione Nazionale Proteoleanginose di Confagricoltura, a cui sarà consegnato il premio “Agricoltura mantovana”, presentata da Beatrice Mautino, FRAME-Divagazioni scientifiche.

E INOLTRE…

Non solo conferenze e panel di approfondimento, ma anche mostreinstallazioni e laboratori. Tra questi, Spazi gustosi, l’installazione a cura del dipartimento di Design del Politecnico di Milano in via Goito, i laboratori Smogville. Fino all’ultimo respiro a cura di Fondazione Umberto Veronesi alla Loggia del grano, Bilanciamoci, in Piazza Erbe, a cura di Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, Bio-detective, a cura di Multiversi e in collaborazione con Regione Lombardia in Piazza Leon Battista Alberti e Una goccia alla volta! a cura di Alkémica Cooperativa Sociale onlus in collaborazione con Gruppo Tea in Piazza Erbe.

Degustazioni gustose quelle a cura di Consorzio Tutela Grana Padano (Grana Padano DOP: un tesoro da mangiare) in Piazza Concordia, Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano (A scuola di Parmigiano Reggiano) in Piazza Marconi e Granarolo (The Milk show – Giochi e laboratori sulla magia del latte) in Piazza Leon Battista Alberti.


Taglio del nastro per l’ottava edizione del Food&Science Festival che inaugura oggi ufficialmente. Interviene in collegamento il ministro Francesco Lollobrigida

17 maggio 2024. Dal palco del Teatro Bibiena si è ufficialmente aperto il Food&Science Festival, che fino a domenica 19 renderà Mantova il centro del dialogo sugli Intrecci tra agricoltura, cibo e scienza. Promossa da Confagricoltura Mantova, ideata da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzata da Mantova Agricola, la tre giorni mantovana aggiunge un ulteriore tassello, l’ottavo, in direzione della promozione di quell’approfondimento apertoscientificamente accurato e inclusivo intorno al settore primario e alle sue innovazioni – l’ultima, su tutti i giornali, quella del trapianto di un riso geneticamente modificato con le nuove tecniche di editing genomico – di cui è pioniera e che dal 2017 continua a sviluppare coinvolgendo ogni anno scienziatiesperti di settore, esponenti delle istituzioni, divulgatori e professionisti nazionali e internazionali.

A partecipare all’inaugurazione dell’edizione 2024 anche il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, in collegamento video, in dialogo con il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, moderati dal direttore de “Il Foglio” Claudio Cerasa.

Abbiamo la possibilità di superare gli squilibri di mercato facendo sintesi sugli obiettivi che ci poniamo – ha dichiarato Giansanti – Per questo dobbiamo costruire modello agricolo per i prossimi vent’anni, tutti insieme, basandoci su innovazione, digitalizzazione, capacità di vincere lo stress causato dal cambiamento climatico” ha proseguito, evidenziando poi il ruolo del Festival come motore di innovazione e dialogo. “Sono soddisfatto che a Mantova abbia dato il via a una nuova visione di agricoltura con il Food&Science Festival, a cui non sono mai mancato. E la sperimentazione del riso a Pavia dimostra che la Lombardia sia all’avanguardia da questo punto di vista”.

Come da tradizione, sul palco per i saluti di apertura e il taglio del nastro, presentati da Alberto Agliotti (FRAME-Divagazioni scientifiche). il presidente di Confagricoltura Mantova Alberto Cortesi, che ha espresso grande soddisfazione per la strada percorsa dalla manifestazione, ormai un punto di riferimento e un unicum in Italia, l’Assessore all’Agricoltura, alla Sovranità Alimentare e alle Foreste di Regione Lombardia Alessandro Beduschi, che in più occasioni ha raccontato di come il Food&Science Festival abbia dato un impulso al progresso e alle tecnologie in campo agricolo, proprio a partire dall’uso delle TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita), e il Sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, sostenitore del Festival fin dalla prima edizione, da sempre convinto del valore scientifico e culturale rivestito per la città e il territorio tutto.

Tra i momenti in scaletta, la consegna del Premio “Agricoltura Mantovana” a Deborah Piovan, Presidente della Federazione Nazionale Proteoleginose di Confagricoltura, presentata da Beatrice Mautino (FRAME-Divagazioni scientifiche) che sul palco, proprio con l’occasione dell’avvio della sperimentazione delle TEA in Italia, ha ripercorso gli intrecci sviluppati in questi otto anni di Festival sul tema tra agricoltori, scienziati e divulgatori, che insieme hanno contribuito, e continueranno a farlo, a costruire un dialogo positivo e costruttivo attorno a questo e altri temi di interesse e attualità.

Infine, il panel a più voci tra Caterina Avanza (Responsabile agricoltura per Azione), Angelo Ciocca (Europarlamentare per Lega), Michele Antonio Fino, (professore associato di Fondamenti del Diritto Europeo nell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo), Carlo Fidanza (Europarlamentare Fratelli d’Italia), Silvia Fregolent (Senatrice Italia Viva, capogruppo commissione Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica) e Irene Tinagli (Presidente della Commissione Problemi Economici e Monetari del Parlamento Europeo, vicesegretaria vicaria del Partito Democratico), moderati da Emiliano Audisio (FRAME-Divagazioni scientifiche) a confronto sulle politiche agricole e il futuro del settore nel contesto europeo.

