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Astronomia

Frammenti dall’asteroide Ryugu, Totoro e Kiki, per conoscere il Sistema solare primordiale

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KIKI E TOTORO: “CONSEGNA A DOMICILIO” NEI LABORATORI INAF PER DUE FRAMMENTI DELL’ASTEROIDE RYUGU, CHE SARANNO UTILI COME ISTANTANEA SUL MATERIALE CHE HA DATO ORIGINE AL SISTEMA SOLARE PRIMORDIALE

 Un viaggio lunghissimo nel Sistema solare li ha portati dall’asteroide Ryugu alla Terra, all’interno della capsula di raccolta della sonda Hayabusa2 che li ha prelevati dalla superficie del corpo celeste nel 2019. Due piccoli grani dell’asteroide, lunghi meno di due millimetri e pesanti in totale tre milligrammi, parte del preziosissimo carico di Hayabusa2, sono giunti dal Campus Sagamihara della JAXA in Giappone ai laboratori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica a Roma, dove un team di ricerca li analizzerà con l’ambizioso obiettivo di ricostruire la storia dell’evoluzione di Ryugu nei suoi quattro miliardi di anni di vita. In omaggio alla cultura giapponese, i ricercatori INAF hanno ribattezzato i due grani Kiki e Totoro, come i personaggi di altrettanti film di animazione del maestro Hayao Miyazaki.

La missione Hayabusa2 dell’Agenzia spaziale giapponese JAXA ha esplorato l’asteroide Ryugu, grande un chilometro, ottenendo immagini dettagliate della superficie. Hayabusa2 ha scagliato un piccolo proiettile sull’asteroide allo scopo di scavare una piccola porzione del suo strato esterno e mettere a nudo il materiale al di sotto, rimasto preservato per miliardi di anni. Il veicolo spaziale ha poi raccolto frammenti della superficie in due siti differenti di Ryugu, uno di questi nelle vicinanze del cratere. In due camere di raccolta – denominate A e C – sono stati quindi recuperati sia frammenti superficiali che sotto-superficiali, questi ultimi protetti dal vuoto profondo dello spazio fino al momento dell’impatto. La capsula di rientro con il materiale raccolto è stata recuperata a Woomera, in Australia, il 6 dicembre 2020. Si tratta del primo campione raccolto appartenente a una classe di asteroidi molto primitivi, la cui composizione ci fornisce un’istantanea del materiale che ha dato origine al Sistema solare primordiale e alla Terra.

Frammenti dall’asteroide Ryugu, Totoro e Kiki, per conoscere il Sistema solare primordiale. Gallery

La quantità di materiale che è stato raccolto in totale è di circa 5 grammi. Dopo aver completato una prima ispezione, le particelle di Ryugu sono state prelevate singolarmente dai piccoli contenitori di vetro zaffiro con una pinzetta a vuoto e su questi grani è stata eseguita un’analisi al microscopio.

“Grazie al mio contributo nella caratterizzazione dell’asteroide Ryugu, come Co-Investigator della missione Hayabusa 2, sono stato chiamato a far parte del ristretto Team Internazionale che prima  dell’apertura dei bandi pubblici, si è occupato per un anno delle prime analisi in esclusiva” ricorda Ernesto Palomba, ricercatore INAF a Roma.

Nell’ambito del secondo bando internazionale pubblico per l’analisi dei campioni di Ryugu, la JAXA, ha assegnato al gruppo di ricerca INAF coordinato da Ernesto Palomba due grani denominati C0242 (del peso di 0,7 milligrammi e lunghezza di 1,712millimetri) e A0226 ( pesante 1,9 milligrammi e lunghezza di2.288millimetri). Ciascun grano è posto all’interno di un particolare recipiente di acciaio riempito di azoto, il cui scopo è sia di preservare il grano evitando contaminazioni dovute alle polveri e al vapor d’acqua presenti nell’ambiente, sia di permettere un trasporto sicuro. Per rendere onore alla cultura giapponese, il team italiano ha deciso di assegnare un nome ai due grani attingendo alla tradizione degli Anime, in particolare le opere dello studio Ghibli con il suo creatore Hayao Miyazaki. I nomi sono stati scelti guardando sia alla forma (A0226-Totoro) dal film “Il mio vicino Totoro”, sia al compito di Hayabusa 2 di spedire a Terra campioni extraterrestri (C0242-Kiki) dal film “Kiki – Consegne a domicilio”.

“Tra tutte le 38 proposte di analisi accettate dalla JAXA per il secondo bando internazionale, la nostra è l’unica italiana” commenta Palomba e prosegue: “ Il team è composto da una dozzina di persone delle sedi INAF di Roma, Napoli, Catania e dall’Università di Firenze, di cui quasi la metà sono borsisti, studenti di dottorato e postdoc. Per preparaci all’analisi e alla manipolazione di grani millimetrici, abbiamo cominciato a fare palestra con dei frammenti di una meteorite carbonacea,  la Tagish Lake, che si può considerare molto simile ai frammenti di Ryugu. Abbiamo ideato e prodotto dei portacampioni in grado di mantenere fermi i grani durante il trasporto e le analisi. E ora una decina di giorni fa la JAXA ci ha contattato chiedendoci l’indirizzo per spedire i campioni. In realtà in meno di una settimana, con nostra grande emozione, Kiki e Totoro sono arrivati”.

“Per questo progetto, abbiamo avuto anche a supporto un Large Grant dell’INAF” sottolinea Palomba. “Il nostro obiettivo sarà comprendere come questo asteroide si sia evoluto durante i 4 miliardi di anni della sua vita. In particolare, andremo a studiare le trasformazioni causate dall’interazione con l’ambiente spaziale, che a differenza di quanto si potrebbe credere è lungi dall’essere completamente inerte. Una pioggia continua di micrometeoriti, particelle galattiche e cosmiche, nonché il flusso costante del vento solare – il cosiddetto space weathering –  bombarda le superfici dei corpi planetari incessantemente per miliardi di anni, provocando anche sostanziali trasformazioni. Per capire meglio queste trasformazioni, nel nostro progetto abbiamo richiesto due grani, uno proveniente dalla camera A e un altro dalla camera C, cosicché sarà possibile comprendere quanto lo space weathering abbia modificato la superficie dell’asteroide” conclude Palomba.

Testo e immagini dall’Ufficio stampa – Struttura per la Comunicazione di Presidenza Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF)

ScientifiCult è una Testata Giornalistica registrata presso il Tribunale di Bari numero R.G. 5296/2021 - R.S. 21. Direttrice Responsabile: Alessandra Randazzo

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