Dopo l’inaugurazione di oggi, interrotta per qualche minuto dalle proteste di alcuni componenti di associazioni animaliste, domani il Festival entra nel vivo degli oltre 140 appuntamenti – tra cui quello con Vittoria Brambilla, botanica all’università degli Studi di Milano, a capo del team che ha ottenuto la nuova varietà di riso, Federico Radice FossatiMario Pezzotti e Oana Dima, executive manager dell’EU-SAGE, il network che raccoglie gli scienziati per l’editing di più di 100 istituzioni europee – in cui esplorare scienza e cibo attraverso le lenti della tecnologia, dell’ambiente, della ricerca, della produzione alimentare e non solo: dialoghiconferenzelaboratorimostredegustazionispettacoli, panel a più voci e visite guidate per continuare ad approfondire la scienza che è alla base e gira intorno all’alimentazione.


Si chiude oggi il Food&Science Festival 2024, che festeggia il successo dell’ottava edizione e dà già appuntamento alla nona.

19 maggio 2024. Con più di 140 appuntamenti seguitissimi e diversi sold-out si chiude oggi il Food&Science Festival, l’appuntamento promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME-Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola ormai immancabile nell’agenda delle manifestazioni di maggior rilievo. Arrivato all’ottava edizione, il Festival contribuisce a indirizzare e sviluppare il dibattito nazionale attorno al settore primario e al suo legame con scienzaricerca e innovazione, – l’ultima, su tutti i giornali, quella del trapianto di un riso geneticamente modificato con le TEA, le nuove tecniche di editing genomico, di cui al Festival si è sempre discusso e si continua a parlare ancora durante alcuni degli eventi di oggi – promuovendo un dialogo costruttivoscientificamente accurato e inclusivo attorno ai temi di maggior rilievo e attualità.

Un impegno portato avanti con determinazione e costanza, come spiega il presidente di Confagricoltura Mantova Alberto Cortesi: “Il Festival continua a promuovere, e continuerà a farlo, un dialogo aperto e inclusivo, anche su posizioni divergenti e idee distanti dalle nostre, che è insieme la nostra cifra distintiva e la chiave di un successo che cresce anno dopo anno. In un momento di incertezza geopolitica in cui emergono nuovi player a cui rispondere, come il Brasile e la Cina, attraverso il Food&Science Festival sentiamo di fare la nostra parte per indirizzare l’agenda di settore. Lo abbiamo fatto con le TEA, accendendo le luci del dibattito politico sulla necessità della ricerca in questo settore e ne festeggiamo quest’anno i risultati: è un’attestazione importante del lavoro che stiamo facendo e che ha sottolineato anche l’Assessore Beduschi dal palco del Teatro Bibiena”.

Anche quest’anno Mantova ha accolto più di 160 ospiti tra scienziatiesperti di settore, esponenti delle istituzionidivulgatori e professionisti nazionali e internazionali che hanno incontrato il pubblico della città e quello arrivato per seguire gli eventi, condividendo visioni plurali, esperienza e conoscenze, in un clima sempre festoso e coinvolgente.

“Il Food&Science Festival si è confermato ancora una volta un evento di altissimo valore, capace di attrarre un pubblico vasto e di ogni età, dai professionisti del settore agli appassionati di scienza e agricoltura fino ai più giovani e agli studenti” dichiara in proposito Mattia Palazzi, sindaco di Mantova. “Un ringraziamento speciale va a tutti i partecipanti, agli organizzatori, ai volontari e ai cittadini di Mantova che hanno reso possibile questo straordinario evento. La nostra città si è confermata centro nevralgico del dialogo tra agricoltura, cibo e scienza e ha dimostrato, ancora una volta, di saper accogliere e promuovere iniziative di grande respiro culturale e scientifico, contribuendo a costruire un futuro più innovativo e sostenibile”.

Un pubblico interessato e attento, che ha seguito il Festival anche sui social: nei giorni del Festival e nel mese precedente la copertura su Facebook e Instagram ha raggiunto oltre 1 milione e 200 mila utenti complessivi, vedendo Instagram sfiorare la quota di 900 mila impression, con una crescita costante delle interazioni e dei follower, mentre X e TikTok hanno registrato, rispettivamente, circa 10 mila e 15 mila visualizzazioni.

Gli intrecci del Food&Science Festival, tema di questa edizione, hanno permesso di stabilire collegamenti e intessere legami tra temi tanto diversi quanto connessi, tutti analizzati attraverso le lenti della scienza, della sostenibilità, della produzione e del consumo alimentare: tra i molti, ne hanno parlato le due ospiti internazionali di questa edizione, la columnist del “Washington Post” Tamar Haspel e l’executive manager dell’EU SAGE network (il network europeo degli scienziati che lavorano sul genome editingOana Dima, le ricercatrici Silvia Massa e Roberta Paradiso, insieme sul tema della coltivazione di piante in orbita, Roberta Sonnino, docente dell’Università del Surrey, interpellata su possibili sistemi alimentari sostenibili alternativi, Michele Antonio Fino, docente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo sulle fake news che circondano il vino e il mercato vinicolo, Vittoria Brambilla botanica all’università degli Studi di Milano, a capo del team che ha ottenuto l’autorizzazione al trapianto della nuova varietà di riso ottenuto con le TEA, il Ris8imo, il direttore del dipartimento di nutrizione per la salute e lo sviluppo dell’OMS Francesco Branca e il Premio Nobel per la Pace per le ricerche condotte sul cambiamento climatico Riccardo Valentini, protagonisti di incontri che hanno catturato l’attenzione di tutti i partecipanti.

Non solo: grande attesa per gli incontri del vicedirettore de “Il Post” Francesco Costa, per cui fin dalle 9 di mattina il pubblico si è messo in coda davanti al , per il dialogo tra il chimico e divulgatore scientifico Dario Bressanini e lo sceneggiatore di fumetti Tito Faraci, anche questo uno dei molti sold-out, come anche per il viaggio tra i piatti senza frontiere di Alessandro Marzo Magno, quello tra le notizie del giorno raccontate dai giornalisti scientifici Roberta Villa e Marco Ferrari e quello tra le note e la danza che hanno incantato Piazza Sordello durante lo spettacolo del sabato sera Note verticali! con l’Ensemble dell’Orchestra da Camera di Mantova e la compagnia di danza verticale Il Posto, in collaborazione con Trame Sonore.

Proposte multidisciplinari e occasioni per scoprire o riscoprire tipicità e segreti del territorio, tra presente e passato, come nel caso delle visite guidate realizzate in collaborazione con Confcommercio, Confesercenti e Confguide Mantova e del viaggio in una cucina medievale realizzato con il sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana, concentrarci sulle nostre abitudini di consumo, grazie al Politecnico di Milano – che partecipa con alcune iniziative sviluppate nell’ambito del progetto di ricerca PNRR Onfoods – Research and Innovation for Sustainable Food and Nutrition, e sulle evoluzioni del nostro modo di abitare e coltivare la terra, ad esempio sperimentando in prima persona cosa voglia dire fare un orto grazie alla Regione Lombardia con l’iniziativa Verde in Movimento, costruisci il tuo BioOrto da passeggio (a cura di HORTUS. Agricoltura Sociale).

Riflessioni attuali e necessarie, sviluppate anche negli appuntamenti che hanno coinvolto i main partner del Festival, come Syngenta, a Mantova con gli immancabili Open Science e Happy Science Hour, insieme a ricercatori e divulgatori, ma concentrata anche sul binomio tra ricerca pubblica e privata e il Gruppo Tea, che ha messo in relazione sostenibilità e consumo idrico responsabile durante il panel Goccia a goccia e coinvolgendo il pubblico nel laboratorio Una goccia alla volta (a cura di Alkémica Cooperativa Sociale onlus). E parlando di laboratori, impossibile non citare i tantissimi che hanno coinvolto i due consorzi sempre accanto al Food&Science Festival: il Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano che a Mantova ha anche festeggiato il 90esimo anniversario della propria nascita, esplorando le caratteristiche nutrizionali del Parmigiano Reggiano e scoprendo le tecnologie che hanno portato al suo miglioramento, e il Consorzio Tutela Grana Padano, che ha esplorato le radici gastronomiche dei piatti della tradizione mantovana, mettendo sempre al centro il formaggio Grana Padano, durante uno speciale Show Cooking in cui immergersi nella cultura gastronomica locale e assaporare i suoi tesori più preziosi.

Occasioni per gustare prodotti e tipicità anche quelle offerti da Levoni durante il Viaggio gastronomico tra due fette di pane e nell’universo della pizza, da Granarolo con i laboratori per meravigliarsi davanti alla Magia del latte, e da Assoprol e Costa d’Oro che hanno portato il pubblico a dare Olio, al palato. Alimentazione al centro ma da punti di vista diversi, durante gli incontri a cura di UniCredit, che nel primo giorno di Festival è tornata con al Festival con l’Agrifood EXPerience, durante il quale i tanti relatori coinvolti hanno potuto concentrarsi sulle prospettive e le opportunità del settore agroalimentare, Inalca, che si è concentrata sull’agricoltura rigenerativa per ridurre l’impatto ambientale della zootecnia, e di Federchimica – Agrofarma e Federchimica – Aispec, che hanno invece portato avanti un’occasione di debunking smontando le fake news, dal campo al piatto.

Il Festival prosegue ancora nel pomeriggio con moltissimi appuntamenti e dà appuntamento a maggio 2025 con la nona edizione.

 



Da otto anni a questa parte, il Food&Science Festival si conquista uno spazio sempre più importante nell’ambito della comunicazione di quel vivacissimo spazio di discussione tra agroalimentare e scienza, anticipando tendenze e ragionamenti nella discussione pubblica degli anni a venire.
Questa ottava edizione si svolge dal 17 al 19 maggio 2024 e diversi eventi sono in contemporanea, per cui li si citerà in maniera non sistematica.

La manifestazione gode sempre più del sostegno dell’ambizioso tessuto economico mantovano: l’inaugurazione quest’anno – al Teatro Scientifico del Bibiena – è stata influenzata dalle prossime elezioni europee.
Presentati da Alberto Agliotti, sono intervenuti il Presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi, Alessandro Beduschi, Assessore all’Agricoltura, alla Sovranità Alimentare e alle Foreste di Regione Lombardia, quindi il Sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, e poi il Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in dialogo infine col Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, con la moderazione di Claudio Cerasa.
L’intervento di Lollobrigida ha visto l’arrivo di alcuni attivisti animalisti, che dal balcone del Teatro Bibiena hanno esposto uno striscione, protestando contro la manifestazione. Con la loro interruzione non è stato possibile intendere gran parte del discorso del Ministro.

Dopo il taglio del nastro, è seguito uno spazio di rapido confronto sulla direzione che sta prendendo l’Europa: Caterina Avanza (Azione), la senatrice Silvia Fregolent (Italia Viva), e gli europarlamentari Angelo Ciocca (Lega), Carlo Fidanza (Fratelli d’Italia) e la Presidentessa della Commissione Problemi Economici e Monetari del Parlamento Europeo Irene Tinagli (Partito Democratico).
Infine, un intervento del professor Michele Antonio Fino.

Al di là delle diverse posizioni sui temi trattati, il punto di partenza è la consapevolezza che ormai il settore agroalimentare è forte, di primissimo piano e trainante nell’economia del nostro Paese, nonostante le tante crisi di questi anni. La posizione di forza italiana non è però un dato da dare per scontato, viste le difficoltà e la la forza crescente di Paesi emergenti nel settore e la complessità delle sfide nell’attuale quadro geopolitico.

Il settore può anche mostrare la sua sensibilità verso temi ambientali e di valorizzazione del territorio: il dato delle risorse rinnovabili è ormai acquisito e punta a nuovi obiettivi, mentre l’agricoltura con l’indotto a monte e a valle permette la vita nei territori lontani dalle città, nella gestione delle aree interne. Confagricoltura ha sottolineato come siano sue grandi battaglie quelle della transizione energetica e ambientale e d’altra parte ci si è chiesti, “chi più degli agricoltori ha interesse alla sostenibilità ambientale?” Gli eventi di queste settimane, i problemi legati ai rischi del cambiamento climatico testimoniano come la preoccupazione sia giusta. Similmente, anche il ripristino delle foreste è una priorità.

Altre sfide: quella dell’incentivare i produttori virtuosi, quella delle infrastrutture digitali, del far valere le proprie ragioni in Europa, dell’idea di one health, sintetizzata nel finale proprio da Giansanti: Cibo buono = salute.

A seguire, l’intervento di Beatrice Mautino ci ha parlato di genetica agraria, altro tema che sta trovando rilevanza sui giornali proprio in questi giorni. In conclusione, il Premio Agricoltura Mantovana, consegnato a Deborah Piovan.

Gallery della prima giornata con foto di Giuseppe Fraccalvieri

Nella seconda giornata di sabato 18 maggio si comincia con la rassegna stampa, con Marco Ferrari e Roberta Villa. I temi della giornata erano tanti e nel complesso permettono di cogliere gli ultimi sviluppi in ambito agroalimentare, sotto le più varie sfaccettature.

Nel panel Piante in orbita, con la ricercatrice ENEA Silvia Massa e la docente dell’Università di Napoli Roberta Paradiso, si è andati proprio a parlare di uno di questi sviluppi, tra i più recenti e importanti. Si comincia sfatando un pregiudizio duro a morire, quello per cui le attività nello spazio siano prive di utilità pratica; è in realtà da sempre vero il contrario, ma in questo caso le relatrici hanno sottolineato come le tecnologie qui applicate possano avere un’immediata ricaduta a terra.
La docente ha spiegato come lo “space food” abbia fatto grandi progressi negli ultimi anni, rispetto a quando poteva essere, ad esempio, in un formato simile a quello del dentifricio (l’esigenza di fondo è quella di un cibo che non venga aspirato o finisca dove non deve finire). Oggi arrivano in orbita anche caffè e insalata, grazie alle tecnologie italiane, e questo è un grande conforto psicologico per gli astronauti, per quanto questi ultimi non possano lì percepire i sapori.
La ricercatrice è invece partita dal presupposto delle condizioni ostili nelle quali operano gli astronauti, a rischio di malattie degenerative e neoplastiche, con alterazioni nel gusto, nell’olfatto, nel calcio delle ossa. Le piante, ad esempio i pomodori, vanno a tamponare queste problematiche.
Dall’altra parte le piante “in orbita” si trovano a dover fornire il maggior output possibile a fronte di un minor input; le piante sono quindi più piccole di quelle di partenza. Si fa strada anche il concetto di food without field, cioè di cellule vegetali coltivate in laboratorio e non nel campo (similmente al concetto di carne coltivata, e anzi i vegetali si prestano anche meglio allo scopo).
Le tecnologie comunque maturano continuamente, e con la roadmap per il ritorno sulla Luna nel 2030, con missioni umanizzate, sappiamo che il nostro satellite sarà una tappa importantissima per le prime vere coltivazioni in situ di piante. Nel frattempo, le coltivazioni nella bassa orbita terrestre sono già realtà, e possiamo coltivare in condizioni diverse rispetto a quelle solite, addirittura sostituendo alla luce solare una luce LED adatta.

A Palazzo della Ragione si parla invece della rivoluzione del cibo, in particolare con riguardo ai sistemi alimentari. Diamo sempre per scontato, infatti (e questo era persino più vero in passato) che quello attuale (con una base capitalista e consumista) non sia alterabile.
L’altro presupposto essenziale da considerare è che il vero costo del cibo non è il prezzo, ma il complesso di costi sociali e ambientali che derivano dalle produzioni (per cui un prodotto che costa poco sugli scaffali può avere un impatto gravissimo per altri versi). Ripensare il cibo e il sistema alimentare è perciò una necessità, perché questi sistemi non si sono rivelati resilienti, ma al contrario molto fragili: ne abbiamo avuto una dimostrazione proprio durante la pandemia.
Di questi temi fondamentali ha parlato la professoressa Roberta Sonnino, da 30 anni nel Regno Unito.
Lo sforzo che dobbiamo fare tutti insieme è quindi quello di pensare al cibo come sistema, che in un sistema capitalista come il nostro risulta in un intreccio di relazioni di potere. C’è da capire che la fame nel mondo non è mai un problema isolato, ma un sintomo di problemi socio-ecologici più ampi. Non si può perciò intervenire in maniera isolata ma in maniera sistemica.
E non si tratta di teoria in astratto, ma esempi ne vediamo nelle città, e anche a Mantova. Sono difatti innanzitutto le città che rispondono alla crisi, che magari hanno già assessori dedicati al cibo.
Esempi europei vengono da Riga (col gas da rifiuti sfruttato nelle serre, esempio di economia circolare) e da Lisbona (dove gli orti urbani risollevano dalla povertà), dove questi luoghi innovativi diventano centri di aggregazione.
Siamo talvolta di fronte a un nuovo localismo, che vede a Barcellona un Parco Agricolo che fa da contraltare all’espansione urbana, mentre a Berlino si cerca di riconnettere la città con la campagna, con una strategia alimentare ben precisa.
Un localismo che vede d’altra parte il problema dell’inerzia dei governi dei diversi Paesi nella politica alimentare, un’inerzia che dovrebbe invece muovere verso investimenti nelle infrastrutture, verso sforzi di  regolamentazione e legislazione.
La trasformazione del sistema alimentare diventa insomma processo di democratizzazione.
Nella seconda parte del segmento, Marta Corubolo (che si occupa di design applicato anche all’alimentazione e alla sostenibilità), ha delineato scenari alimentari alternativi, reti alimentari alternative future. Anche qui gli esempi sono concreti, come quello della spesa sospesa. Milano si mostra come città che ragiona sul cibo da dieci anni, con dati positivi.

Un numero importante delle conferenze della giornata son state (più o meno esplicitamente) dedicate al problema delle fake news in ambito agroalimentare. Un problema che si ripresenta spesso e volentieri nella vita di tutti noi.

Si è parlato di infoxication nello spazio presentato da Beatrice Mautino e con relatore Andrea Pezzana, direttore della Struttura complessa di Nutrizione clinica della ASL di Torino. Le premesse qui son state molte, a partire dalla dieta mediterranea che non ci appartiene più, nonostante i proclami, fino alla malnutrizione, che può essere per eccesso, per difetto, o per deficit di determinati nutritivi.
Il cibo è un imbuto nel quale confluiscono tante criticità del nostro tempo e le fake news son sempre in agguato: una ricetta per difendersi richiede rispetto, sensibilità, attenzione.

Parla da sé il titolo del panel tenuto al Teatro Bibiena dalla giornalista Tamar Haspel, nutrire il dubbio: e in effetti, in un’epoca di polarizzazione sempre più estrema, il suo intervento è una boccata di aria fresca che ci invita a metterci in gioco e ad avere un atteggiamento costruttivo verso gli altri, specie verso chi la pensa in maniera diametralmente opposta rispetto a noi.
Tamar Haspel “parla solo di cose che comprende”, e lo fa in maniera che è al contempo brillante e non banale. Ci mostra esempi per i quali la gente non cambia idea quando le vengono presentati i fatti. A cominciare dal cambiamento climatico: quanto più ne sappiamo, tanto più cresce la polarizzazione. Similmente abbiamo visto fenomeni del genere coi vaccini.
La scienza non ti protegge in questo: quello che si può fare invece è cercare di costruire un dialogo.

Ci ha condotto invece in un viaggio al femminile in una cucina medievale la professoressa e storica medievista Gabriella Piccinni, accompagnata da Roberta Villa. È importante parlare di Medioevo e di donne senza pregiudizi su quell’epoca, ma basandosi su quello che davvero quel tempo ci racconta.
Ne vien fuori un quadro che a partire dal focolare, grande luogo di trasmissione, ci racconta di donne che non erano chiuse in casa, che potevano venire apprezzate anche per le loro doti intellettuali, che erano attive nel mondo economico e avevano dei loro spazi. È un mondo fatto anche di scienza, che ci permette di cogliere anche peculiarità del nostro Paese, come il gusto per l’amaro che potrebbe derivare proprio dalla ricerca delle erbe da parte delle donne.

Nell’incontro – sempre sul tema delle fake news – che ha visto Beatrice Mautino insieme al duo di divulgazione Il chimico sulla tavola e a quello di carattere cognitivo Non è la zebra. Focus su quegli articoli di giornale che hanno affrontato temi in ambito agroalimentare in maniera sensazionalistica o fornendo informazioni erronee.

Non poteva mancare l’Happy Science Hour in ambito agroalimentare con i divulgatori Simone Angioni, Marco Martinelli, Stefano Bertacchi e Ruggero Rollini, e il giro tra i negozi della città di Mantova con la scienza dei retrobottega, protagonisti anche quest’anno Roberto Cighetti, Chiara Ferrari e Fiorenza Lodi.

Bel tempo anche nella terza e ultima giornata del Festival, domenica 19 maggio, al Teatro Bibiena c’è la fila per il giornalista Francesco Costa coi colleghi del Post Emanuele Menietti e Beatrice Mautino. Una chiacchierata che riprende grosso modo i temi che Costa presenta nel suo podcast e sul suo canale YouTube. Per i fan più sfegatati l’occasione di vederlo dal vivo, per tutti gli altri sicuramente uno spaccato non banale né stereotipato sugli Stati Uniti, con una certa attenzione per il cibo locale.

Nel panel sulla mitologia gourmet, con Sara Porro e la semiologa Simona Stano, si è andati a trattare l’evoluzione negli ultimi decenni del nostro modo di vedere il cibo.

Sempre al Bibiena fila interminabile per Dario Bressanini, che – insieme al grande sceneggiatore Tito Faraci – ha mescolato le sue grandi passioni, trattando il tema del cibo nei fumetti.

Si è parlato del senso del gusto (nell’uomo come negli animali) invece con la professoressa Gabriella Morini e il ricercatore Davide Risso. Un tema di grande estensione che spazia dall’abitudine al piccante, all’umami, fino all’esperienza spiacevole del COVID-19.

Il duo Il chimico sulla tavola ha poi trattato del mangiare per non mangiare, ovvero di tutti quei modi che abbiamo oggi (molto più che in passato) per avere un cibo ad esempio meno calorico.

A Piazza Leon Battista Alberti si è passati dal parlare della pera mantovana con la dottoranda Silvia Falasco, fino alla storia del maiale e del suino mantovano in particolare. In questo secondo incontro con Gian Luigi Restelli di Levoni, nuovo intervento degli attivisti animalisti.

Con i professori Devis Bellucci e Piero Martin si prova a riguadagnare una parte del senso della natura umana attraverso la cultura dell’errore, invece.

Il festival si è concluso col trio Simone Angioni, Stefano Bertacchi e Ruggero Rollinii, che hanno risposto alle domande e alle curiosità del pubblico sulla plastica.

 


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Comunicazioni ufficiali (tutto tranne il racconto del festival e immagini (ove non indicato diversamente) dall’Ufficio Stampa Ex Libris Comunicazione, Food & Science Festival.

L’IMPOLLINAZIONE: ANIMALE, “NATURALE” È MEGLIO

Pubblicata su «Nature Communications» una ricerca dell’Università di Padova che dimostra che i frutti impollinati da animali hanno una qualità superiore del 23%.

Gli organismi impollinatori sono fondamentali per la riproduzione di molte specie di piante, incluse molte colture utilizzate nell’alimentazione umana, come frutta e verdura.

In ambienti temperati, gli impollinatori sono soprattutto insetti come api, farfalle, molti ditteri e alcuni coleotteri, mentre nelle regioni tropicali e subtropicali gli impollinatori includono anche uccelli, pipistrelli e alcuni mammiferi.

Negli ultimi decenni si sta assistendo a un declino globale della diversità e dell’abbondanza di molte specie di impollinatori e per questo motivo gli sforzi in ambito scientifico si sono concentrati sulla quantificazione dell’importanza di questi organismi in agricoltura, con la pubblicazione di numerosi studi sperimentali sul loro effetto su resa, stabilità della produzione e qualità delle colture.

Impollinazione animale naturale
L’impollinazione: animale, “naturale” è meglio: in foto, api. Foto di Elena Gazzea

La ricerca dal titolo Global meta-analysis shows reduced quality of food crops under inadequate animal pollination, appena pubblicato sulla rivista «Nature Communications» da Elena Gazzea e Lorenzo Marini del Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse Naturali e Ambiente (DAFNAE) dell’Università di Padova si è posta l’obiettivo di quantificare, per la prima volta su scala globale, l’effetto degli impollinatori sulla qualità delle colture attraverso una meta-analisi, una tecnica statistica che permette la sintesi quantitativa della letteratura esistente su un tema.

I dati sono stati raccolti tramite una ricerca bibliografica sui principali database di pubblicazioni scientifiche: sono stati utilizzati i dati di 190 studi indipendenti condotti in 48 paesi del mondo e su 48 colture diverse. L’effetto dell’impollinazione animale è stato quantificato confrontando le differenze di qualità – forma, dimensione, aspetto, sapore e proprietà nutritive – dei frutti prodotti con e senza gli impollinatori.

Fragola. Difetti estetici di forma e dimensione derivanti da un’inadeguata impollinazione animale. Foto di Paolo Paolucci

I risultati indicano che l’impollinazione animale ha un ruolo fondamentale nel determinare la qualità delle produzioni agricole. I frutti impollinati da animali hanno in media una qualità migliore del 23%: ciò significa che quasi un quarto della qualità di un frutto dipende dalla presenza di animali impollinatori.

Questi ultimi influenzano positivamente soprattutto le caratteristiche organolettiche – come forma e dimensione – della frutta e della verdura e quelle legate alla loro durabilità dopo la raccolta, contribuendo invece in misura minore alle loro proprietà nutritive e al sapore. I benefici dell’impollinazione animale sulla qualità sono indipendenti dalle regioni geografiche e dalla specie di impollinatore. Le analisi dei dati hanno inoltre evidenziato segnali di impollinazione non ottimale, potenzialmente derivante dal declino degli impollinatori nei paesaggi agricoli, che potrebbe compromettere la qualità delle produzioni. Generalmente, però, l’utilizzo di impollinatori gestiti come l’ape mellifera, sia in campo che in colture protette, permette di mantenere la produzione di frutta e verdura della massima qualità.

Immagini esemplificative che mostrano come viene studiato l’effetto degli impollinatori sulla qualità delle colture negli esperimenti sintetizzati dalla ricerca. Da sinistra a destra: esclusione di impollinatori, impollinazione animale libera, impollinazione manuale. Foto di Elena Gazzea

«I risultati del nostro studio hanno delle implicazioni molto importanti per il settore agroalimentare – spiega Lorenzo Marini, autore dello studio –. La qualità dei prodotti alimentari non processati come frutta e verdura si basa su standard che sono legati soprattutto al loro aspetto estetico e alla loro durata di conservazione. La produzione di frutta e verdura che devia dalla normalità come conseguenza di un’impollinazione non ottimale ha delle ripercussioni su tutta la catena di produzione agricola, dal reddito degli agricoltori alla decisione del consumatore di acquistare o meno il prodotto».

Lorenzo Marini
Lorenzo Marini

La produzione di frutti imperfetti e poco durevoli, quindi, aumenta lo spreco di alimenti ricchi di sostanze nutritive e pesa sulla conversione di terre agricole che compensino la mancata produzione di qualità soddisfacente per il mercato agroalimentare.

«Il declino globale degli impollinatori minaccia non soltanto la resa e la sua stabilità spaziale e temporale, ma rischia anche di compromettere la qualità della produzione agricola. La relazione tra impollinazione animale e spreco alimentare è stata finora quasi ignorata dalle politiche agroalimentari, sebbene abbia delle importanti implicazioni economiche, sociali e ambientali, specialmente in un’epoca in cui c’è un consumo globale subottimale di alimenti ricchi di sostanze nutritive» spiega Elena Gazzea, prima autrice dello studio.

Elena Gazzea
Elena Gazzea

Lo studio ha infine rilevato delle lacune nella conoscenza scientifica attuale, evidenziando alcune opportunità di ricerca futura per comprendere meglio le relazioni tra impollinatori e produzione agroalimentare sostenibile.

Link alla ricerca: https://www.nature.com/articles/s41467-023-40231-y

Titolo: Global meta-analysis shows reduced quality of food crops under inadequate animal pollination – «Nature Communications» – 2023

Autori: Elena Gazzea, Péter Batáry & Lorenzo Marini

 

Testo e foto dall’Ufficio Stampa dell’Università di Padova

BIOSUVEG, COME COLTIVARE FRUTTA E VERDURA CON MENO ACQUA E FERTILIZZANTI

BIOSUVEG, progetto di ricerca europeo finanziato da EIT Food e coordinato dal Prof. Andrea Schubert, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, ha messo a punto un biostimolante innovativo che aiuta la crescita e la produzione delle piante in ambienti aridi.

peperoni BIOSUVEG
Foto di Nicole Köhler 

La sostenibilità in agricoltura è un valore sempre più citato e ricercato, ma non sempre è facile identificare soluzioni che vadano in questa direzione mantenendo la soddisfazione dei consumatori. La riduzione dell’apporto di acqua e fertilizzanti è una componente essenziale della sostenibilità. Il cambiamento climatico ci pone di fronte a lunghi periodi di siccità in cui l’acqua diventa risorsa rara e costosa, mentre i fertilizzanti sono sempre meno disponibili per cause naturali e geopolitiche, come la guerra in Ucraina.

Il progetto di ricerca europeo BIOSUVEG, finanziato da EIT Food e coordinato dal Prof. Andrea Schubert, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, e che vede la collaborazione del PlantStressLab dell’Università di Torino e della start-up StrigoLab, ha messo a punto un biostimolante innovativo che aiuta la crescita e la produzione delle piante, in particolare quella del pomodoro, in ambienti meno ricchi di acqua e sostanze fertilizzanti.

biostimolanti sono prodotti di origine naturale, somministrati a basse concentrazioni, che favoriscono specifici processi biologici e aiutano la crescita delle piante. Il principio attivo del biostimolante sviluppato nel progetto BIOSUVEG viene ottenuto attraverso un procedimento innovativo, brevettato da StrigoLab, e contiene strigolattoni, ormoni di recente scoperta, con i quali è possibile controllare la crescita e la resistenza allo stress combinato da siccità e carenza di elementi nutritivi nelle piante.

I ricercatori dell’Università di Torino e di StrigoLab stanno svolgendo le prove sperimentali necessarie a ottimizzarne la formulazione e le modalità d’uso, con la prospettiva di inserire sul mercato un prodotto innovativo ed efficace per l’agricoltura. L’obiettivo è di ottenere un incremento della produzione superiore al 10% in pomodoro e peperone in condizioni di ridotta disponibilità di acqua e di fosfato.

“La disponibilità di acqua – dichiara Andrea Schubert – sta diventando poco affidabile anche in zone temperate umide come la Pianura Padana, e i fertilizzanti fosfatici sono in via di esaurimento a livello mondiale. Sviluppare delle tecniche che mantengano la produzione anche quando queste risorse sono meno disponibili è una chiave della sicurezza alimentare per il futuro”.

 

Testo dall’Area Relazioni Esterne e con i Media dell’Università degli Studi di Torino

CLIMA DI FINE SECOLO E AGRICOLTURA “EROICA” 

Studio dell’Università di Padova dimostra che tra tre generazioni il cambiamento climatico provocherà un’espansione di zone a clima arido con condizioni di scarsità idrica.

Penalizzati saranno i paesaggi agricoli in forte pendenza, luoghi di agricoltura eroica e di grande valore storico culturale.

Clima di fine secolo e agricoltura “eroica”: coltivazione di arancio su terrazzamenti in aree ad alta pendenza a Valencia (Spagna)

Pubblicata su «Nature Food» la ricerca dal titolo “Future climate-zone shifts are threatening steep-slope agriculture”, coordinata dal Professor Paolo Tarolli del Dipartimento di Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università di Padova, in cui si mostra quale sarà l’impatto del cambiamento climatico sulle aree agricole a forte pendenza alla fine del secolo. Lo studio è basato sulla proiezione delle zone climatiche attuali (1980-2016) a fine secolo (2071-2100) secondo lo scenario di concentrazione di gas serra RCP8.5, ovvero senza l’adozione di iniziative a favore della protezione del clima e, pertanto, con crescita delle emissioni ai ritmi attuali. Sono stati utilizzati dati satellitari e territoriali open-access, analizzati tramite la piattaforma online Google Earth Engine, in modo che la metodologia possa essere replicata non solo da scienziati, ma anche da operatori del settore agricolo ed enti per la gestione del territorio.

clima agricoltura eroica
Paolo Tarolli

«In questo lavoro abbiamo prodotto una mappa globale ad alta risoluzione dei paesaggi agricoli collinari e di montagna, analizzando la loro distribuzione nelle zone climatiche attuali (tropicale, arido, temperato, freddo, polare) e nelle proiezioni climatiche future – spiega il Professor Paolo Tarolli –. La nostra analisi dimostra che le aree agricole in forte pendenza sono significativamente più minacciate dal cambiamento climatico rispetto alla media della superficie agricola globale, in particolare vi sarà un’espansione di zone a clima arido, quindi di condizioni di scarsità idrica».

clima agricoltura eroica
Mappa globale ad alta risoluzione dei paesaggi agricoli di collina e montagna, con indicati i relativi siti patrimonio dell’umanità UNESCO e patrimonio agricolo globale GIAHS (FAO)

I sistemi agricoli in aree a forte pendenza, sebbene rappresentino una frazione ridotta della superficie agricola globale, sono di grande rilevanza per diversi aspetti. La loro importanza agronomica, così come il valore storico e culturale che li contraddistingue, sono ampiamente riconosciuti dalle Nazioni Unite e protetti con iniziative come i siti patrimonio dell’umanità UNESCO e patrimonio agricolo globale GIAHS (FAO). Le coltivazioni in pendenza sono soprattutto concentrate in Messico, Italia, Etiopia e Cina: si tratta di colture di altissima “specializzazione”. Tra gli esempi si possono citare le aree terrazzate Honghe Hani nella provincia cinese dello Yunnan, gestite dalle minoranze Hani da oltre 1300 anni, le quali producono 48 varietà di riso, dando vita ad un habitat ideale anche per l’allevamento di bovini, anatre e pesci, in un’ottica di economia circolare, oppure, in Italia, la viticoltura eroica sulle colline del Prosecco e del Soave.

Sul totale, l’agricoltura in forte pendenza si trova principalmente in zone climatiche temperate (46%) e fredde (28%): insieme, esse ospitano quasi tre quarti di questi paesaggi. Le coltivazioni in aree in pendenza delle regioni tropicali sono pari al 17%, nelle aride al 9% e in quelle polari arrivano all’1%, coprendo insieme il restante quarto del totale. Il cambiamento climatico rappresenterà una seria minaccia per tutta l’agricoltura e i sistemi rurali, con un impatto su raccolti e prezzi alimentari. In particolare, esso provocherà una variazione nell’estensione delle aree climatiche globali, con ripercussioni significative sui versanti agricoli in forte pendenza.

«Tra ottant’anni, secondo le proiezioni del nostro studio, la percentuale dei terreni agricoli di collina e montagna delle zone tropicali saliranno al 27% e quelle aride al 16%: sostanzialmente raddoppieranno rispetto alla situazione attuale. All’opposto, nelle regioni fredde si osserverà una riduzione di terreni agricoli di collina e montagna dall’attuale 28% al 13%, mentre in quelle temperate si passerà dal 46% al 44% – sottolinea Paolo Tarolli –. In sole tre generazioni quindi aree agricole più estese saranno interessate da un clima più caldo che comporterà un calo della disponibilità di acqua per l’irrigazione e la produzione alimentare. La nostra ricerca dimostra che le aree agricole in forte pendenza, spesso caratterizzate da un’alta specializzazione nella gestione dell’acqua derivante da antichi saperi tradizionali, saranno quelle maggiormente minacciate dal cambiamento climatico, soprattutto dalla siccità. Data l’urgente necessità di garantire una produzione alimentare sostenibile e per tutti riteniamo che i governi e le istituzioni debbano investire di più nell’identificazione e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico in agricoltura. In particolare il nostro studio – conclude Tarolli – evidenzia la necessità di azioni atte a migliorare, specie per i paesaggi agricoli collinari e montani, la resilienza al cambiamento climatico previsto nei prossimi decenni, al fine di preservare il loro ruolo nella produzione alimentare, reddito, valore storico e culturale, e servizi ecosistemici».

Link alla ricerca: 10.1038/s43016-021-00454-y oppure https://rdcu.be/cGZ1M

Titolo: “Future climate-zone shifts are threatening steep-slope agriculture” – «Nature Food» 2022

Autori: Wendi Wang, Anton Pijl & Paolo Tarolli*

 

Testo e foto dall’Ufficio Stampa Università degli Studi di Padova. sullo studio relativo a clima di fine secolo e agricoltura “eroica”.